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Discussione: Il Tetragramma

  1. #11
    Logiké Latreía
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    Citazione Originariamente Scritto da Nazzareno Visualizza Messaggio
    Veramente per il Cristianesimo Cristo è Dio, quindi non capisco bene l'opposizione Dio/Cristo...Temo che qui il discorso si faccia troppo complicato per le mie conoscenze di esegesi biblica, ma il Tetragramma si riferisce (o riferirebbe) al solo Padre, o a tutta la Trinità, Unico Dio (come io penso)?
    Iahvè (origine incerta).
    È il nome proprio che gli Ebrei dànno a Dio, che è anche chiamato frequentemente Elohim (= il nome semitico che indica comunemente Dio). Il nome " Iahvè " si trova nei racconti della creazione e dei patriarchi (cf Gn 2,4; 4,26; 12,8; 26,25). Potrebbe, però, essere un anacronismo, essere, cioè, un nome dato a Dio in una data posteriore, quando le tradizioni e i testi originali furono poi composti da un redattore chiamato iahvista. Secondo un altro redattore (chiamato elohista, perché fino allora aveva usato il nome " Elohim " per designare Dio), Iahvè come nome di Dio fu rivelato per la prima volta a Mosè e fu spiegato come " Io sono colui che sono ", o " Io sarò quello che sarò " (Es 3,13-15). Comunque, invece di aver ricevuto il nome " Iahvè " da una rivelazione speciale, gli Israeliti potrebbero averlo mutuato da altri. Se lo si intende in senso causativo, cioè come " colui che fa essere ", il nome indica Dio come creatore e signore della storia. Verso la fine dell'esilio di Babilonia (587-538 a.C.), gli Ebrei cessarono di pronunciare questo nome e lo scrissero col tetragramma (Gr. " parola di quattro lettere ") YHWH. Ogni volta che lo incontravano, invece di nominarlo, dicevano: " Adonài " (Ebr. " Signore "). Un rispetto del genere per il nome di Dio è manifestato nelle versioni che traducono " Iahvè " con " Signore ". Cf Israele; Pentateuco; Geova.

