Dopo lo sciopero della fame iniziato a luglio un detenuto in attesa di giudizio - da un anno e quattro mesi - il 17 agosto scorso ha smesso anche di assumere liquidi. Le sue condizioni fisiche e psichiche sono diventate incompatibili con la reclusione. La denuncia arriva dal consigliere regionale Maria Grazia Caligaris componente della Commissione Diritti Civili. L'esponente socialista è andata a trovarlo nel carcere di Buoncammino di Cagliari dove è rinciuso per chiedergli di interrompere la protesta: «In oltre un mese di digiuno - racconta la Caligaris - il detenuto ha perso 11 chili. Il rifiuto di acqua e liquidi ha accentuato il processo degenerativo accelerando lo stato depressivo.
Il giovane non è più in grado di reggersi sulle gambe è assistito dal compagno di cella. Finora sono stati vani i diversi tentativi di farlo recedere dal proposito autolesionista, non sono più sufficienti né le attenzioni dei medici dell'Iistituto né degli agenti di polizia penitenziaria. E' invece urgente un ricovero in una struttura ospedaliera». L'uomo (31 anni) respinge le accuse e non capisce i motivi della prolungata detenzione in attesa del processo: «Il suo atteggiamento - continua la Caligaris - può danneggiare in maniera irreversibile le condizioni psico-fisiche. E' indispensabile che i giudici, in casi come questo, individuino soluzioni alternative al carcere in attesa che il processo accerti le reali responsabilità del detenuto. Restano ora incontrovertibili il grave deperimento organico e i rischi per la vita che richiedono immediati provvedimenti».