CASSAZIONE: «FUORI CASA CON UN PO' DI MARIJUANA? SI PUÒ: NON EQUIVALE AD ESSERE SPACCIATORI» Tratto da "Il Messaggero" del 28 luglio 2008
Gli "ermellini" hanno accolto la tesi difensiva in base alla quale portare fuori casa la droga non significa automaticamente essere un pusher
ROMA 28 luglio 2008 - Piccole quantità di droghe leggere si possono portare fuori dalla propria abitazione, e il loro possesso non può essere scambiato come indizio di spaccio: secondo la Cassazione, infatti, non esiste alcun motivo per affermare che portare fuori casa hashish e marijuana equivalga automaticamente a voler spacciare droga. La Cassazione ha quindi assolto un giovane milanese, condannato a nove mesi di reclusione e 4.500 euro di multa dopo essere stato sorpreso in macchina con gli amici con un grammo di hashish e uno di marijuana.
La Suprema corte ha accolto il ricorso di Dario D. V., di 32 anni, in casa del quale era stato trovato un altro grammo di marijuana e 9 grammi di hashish. Sia in primo, sia in secondo grado, era stato condannato per spaccio. Gli "ermellini" - con la sentenza 31441 della IV Sezione penale - hanno accolto la tesi difensiva in base alla quale aver portato fuori casa la droga non significava che Dario fosse un pusher. In proposito, la Cassazione osserva che sulla scia di «inesistenti massime di esperienza» i giudici di merito avevano condannato il giovane milanese sottolineando che i «progetti serali di natura "commerciale", anziché di mero svago» erano dimostrati dalla mancanza di strumenti per fumare subito gli spinelli e dal fatto che la droga fosse stata portata fuori di casa. A giudizio di Piazza Cavour non è «significativa» dell'attività di spaccio la «mancanza di strumenti per il consumo diretto», come le cartine o il tabacco, né «è dato comprendere sulla base di quale massima di esperienza sia possibile affermare che portare fuori casa quella droga non aveva altro senso se non quello di destinarla allo spaccio». Anche gli amici di Dario avevano piccole quantità di droga leggera. Anche la procura di Piazza Cavour aveva chiesto l'assoluzione di Dario.
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