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  1. #131
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    Citazione Originariamente Scritto da Georgetown Visualizza Messaggio
    Perchè chi trasporta, distribuisce, vende non produce?
    Certo che sì.

  2. #132
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    Citazione Originariamente Scritto da Nicola Parente Visualizza Messaggio
    E' una risposta di bassissimo profilo e di propaganda spicciola, che non ti fa onore.
    Il Governo in carica è stato eletto da tre mesi, qui si parla di affrontare il maggiore problema del Paese, le cui radici affondano negli anni passati, nei governi di destra e di sinistra.




    E cosa c'entra Pomicino con la fiducia dei cittadini nello Stato?
    E poi, quello "statalista", forse voleva scrivere statale?
    Io non ho fiducia in NESSSUNO statalismo.

    come cosa c'entra pomicino e gente simile con la fiducia dei cittadini nello stato? come è possibile secondo lei che i cittadini abbiano fiducia in uno stato nelle mani di personaggi come cirino pomicino che rubavano e corrompevano senza freni? ma che domande fà?
    leinon ha fiducia in nessuno statalismo e su questonon avevamo dubbi, al contrario di lei invece, i tedeschi i francesi, gli olandesi, gli austriaci invece hanno parecchio fiducia nello statalismo, nei loro sistemi che prevedono un forte intervento dello stato nell'economia e nel sostegno dei cittadini con sussidi di varia forma; e tale fiducia è sostenuta dai buoni risultati dei loro sistemi; in itlaia invece, abbiamo tutto il contrario e abbiamo la gente come lei che con le sue idee, affossa sempre più lo stato

  3. #133
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    Citazione Originariamente Scritto da Nicola Parente Visualizza Messaggio
    Certo che sì.
    che si cosa? conosce la differenza tra produrre un bene e commerciarlo?

  4. #134
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    Citazione Originariamente Scritto da husqvarna500cr Visualizza Messaggio
    come cosa c'entra pomicino e gente simile con la fiducia dei cittadini nello stato? come è possibile secondo lei che i cittadini abbiano fiducia in uno stato nelle mani di personaggi come cirino pomicino che rubavano e corrompevano senza freni? ma che domande fà?
    leinon ha fiducia in nessuno statalismo e su questonon avevamo dubbi, al contrario di lei invece, i tedeschi i francesi, gli olandesi, gli austriaci invece hanno parecchio fiducia nello statalismo, nei loro sistemi che prevedono un forte intervento dello stato nell'economia e nel sostegno dei cittadini con sussidi di varia forma; e tale fiducia è sostenuta dai buoni risultati dei loro sistemi; in itlaia invece, abbiamo tutto il contrario e abbiamo la gente come lei che con le sue idee, affossa sempre più lo stato
    Sono invece convinto che sono gli statalisti come lei ad affossare sempre di più lo Stato.
    La stessa parola statalismo ha comunemente assunto un'accezione negativa.
    Quanto a Pomicino, ho detto di apprezzarlo come giornalista e commentatore, non per la sua attività politica.

  5. #135
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    Citazione Originariamente Scritto da Nicola Parente Visualizza Messaggio
    Sono invece convinto che sono gli statalisti come lei ad affossare sempre di più lo Stato.
    La stessa parola statalismo ha comunemente assunto un'accezione negativa.
    Quanto a Pomicino, ho detto di apprezzarlo come giornalista e commentatore, non per la sua attività politica.
    la parola statalismo , direi che è comunemente considerata una parola negativa in italia; all'estero, come le ho appena detto è tutt'altro che una parola negativa; cheda ai francesi , ai tedeschi , agli austriaci, agli olandesi , se il forte intervento dello stato a sostegno dei cittadini in difficoltà è una cosa negativa; i risultati poi parlano chiaro e sipososno vedere chiaramente quando si và all'estero, nei paesi da me riportati, la gente è abbastanza serena , tranquilla e fiduciosa nel futuro, in italia , la gran parte della gente è incazzata come belve, cupa , rancorosa, invidiosa,nevrotica , sclerotica;
    mai vista tanta gente così incazzata e nevrotica tutta assieme; solo in italia

  6. #136
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    Citazione Originariamente Scritto da husqvarna500cr Visualizza Messaggio
    la parola statalismo , direi che è comunemente considerata una parola negativa in italia; all'estero, come le ho appena detto è tutt'altro che una parola negativa; cheda ai francesi , ai tedeschi , agli austriaci, agli olandesi , se il forte intervento dello stato a sostegno dei cittadini in difficoltà è una cosa negativa; i risultati poi parlano chiaro e sipososno vedere chiaramente quando si và all'estero, nei paesi da me riportati, la gente è abbastanza serena , tranquilla e fiduciosa nel futuro, in italia , la gran parte della gente è incazzata come belve, cupa , rancorosa, invidiosa,nevrotica , sclerotica;
    mai vista tanta gente così incazzata e nevrotica tutta assieme; solo in italia
    La "gggente"

