Non c’è delegato che ammetta di avere ripensamenti. O almeno, nessuno li ammette ufficialmente. Ma in via privata, qualcuno qui nell’immenso Xcel Energy Center confessa di avere il dubbio che Sarah Palin non sia quella mirabolante scelta che sembrava il primo giorno. Adesso che il curriculum della 44enne governatrice dell’Alaska viene studiato con maggiore attenzione, si vede che non tutto è chiaro.
Prima di diventare repubblicana, ad esempio, la signora sarebbe stata simpatizzante del partito indipendentista, che vorrebbe staccare l’Alaska dal resto degli Usa.
Da sindaco della cittadina di Wasilla, non fu così popolare, e neanche tanto esperta se si considera che dopo di lei la cittadina si è trovata con le finanze in rosso.
Da governatrice, avrebbe fatto pressioni per ottenere il licenziamento del capo della polizia, per motivi personali.
E il senatore Hollis French, un democratico incaricato di indagare sul presunto abuso di potere, denuncia che siano state fatte pressioni su di lui perché rimandi il risultato dell’inchiesta a dopo il giorno delle elezioni.
Ma su tutto, domina il dibattito sulla gravidanza della diciassettenne figlia della governatrice, Bristol.
La famiglia ha reso noto che Bristol è incinta di cinque mesi e che porterà a compimento la gravidanza e sposerà il ragazzo che l’ha messa incinta, Levi Johnston. La storia è finita su tutti giornali del mondo e ha monopolizzato l’attenzione anche qui a St. Paul. I delegati si sono stretti intorno alla governatrice, hanno approvato la decisione della ragazza di tenere il bambino, e insistito che questa è una vicenda ”privata” che deve interessare solo la famiglia Palin. E lo stesso rivale democratico, Barack Obama, si è schierato con loro, sostenendo che ”le famiglie dei candidati, soprattutto i figli, devono essere tenuti fuori dai riflettori”.
Resta tuttavia il fatto che molti analisti si chiedono se McCain non abbia compiuto una scelta affrettata e se abbia fatto fare le debite verifiche sulla signora Palin prima di presentarla al mondo come sua possibile vice alla Casa Bianca.
Le vicende della signora, incluso la gravidanza della figlia, diventano dunque elementi per giudicare il buon senso di McCain. Gira voce infatti che il senatore avrebbe preferito puntare sull’amico Joe Lieberman, un ex democratico ora indipendente, o sull’ex governatore della Pennsylvania Tom Ridge. Ma la base del partito si era ribellata a questi nomi troppo ”liberal” e aveva sommerso di proteste la campagna di McCain. A quel punto, McCain avrebbe scelto ”d’istinto”. E avrebbe puntato sulla Palin, pur sapendo poco di lei.
In Alaska - uno Stato di 800 mila abitanti dove i vip si conoscono tutti - nessuno aveva avuto sentore che gli esperti di McCain fossero al lavoro sul curriculum della governatrice. Adesso il senatore ha mandato i suoi a scavare più a fondo. E qualcuno, fra i blog più aggressivi, insinua che se l’indagine rivelasse altri problemi, la signora Palin potrebbe gettare la spugna.A.Gu.
http://www.ilmessaggero.it/articolo_...npl=&desc_sez=