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  1. #1
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    Predefinito Disinformazione e strategie geopolitiche

    http://www.eurasia-rivista.org/cogit...AMeJsRJD.shtml

    Disinformazione e strategie geopolitiche
    :::: 26 Agosto 2008 :::: 193 T.U. :::: Analisi :::: Marco BagozziDisinformazione e strategie geopolitiche
    di Marco Bagozzi


    I due eventi che più hanno caratterizzato questa estate hanno coinvolto le due potenze emergenti, che più stanno diventando un ostacolo per i disegni unipolari atlantisti. La guerra tra Russia e Georgia e le Olimpiadi di Pechino hanno attirato le attenzioni di tutto il mondo e conseguentemente di giornali ed organi di informazione, che hanno dato conferma del loro ruolo di “agente scelto” della propaganda americanista, muovendo un’opera di disinformazione, o di informazione palesemente partigiana, mirante a creare un diffuso sentimento sinofobo e russofobo, nella prospettiva di un isolamento dei due paesi nel caso di necessità strategica o militare.

    Olimpiadi e disinformazione
    Nei mesi precedenti alle Olimpiadi si è molto discusso sul clima e in particolare sulla situazione dell’inquinamento nella capitale cinese, Pechino. Gli studi dei “soliti” specialisti sostenevano che per gli atleti l’aria irrespirabile della metropoli avrebbe falsato le gare di atletica.
    E naturalmente si sono susseguiti i servizi giornalistici dei “nostri inviati” che confermavano la tesi, con la pressoché certa sicurezza di non poter essere smentiti. Ma evidentemente non hanno fatto i conti con la buona fede di alcuni atleti, in particolare, in questo caso, con il marciatore italiano Andrea Brugnetti che in un’intervista ha detto: «Macchè smog! A Milano si sta peggio. Vivendo a Milano uno è abituato allo smog, poco ci manca ad essere pari» [1].

    Ovviamente non sono mancate nemmeno le prese di posizione a favore dei “diritti umani” del popolo tibetano [2]. Atleti e alcuni deputati della maggioranza (senza dimenticare i giornali, Il Foglio, Il Riformista e Libero, in particolare) hanno minacciato il boicottaggio, prima delle olimpiadi in toto, e poi della sola cerimonia d’apertura. Evidente che la politica abbia delegato agli atleti il ruolo che le spetta, ciò quello di cercare una soluzione alla questione tibetana (non entro nel merito).

    Ridicole e comiche, soprattutto se lanciate dal mondo della finzione, cioè dall’Occidente, le accuse contro gli organizzatori della cerimonia di apertura colpevolizzati per alcuni ritocchi televisivi ai fuochi di artificio e, soprattutto, per la sostituzione della bambina che doveva cantare l’Inno alla Patria, con una più fotogenica, che però si è esibita in play-back. L’evidente intento denigratorio è assurdo, se confrontato con i costumi occidentali dove la bellezza fisica, anche dei bambini, viene usata per pubblicizzare eventi e merci!

    Le Olimpiadi pechinesi hanno registrato uno straordinario successo degli atleti cinesi ed è evidente che questo risultato ha dato fastidio a molti, dato che sono subito iniziate le “denunce” di brogli, doping e favoritismi. Che le giurie olimpiche siano “casalinghe” e che favoriscano gli atleti del paese ospitante non è una novità, è, infatti, un spiacevole consuetudine di queste grandi manifestazioni sportive, conseguenza degli enormi investimenti utilizzati per organizzare l’evento, che influenzano l’”obiettività” dei giudici.
    Ma a Mosca ’80 e Los Angeles ’84 si era visto molto, molto di peggio.

