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    Predefinito Un articolo di Nicheja su Sanità e Istruzione

    SANITÀ E ISTRUZIONE SOTTO ATTACCO


    Gli esecutivi di Palermo e Roma puntano a penalizzare gravemente due comparti strategici per lo sviluppo ed il benessere dei Siciliani


    Soppressione delle guardie mediche, riduzione dei posti letto, tagli ai finanziamenti per le strutture convenzionate. Sono queste alcune delle parole d'ordine del piano di «riordino» del comparto sanità voluto dall'amministrazione regionale (non osiamo accodarci alla moda di definirla "governo" quale essa non è) guidata da Raffaele Lombardo. Lombardo, che nel suo curriculum sfoggia una laurea in Medicina e del settore medico, soprattutto nel catanese, è considerato l'eminenza grigia: non per niente una parte dei suoi pregressi guai giudiziari derivarono da un «regalo» di cinque miliardi di lire fattogli da Ernesto Pellegrini durante una gara per la fornitura di pasti ospedalieri per il "Vittorio Emanuele" di Catania.
    Medico per formazione, politico di professione, Lombardo ha messo il pm Massimo Russo sulla poltrona di assessore regionale alla Sanità, il quale, uso ad operare con il diritto, non afferma altro che star «attuando disposizioni di legge», nelle quali è stato tradotto e "blindato" il piano di tagli e riduzioni.
    In definitiva, un comparto di primaria importanza per i cittadini, vessati da troppo tempo da disservizi che spesso, troppo spesso si sono tradotti in tragedia, viene smantellato in nome del risanamento di bilancio. Il cui pareggio, previsto per il 2010 (ma con il "buco" della sanità che si prevede addirittura "ricucito" entro il 30 settembre prossimo, evidentemente in vista delle elezioni europee), rappresenta la chance di Lombardo e dell'Mpa per tentare di evitare che la gente, in sede elettorale, reagisca a questo "autonomismo" che è solida garanzia del precostituito sistema di oppressione coloniale.
    Non si spiegherebbe altrimenti perché il leader "autonomista", pronto a mettere su opere tanto faraoniche quanto inutili e dannose (Ponte sullo Stretto, alta velocità quando ancora in Sicilia siamo al binario unico non elettrificato), trovi assolutamente necessario far pagare il prezzo di questi arditi sogni e di decenni di malamministrazione letteralmente sulla pelle dei Siciliani.
    È evidente che questa "autonomia" si traduce in una totale ispirazione alle gesta (tra le quali, l'annunciato depotenziamento dellAIFA - Agenzia Italiana del Farmaco e la sostituzione del precedente Direttore Generale, l'indipendente Nello Martini, con il fedelissimo Guido Rasi) del cav. Berlusconi e compagnia cantante: lo afferma lo stesso Lombardo, quando sottolinea in particolar modo come questo "nuovo corso" venga proprio dalla «Lombardia, di cui stiamo seguendo i consigli e dalla quale stiamo ricevendo molti aiuti in materia di formazione e gestione amministrativa», come ha candidamente affermato in prima persona.
    Questo si traduce in tagli, tagli, tagli. Diminuiscono i posti letto, costringendo alla chiusura reparti chiave di ospedali medi e piccoli, costretti così alla quasi inesistenza, che proprio Lombardo a parole vorrebbe sconfessare. E chiudono molte guardie mediche, presidî essenziali di sanità di base che piuttosto dovrebbero rappresentare una via di riorganizzazione del sistema e di collocamento per molti giovani medici siciliani disoccupati. Per non parlare dei tagli al fondamentale ed insostituibile servizio 118, e alle convenzioni, soprattutto per la specialistica accreditata le cui strutture, vocatamente di piccole e medie dimensioni, saranno in grandissima parte costrette alla chiusura, con un grave dazio da pagare in termini di involuzione economica, posti di lavoro perduti e disservizi per gli assistiti, quando già le liste d'attesa nelle strutture pubbliche sono scandalose. Per completezza, vorremmo ricordare che sono proprio le strutture sanitarie convenzionate a garantire la maggior copertura dei servizi ai costi più bassi per la collettività: l'unico vero presidio di modernità nella vessata sanità siciliana fino ad oggi usata per costruire carriere (politiche), spartire favori alla clientela elettorale, garantire appalti di forniture a discapito della qualità e specificità delle esigenze degli assistiti.
    Quindi la giunta Lombardo accentra sulle strutture ospedaliere l'attività, che andrebbe invece decentrata, ottimizzata, armonizzata. Il flusso verrà ancor più canalizzato sugli ospedali già al collasso, che pure saranno gravati dei citati tagli posti letto e personale, con i rimanenti operatori costretti dalle già penalizzate ed ora ridotte guardie mediche e dalle altre strutture costrette alla chiusura, a vivere un incremento di stress lavorativo ed esistenziale (senza che questo gli venga riconosciuto nelle sue peculiarità di lavoro usurante), con un conseguente crescendo di episodi di malasanità, e di speculazione su questo stesso tema da parte di quei cittadini poco onesti ed orientati alla "querela facile" al fine di ottenerne un remunerativo esito.