    http://www.clerus.org/clerus/dati/20...2/tegl.html#l1

  2. #12
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    Ammazza che Chaos... aiutami a capire... Per quanto ne so nella Sacra Bibbia Dio riceve molti nomi e titoli che esprimono cosa significa o cosa può significare per noi... Ma il nome proprio di Dio è YHWH... il suo significato più profondo è descritto nel libro dell’Esodo, al momento della vocazione di Mosè (Es 3,7-15)...
    Dio disse a Mosè: “Vai a liberare il mio popolo!” (Es 3,10)... “Vai! Io Sono con te” (Es 3,12). Anche sapendo che Dio è con lui nella missione di liberare il popolo dall’oppressione del faraone, Mosè ha paura, e si giustifica chiedendo a Dio il suo nome, domanda alla quale Dio risponde dicendo semplicemente “Io Sono quello che sono”, ossia non puoi dubitare del fatto che sono con te, sempre. E tuttavia aggiunge: “Dirai loro YHWH... Colui che è... mi manda a voi”. E termina concludendo: “Questo è il mio nome per sempre, e con questo nome sarò sempre ricordato (= invocato) di generazione in generazione” (Es 3,14-15).
    Tutto questo si riassume nelle 4 lettere del nome YHWH, che noi impropriamente pronunciamo Jahvè... Questo nome significa “Egli è in mezzo a noi!”... cioè Dio è con noi! Egli è l’Imma-nu El, l’ Emmanuele... Una presenza intima, amica, liberatoria...
    Ricordatevi che la Sacra Bibbia permette di dubitare di tutto, eccetto di una cosa: del Nome di Dio, ossia, della certezza assoluta della presenza di Dio in mezzo a noi, espressa dal nome proprio YHWH, Egli è in mezzo a noi!!!
    Il Nome di YHWH appare circa 7000 volte solamente nell’AT!... Il nome YHWH è la finestra aperta attraverso la quale Dio giunge fino a noi, ci rivela il suo volto e ci attrae, e attraverso la quale noi abbiamo accesso a Lui. “Al tuo nome e al tuo ricordo si volge tutto il nostro desiderio” dice Isaia (26,8)... “In te confidano coloro che conoscono il tuo Nome” (sal 9,11)... Il nome è il luogo dell’incontro con Dio, sempre disponibile nei confronti di coloro che lo invocano...
    Il tragico avvenne, e continua ad avvenire, quando nei secoli dopo la cattività babilonese il fondamentalismo, il moralismo e il ritualismo fecero sì che, poco a poco, quello che era un volto vivo ed amico, presente e amato, divenisse un ritratto rigido e severo, appiccicato indebitamente alle pareti della Sacra Scrittura... Questo poco a poco creò la paura e la distanza tra Dio e il suo popolo. Così negli ultimi secoli prima di Cristo il nome Yahvè non poteva essere pronunciato. Al suo posto, i fedeli dovevano leggere e pronunciare Adonay, che significa “Signore”, tradotto dalla LXX con Kyrios...
    La religione strutturata attorno all’osservanza delle leggi, il culto incentrato attorno al Tempio di Gerusalemme e la chiusura intorno alla razza hanno creato una nuova prigionia che soffocava l’esperienza mistica e impediva il ritorno alle origini, il contatto con il Dio vivo.
    Il Nome che doveva essere come un cristallo trasparente per rivelare la Buona Novella del volto amico e attraente di Dio, si convertiva in una specie di specchio, che poteva mostrare solamente il volto di colui che vi si contemplava... Non bevevano più direttamente alla fonte, bensì bevevano acqua imbottigliata, preparata dai dottori della legge, come spesso capita tuttora anche noi, beviamo molta acqua imbottigliata, senza nemmeno sentire il desiderio di andare direttamente alla fonte...
    A partire da Gesù e in Gesù, il Dio dei padri, che pareva tanto distante e severo, acquisì i tratti di un Padre pieno di bontà e tenerezza... Abba!!!... Padre nostro!!!
    Per noi Cristiani la cosa più importante non è confessare che Gesù è Dio, bensì testimoniare che Dio è Gesù...

