Il disegno di legge presentato da Calderoli agli enti pubblici
Federalismo fiscale: ai Comuni le tasse sulle case, alle Province da auto e benzina
Soldi da una tassa di scopo per opere pubbliche, turismo o trasporti urbani. Sette le città metropolitane
ROMA - Una tassa sulle auto e una sui carburanti a favore delle province, le tasse sugli immobili incassate dai Comuni, una tassa di scopo destinata a opere pubbliche, turismo o trasporti urbani, sette città metropolitane, nuove norme per Roma capitale. Sono queste le principali novità contenute nei 22 articoli del disegno di legge sul federalismo fiscale presentato dal ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli, alle associazioni di province e Comuni. Per sanità, assistenza e istruzione, il finanziamento integrale delle prestazioni essenziali, sulla base dei costi standard, avverrà con il gettito Irap, destinato a essere sostituito con tributi propri e con la compartecipazione regionale all'Irpef e all'Iva e con aliquote del fondo perequativo previsto dalla riforma.
NOVITÀ - Le province avranno una tassa propria che riguarderà la circolazione oltre a un'accisa sui carburanti. I Comuni e le città metropolitane (Bologna, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Roma e Torino) avranno «un'adeguata autonomia impositiva» sugli immobili «compresa quella sui trasferimenti della proprietà e di altri diritti reali». Tra i tributi propri riconosciuti ai Comuni, la bozza ne prevede anche uno che può essere istituito «per particolari scopi quali la realizzazione di opere pubbliche ovvero a finanziare oneri derivanti da eventi particolari quali flussi turistici e mobilità urbana». Entro limiti stabiliti dalla legge, gli enti locali potranno «modificare le aliquote dei tributi loro attribuiti, nonché di introdurre agevolazioni». Prevista «piena autonomia nella fissazione delle tariffe per prestazioni e servizi offerti». A Roma, in quanto capitale, saranno assegnate risorse aggiuntive e «specifiche quote di tributi erariali, nonché un proprio patrimonio commisurato alle funzioni e competenze attribuite».
«INCONTRI ANDATI BENE» - «Gli incontri con gli enti locali sono andati bene», ha reso noto Calderoli. «Tutti partecipano portando contributi: così si costruiscono le cose, soprattutto le riforme». Saranno le Regioni a gestire il fondo perequativo per province e Comuni. Calderoli giovedì prossimo incontrerà Vasco Errani, presidente della Conferenza delle Regioni. Per quanto riguarda le città metropolitane, restano escluse Bari e Venezia in quanto hanno meno di 350 mila abitanti. «Aver fissato quel limite, è stato fatto perché in attesa che partano le città metropolitane del provvedimento di Maroni si possa fare qualcosa nei Comuni con più di 350 mila abitanti», ha spiegato il ministro. «Se prima arriveranno le città metropolitane non ci sarà bisogno neanche di quell’articolo».
COMMENTI - «Abbiamo discusso sui principi, passi avanti si sono fatti ma il problema è politico», ha commentato il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino. «A fianco ai principi vanno messe delle cifre e ci auguriamo quindi che la discussione prosegua con il ministero dell'Economia». «Abbiamo parlato di un tributo sugli immobili, ma dobbiamo entrare nel merito per capire le caratteristiche e la consistenza», ha affermato il presidente dell'Associazione nazionale Comuni italiani (Anci) Leonardo Domenici. «Il ministro ha recepito le nostre richieste. Possiamo sostenere che il nostro giudizio è positivo, anche se il testo è ancora in divenire», ha riferito il presidente dell'Unione delle province italiane, Fabio Melilli.
http://www.corriere.it/politica/08_s...4f02aabc.shtml