    Ma l'"ispirazione lombarda" di Lombardo (si direbbe: «nomen homen est») non si ferma qui. Infatti "tagliare" è anche la parola d'ordine del Ministro all'istruzione, Maria Stella Gelmini, che con tale dicastero è stata premiata per la fedeltà berlusconiana nonostante un curriculum politico quantomeno opinabile (a suo carico una mozione di sfiducia del consiglio comunale di Desenzano del Garda, che la stessa Gelmini presiedeva, per «inoperosità»), giungendo ad affermare che «le scuole del sud abbassano la qualità della scuola italiana» promettendo «corsi intensivi per gli insegnanti di Sicilia, Calabria, Puglia, Basilicata» (salvo poi prodursi nella smentita di rito dopo 24 ore, circoscrivendo il lamentato ritardo a soli «deficit strutturali»). Dovrebbe però spiegarci quali saranno gli insegnanti destinatari di tali corsi: i molti precari, quelli che da quest'anno non lavoreranno più perché prederanno il pur fragile incarico annuale, o quelli che insegnanti non diverranno mai, grazie ad un provvedimento cui fra poco accenneremo? La Ministro Gelmini ha sottolineato che «la scuola non è chiamata a svolgere una funzione sociale», e infatti molti reparti di oncologia pediatrica sono rimasti senza insegnanti, soprattutto di scuola media, per i piccoli alunni/pazienti ai quali la scuola in corsia può permettere di immaginarsi sani, come tutti gli altri bimbi, di distrarsi dalla tragedia che incombe su di loro, di costruirsi una speranza.
    E quindi, anche in Sicilia, a pagare saranno i più svantaggiati, vale a dire alunni e studenti disabili che necessitano di insegnanti di sostegno. In tutta la Sicilia saranno almeno in 1700 a dover fare a meno degli oltre 1000 insegnanti "tagliati" (ma sono, queste, cifre stimate al ribasso). Ovviamente, la questione finirà nei tribunali (i cui tempi sono ben noti) o al più, per qualcuno, con le graduatorie d'istituto e i pagamenti ad ore. Bel risanamento per la Sicilia che soffre e continuerà così a soffrire. E rimanendo nel campo dell'istruzione, giunge anche la chiusura delle Ssis (Scuole di specializzazione per l'insegnamento secondario), in Sicilia Sissis (Scuola Interuniversitaria Siciliana di Specializzazione per l'Insegnamento Secondario). Di certo, le Ssis necessitavano di una riforma per evitarne la definitiva trasformazione in nuove baronie universitarie, in mera ripetizione di corsi già frequentati, in sovrapproduzione di insegnanti indirizzati a comparti già coperti, pur di "battere cassa" con le quote di iscrizione.
    Ma quanti avevano già pagato la quota ed avevano "congelato" la frequenza perché magari impegnati in altri corsi o dottorati, non hanno ricevuto nessun "ultimatum", avvertenza, rimborso, opportunità. Una chiusura netta e repentina ("agganciata" con un emendamento al decreto collegato alla finanziaria) senza che si sia creata una "via d'uscita morbida" e, soprattutto, una valida alternativa. In Sicilia, dove giusto 50 anni addietro si distinse per impegno, coerenza ed efficienza l'assessore regionale alla Pubblica istruzione, ing. Giuseppe Caltabiano, tra i più attivi esponenti del Movimento per l'Indipendenza della Sicilia (capace di visitare senza preavviso tutti gli istituti scolastici siciliani), ora ci si dovrà barcamenare tra anziani docenti denigrati, giovani precari costretti all'emigrazione, aspiranti docenti senza opportunità di diventarlo, servizi ed edifici scolastici fatiscenti, e un comparto istruzione pesantemente compromesso, come se non fossero bastati decenni di "fandonie di Stato" propinate ai discenti di ogni ordine e grado.
    Ultimamente sono impazzate polemiche sull'"eroe" Garibaldi, che in realtà fu schiavista e ladro di bestiame («tratto negri e cavalli», egli stesso affermò), di persona incline alla delinquenza e allo stupro (cosa che gli costò l'orecchio sinistro) o di tutt'altro che intrepido corsaro al soldo di una "repubblica delle banane", la "Republica do Rio Grande do Sul" voluta dal proprietario terriero Bento Gonçalves da Silva a partire da una concessione bananiera e diventata un centro di corruzione e violenza arbitraria.
    Il Presidente della Regione Siciliana Lombardo, da leader degli "autonomisti", si è conseguentemente affrettato con la consueta spocchia a sottolineare che loro «credono enormemente all'Italia unita, guai se non fosse unita». Peccato che, a queste condizioni di violenta colonizzazione, malamministrazione, corruzione, clientelismo, mafia, e distruzione di comparti essenziali come la sanità e l'istruzione, i Siciliani all'unità d'Italia non credano più, guardando invece all'indipendenza non solo come ad una concreta possibilità, ma come ad una irrinunciabile necessità.

