Mordere la mano che nutre: la Fondazione Anna Frank e il PVV di Geert Wilders
Geert Wilders è, inutile negarlo, un personaggio rumoroso e impulsivo, ma le sue iniziative, nei confronti del mondo maomettano, hanno comunque il merito di tenere vivo un dubbio legato alla presenza di quel mondo in terra olandese ed europea. Discutibile, ma necessario, quindi. Non condivisibile in certe sue scelte argomentative, ma utile a non lasciare totalmente spalancata una porta che, un giorno, andrà comunque chiusa.
Noioso, quindi, constatare il solito "politicamente corretto" di certi gruppi, persone o associazioni, vero intralcio per una libera discussione riguardo il rapporto tra autoctoni e allogeni nelle terre d'Europa. In questo caso, noioso e ironico. Il partito di Wilders, il PVV, infatti, è un partito che ha in simpatia le istanze di Israele. Cosa non tipica dei movimenti più "a destra". Eppure
la Fondazione Anna Frank indica, in un suo recente rapporto, il PVV come movimento di "estrema destra", reo di essere uno dei principali motivi della crescita della cosiddetta islamofobia in Olanda (qualunque cosa sia questa denunciata islamofobia, ovviamente...), violenza compresa (anche in questo caso... qualunque cosa sia questa denunciata violenza). Evidentemente, Theo Van Gogh è morto inutilmente...
E' un simpatico ringraziamento, insomma, per parteggiare per lo stato ebraico. Oppure è la
riprova che una componente molto ampia del mondo ebraico in Europa non ha particolare interesse per le vicende degli autoctoni europei, così come delle tradizioni e specificità europee. E' cosa che, già altre volte, è stata notata da queste parti e finisce per ripresentarsi, data l'evidente scarsa attitudine ebraica a... condividere l'Europa.
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