    Non sono mancate nemmeno le polemiche sulle presunte baby ginnaste cinesi, trionfatrici nelle gare di ginnastica, e sulla palestra Shichahai Sport School, voluta da Mao, vera e propria accademia sportiva della Repubblica Cinese, definita dai giornalisti embedded “la fabbrica dei mostri” [3]. Quella che in Cina è la “fabbrica dei campioni” è presa a modello dai disinformatori per dimostrare la totale mancanza di dignità umana, che sembra accompagnare lo sport (e non solo…) cinese. In realtà basterebbe fare un giro nelle squadre giovanili di calcio dell’Europa per vedere come giovanissimi calciatori, in particolare africani, vengono usati, venduti e successivamente scartati da direttori sportivi ed agenti senza scrupoli, tanto da far parlare in alcuni casi di "schiavismo" [4]. Quindi nulla di nuovo sotto il sole cinese…

    Ma non solo la Cina è stata accusata. Ovviamenta anche alla Russia è spettata la sua accusa pre-olimpica, quella più infamante, riguardando lo sport: “doping di Stato”. Adirittura il capo medico del CIO (Comitato Olimpico Internazionale), Arne Ljungqvist, ha accusato la Russia di “doping sistematico”, in seguito alla scoperta di sette casi di doping nella squadra russa. Chissà perché queste accuse non sono cadute anche sulla squadra dei velocisti usa (Chris Gatlin, Marion Jones, Tim Montgomery, Maurice Green…), che negli ultimi anni ha perso tutti gli atleti del mondo, tra cui anche dei recordman, in seguito alla positività al doping. A riguardo sono illuminanti le parole di uno dei personaggi più straordinari di queste olimpiadi, il velocista giamaicano Usain Bolt: «Il doping riguarda solo gli statunitensi - ha attaccato Bolt. L'unico atleta di origine giamaicana a essere trovato positivo fu Ben Johnson, che correva per il Canada. Gatlin, Montgomery e Marion Jones hanno danneggiato l'immagine dell'atletica. I truffatori sono loro. Quelli puliti siamo noi. Che siamo rimasti qui, che abbiamo rifiutato il denaro dei college americani, che ci siamo tenuti lontani da questi affari. Il tempo lo dimostrerà» [5].

    Fra i giornalisti sportivi italiani va sottolineata l’uscita fuori luogo (a dir poco) di Oliviero Beha, che per spiegare le molte medaglie cinesi, ha detto che non bisogna parlare di “fattore campo”, ma di “fattore campo di concentramento”.
    Va invece a Italo Cucci la nostra stima per la sua onestà intellettuale di cronista corretto, tanto da meritarsi un articolo denigratorio da parte de Il Giornale, il che corrisponde ad un attestato di ottima professionalità [6]: fra le molte cose che ha detto nel programma serale della Rai, ha parlato di Pechino come città modello di convivenza civile e di ottima amministrazione, ha sbugiardato il rapporto diffamatorio di Reporters sans Frontiers [7], sulla libertà di informazione e ha fatto notare che tutti hanno taciuto su una conferenza stampa in cui rappresentanti del governo cinese hanno illustrato la situazione delle minoranze etniche in Cina.

    Guerra e disinformazione
    Ben più grave e politicamente rilevante è l’opera di disinformazione messa in pratica durante la guerra tra Russia e Georgia.
    Innanzitutto l’uso dei termini: si ricomincia a parlare di “zarismo” [8], “stalinismo”, “guerra fredda” e le accuse sono tutte contro il Cremlino, e in particolare contro Vladimir Putin, definito da Zbigniew Kazimierz Brzezinski un nuovo “Stalin e Hitler”, tipico modo di agire della classe dirigente americana.
    L’opera di propaganda su questa guerra inizia proprio sulle cause: prima dell'intervento russo i giornali italiani hanno riferito i gravi fatti e addossato, giustamente, la responsabilità al governo georgiano, ma poi, quando c'è stata la possibilità di demonizzare la Russia, nessuno ha più accusato il presidente georgiano Shakashvili di aver, con l’aggressione militare contro l’Ossezia del Sud, scatenato la guerra, e il successivo intervento russo.
    I 1500 morti osseti dopo l’intervento georgiano sono passati nel dimenticatoio di fronte l’”arroganza” dei militari russi che hanno aggredito la “piccola e indifesa” repubblica caucasica. “Orrore e distruzione” su Tblisi, Gori, e sulle altre città georgiane. Una voce fuori dal coro è il giornalista de Il Resto del Carlino/La Nazione/Il Giorno, Lorenzo Bianchi, che ci ha raccontato la verità: «Cnn e Bbc trasmettono immagini di Tskhinvali distrutta e dicono che si tratta di Gori. Poi queste immagini, com'è ovvio, passano anche nei nostri telegiornali» [9]. Immagini false e truccate sono uscite anche dagli obiettivi dell’agenzia Reuters [10].