    25 agosto 2008

    Roman Henry Clarke
    Vice Segretario del Movimento per l'Indipendenza della Sicilia


    www.siciliaindipendente.org

    Questo articolo può essere liberamente e gratuitamente inoltrato e pubblicato, nella sua interezza ed attribuendone l'origine. (Creative Commons license by-nc-nd 2.5 it)

    link: http://nuke.siciliaindipendente.org/...bid=59&mid=393

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    Citazione Originariamente Scritto da Neva Visualizza Messaggio
    SANITÀ E ISTRUZIONE SOTTO ATTACCO



    Gli esecutivi di Palermo e Roma puntano a penalizzare gravemente due comparti strategici per lo sviluppo ed il benessere dei Siciliani



    Soppressione delle guardie mediche, riduzione dei posti letto, tagli ai finanziamenti per le strutture convenzionate. Sono queste alcune delle parole d'ordine del piano di «riordino» del comparto sanità voluto dall'amministrazione regionale (non osiamo accodarci alla moda di definirla "governo" quale essa non è) guidata da Raffaele Lombardo. Lombardo, che nel suo curriculum sfoggia una laurea in Medicina e del settore medico, soprattutto nel catanese, è considerato l'eminenza grigia: non per niente una parte dei suoi pregressi guai giudiziari derivarono da un «regalo» di cinque miliardi di lire fattogli da Ernesto Pellegrini durante una gara per la fornitura di pasti ospedalieri per il "Vittorio Emanuele" di Catania.
    Medico per formazione, politico di professione, Lombardo ha messo il pm Massimo Russo sulla poltrona di assessore regionale alla Sanità, il quale, uso ad operare con il diritto, non afferma altro che star «attuando disposizioni di legge», nelle quali è stato tradotto e "blindato" il piano di tagli e riduzioni.
    In definitiva, un comparto di primaria importanza per i cittadini, vessati da troppo tempo da disservizi che spesso, troppo spesso si sono tradotti in tragedia, viene smantellato in nome del risanamento di bilancio. Il cui pareggio, previsto per il 2010 (ma con il "buco" della sanità che si prevede addirittura "ricucito" entro il 30 settembre prossimo, evidentemente in vista delle elezioni europee), rappresenta la chance di Lombardo e dell'Mpa per tentare di evitare che la gente, in sede elettorale, reagisca a questo "autonomismo" che è solida garanzia del precostituito sistema di oppressione coloniale.
    Non si spiegherebbe altrimenti perché il leader "autonomista", pronto a mettere su opere tanto faraoniche quanto inutili e dannose (Ponte sullo Stretto, alta velocità quando ancora in Sicilia siamo al binario unico non elettrificato), trovi assolutamente necessario far pagare il prezzo di questi arditi sogni e di decenni di malamministrazione letteralmente sulla pelle dei Siciliani.
    È evidente che questa "autonomia" si traduce in una totale ispirazione alle gesta (tra le quali, l'annunciato depotenziamento dellAIFA - Agenzia Italiana del Farmaco e la sostituzione del precedente Direttore Generale, l'indipendente Nello Martini, con il fedelissimo Guido Rasi) del cav. Berlusconi e compagnia cantante: lo afferma lo stesso Lombardo, quando sottolinea in particolar modo come questo "nuovo corso" venga proprio dalla «Lombardia, di cui stiamo seguendo i consigli e dalla quale stiamo ricevendo molti aiuti in materia di formazione e gestione amministrativa», come ha candidamente affermato in prima persona.