    In Cristo

    Vince

  3. #13
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    Citazione Originariamente Scritto da Vince Visualizza Messaggio
    Ammazza che Chaos... aiutami a capire... Per quanto ne so nella Sacra Bibbia Dio riceve molti nomi e titoli che esprimono cosa significa o cosa può significare per noi... Ma il nome proprio di Dio è YHWH... il suo significato più profondo è descritto nel libro dell’Esodo, al momento della vocazione di Mosè (Es 3,7-15)...
    Dio disse a Mosè: “Vai a liberare il mio popolo!” (Es 3,10)... “Vai! Io Sono con te” (Es 3,12). Anche sapendo che Dio è con lui nella missione di liberare il popolo dall’oppressione del faraone, Mosè ha paura, e si giustifica chiedendo a Dio il suo nome, domanda alla quale Dio risponde dicendo semplicemente “Io Sono quello che sono”, ossia non puoi dubitare del fatto che sono con te, sempre. E tuttavia aggiunge: “Dirai loro YHWH... Colui che è... mi manda a voi”. E termina concludendo: “Questo è il mio nome per sempre, e con questo nome sarò sempre ricordato (= invocato) di generazione in generazione” (Es 3,14-15).
    Tutto questo si riassume nelle 4 lettere del nome YHWH, che noi impropriamente pronunciamo Jahvè... Questo nome significa “Egli è in mezzo a noi!”... cioè Dio è con noi! Egli è l’Imma-nu El, l’ Emmanuele... Una presenza intima, amica, liberatoria...
    Ricordatevi che la Sacra Bibbia permette di dubitare di tutto, eccetto di una cosa: del Nome di Dio, ossia, della certezza assoluta della presenza di Dio in mezzo a noi, espressa dal nome proprio YHWH, Egli è in mezzo a noi!!!
    Il Nome di YHWH appare circa 7000 volte solamente nell’AT!... Il nome YHWH è la finestra aperta attraverso la quale Dio giunge fino a noi, ci rivela il suo volto e ci attrae, e attraverso la quale noi abbiamo accesso a Lui. “Al tuo nome e al tuo ricordo si volge tutto il nostro desiderio” dice Isaia (26,8)... “In te confidano coloro che conoscono il tuo Nome” (sal 9,11)... Il nome è il luogo dell’incontro con Dio, sempre disponibile nei confronti di coloro che lo invocano...
    Il tragico avvenne, e continua ad avvenire, quando nei secoli dopo la cattività babilonese il fondamentalismo, il moralismo e il ritualismo fecero sì che, poco a poco, quello che era un volto vivo ed amico, presente e amato, divenisse un ritratto rigido e severo, appiccicato indebitamente alle pareti della Sacra Scrittura... Questo poco a poco creò la paura e la distanza tra Dio e il suo popolo. Così negli ultimi secoli prima di Cristo il nome Yahvè non poteva essere pronunciato. Al suo posto, i fedeli dovevano leggere e pronunciare Adonay, che significa “Signore”, tradotto dalla LXX con Kyrios...
    La religione strutturata attorno all’osservanza delle leggi, il culto incentrato attorno al Tempio di Gerusalemme e la chiusura intorno alla razza hanno creato una nuova prigionia che soffocava l’esperienza mistica e impediva il ritorno alle origini, il contatto con il Dio vivo.
    Il Nome che doveva essere come un cristallo trasparente per rivelare la Buona Novella del volto amico e attraente di Dio, si convertiva in una specie di specchio, che poteva mostrare solamente il volto di colui che vi si contemplava... Non bevevano più direttamente alla fonte, bensì bevevano acqua imbottigliata, preparata dai dottori della legge, come spesso capita tuttora anche noi, beviamo molta acqua imbottigliata, senza nemmeno sentire il desiderio di andare direttamente alla fonte...
    A partire da Gesù e in Gesù, il Dio dei padri, che pareva tanto distante e severo, acquisì i tratti di un Padre pieno di bontà e tenerezza... Abba!!!... Padre nostro!!!
    Per noi Cristiani la cosa più importante non è confessare che Gesù è Dio, bensì testimoniare che Dio è Gesù...

    In Cristo

    Vince


    Dio, più che una presenza amica e intima, nel Sinai si mostra circonfuso di terrifico vigore. Non mostra il suo volto e non attrae, anzi, in maniera ben più accentuata di quanto annunci il suo nome, egli tende a marcare i confini che separano la Creazione dalla sua ineffabile persona, delimitando l’area del sacro, dell’inviolabilità, dell’inacessibilità, rappresentata dalla tenda del convegno cui solo Mosè aveva accesso. <<Ma tu non potrai vedere il mio volto, perché nessun uomo può vedere il mio volto senza morirne>>, con queste parole congeda Mosè. Il volto di Dio, come il suo nome, sono essenza divina che non può essere profanata, in quanto tali terrificanti e ctonie. Rifiuta a Mosé la sua guida immediata verso la terra Promessa, affidando Israele a quella di un angelo, ciò per evitare lo sterminio del popolo eletto. Il popolo, dal canto suo, avverte quanto di terribile è in Dio, e ne ascolta la parola attraverso l’intermediazione di Mosè. I convegni con Dio – il Dio geloso - lasciano vistose tracce sul volto di Mosé, e il popolo ne prova timore, tanto da indurre Mosè a velarselo … neppure la luce divina, riflessa sul volto del patriarca, può essere osservata. L’Arca dell’Alleanza, che è ricovero della presenza di Dio, sprigiona lampi e folgori capaci d’incenerire chiunque. Non si tratta, dunque, di un abbraccio amorevole, tutt’altro.