    In silenzio è passata anche la presenza di 127 addestratori americani [11] fra le truppe di Tblisi e gli interessi geostrategici della NATO nell’area, che di fatto evidenziano come la guerra, voluta dai georgiani, sia in realtà un aggressione americana alla Russia [12].

    In perfetto stile da “strategia di depistaggio e disinformazione” sono scesi in campo anche i volti noti. I filosofi ebraico-francesi Bernard Henry-Levy e Andres Gluksmann hanno dato fondo a tutto il loro armamentario russofobo e slavofobo per denunciare al mondo, dalle disponibilissime colonne del Corriere della Sera in Italia, il ruolo demoniaco della Russia putiniana, che sta già preparando “una nuova Cecenia”, senza però spiegarci come, essendo la Georgia uno stato fuori dai confini della Federazione. È toccato invece al calciatore del Milan, Khakaber Kaladze, il ruolo di “ambasciatore del popolo georgiano”:« La Russia ha iniziato questa guerra, hanno iniziato a bombardare le basi militari e ieri e questa mattina anche la capitale Tiblisi, colpendo obiettivi civili e facendo tanti morti. ’Per questo, come figlio del mio paese chiedo di aiutarlo. Lo chiedo a tutti quelli che possono farlo: Unione Europea, Nato, America. Vogliamo la democrazia e la libertà, vogliamo entrare nella Nato e nell`Unione Europea: per questo e` iniziata la guerra. Se possono intervenire, America e UE devono intervenire per far si che ci si possa sedere a un tavolo e avere di nuovo la pace» [13].

    «Siamo tutti georgiani» è invece lo slogan uscito dalla bocca del candidato repubblicano alla Presidenza americana John McCain, già pronto a combattere la sua guerra contro il mondo (estremismo islamico, Iran, Russia, Cina…), cui evidentemente le direttive neoconservatrici hanno consigliato di spostare il mirino dei bombardieri anche verso la Russia, non tralasciando ovviamente lo scacchiere vicino-orientale. McCain ha accusato la Russia di voler ribaltare un governo democraticamente eletto, ottenendo l’applauso di Bush e della Rice.

    Da questa breve analisi risulta evidente come gli organi di informazione siano un vero e proprio mezzo strategico delle strategie atlantiche di occupazione imperialista del territorio eurasiatico. Il ruolo egemonico della Cina in Asia e la rinascita militare, strategica e politica della Russia sono un continuo fastidio alle mire universali della classe dirigente americana (sia essa repubblicana o democratica). Va quindi mobilitata l’opinione pubblica con politiche costruite a tavolino [14], con l’intento di creare un diffuso sentimento di “fobia” rispetto ai diversi nemici dell’unipolarismo dominante. Eguale azione strategica è già evidente da tempo riguardo alle popolazioni arabe ed islamiche, e nei decenni precedenti, verso la Russia sovietica, "asiatica" e "comunista".


    NOTE

    [1] http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=283431

    [2] Anche in questo caso risulta assurda la propaganda dei c.d. “Free Tibet”, che mirano all’indipendenza della regione, se confrontate con le recenti dichiarazioni del Dalai Lama, che si dimostrano molto più oculate e intelligenti rispetto a quelle dei suoi “sostenitori”:
    «E’ nel nostro interesse, noi siamo decisi a rimanere all’interno della Repubblica Popolare Cinese in quanto il Tibet è un paese arretrato, chiuso tra le montagne, scarsamente popolato, per cui è nel nostro interesse rimanere all’interno della Cina. Al contempo abbiamo la nostra lingua, un grande passato culturale, e una tradizione buddista particolarmente ricca. Non si tratta solo di sei milioni di tibetani, ma anche di tante altre persone nel mondo, che condividono la cultura buddista. Il modo migliore di preservare la nostra cultura, e anche di proteggere al massimo l’ambiente è che l’istruzione, l’economia e le questioni religiose, siano gestite dai tibetani, con l’eccezione della difesa e della politica estera. Autonomia, dunque» in http://www.euronews.net/it/article/21/08/2008/dalai-lama-speaks-to-euronews/