    Questo si traduce in tagli, tagli, tagli. Diminuiscono i posti letto, costringendo alla chiusura reparti chiave di ospedali medi e piccoli, costretti così alla quasi inesistenza, che proprio Lombardo a parole vorrebbe sconfessare. E chiudono molte guardie mediche, presidî essenziali di sanità di base che piuttosto dovrebbero rappresentare una via di riorganizzazione del sistema e di collocamento per molti giovani medici siciliani disoccupati. Per non parlare dei tagli al fondamentale ed insostituibile servizio 118, e alle convenzioni, soprattutto per la specialistica accreditata le cui strutture, vocatamente di piccole e medie dimensioni, saranno in grandissima parte costrette alla chiusura, con un grave dazio da pagare in termini di involuzione economica, posti di lavoro perduti e disservizi per gli assistiti, quando già le liste d'attesa nelle strutture pubbliche sono scandalose. Per completezza, vorremmo ricordare che sono proprio le strutture sanitarie convenzionate a garantire la maggior copertura dei servizi ai costi più bassi per la collettività: l'unico vero presidio di modernità nella vessata sanità siciliana fino ad oggi usata per costruire carriere (politiche), spartire favori alla clientela elettorale, garantire appalti di forniture a discapito della qualità e specificità delle esigenze degli assistiti.
    Quindi la giunta Lombardo accentra sulle strutture ospedaliere l'attività, che andrebbe invece decentrata, ottimizzata, armonizzata. Il flusso verrà ancor più canalizzato sugli ospedali già al collasso, che pure saranno gravati dei citati tagli posti letto e personale, con i rimanenti operatori costretti dalle già penalizzate ed ora ridotte guardie mediche e dalle altre strutture costrette alla chiusura, a vivere un incremento di stress lavorativo ed esistenziale (senza che questo gli venga riconosciuto nelle sue peculiarità di lavoro usurante), con un conseguente crescendo di episodi di malasanità, e di speculazione su questo stesso tema da parte di quei cittadini poco onesti ed orientati alla "querela facile" al fine di ottenerne un remunerativo esito.
    Ma l'"ispirazione lombarda" di Lombardo (si direbbe: «nomen homen est») non si ferma qui. Infatti "tagliare" è anche la parola d'ordine del Ministro all'istruzione, Maria Stella Gelmini, che con tale dicastero è stata premiata per la fedeltà berlusconiana nonostante un curriculum politico quantomeno opinabile (a suo carico una mozione di sfiducia del consiglio comunale di Desenzano del Garda, che la stessa Gelmini presiedeva, per «inoperosità»), giungendo ad affermare che «le scuole del sud abbassano la qualità della scuola italiana» promettendo «corsi intensivi per gli insegnanti di Sicilia, Calabria, Puglia, Basilicata» (salvo poi prodursi nella smentita di rito dopo 24 ore, circoscrivendo il lamentato ritardo a soli «deficit strutturali»). Dovrebbe però spiegarci quali saranno gli insegnanti destinatari di tali corsi: i molti precari, quelli che da quest'anno non lavoreranno più perché prederanno il pur fragile incarico annuale, o quelli che insegnanti non diverranno mai, grazie ad un provvedimento cui fra poco accenneremo? La Ministro Gelmini ha sottolineato che «la scuola non è chiamata a svolgere una funzione sociale», e infatti molti reparti di oncologia pediatrica sono rimasti senza insegnanti, soprattutto di scuola media, per i piccoli alunni/pazienti ai quali la scuola in corsia può permettere di immaginarsi sani, come tutti gli altri bimbi, di distrarsi dalla tragedia che incombe su di loro, di costruirsi una speranza.