  4. #14
    email non funzionante
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    Citazione Originariamente Scritto da pfjodor Visualizza Messaggio
    Stai studiando l'ebraico??
    Attenzione a dirlo in giro mio caro. Potresti esser considerato un "soggetto pericoloso" da alcuni dei nostri fratelli troppo zelanti. Gli stessi poi, accompagnati, come è di norma, da una corposa dose di ignoranza. Ovviamente. E' il loro scudo prediletto.




    Qualche anno fa, all'Università c'era un corso di Lingua e Cultura Ebraica. In realtà quel poco di lingua che avevo appreso l'ho quasi del tutto scordato, ma la parte "culturale" è stata bella, con tanto di lezioni tenute da un aspirante rabbino, visite a Sinagoghe e comunità ebraiche. Ora qualcuno pregherà per la salvezza della mia anima corrotta dai Giudei...
    Ma a dimostrazione che non si trattava di iniziativa delle pericolose lobbies giudeo-massoni, posso dire che il prof tiene anche corsi di arabo e sanscrito, e non è ebreo.

  5. #15
    Amore vince la morte
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    Citazione Originariamente Scritto da Voy_ager Visualizza Messaggio
    Dio, più che una presenza amica e intima, nel Sinai si mostra circonfuso di terrifico vigore. Non mostra il suo volto e non attrae, anzi, in maniera ben più accentuata di quanto annunci il suo nome, egli tende a marcare i confini che separano la Creazione dalla sua ineffabile persona, delimitando l’area del sacro, dell’inviolabilità, dell’inacessibilità, rappresentata dalla tenda del convegno cui solo Mosè aveva accesso. <<Ma tu non potrai vedere il mio volto, perché nessun uomo può vedere il mio volto senza morirne>>, con queste parole congeda Mosè. Il volto di Dio, come il suo nome, sono essenza divina che non può essere profanata, in quanto tali terrificanti e ctonie. Rifiuta a Mosé la sua guida immediata verso la terra Promessa, affidando Israele a quella di un angelo, ciò per evitare lo sterminio del popolo eletto. Il popolo, dal canto suo, avverte quanto di terribile è in Dio, e ne ascolta la parola attraverso l’intermediazione di Mosè. I convegni con Dio – il Dio geloso - lasciano vistose tracce sul volto di Mosé, e il popolo ne prova timore, tanto da indurre Mosè a velarselo … neppure la luce divina, riflessa sul volto del patriarca, può essere osservata. L’Arca dell’Alleanza, che è ricovero della presenza di Dio, sprigiona lampi e folgori capaci d’incenerire chiunque. Non si tratta, dunque, di un abbraccio amorevole, tutt’altro.
    Interessanti e credo anche utili considerazioni ai fini di un ulteriore approfondimento.

    Ringrazio per l'impegno buon signore.

  6. #16
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    Citazione Originariamente Scritto da Voy_ager Visualizza Messaggio
    L’Arca dell’Alleanza, che è ricovero della presenza di Dio, sprigiona lampi e folgori capaci d’incenerire chiunque. Non si tratta, dunque, di un abbraccio amorevole, tutt’altro.
    E' vero, il giovanotto (seguendo l'idea guida di Jack Miles, per cui il D+o personaggio della grande fiction biblica non coincide col D+o ispiratore/autore della medesima) sbuffa, mostra i muscoli, e sembra inconsapevole delle possibili conseguenze della sua forza. A me ha sempre colpito quel brano di Isaia 10:
    Nadab e Abiu, figli di Aronne, presero ciascuno un braciere, vi misero dentro il fuoco e il profumo e offrirono davanti al Signore un fuoco illegittimo (cosa mai vorrà dire...), che il Signore non aveva loro ordinato. Ma un fuoco si staccò dal Signore e li divorò e morirono così davanti al Signore.
    Eh, sì, era proprio un ragazzo impetuoso questo D+o, forse un po' narcisista, spigolosissimo. Ma - all'interno della Bibbia stessa - il rapporto con gli uomini finisce per levigarlo come un ciottolo di fiume.

