Trascrivo alcuni passi del pezzo di Stefano di Michele in seconda pagina de "Il Foglio" di mercoledì 27 agosto 2008 e intitolato Zitta zitta, la chiesa scoprì i pacs in paradiso 150 anni prima della Pollastrini
"Con questa faccenda del cardinale Newman, la chiesa potrebbe fare una gran bella figura. Sarà stata pure un'amicizia vittoriana, quella tra il grande porporato inglese e il suo convivente padre Ambrose St.John - che poi, va a sapere che roba può mai essere, un'amicizia vittoriana (...) - e magari al limite , chissà, i due santamente hanno convissuto, in decennale castità, ma a voler insistere sulla faccenda, paradossalmente potrebbe risultare che: a) tutti a chiacchierare di pacs, e zitti zitti, dalle parti di Birmingham, Sua Eminenza aveva risolto la faccenda centocinquant'anni prima della Pollastrini; b) tutti a parlare di testamento biologico, e se quello di Newman biologico non era, era comunque un testamento dove, con grande azzardo per un principe della chiesa, veniva stabilito sia dove essere seppellito (e pazienza), sia con chi essere seppellito (e stupore). A fianco di Ambrose, appunto, che con la sua morte, disse il cardinale al suo funerale, gli aveva causato un dolore simile a quello provato da un marito per la moglie o da una moglie per un marito. Quindi: o era molto avanzata la concezione vittoriana dell'amicizia, o Newman - uomo dalla parola netta e di straordinario fascino - sapeva benissimo cosa stava dicendo.
Si capisce: in nessun caso (...) viene meno la grandezza dell'uomo che da anglicano si fece cattolico, che Papa Leone volle cardinale e che infine, a suo onore, si avvia verso l'altare in compagnia di Antonio Rosmini, un altro pensatore raggiunto dai fumi tossici della caccia ai modernisti. Che la chiesa non voglia parlar troppo della faccenda del comune interramento si capisce, ma lo stesso, andando a toccare proprio questo tasto, mostra singolare coraggio. Poi, se non era sprovveduto John Henry Newman, figurarsi Papa Ratzinger, che del cardinale inglese, che spiegava l'esistenza dell'uomo a partire dalla coscienza, commemorò nel 1990 il centenario della morte. Se quella tra l'oscuro Ambrose e uno dei massimi pensatori inglesi sia stato casto amore, amicizia intensa o condivisa passione, alla fine che importanza ha? Era comunque un rapporto speciale, intorno al quale, invece di prenderlo a illuminante esempio - non ha certo precluso la strada verso la santità del cardinale dopo la morte, e meno ancora quella del pensiero elevatissimo in vita - si è già cominciato malamente a balbettare di amicizie vittoriane quanto queste intense e appassionate relazioni tra gente di cultura erano molto elevate - con rischio di generali risate. Così Newman, che in vita ebbe coraggio religioso e passione umana, rischia di finire nel tempo fangoso dei mormorii di sacrestia e delle piccole battute curiali. Cosa sia stata l'intesa tra lui e il suo amico - trovo ora difficile credere che possa esistere un dolore più grande o un rapporto più profondo del mio verso di te - saranno per sempre fatti loro, ma la negazione completa, non meno della completa rivendicazione, suona surreale e strumentale. Se Newman fu così umano magari è un altro pregio, tra i tanti, della sua santità. Si capisce che il Vaticano, se di un cadavere deve fare reliquia, porta i santi dove gli pare, ma la venerazione dei fedeli poteva benissimo avvenire dove già si trovava, a fianco del suo amico oscuro: non gli è stato d'ostacolo in terra, gli dovrebbe diventare d'ostacolo in cielo? Che si pensava, che lo spirito santo avrebbe fatto fatica a ritrovarlo dove già stava? Una volta Ratzinger citò Newman, qui sulla terra vivere è cambiare - magari è così pure sottoterra. ma i movimenti gay meglio che non comincino la buffa baruffa intorno alla separazione dell'antica coppia - c'è già chi si vende come outing l'iscrizione che il cardinale volle sulla tomba: "Dalle ombre e dalle immagini alla verità". Un San Sebastiano ce l'hanno già. Pure più giovane e bello del povero Newman. Basta accontentarsi."