    E quindi, anche in Sicilia, a pagare saranno i più svantaggiati, vale a dire alunni e studenti disabili che necessitano di insegnanti di sostegno. In tutta la Sicilia saranno almeno in 1700 a dover fare a meno degli oltre 1000 insegnanti "tagliati" (ma sono, queste, cifre stimate al ribasso). Ovviamente, la questione finirà nei tribunali (i cui tempi sono ben noti) o al più, per qualcuno, con le graduatorie d'istituto e i pagamenti ad ore. Bel risanamento per la Sicilia che soffre e continuerà così a soffrire. E rimanendo nel campo dell'istruzione, giunge anche la chiusura delle Ssis (Scuole di specializzazione per l'insegnamento secondario), in Sicilia Sissis (Scuola Interuniversitaria Siciliana di Specializzazione per l'Insegnamento Secondario). Di certo, le Ssis necessitavano di una riforma per evitarne la definitiva trasformazione in nuove baronie universitarie, in mera ripetizione di corsi già frequentati, in sovrapproduzione di insegnanti indirizzati a comparti già coperti, pur di "battere cassa" con le quote di iscrizione.
    Ma quanti avevano già pagato la quota ed avevano "congelato" la frequenza perché magari impegnati in altri corsi o dottorati, non hanno ricevuto nessun "ultimatum", avvertenza, rimborso, opportunità. Una chiusura netta e repentina ("agganciata" con un emendamento al decreto collegato alla finanziaria) senza che si sia creata una "via d'uscita morbida" e, soprattutto, una valida alternativa. In Sicilia, dove giusto 50 anni addietro si distinse per impegno, coerenza ed efficienza l'assessore regionale alla Pubblica istruzione, ing. Giuseppe Caltabiano, tra i più attivi esponenti del Movimento per l'Indipendenza della Sicilia (capace di visitare senza preavviso tutti gli istituti scolastici siciliani), ora ci si dovrà barcamenare tra anziani docenti denigrati, giovani precari costretti all'emigrazione, aspiranti docenti senza opportunità di diventarlo, servizi ed edifici scolastici fatiscenti, e un comparto istruzione pesantemente compromesso, come se non fossero bastati decenni di "fandonie di Stato" propinate ai discenti di ogni ordine e grado.
    Ultimamente sono impazzate polemiche sull'"eroe" Garibaldi, che in realtà fu schiavista e ladro di bestiame («tratto negri e cavalli», egli stesso affermò), di persona incline alla delinquenza e allo stupro (cosa che gli costò l'orecchio sinistro) o di tutt'altro che intrepido corsaro al soldo di una "repubblica delle banane", la "Republica do Rio Grande do Sul" voluta dal proprietario terriero Bento Gonçalves da Silva a partire da una concessione bananiera e diventata un centro di corruzione e violenza arbitraria.
    Il Presidente della Regione Siciliana Lombardo, da leader degli "autonomisti", si è conseguentemente affrettato con la consueta spocchia a sottolineare che loro «credono enormemente all'Italia unita, guai se non fosse unita». Peccato che, a queste condizioni di violenta colonizzazione, malamministrazione, corruzione, clientelismo, mafia, e distruzione di comparti essenziali come la sanità e l'istruzione, i Siciliani all'unità d'Italia non credano più, guardando invece all'indipendenza non solo come ad una concreta possibilità, ma come ad una irrinunciabile necessità.

