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  1. #1
    a.k.a. tolomeo
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    Predefinito La prima mamma d’America

    La prima mamma d’America


    30 Agosto 2008 Il Foglio

    John McCain aveva stupito già l’altroieri, quando nelle pause della diretta televisiva dell’ultima giornata di convention democratica ha mandato in onda uno spot di congratulazioni a Barack Obama per la nomination ottenuta nello storico anniversario del discorso “I have a dream” di Martin Luther King. McCain, però, aveva bisogno di una mossa coraggiosa, dopo il trionfo politico e mediatico di Obama. In linea con la sua biografia militare, politica e personale, questa mossa l’ha fatta. Sarah Palin (pronuncia: Sera Pelin) sarà la sua vicepresidente, in caso di vittoria alle elezioni del 4 novembre.
    Il profilo di Palin è in prima pagina, qui e su tutti gli altri giornali, ma i lettori di un piccolo quotidiano d’opinione hanno avuto modo di conoscerla con qualche anticipo e con tutti gli onori (leggi l’inserto I): la governatrice dell’Alaska ad aprile sapeva di aspettare un figlio malato, il quinto, e non ha pensato di abortirlo, nonostante secondo i consolidati luoghi comuni le avrebbe complicato la sua vita personale e politica. Nessuna complicazione.
    McCain ha scelto Palin per lasciare di stucco, per confermare il suo status di “maverick”, di politico dallo spirito libero che compie scelte innovative, autonome e indipendenti e per ricordare a Obama e agli americani che in tema di riforma e cambiamento lui è da sempre in prima fila. Sarah “Barracuda” Palin però non fa politica in quanto donna, ma perché è tosta. E’ una femminista di nuovo tipo, una femminista 2.0 e pro life, orgogliosa di essere mamma e di governare uno stato, di essere leader e moglie devota, come se si fossero riuniti in un’unica persona il ruolo di aspirante presidente e di first lady. Palin porta al ticket repubblicano guidato da McCain la sua esperienza riformatrice e indipendente da governatrice di uno stato remoto, ma anche la freschezza e, da seconda donna mai candidata alla vicepresidenza, la storica novità di genere alla Casa Bianca. Palin ha strizzato l’occhio alle elettrici di Hillary, lodando la sua determinazione e assicurando che i 18 milioni di voti che la Clinton ha ottenuto alle primarie democratiche sono un successo straordinario che va portato a compimento “una volta per tutte”, ovviamente eleggendo lei alla vicepresidenza degli Stati Uniti. In Alaska, ha ricordato lei stessa, è già riuscita a mettere al loro posto non solo corruttori e politicanti, ma anche “il network di ragazzacci” che evidentemente credeva di potersi fare un boccone con Sarah “Barracuda”.

    http://www.camilloblog.it/archivio/2...lpo-di-mccain/
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  2. #2
    a.k.a. tolomeo
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    Predefinito Gli incorregibili obamiani italiani

    Dopo aver fatto ridere il mondo per "il complotto per uccidere Obama", il Corriere continua a spararle grosse. McCain ha scelto Sarah Palin e sulla homepage del giornale milanese con grande risalto c'è scritto che è "ultracattolica" (non è vero, è protestante) e che "neppure il tempo di essere nominata... è già al centro di uno scandalo" e "a rischio impeachment". Certo, il team di avvocati, politici e analisti che per mesi ha vivisezionato la sua vita privata, la sua attività politica, le sue tasse e tutto quanto, non ne sapeva assolutamente niente.



