No, l'inflation targeting è l'opposto della discrezionalità. Non rifaccio tutta la storia del dibattito regole di politica monetaria contro discrezionalità perché sarebbe palloso. Comunque fatto sta che è così.
In condizioni "normali", il lag nell'adeguamento sicuramente genera una parziale erosione del potere d'acquisto, ma minima e temporanea. Tra l'altro tutti i modelli macroeconomici odierni (neokeynesiani) tengono perfettamente conto che i salari (e quindi i prezzi) si adeguano, solo che lo fanno con ritardo e in modo "casuale". Ma prima o poi lo fanno. La politica monetaria quindi, secondo questi modelli, può sfruttare questa vischiosità dei salari per portare la disoccupazione leggermente al di sotto il suo livello naturale. Una mia idea, che non potrò mettere per iscritto finché non finisco il dottorato, si basa proprio su questa inculata perpetua.
Paradossalmente invece l'altra sponda macroeconomica, quella neoclassica, si basa sull'ipotesi di razionalità degli agenti e quindi sul perfetto adeguamento del salario al livello dei prezzi. La costanza del salario reale e la razionalità degli agenti vanifica quindi qualunque tentativo di portare l'occupazione oltre il suo livello naturale usando la leva monetaria.
Sono anni che dico che i comunisti devono tifare per la NCM (new classical macroeconomics) e non per i new keynesians.