    Figuriamoci adesso, in cui si lascia veramente fare tutto, come un vecchio nonno che si bea quando i nipotini gli rovesciano addosso l'omogeneizzato (per tornare a una vecchia metafora). Anche se certe volte vorrei che i liturgisti contemporanei si ricordassero di Isaia di 10, di avere a che fare con un tipo che quando era giovane era fatto così, e che - chissà - in un soprassalto di giovinezza potrebbe tornare alle originarie abitudini...:- )

    Barsanufio

  7. #17
    Amore vince la morte
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    Citazione Originariamente Scritto da Barsanufio Visualizza Messaggio
    Anche se certe volte vorrei che i liturgisti contemporanei si ricordassero di Isaia di 10...

    Barsanufio
    Già...

    Valida prescrizione. Ma forse in qualche modo ci sta già tornando alle "originarie abitudini" quel giovanotto antico. E chissà, magari tutto questo nichilismo post-nietzscheano ancora così imperante, forse in qualche modo è un segno del letargo in cui è caduta la sua amata.
    Segno castigante, se così posso esprimermi.

  8. #18
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    Oddio.
    Rileggendomi quotato nel messaggio di Pfjodor un brivido di orrore mi è corso lungo le trentatre vertebre della spina dorsale.
    Ovviamente il colto pubblico e l'inclita guarnigione avranno capito che si tratta di Levitico 10.
    So sorry, B.

  9. #19
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    Citazione Originariamente Scritto da Barsanufio Visualizza Messaggio
    Oddio.
    Rileggendomi quotato nel messaggio di Pfjodor un brivido di orrore mi è corso lungo le trentatre vertebre della spina dorsale.
    Ovviamente il colto pubblico e l'inclita guarnigione avranno capito che si tratta di Levitico 10.
    So sorry, B.


    Lapsus interessante.

  10. #20
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    Isaia - Capitolo 10


    [1]Guai a coloro che fanno decreti iniqui
    e scrivono in fretta sentenze oppressive,
    [2]per negare la giustizia ai miseri
    e per frodare del diritto i poveri del mio popolo,
    per fare delle vedove la loro preda
    e per spogliare gli orfani.
    [3]Ma che farete nel giorno del castigo,
    quando da lontano sopraggiungerà la rovina?
    A chi ricorrerete per protezione?
    Dove lascerete la vostra ricchezza?
    [4]Non vi resterà che piegarvi tra i prigionieri
    o cadere tra i morti.
    Con tutto ciò non si calma la sua ira
    e ancora la sua mano rimane stesa.