    Ora, sull'home page del Corriere, Sarah Palin non è più "ultracattolica", ma è "senatrice" dell'Alaska.

    http://www.camilloblog.it/

    piccolo mondo del corriere obamiano.
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  3. #3
    a.k.a. tolomeo
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    L’America che Sarah


    31 Agosto 2008 Il Foglio


    St. Paul (Minnesota). La coraggiosa e azzardata decisione di John McCain di prendere come sua candidata vicepresidente la giovane e indipendente governatrice dell’Alaska, Sarah Palin, sembra aver momentaneamente cambiato la dinamica della campagna elettorale. Nelle prossime settimane si vedrà se conterà di più la sua freschezza riformatrice e bipartisan oppure il timore di vedere una ragazza inesperta a un battito di cuore dal comando delle forze armate. I democratici puntano sull’impreparazione di Palin, ma rischiano di fare il gioco di McCain e del suo argomento principe contro Obama. E, dopo le polemiche sulla sconfitta di Hillary, di mostrarsi ancora una volta sessisti nel giudicare politicamente una donna, perché se è vero che i democratici possono parlare di azzardo, è altrettanto vero che con McCain 72enne la scelta del vice non è ornamentale, ma mette per la prima volta una donna a un passo dalla Casa Bianca.
    Gli americani non eleggono il loro presidente sulla base del vicepresidente, ma la scelta del numero due è la prima vera importante decisione di un candidato e, come tale, è considerata un test per il futuro. Sotto questo punto di vista, Palin ha già funzionato. A Washington qualche boss repubblicano è deluso, ma la base conservatrice, da sempre diffidente nei confronti di McCain, improvvisamente è entusiasta di questa donna combattiva e prolife, tosta, svelta e capace di parlare come una mamma di provincia. In poche ore, nelle casse di McCain che domani apre a St. Paul la sua convention, sono arrivati via Internet cinque milioni di dollari.
    Obama ha fatto una scelta più sicura, chiamando accanto a sé un politico esperto come Joe Biden. Le scelte sicure si fanno quando si è in vantaggio (il Gallup di ieri lo dava avanti di otto punti), ma Biden diluisce il messaggio di novità e cambiamento. McCain, invece, ha fatto il contrario, perché nel suo caso la scelta convenzionale, Mitt Romney, sarebbe stata più rischiosa di quella coraggiosa, perché avrebbe consolidato l’immagine del candidato del partito del passato. La scelta di Palin, malgrado le sue incognite, conferma lo spirito indipendente di McCain, la sua immutata capacità di prendere posizioni anticonformiste, radicali e riformatrici e, in un colpo solo, ha rubato la scena al trionfo obamiano di Denver e si è riaccreditato del titolo di candidato del cambiamento.
    Il team Obama è stato colto di sorpresa, ed è andato in confusione. Il portavoce ha subito comunicato via email che la scelta di un’ex sindachessa di un paesino di novemila abitanti è pericolosa per il paese (si è dimenticato di dire che Palin guida uno stato con un pil da 44 miliardi di dollari, come quello della Slovenia). Poche ore dopo, Obama si è congratulato personalmente con Palin e ha preso le distanze dal primo comunicato. Così anche Hillary. Ieri, infine, Obama ha diffuso uno spot che riconosce la novità di Palin, ma che non cambia la direzione verso cui McCain trascina l’America.

    http://www.camilloblog.it/archivio/2...ica-che-sarah/
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  4. #4
    a.k.a. tolomeo
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    Solo in America


