Voi i quotidiani li leggete? E secondo voi che quotidiano dovrebbe leggere un Anarcocapitalista???
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Voi i quotidiani li leggete? E secondo voi che quotidiano dovrebbe leggere un Anarcocapitalista???
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Il manifesto (per la cultura e le info del sud america è l'unico che le da) e Libero..............ma alla fine il sole 24ore.
le riviste poi svariate...........:
Rivista ''A''
Rvisita Libertaria
Aganda Coscioni
Rivista Enclave
Rivista Dolce Vita
Rivista ''Le Ali'' della lipu
Leggo Libero (in particolare per libero mercato, visto che talvolta la servitù per il berlusca porta Feltri a sostenere il protezionismo tremontiano etc.) e il Corriere (specialmente per gli articoli liberali di piero ostellino) e quando capita il sole 24 ore
Se poi voglio farmi quattro risate compro repubblica e mi leggo gli articoli di Scalfari
io di solito leggo il corriere e il sole 24 ore
Feltri, " anarchico liberale " senza retorica
" Non sono ne' di destra ne' di sinistra. Secessionista si' , ma contro Bossi " " Mi piacerebbe morire fucilato " " Oggi con trenta comparsate in Tv sei famoso: basta smettere e immediatamente ti dimenticano "
----------------------------------------------------------------- ANTICIPAZIONI
Il direttore del "Giornale" si confessa in un libro. Tra il serio e il faceto Feltri, "anarchico - liberale" senza retorica "Non sono ne' di destra ne' di sinistra. Secessionista si', ma contro Bossi" "Mi piacerebbe morire fucilato" "Oggi con trenta comparsate in Tv sei famoso: basta smettere e immediatamente ti dimenticano" Con il titolo "Feltri racconta Feltri" la Sperling & Kupfer pubblica una intervista di Luciana Baldrighi al direttore del "Giornale". Ecco alcune domande e risposte."Non ho mai pensato: lavoro in questo modo perche' voglio sfondare. A un certo punto, all'improvviso, e' accaduto: i colleghi hanno cominciato a chiedermi interviste, i giornali pubblicano le mie foto, mi hanno chiamato in Tv. Ecco, la Tv. Per un giornalista la fama e' un fattore nuovo e un po' innaturale: fino a quindici anni fa un professionista per diventare noto doveva scrivere almeno tremila articoli eccezionali. Oggi bastano trenta comparsate in Tv e si ottiene piu' di quello che una volta si otteneva con trent'anni di serio e duro lavoro. Pero' con i trent'anni di lavoro diventi celebre per la testa, mentre con le trenta comparsate sei famoso per la faccia: basta scomparire e ti dimenticano". ... "Non esistono ricette per fare un giornale di successo. Esistono delle tecniche che fanno capire se un prodotto puo' funzionare oppure no... Il giornale non e' un dentifricio, che una volta trovata la formula sei a posto per qualche anno". - I giornalisti lo sanno? "Spesso ho l'impressione che se ne dimentichino. E cosi' mi arrabbio. Di questa categoria piena di difetti, il difetto peggiore e' proprio questo: i redattori si adagiano sulla routine, diventano impiegati statali, trattano le faccende del giornale come pratiche burocratiche...". - Quanto dura l'innamoramento? "Per molti anche piu' di un anno". - E per lei? "Mediamente qualche giorno. Massimo sei mesi. Vivo tutto intensamente, ma non eccedo. In questa fase il rapporto e' quasi ossessivo". - Poi l'ossessione finisce. "E' naturale che tutto si umanizzi: si passa dalla fase della donna - angelo, che fa tanto Stilnovo, al desiderio fisico. Cosi' l'amore smette di giurarsi eternita' e paradossalmente diventa piu' duraturo". - Quanto piu' duraturo? "Se dopo un anno non si e' ancora arrivati alle mani, si puo' andare avanti anche per molto