    25 agosto 2008

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    Come sempre puntuale e preciso !

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    Concordo con le analisi e la denuncia ma,come già sostenuto in altri precedenti interventi,non sulla soluzione.
    Il sistema di “maffia” e complicità dell’onorata società si sono impossessate anche del Nord – zona antica di immigrazione – come a suo tempo dell’America ,oggi dell’Europa etc. anche perché il Dio denaro/sporco non ha connotazioni geografiche..
    “Peccato che, a queste condizioni di violenta colonizzazione, malamministrazione, corruzione, clientelismo, mafia, e distruzione di comparti essenziali come la sanità e l'istruzione, i Siciliani all'unità d'Italia non credano più, guardando invece all'indipendenza non solo come ad una concreta possibilità, ma come ad una irrinunciabile necessità “
    Per me ,ripeto, con il ritenere l’unità d’Italia l’origine dei mali storici e “tipici” della mentalità siciliana significa distogliere gravemente l’obbiettivo vero della necessità di una crescita di “mentalità” e consapevolezza vera, verso obiettivi falsi e non veritieri.
    ..mi sono documentata…non proprio completamente ma a sufficienza per credere che l’analisi più necessaria oggi sia quella sulla “mentalità interna individuale” siciliana creatasi in secoli di sfruttamento – questo sì – e non quella su pseudo motivi “esterni” alla terra di Sicilia.
    Difatti in secoli di vari poteri politici succeduti nel tempo,la mentalità è stata sempre quella…PERCHE’ ? Come si forma questo tipo di consenso e acquiescenza?
    Sarebbe molto interessante trovare persone capaci di fare autocoscienza su un argomento come questo.Perchè tanti valorosi siciliani hanno trovato il modo di essere diversi e tanti non ci riescono ?
    Questo discorso vale per tutta l’Italia,oggi,dopo il voto “di scambio !” a destra

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    Nadia, attendo che sia direttamente Nicheja a risponderti; aldilà delle tue ' documentazioni ' posso dirti che prima del 1860 la mafia in Sicilia NON ESISTEVA.

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    Ti riporto a pag. 8 e segg. del libro che ti ho detto sto leggendo "Storia della Mafia" di G.C.Marino professore di storia contemporanea dell'Univ. di Palermo autore di opere sulla mafia e sulla sicila :
    "molti autori si sono accontentati di registrare che la mafia comincia ad apparire ..dopo la formazione del regno d'italia.... omissis .....poi continua con la descrizione che ne fece della mafia il magistrato P.Callà Ulloa in un documento del 3.8.1838 ...( e qui riporta il discorso che parla di accordi..sette..etc..e cita tutti i comportamenti corruttivi).
    poi continua :" Soltanto a partire dal 1863 diventò ufficiale la fortuna del termine "mafia" comparso per la prima volta in un lavoro teatrale... Il prefetto di Palermo Gualterio nel 1865 sarebbe stato tra i primi ad intuire il rapporto tra mafia (maffia come veniva chiamata) e politica.......Nel 1868 nel Nuovo Vocabolario siciliano-italiano è citato:Mafia ...(e c'è la definizione di allora....)
    e continua per tutto il CAPITOLO 1 : Il problema delle origini.

    Non disturbare il giornalista !
    Avevi chiesto nel Forum Fais commenti all'articolo ed io ho scritto.
    Risponderà chi vuole,se vuole. Possono anche non rispondere.
    Io non debbo essere convinta. "I documenti" me li trovo e li cito e cito la fonte.
    Noi non c'eravamo nel 1860 ..o sbaglio ?
    Non avrei scritto se non lo chiedevi tu.
    Comunque mi sembra ci sia un ipersensibilità quando si parla di queste cose.

    Eviterò di parlarne.

  6. #6
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    Citazione Originariamente Scritto da NADIADS Visualizza Messaggio
    Ti riporto a pag. 8 e segg. del libro che ti ho detto sto leggendo "Storia della Mafia" di G.C.Marino professore di storia contemporanea dell'Univ. di Palermo autore di opere sulla mafia e sulla sicila :
    "molti autori si sono accontentati di registrare che la mafia comincia ad apparire ..dopo la formazione del regno d'italia.... omissis .....poi continua con la descrizione che ne fece della mafia il magistrato P.Callà Ulloa in un documento del 3.8.1838 ...( e qui riporta il discorso che parla di accordi..sette..etc..e cita tutti i comportamenti corruttivi).
    poi continua :" Soltanto a partire dal 1863 diventò ufficiale la fortuna del termine "mafia" comparso per la prima volta in un lavoro teatrale... Il prefetto di Palermo Gualterio nel 1865 sarebbe stato tra i primi ad intuire il rapporto tra mafia (maffia come veniva chiamata) e politica.......Nel 1868 nel Nuovo Vocabolario siciliano-italiano è citato:Mafia ...(e c'è la definizione di allora....)
    e continua per tutto il CAPITOLO 1 : Il problema delle origini.