    31 Agosto 2008 Il Foglio
    Con la solita puzza sotto il naso di chi si considera antropologicamente superiore, noi europei siamo abituati a pensare che la politica americana sia un grande spettacolo e un business mostruoso, dove contano soltanto gli spot televisivi e i giochi d’artificio, i soldi e le lobby. Associamo a quel processo democratico l’idea di una politica venduta alle big corporation e agli interessi speciali, distante dalla gente e vicina agli affaristi. Elitaria e pacchiana allo stesso tempo. Quando da noi si prova a introdurre qualche elemento di quel sistema politico che, peraltro, si basa sulle stesse solide istituzioni di oltre duecento anni fa (e noi, nel frattempo, che cosa abbiamo passato e in che stato ci troviamo?), immancabilmente si parla di americanate e di derive plebiscitarie, come se la spettacolarizzazione della democrazia americana fosse un pericoloso narcotico per la gente comune e una manna dal cielo per le solite caste di ricchi e potenti. “Bullshit”, per dirla nel moderno latino. Solo in America un quarantaseienne nero, figlio di un immigrato africano e di una mamma del midwest, cresciuto in Indonesia e nelle lontane isole Hawaii, può essere a un passo dal diventare presidente del suo paese e leader del mondo libero, dopo peraltro aver annichilito con la forza delle sue idee, e il denaro che ne è conseguito, la più potente macchina politica degli Stati Uniti.
    Solo in America può capitare che una ragazza di quarantaquattro anni, cresciuta nel posto più lontano possibile da Washington, madre di cinque figli e sposata con un metalmeccanico eschimese che per arrotondare e divertirsi fa il pescatore, abbia la possibilità di diventare vicepresidente del paese più importante del mondo. Fino a quattro anni fa Barack Obama era un perfetto sconosciuto, fuori dal suo collegio elettorale di politico locale dell’Illinois. Otto anni fa, nel 2000, il Partito democratico che oggi guida con piglio sicuro non lo ha fatto nemmeno entrare alla convention di Los Angeles che stava per nominare Al Gore alla presidenza. Sarah Palin era sindaco di un paesino di novemila abitanti quando, due anni fa, ha sfidato l’establishment del suo partito e sconfitto, prima alle primarie poi alle elezioni generali, il governatore uscente, il suo predecessore e l’industria del petrolio. Fino a un paio di mesi fa, nemmeno gli insider di Washington l’avevano mai sentita nominare. Solo in America. Purtroppo.

    http://www.camilloblog.it/archivio/2...lo-in-america/
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  5. #5
    email non funzionante
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    Citazione Originariamente Scritto da tolomeo Visualizza Messaggio
    Solo in America


    31 Agosto 2008 Il Foglio
    Con la solita puzza sotto il naso di chi si considera antropologicamente superiore, noi europei siamo abituati a pensare che la politica americana sia un grande spettacolo e un business mostruoso, dove contano soltanto gli spot televisivi e i giochi d’artificio, i soldi e le lobby. Associamo a quel processo democratico l’idea di una politica venduta alle big corporation e agli interessi speciali, distante dalla gente e vicina agli affaristi. Elitaria e pacchiana allo stesso tempo. Quando da noi si prova a introdurre qualche elemento di quel sistema politico che, peraltro, si basa sulle stesse solide istituzioni di oltre duecento anni fa (e noi, nel frattempo, che cosa abbiamo passato e in che stato ci troviamo?), immancabilmente si parla di americanate e di derive plebiscitarie, come se la spettacolarizzazione della democrazia americana fosse un pericoloso narcotico per la gente comune e una manna dal cielo per le solite caste di ricchi e potenti. “Bullshit”, per dirla nel moderno latino. Solo in America un quarantaseienne nero, figlio di un immigrato africano e di una mamma del midwest, cresciuto in Indonesia e nelle lontane isole Hawaii, può essere a un passo dal diventare presidente del suo paese e leader del mondo libero, dopo peraltro aver annichilito con la forza delle sue idee, e il denaro che ne è conseguito, la più potente macchina politica degli Stati Uniti.
    Solo in America può capitare che una ragazza di quarantaquattro anni, cresciuta nel posto più lontano possibile da Washington, madre di cinque figli e sposata con un metalmeccanico eschimese che per arrotondare e divertirsi fa il pescatore, abbia la possibilità di diventare vicepresidente del paese più importante del mondo. Fino a quattro anni fa Barack Obama era un perfetto sconosciuto, fuori dal suo collegio elettorale di politico locale dell’Illinois. Otto anni fa, nel 2000, il Partito democratico che oggi guida con piglio sicuro non lo ha fatto nemmeno entrare alla convention di Los Angeles che stava per nominare Al Gore alla presidenza. Sarah Palin era sindaco di un paesino di novemila abitanti quando, due anni fa, ha sfidato l’establishment del suo partito e sconfitto, prima alle primarie poi alle elezioni generali, il governatore uscente, il suo predecessore e l’industria del petrolio. Fino a un paio di mesi fa, nemmeno gli insider di Washington l’avevano mai sentita nominare. Solo in America. Purtroppo.