    [3] http://www.repubblica.it/2008/08/olimpiadi/servizi/ginnastica-ferrari/scuola-bambini/scuola-bambini.html

    [4] http://www.swissinfo.ch/ita/speciali/euro2008/altri_sguardi/Il_lato_oscuro_del_dorato_mondo_del_calcio.html?si teSect=22241&sid=8040636&cKey=1188207747000&ty=st

    [5] http://www.puntosport.net/pageview2.php?i=4779&sl=1

    [6] http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=285290

    [7] http://www.repubblica.it/2007/04/sezioni/sport/olimpiadi-2008/reporters-sans-frontieres/reporters-sans-frontieres.html

    [8] In particolare sul rapporto tra zarismo e Georgia sottolineamo l’ottima lettera di Bruno Zecchin, presidente dell’associazione culturale “Radonezh” per l’amicizia Italo-Russa di Trieste, “Gli aiuti di Mosca”, apparsa a pagina 18 del Corriere della Sera del 22-8-2008.

    [9] http://generazioneeuropats.splinder.com/post/18123752/Uno+squarcio+sulla+guerra

    [10] http://www.effedieffe.com/content/view/4142/183/

    [11]http://notizie.alice.it/notizie/esteri/2008/08_agosto/12/ne_georgia_amb_russo_a_nato_con_tbilisi_127_addest ratori_usa,15728310.html

    [12] Espansionismo americano più che invasione russa, di Seuane Milne in http://www.eurasia-rivista.org/cogit_content/articoli/EkEllkAElVVdmedwKr.shtml

    [13] http://www.datasport.it/leggi.aspx?id=5176692

    [14] I due volti dell’imperialismo all’attacco dell’Iran, di Marco Bagozzi in http://www.cpeurasia.org/?read=10600&

  2. #2
    Non prevalebunt
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    Già, bisognerebbe chiedere di questo fatto anceh alla RAI e Mediaste, nonchè ai loro padroni.

  3. #3
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    E i cittadini che continuano a pagare il canone, cosa dicono?

  4. #4
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    La stampa italiana fa cagare.

  5. #5
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    Citazione Originariamente Scritto da Sabotaggio Visualizza Messaggio
    I 1500 morti osseti dopo l’intervento georgiano sono passati nel dimenticatoio di fronte l’”arroganza” dei militari russi che hanno aggredito la “piccola e indifesa” repubblica caucasica. “Orrore e distruzione” su Tblisi, Gori, e sulle altre città georgiane. Una voce fuori dal coro è il giornalista de Il Resto del Carlino/La Nazione/Il Giorno, Lorenzo Bianchi, che ci ha raccontato la verità: «Cnn e Bbc trasmettono immagini di Tskhinvali distrutta e dicono che si tratta di Gori. Poi queste immagini, com'è ovvio, passano anche nei nostri telegiornali» [9]. Immagini false e truccate sono uscite anche dagli obiettivi dell’agenzia Reuters [10].
    .

    No comment che è meglio.