    Non disturbare il giornalista !
    Avevi chiesto nel Forum Fais commenti all'articolo ed io ho scritto.
    Risponderà chi vuole,se vuole. Possono anche non rispondere.
    Io non debbo essere convinta. "I documenti" me li trovo e li cito e cito la fonte.
    Noi non c'eravamo nel 1860 ..o sbaglio ?
    Non avrei scritto se non lo chiedevi tu.
    Comunque mi sembra ci sia un ipersensibilità quando si parla di queste cose.

    Eviterò di parlarne.
    Nadia Nadia, perchè mai dovresti evitare di parlarne ?
    Non si tratta di ' convincere ' nessuno, ma di confrontare dell' idee, tutte legittime. E ' possibile che ci sia un ipersensibilità,d' altronde c'è anche una chiusura aprioristica da parti di tanti sul tema dell' Indipendentismo siciliano, anche in Sicilia. Sebbene il MIS sia un Movimento con una crescita esponenziale...non tutti ancora sono convinti della bontà del suo Ideale.
    Non conosco ne' il libro ne' l' autore al quale ti riferisci, ma sostanzialmente i brani che riporti fanno ' nascere ' la mafia dopo il 1860.
    Accordi, sette, gruppi, esistevano anche prima, come del resto esistevano in tutta Italia, ma la mafia che si è sviluppata dopo il 1860 era ed' è ben altra cosa !
    In quanto ' al giornalista ', il mio amico Nicheja, per quello che lo conosco credo sarà ben lieto di essere ' disturbato ' e di risponderti appena gli sarà possibile. Ovviamente, questo assolutamente non preclude ad altri la possibiltà di intervenire sugli argomenti trattati nell' articolo di Nicheja, altrettanto ovvio è che sia l' autore dell' articolo a rispondere, se lo vorrà .
    Nadia, pur essendo pienamente convinta delle mie idee, questo non solo non mi impedisce un colloquio con gli altri, anzi lo cerco. Sono convinta che per te sia lo stesso.
    Baci Baci

  7. #7
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    Nadia, con tutto il rispetto, non capisco questa tua avversione verso la nostra sacrosanta rivendicazione indipendentistica.
    Vorrei solo farti notare che fino al 1812 la Sicilia era fornita di parlamento e costituzione propria, e fu solo dopo il congresso di Vienna del 1815 che la Sicilia fu annessa al regno delle due Sicilie.
    Da allora varie volte i Siciliani ci siamo ribellati ai Borboni prima e agli Italiani dopo (l'ultima volta nel 1943).
    La mafia esisteva prima del 1860, ma non era quella che é diventata all'indomani dell'annessione al Regno dei Savoja.
    Non aveva intanto il raggio d'azione che ha ora, né il giro d'affari né le caratteristiche criminali di oggi.
    Era per lo piú qualche barone che magari voleva applicare la legge a modo suo, un pó come i bravi descritti da Manzoni nei Promessi Sposi in Lombardia al soldo dei potenti di turno, solo che lí non é stata mai chiamata mafia, ma era lo stesso.
    É stato giá con lo sbarco di garibaldi che la mafia entra in azione al soldo di questi, come accadde anche a Napoli, e man mano con gli avvenimenti successivi (1943: sbarco americano e il nuovo governo italiano che si allea ancora con la mafia per combattere il comunismo) che la mafia diventa uno stato nello stato con la compiacenza dei vari partiti politici italiani.
    Si noi dovremmo cambiare mentalitá. ma come fai in una terra dove o te ne vai o accetti di scendere a patti con loro? e dove lo stato, che tu difendi, annovera tra i suoi rappresentanti piú emblematici dei pregiudicati?
    Per questo, ma non solo per questo, che noi riteniamo che l'unica via per noi é l'INDIPENDENZA!