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    Solo in America tutto è governato dall'apparenza e dall'annuncio-spettacolo, da una retorica così ingenua che qui andrebbe bene solo in un'assemblea di liceo tra 16enni e invece lì fa colpo sui 60enni. solo lì quindi persone senza alcuna esperienza ma col solo merito di suscitare sopresa possono avanzare mentre fessi che si sono fatti anni di gavetta e hanno chili di competenza ed esperienza vengono messi da parte, eprchè non "appaiono" più bene.
    Against all odds

  6. #6
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    Citazione Originariamente Scritto da iannis Visualizza Messaggio
    Solo in America tutto è governato dall'apparenza e dall'annuncio-spettacolo, da una retorica così ingenua che qui andrebbe bene solo in un'assemblea di liceo tra 16enni e invece lì fa colpo sui 60enni. solo lì quindi persone senza alcuna esperienza ma col solo merito di suscitare sopresa possono avanzare mentre fessi che si sono fatti anni di gavetta e hanno chili di competenza ed esperienza vengono messi da parte, eprchè non "appaiono" più bene.
    God bless iannis.

    Obamiani e McCainiani: una faccia una razza.

  7. #7
    a.k.a. tolomeo
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    Citazione Originariamente Scritto da iannis Visualizza Messaggio
    Solo in America tutto è governato dall'apparenza e dall'annuncio-spettacolo, da una retorica così ingenua che qui andrebbe bene solo in un'assemblea di liceo tra 16enni e invece lì fa colpo sui 60enni. solo lì quindi persone senza alcuna esperienza ma col solo merito di suscitare sopresa possono avanzare mentre fessi che si sono fatti anni di gavetta e hanno chili di competenza ed esperienza vengono messi da parte, eprchè non "appaiono" più bene.
    bene, allora meglio de mita per ottant'anni.

    senza dimenticare il professore, il pensionato d'oro veltroni, d'alema e tutte le altre "facce nuove" del panorama politico italiano.
    .

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  8. #8
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    Citazione Originariamente Scritto da tolomeo Visualizza Messaggio
    bene, allora meglio de mita per ottant'anni.

    senza dimenticare il professore, il pensionato d'oro veltroni, d'alema e tutte le altre "facce nuove" del panorama politico italiano.
    Guarda io sono convinto che in Italia abbiamo problemi, ma anche che l'America non è il paradiso.

    A proposito di gerontocrazia: McCain mi pare abbia 72 anni. E non so quanti di attività politica.

  9. #9
    a.k.a. tolomeo
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    Citazione Originariamente Scritto da Lepanto Visualizza Messaggio
    Guarda io sono convinto che in Italia abbiamo problemi, ma anche che l'America non è il paradiso.

    A proposito di gerontocrazia: McCain mi pare abbia 72 anni. E non so quanti di attività politica.
    l'america è un paradiso, checchè ne dica boy.

    l'europa o si mette sul serio a farsi valere e a risuscitare i propri valori o è fottuta.

    McCain e Berlusconi sono due vecchi a parte, così come lo era Reagan.

    comunque, opposto al rock star Obama, McCain ha una statura da gigante.

    adesso poi, affiancato dalla mamma Sarah Palin...
    .

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  10. #10
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    McCain è un rammollito sinistroide,sarà un eroe di guerra,ma ideologicamente è troppo di sinistra per il partito repubblicano.Questa sua vice è antiabortista come Ron Paul e potrebbe portare i voti dell'elettorato naturale repubblicano.

 

 
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