tempo. Pero' bisogna essere consapevoli che da quel momento cominciano i problemi, anziche' finire. La tentazione di considerare il matrimonio una sorta di carriera e' forte, soprattutto nelle ragazze". - Che cosa pensa della Chiesa cattolica? "Quello che dice non m'importa. Pero' non capisco quelli che non perdono occasione di criticare il Papa. Se la Chiesa vuole fare una battaglia contro il preservativo e' liberissima di farla. Per chi non crede, non significa nulla. Chi crede puo' benissimo trasgredire, ma non deve pretendere di avere pure la benedizione". - Come le piacerebbe essere preso dalla morte? "Mi piacerebbe morire fucilato. Oppure inconsapevolmente, magari durante la notte: vado a letto e il mattino non mi sveglio piu'. Piu' che la morte mi fa paura il modo in cui arriva, temo il dolore fisico e l'attesa snervante del trapasso". - Ma prima di quel momento c'e' qualche altro sfizio che vorrebbe togliersi? "Uno e': dirigere il Corriere della Sera". - E l'altro? "Mi piacerebbe che l'Atalanta vincesse lo scudetto". - Quando comincio' a spostarsi a destra? "Nel Sessantotto". - Cioe' quando tutti andavano a sinistra. "Si', fu proprio davanti a tutti quei giovani improvvisamente rivoluzionari che cominciarono a venirmi pulsioni opposte. Non sopporto il conformismo, non mi piace stare con i vincitori, la massa grigia e uniforme mi da' fastidio fisico, prima ancora che intellettuale. Tanto che oggi di fronte a una certa destra mi viene voglia di spostarmi di nuovo a sinistra". - Non si sente piu' di destra? "Non sono ne' di destra ne' di sinistra. Detesto queste etichette che erano gia' inutili 50 anni fa e ormai hanno un senso soltanto sui libri di storia. Mi sono sempre definito di destra per il piacere di dare scandalo. Solo per questo: perche' tutti erano di sinistra, perche' nessuno aveva il coraggio di proclamarsi liberale, perche' era vietato essere anticomunista". - Anticomunista lo e' rimasto? "Il mio anticomunismo non e' viscerale, come dicono, ma razionale: il comunismo, cosi' come il fascismo e il nazional - socialismo, sono la negazione stessa del liberalismo". - Se non e' di destra ne' di sinistra, come si definisce, allora? "Un anarchico liberale". - Ci aggiungiamo l'aggettivo "secessionista"? "Sono secessionista. Soprattutto quando sento parlare Prodi e Scalfaro, con tutta la loro retorica". - E quando sente parlare Bossi? "Rimango secessionista, ma dall'altra parte: per il Sud". - L'Italia va dunque divisa? "E' gia' divisa nei fatti. L'Italia e' a pezzi e a spezzarla non e' stato Bossi, ma il malgoverno".*
Anarchico liberale un paio di palle: il neoconservatore Feltri, che come osserva giustamente (Controcorrente pur di non lasciare solo il cav. ingoia zitto zitto il protezionismo tremontiano e non solo quello, prima si vanta dalle pagine del suo giornale di aumentarne il prezzo "perché è il mercato a richiederlo", bacchettando sulle manine gli altri suoi colleghi direttori che vivono di finanziamenti pubblici; quando poi qualcuno gli fa notare che con un escamotage davvero poco liberale (e affatto anarchico) come acquistare per due soldi un testata registrata al tribunale di Bolzano come organo ufficiale del Movimento Monarchico, il suo editore (che tanto per la cronaca era lo stesso de l'Unità, e pecunia non olet, non è esattamente un modo di dire libertario) ha incassato 40 milioni di euro in pochi anni, si incazza pure.
Il buon Feltri, insomma, è fottutamente italiano, uso alla pratica nazionale del "chiagn' e fotti".
uhm...sono tutti un pò troppo asserviti,forse il sole 24 ore.
"forse il sole 24 ore"
Il giornale della Corporazione?!? Naaaahh...