Con l'obiettivo della denuclearizzazione della penisola coreana, la Corea del Nord mostra al mondo come si tratta con gli imperialisti, abituati a pensare che gli accordi sottoscritti valgono solo per gli altri e possono essere stravolti a piacere da chi si ritiene il più forte.
A seguire il comunicato del Ministero degli Esteri di Pyongyang con cui si annuncia la sospensione dello smantellamento dell'impianto nucleare di Nyongbyon e la possibile ripresa dell'attività.
I n c o n t r o a R o m a c o n l a C o r e a d e l N o r d
lunedì 8 settembre ore 18.00
Libreria Odradek
Roma, via dei Banchi Vecchi 57
Su invito di Aginform, in segno di amicizia e partecipazione per il 60º anniversario della fondazione della Repubblica Popolare Democratica di Corea, gli amici della Corea si incontreranno con l'ambasciatore della RPDC in Italia Han Tae Song e col personale dell'ambasciata.
La RPDC celebra in questi giorni la sua ormai lunga storia di difesa intransigente dell'indipendenza dalle pressioni degli imperialisti che hanno diviso arbitrariamente il paese e negli anni cinquanta lo hanno anche completamente distrutto, facendo milioni di morti per cercare di imporre il loro dominio.
La difesa intransigente dell'indipendenza e dell'uguaglianza tra paesi piccoli e grandi ci sembra ben esemplificata, anche nella fase attuale, dalle posizioni espresse nel comunicato del Ministero degli Esteri che riportiamo di seguito in traduzione italiana.
Con gli imperialisti bisogna anche trattare. Ma c'è modo e modo. Una ragione di più per esprimere amicizia e solidarietà ai rappresentanti in Italia della RPDC
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C o m u n i c a t o d e l M i n i s t e r o d e g l i E s t e r i
d e l l a R P D C
26 agosto 2008
Il portavoce del Ministero degli Affari Esteri della RPDC ha pubblicato il 26 agosto scorso una dichiarazione riguardo agli ostacoli alla soluzione del problema nucleare nella penisola coreana dovuti al rifiuto degli Stati Uniti di dare attuazione all'Accordo del 3 ottobre 2007 sottoscitto nei colloqui a sei (Corea del Nord, Corea del Sud, Cina, Russia, Giappone e Stati Uniti, NdT)
L'Accordo del 3 ottobre, che definisce le misure da adottare nella seconda fase dell'applicazione della Dichiarazione Congiunta del 19 settembre sulla denuclearizzazione della penisola coreana, pone alla RPDC l'obbligo di presentare la dichiarazione sulle sue attività nucleari e agli Stati Uniti l'obbligo di eliminare la RPDC dalla lista dei "paesi che appoggiano il terrorismo".
Presentando il 26 giugno scorso la dichiarazione, la RPDC ha onorato il proprio impegno, ma gli Stati Uniti non hanno derubricato la RPDC nei tempi previsti dalla qualifica di "paese sponsor del terorismo", adducendo come "motivazione" che non c'è ancora un accordo sul protocollo di verifica della dichiarazione nucleare della RPDC. Si tratta di un'evidente violazione degli accordi sottoscritti.
In nessuno degli accordi del gruppo dei sei o di quelli tra RPDC e USA c'è un qualche articolo che ponga il problema della verifica della dichiarazione nucleare della RPDC come condizione della cancellazione della qualifica di "paese sponsor del terrorismo".
Quanto alla verifica, si tratta secondo la Dichiarazione Congiunta del 19 settembre di un impegno che deve essere assolto dai sei paesi firmatari nella fase finale della denuclearizzazione della penisola coreana.
La verifica che nella Corea del Sud o nei suoi pressi non ci siano armi nucleari degli Stati Uniti e che non vi vengano nuovamente introdotte e non siano trasportate nella regione e la verifica dell'adempimento degli impegni della RPDC devono essere simultanee, come richiede il principio "azione per azione".
Nella fase attuale il testo dell'accordo prevede soltanto la formazione di meccanismi di verifica e monitoraggio nel quadro dei sei. Gli Stati Uniti però, forzando il testo dell'accordo, hanno improvvisamente posto un problema di applicazione di "standard internazionali" alla verifica della dichiarazione della RPDC e hanno fatto pressioni affinchè la RPDC accetti ispezioni che possano entrare a piacimento in qualsiasi sito del paese per raccogliere campioni e fare misurazioni. Gli "standard internazionali" di cui parlano gli Stati Uniti sono la riproposizione di quella "ispezione speciale" invocata dalla Associazione Internazionale per l'Energia Atomica (AIEA) alla fine degli anni novanta con l'obiettivo di volare la sovranità della RPDC. Ma la pretesa dell'AIEA provocò alla fine il ritiro della RPDC dal Tratttato di Non Proliferazione nucleare.
Se gli Stati Uniti pensano di poter ispezionare arbitrariamente la RPDC cone hanno fatto in Iraq si sbagliano di grosso.
L'insistenza statunitense su un'ispezione unilaterale nel nostro paese è una pretesa banditesca per disarmare la RPDC, che è l'altra parte belligerante, e per venir meno all'impegno di denuclearizzazione della penisola coreana, in cui il problema centrale è l'eliminazione della minaccia nucleare degli Stati Uniti secondo la Dichiarazione Congiunta del 19 settembre
Il nostro obiettivo di denuclearizzazione della penisola coreana punta a eliminare la minaccia nucleare contro la nazione coreana non a contrattare sul deterrente nucleare della RPDC.
A che serve la struttura a sei se i colloqui a sei vengono ridotti a una piattaforma da cui un grande paese può prendersi gioco di un piccolo paese come sta facendo?
Col pretesto della verifica, gli Stati Uniti - pur avendo dichiarato ufficialmente all'interno e all'estero che la RPDC non è un paese che "appoggia il terrorismo" - stanno rinviando l'eliminazione della RPDC dalla lista dei "paesi sponsor del terrorismo". In questo modo gli Stati Uniti riconoscono che la lista in realtà c'entra poco col terrorismo. La RPDC non teme di rimanere nella lista dei "paesi che non obbediscono agli Stati Uniti".
Gli Stati Uniti stanno cercando in tutti i modi di violare la sovranità della RPDC.
Dato che gli Stati Uniti stanno violando l'accordo sottoscritto, la RPDC, seguendo il principio "azione per azione", è costretta a prendere le seguenti contromisure:
Primo: la RPDC decide di sospendere immediatamente la disattivazione dei propri impianti nucleari che era in corso di attuazione sulla base dell'Accordo del 3 ottobre. Questa misura è entrata in vigore il 14 agosto ed è già stata notificata alle parti interessate.
Secondo: la RPDC prenderà presto misure volte a ripristinare l'attività precedente dell'impianto nucleare di Nyongbyon, come richiesto dalle proprie istituzioni pertinenti.