  8. #8
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    Ma non mi interessa questo discorso dell’autonomia , è legittimo e giusto - ne abbiamo parlato a suo tempo nel forum ed io ho scoperto di avere delle lacune nella storia della Sicilia che compatibilmente con i miei impegni sto cercando di colmare – ma di capire dove sta la verità e la logica del discorso.
    Ho detto più volte che sto leggendo "Storia della Mafia" di G.C.Marino ordinario di storia contemporanea dell'Univ. di Palermo autore di opere sulla mafia e sulla Sicila che si trovano anche il Bol.it – e dice cose diverse ,in sostanza riferisce tutte le ipotesi che hai fatto anche tu ma dice anche- pag.19,20 e segg.
    “Evidentemente il problema,piuttosto che alle angherie,alle inettitudini ed agli effetti perversi di qualche tirannide straniera sulla Sicilia ,va collegato ….al lungo processo di formazione e di riproduzione di interessi e poteri indigeni per le cui sorti,nel tempo,le dominazioni straniere dovettero costituire anche un ricorrente avallo e persino,talora,un solido presidio………..comunque sono da richiamare le incidenze dello “spagnolismo” sul processo formativo della cultura mafiosa siciliana,ovvero gli effetti diseducativi di un peculiare modello di Stato che…..è nella sostanza un modello di Stato Assoluto,nel quale le leggi valgono contro i nemici e non sono osservate per gli amici,nel quale la pubblica amministrazione è incapace di seguire regole uniformi e generali” ..e continua.
    Quale interesse ho io a dire queste cose?
    Te lo dico subito. Ho lavorato per molti anni nel settore della Pubblica Amministrazione – lo Stato insomma – e mi sono incontrata e scontrata con un tipo di mentalità della quale ho cercato di capirne le sottili logiche e le regole di acquiescenza e consenso.Oggi il mio interesse – personale ovviamente – è accresciuto dal fatto che moltissime persone sono risultate con la stessa mentalità di “vendita delle coscienze” con il voto a Berlusconi.
    Voglio capire come si comprano le persone,con quali meccanismi fiduciari,con quali valori. Questa mia analisi vale per la Sicilia e per l’Italia ,stranamente unite in un destino di poteri occulti,massonici ( ci sono dei pezzi sulla massoneria nel libro che sono una rivelazione !!) .
    Ecco, ti ho detto tutto. E’ una ricerca che continuerò per mio conto, ma è una ricerca PRO e non CONTRO.
    Ho detto che mi piace la Sicilia e la sua gente
    Ciao e cari saluti
    Nadia

  9. #9
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    Citazione Originariamente Scritto da NADIADS Visualizza Messaggio
    Voglio capire come si comprano le persone,con quali meccanismi fiduciari,con quali valori.
    Nadia
    Un piccolo contributo al quesito che ti poni, affinchè tutti possiamo comprendere un po' di più.

    http://www.youtube.com/watch?v=0VnXhNBB754

    http://www.youtube.com/watch?v=ryS8UQCVcSA

  10. #10
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    Nessun disturbo, in particolar modo da parte di Neva, alla quale, e mi si permetta un piccolo scorcio OT, desidero rinnovare (al di là di una nostra piccola, e mi permetto di sottolineare, INSIGNIFICANTE "diatriba" che tale è, almeno nei contenuti da me espressi) i miei sinceri, sentiti, viscerali voti di amicizia e di vero affetto.

    Detto questo, e ribadendo che qui nessuno vuole convincere nessuno, vorrei dire che gli occhi che non vedono i comitati spontanei di centinaia, migliaia di cittadini che vogliono lottare contro le porcate di Berlusca & Don Raffaè in tema di insegnanti di sostegno e sanità, parlano da soli, e danno la misura di quale sia il VERO atteggiamento dei Siciliani contro le ingiustizie, almeno adesso. Di apatia e fatalismo ne rimangono ancora, ma il Popolo Siciliano sta rinascendo. Chi vuole, creda ai miei occhi e alle mie orecchie, avendo girato in questi due giorni varie città siciliane (invitato dopo la diffusione dell'articolo), ascoltato e visto decine e decine di persone, e stretto altrettante mani forti e orgogliose.

    Un piccolo consiglio a Nadiads: non esiste solo il volume del Prof. Marino, che fa parte della solita bibliografia "di regime" che racconta la storia (presunta tale) sotto un'ottica ben precisa, senza temere di falsificare "qualcosina" e di sorvolare su molto altro.

    P.S.
    Spero che il definirmi "il giornalista" di Nadiads non avesse finalità di scherno: sono giornalista come sono stato giornalaio, commesso, scaricatore, segretario.

 

 
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