  6. #6
    Komunista Estetizzante
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    E come ha trattato l'informazione internazionale le recenti vicende del Tibet? Se isi esclude James Miles dell'Economist, unico cronista presente sul posto, il quale ha parlato senza mezzi termini di pogrom organizzato da poche centinaia di estremisti tibetani incitati dai monaci ciò è stato confermato non solo dalle immagini della televisione cinese ma anche da quelle prese da un turista australiano e comunque a voce da tutti gli occidentali presenti sul posto. Eppure si sono presentate anche di recente su Blob (per dire come ormai la stessa sinistra sia coinvolta nella mistificazione), immagini della polizia nepalese che carica i dimostranti e di quella indiana che distribuisce manganellate a volontà ai seguaci del Free Tibet. Addirittura si è arrivati a presentare immagini in cui non si vedevano in volto i poliziotti (inglesi) ma si vedeva la scritta Police sul giubbotto. Tutti erano presentati come poliziotti cinesi.
    Si sono presentate autoambulanze arrivate per soccorrere i feriti come autoblindo (i lettori ancora si interrogheranno come mai i Tanks cinesi assomiglino alle nostre autoambulanze). Un ferito salvato dal linciaggio, e tre turisti giapponesi tratti in salvo sono diventati i simboli della crudele repressione dei poliziotti cinesi.
    Questa sarebbe la libera stampa occidentale?
    per vedere tutte le mistificazioni andate sul sito anti-cnn dei cinesi all'estero.

  7. #7
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    Citazione Originariamente Scritto da Red Shadow Visualizza Messaggio
    E come ha trattato l'informazione internazionale le recenti vicende del Tibet? Se isi esclude James Miles dell'Economist, unico cronista presente sul posto, il quale ha parlato senza mezzi termini di pogrom organizzato da poche centinaia di estremisti tibetani incitati dai monaci ciò è stato confermato non solo dalle immagini della televisione cinese ma anche da quelle prese da un turista australiano e comunque a voce da tutti gli occidentali presenti sul posto. Eppure si sono presentate anche di recente su Blob (per dire come ormai la stessa sinistra sia coinvolta nella mistificazione), immagini della polizia nepalese che carica i dimostranti e di quella indiana che distribuisce manganellate a volontà ai seguaci del Free Tibet. Addirittura si è arrivati a presentare immagini in cui non si vedevano in volto i poliziotti (inglesi) ma si vedeva la scritta Police sul giubbotto. Tutti erano presentati come poliziotti cinesi.
    Si sono presentate autoambulanze arrivate per soccorrere i feriti come autoblindo (i lettori ancora si interrogheranno come mai i Tanks cinesi assomiglino alle nostre autoambulanze). Un ferito salvato dal linciaggio, e tre turisti giapponesi tratti in salvo sono diventati i simboli della crudele repressione dei poliziotti cinesi.
    Questa sarebbe la libera stampa occidentale?
    per vedere tutte le mistificazioni andate sul sito anti-cnn dei cinesi all'estero.
    Ora lo stesso metro lo useranno contro la Russia.

    Ma questa è la politica.

  8. #8
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    Citazione Originariamente Scritto da Red Shadow Visualizza Messaggio
    E come ha trattato l'informazione internazionale le recenti vicende del Tibet? Se isi esclude James Miles dell'Economist, unico cronista presente sul posto, il quale ha parlato senza mezzi termini di pogrom organizzato da poche centinaia di estremisti tibetani incitati dai monaci ciò è stato confermato non solo dalle immagini della televisione cinese ma anche da quelle prese da un turista australiano e comunque a voce da tutti gli occidentali presenti sul posto. Eppure si sono presentate anche di recente su Blob (per dire come ormai la stessa sinistra sia coinvolta nella mistificazione), immagini della polizia nepalese che carica i dimostranti e di quella indiana che distribuisce manganellate a volontà ai seguaci del Free Tibet. Addirittura si è arrivati a presentare immagini in cui non si vedevano in volto i poliziotti (inglesi) ma si vedeva la scritta Police sul giubbotto. Tutti erano presentati come poliziotti cinesi.
    Si sono presentate autoambulanze arrivate per soccorrere i feriti come autoblindo (i lettori ancora si interrogheranno come mai i Tanks cinesi assomiglino alle nostre autoambulanze). Un ferito salvato dal linciaggio, e tre turisti giapponesi tratti in salvo sono diventati i simboli della crudele repressione dei poliziotti cinesi.
    Questa sarebbe la libera stampa occidentale?
    per vedere tutte le mistificazioni andate sul sito anti-cnn dei cinesi all'estero.
    Non ho parlato del Tibet perchè è già stato trattato in diversi interessanti articoli.

    P.S.:quando potrò scrivere sul vostro forum'????

 

 

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