    Contro il re di Assiria
    [5]Oh! Assiria, verga del mio furore,
    bastone del mio sdegno.
    [6]Contro una nazione empia io la mando
    e la comando contro un popolo con cui sono in collera
    perché lo saccheggi, lo depredi
    e lo calpesti come fango di strada.
    [7]Essa però non pensa così
    e così non giudica il suo cuore,
    ma vuole distruggere
    e annientare non poche nazioni.
    [8]Anzi dice: "Forse i miei capi non sono altrettanti re?
    [9]Forse come Càrchemis non è anche Calne?
    Come Arpad non è forse Amat?
    Come Damasco non è forse Samaria?
    [10]Come la mia mano ha raggiunto quei regni degli idoli,
    le cui statue erano più numerose
    di quelle di Gerusalemme e di Samaria,
    [11]non posso io forse, come ho fatto
    a Samaria e ai suoi idoli,
    fare anche a Gerusalemme e ai suoi simulacri?".
    [12]Quando il Signore avrà terminato tutta l'opera sua sul monte Sion e a Gerusalemme, punirà l'operato orgoglioso della mente del re di Assiria e ciò di cui si gloria l'alterigia dei suoi occhi.
    [13]Poiché ha detto:
    "Con la forza della mia mano ho agito
    e con la mia sapienza, perché sono intelligente;
    ho rimosso i confini dei popoli
    e ho saccheggiato i loro tesori,
    ho abbattuto come un gigante
    coloro che sedevano sul trono.
    [14]La mia mano, come in un nido, ha scovato
    la ricchezza dei popoli.
    Come si raccolgono le uova abbandonate,
    così ho raccolto tutta la terra;
    non vi fu battito d'ala,
    nessuno apriva il becco o pigolava".
    [15]Può forse vantarsi la scure con chi taglia per suo mezzo
    o la sega insuperbirsi contro chi la maneggia?
    Come se un bastone volesse brandire chi lo impugna
    e una verga sollevare ciò che non è di legno!
    [16]Perciò il Signore, Dio degli eserciti,
    manderà una peste contro le sue più valide milizie;
    sotto ciò che è sua gloria arderà un bruciore
    come bruciore di fuoco;
    [18b]esso consumerà anima e corpo
    e sarà come un malato che sta spegnendosi.
    [17]La luce di Israele diventerà un fuoco,
    il suo santuario una fiamma;
    essa divorerà e consumerà rovi
    e pruni in un giorno,
    [18a]la magnificenza della sua selva e del suo giardino;
    [19]il resto degli alberi nella selva
    si conterà facilmente,
    persino un ragazzo potrebbe farne il conto.
    Il piccolo resto
    [20]In quel giorno
    il resto di Israele e i superstiti della casa di Giacobbe
    non si appoggeranno più su chi li ha percossi,
    ma si appoggeranno sul Signore,
    sul Santo di Israele, con lealtà.
    [21]Tornerà il resto,
    il resto di Giacobbe, al Dio forte.
    [22]Poiché anche se il tuo popolo, o Israele,
    fosse come la sabbia del mare,
    solo un suo resto ritornerà;
    è decretato uno sterminio
    che farà traboccare la giustizia,
    [23]poiché un decreto di rovina
    eseguirà il Signore, Dio degli eserciti,
    su tutta la regione.
    Fiducia in Dio
    [24]Pertanto così dice il Signore, Dio degli eserciti: "Popolo mio, che abiti in Sion, non temere l'Assiria che ti percuote con la verga e alza il bastone contro di te come gia l'Egitto. [25]Perché ancora un poco, ben poco, e il mio sdegno avrà fine; la mia ira li annienterà". [26]Contro di essa il Signore degli eserciti agiterà il flagello, come quando colpì Madian sulla rupe dell'Oreb; alzerà la sua verga sul mare come fece con l'Egitto.
    [27]In quel giorno
    sarà tolto il suo fardello dalla tua spalla
    e il suo giogo cesserà di pesare sul tuo collo.
    L'invasione
    Il distruttore viene da Rimmòn,
    [28]raggiunge Aiàt, attraversa Migròn,
    in Micmàs depone il bagaglio.
    [29]Attraversano il passo;
    in Gheba si accampano;
    Rama trema,
    fugge Gàbaa di Saul.
    [30]Grida con tutta la tua voce, Bat-Gallìm,
    stà attenta, Làisa,
    rispondile, Anatòt!
    [31]Madmenà è in fuga,
    e alla fuga si danno gli abitanti di Ghebim.
    [32]Oggi stesso farà sosta a Nob,
    agiterà la mano verso il monte della figlia di Sion,
    verso il colle di Gerusalemme.
    [33]Ecco il Signore, Dio degli eserciti,
    che strappa i rami con fracasso;
    le punte più alte sono troncate,
    le cime sono abbattute.
    [34]E' reciso con il ferro il folto della selva
    e il Libano cade con la sua magnificenza.

 

 
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