Apro questo 3d cercando di venire incontro ad alcune riflessioni, spunti emersi nell'altro 3d aperto da Patto e che pare sia giunto alla sua naturale conclusione (vedremo se l'amico irriverente avrà qualcos'altro da aggiungere lì).
Un buon inizio del tema potrebbe essere questo contributo di korgul:
Quanto alla seconda domanda, temo ci sia un equivoco di base. Con "libertà psicologica" non intendevo nulla di simile alla liberà privata (almeno se ho ben inteso cosa intenda lei con quest'ultimo termine). Penso che con la sua distinzione lei separi quelle che comunemente sono chiamate le libertà individuali, come libertà di culto e pensiero, e in generale la libertà di comportarsi come meglio si crede per tutto ciò che non interferisce in maniera diretta con la vita altrui, rispetto alla libertà riguardo ai campi più direttamente intrecciati alla sfera pubblica, come la libertà economica, che sono un po'la zona grigia, in cui l'interpretazione del principio "la mia libertà inizia dove finisce quella altrui" risulta più difficoltosa. Con la mia infelice scelta di termini "libertà psicologica" intendevo solo distinguere il concetto "deterministico" di libertà, in cui si può definire un uomo tanto più libero quando le scelte che compie le sente più dettate dai suoi desideri che dalle spinte esterne, dal concetto di libero arbitrio.
Tuttavia, prima di affrontare alcuni punti che qui vi emergono, chiederei una cortesia a tacitus.
A pag. 18, p. 354. hai fatto la seguente osservazione:
io mi convinco sempre + che il suffraggio universale in Italia è un disastro .
Posso chiederti di approfondire questo pensiero. Questa tua uscita mi è venuta in mente durante la lettura di uno scritto, e credo si tratti di una buona intuizione, ma prima vorrei capire quali altri riflessioni ti ci hanno condotto a dire questo.
Sempre escludendo che si sia trattato di una mera boutade ironica.
In tal caso, ho interpretato male.
Grazie. Vediamo se ne nascerà qualcosa di valido in questo 3d.
Saluti.