  7. #137
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    Citazione Originariamente Scritto da Nicola Parente Visualizza Messaggio
    È ora di rilanciare redditi e consumi

    di Geronimo


    Come più volte abbiamo scritto in questi ultimi mesi tirandoci addosso anche qualche critica e qualche sorriso di sufficienza, aumenta l’affanno della nostra economia. La crescita è intorno allo zero, (gli ultimi dati Ocse parlano dello 0,1%) le retribuzioni tentano di rincorrere l’inflazione ormai stabilmente sul 4% nonostante i consumi, anche quelli alimentari, siano in discesa e puntualmente i conti pubblici si deteriorano (nei primi otto mesi il fabbisogno statale è aumentato di alcuni miliardi di euro). E non sono ancora arrivati gli altri aumenti delle bollette e l’esplosione della cassa integrazione. In questa direzione il crollo delle vendite delle auto è un segnale allarmante non solo per la Fiat le cui quote di mercato sono peraltro aumentate. In questo caso, però, il dato sulle quote è pressoché risibile perché quel che conta è il numero delle auto vendute che sono, per l’appunto in netto calo. Se a tutto ciò si aggiungono gli effetti del rallentamento del ciclo economico internazionale, la situazione diventa davvero preoccupante. Non è un caso che governi di colore diverso come quelli di Zapatero e di Sarkozy abbiano, a ridosso di ferragosto, varato una forte manovra di sostegno alla crescita per alcune decine di miliardi di euro. Il tasso di crescita dei paesi dell’eurozona, infatti, ha rallentato e dovrebbe attestarsi a fine anno intorno all’1,3-1,4%. Noi, se tutto va per il meglio, dovremmo restare fermi allo zero non avendo così neanche il magro conforto del mal comune mezzo gaudio. Intanto il tasso di produttività del lavoro segna drammaticamente il passo mentre cresce continuamente l’indebitamento per consumi delle famiglie che a fine 2007 era pari al 27% del pil e al 40% del reddito disponibile. Negli ultimi otto mesi la situazione si è ulteriormente aggravata per cui rischiamo di trovarci nella tenaglia di un alto debito dello Stato e di un enorme debito delle famiglie con la probabilità di innescare così una reazione a catena in una fase, nella quale, peraltro, scarseggia la liquidità nel nostro sistema creditizio per i noti problemi delle banche. Immaginare, allora, un avvitamento del paese non è fare dello sciocco allarmismo ma solo il tentativo di guardare alla realtà per quella che è e non per quella che vorremmo che fosse. Così non può né deve continuare. Come i lettori ricorderanno sin dall’inizio di questa legislatura abbiamo indicato nel rilancio della crescita la vera priorità contestando l’idea, che a noi è sempre apparsa bislacca, secondo la quale una politica di soli tagli avrebbe favorito la ripresa dello sviluppo e il risanamento dei conti pubblici. E infatti sta accadendo l’esatto contrario. Se oggi richiamiamo con forza l’attenzione di tutti, a cominciare naturalmente dal governo per finire ai sindacati e passando per la Confindustria e per le altre organizzazioni produttive, è perché riteniamo che siamo vicini al punto di rottura. All’orizzonte spunta, infatti, un lento sfaldamento della coesione sociale perché convivono sempre di più aree di povertà crescente con piccole isole di ricchezze sempre più grandi ma sempre più poche. Detto questo, però, siamo più che mai convinti che rimediare si può stimolando con mirate politiche fiscali la domanda di consumi e quella di investimenti privati e pubblici senza abbandonare, con ciò, un rigore nella politica di bilancio. La sacrosanta lotta agli sprechi è una cosa, però, la sostenibilità di una politica di bilancio è un’altra. Confonderle significa cadere nella vecchia trappola per cui l’operazione è riuscita ma l’ammalato è morto. Bisogna allora subito voltare pagina e la prossima finanziaria è l’occasione più adatta per dare una sterzata alla nostra politica economica. Ognuno di noi corre sempre il rischio di innamorarsi delle proprie idee mentre il sapersi guardare intorno è segno di saggezza e di lungimiranza. Virtù essenziali, queste, per un governo che comunque ha messo a segno, con la vicenda dei rifiuti di Napoli e con la questione Alitalia, due risultati non di poco conto. Ma tutto può svanire come neve al sole se milioni di famiglie italiane continueranno a essere spinte verso quel grigiore esistenziale in cui i bisogni più elementari non trovano più alcuna risposta.
    http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=287874

    Una lucidissima analisi delle vere priorità del Paese.
    In realtà, dal punto di vista della politica economica, non vedo nessuna, ma proprio nessuna differenza tra la politica di Prodi e Padoa Schioppa, da un lato, e quella del gruppo Berlusconi - Tremonti - Sacconi - Brunetta. Ovvero una politica liberale e liberista (ormai superata dagli eventi e il cui fallimento è già stato ampiamente dimostrato) appena temperata da una vaga "socialità". Per me non è abbastanza e non basta nemmeno agli italiani. Perché non è sufficiente? La risposta è semplice. Non si può "curare" i problemi strutturali dell'economia italiana con misure - tampone come l'accordo tra Abi e Governo sui mutui. A problemi economici strutturali un Governo serio ed efficiente dovrebbe rispondere com misure assai ben più incisive. E qui rimando alla lettura del mio articolo "Così non va" del 24 agosto. Se non si risolvono i nodi relativi all'allargarsi della forbice (dovrei dire del precipizio) fra le retribuzioni (sempre ferme) e i prezzi (in costante aumento) e dell'indebitamento sempre crescente delle famiglie, non si riattiveranno i consumi. E se la mancata riattivazione dei consumi diventasse un dato anch'esso strtturale della nostra economia potrebbe verificarsi un avvitamento a spirale della crisi. Una spirale che potrebbe ricordare quella verficatasi nel 1929 negli Stati Uniti. Aggravata dal fatto che un'economia debole com'è la nostra (grazie anche alle privatizzazioni - svendite selvagge, partite dall'Iri in gestione prodiana e giunte all'Alitalia) deve "inseguire" disperatamente una moneta forte com'è l'euro. Colpa anche della fissazione ottusamente "monetarista" della Bce. E questo scenario non ricorda un pò quello dell'Argentina? Per carità. Nessun agitarsi di fantasmi e niente catastrofismi facili. Però se si continuerà ad assecondare la Casta bancaria , la Casta dei manager , quella dei privatizzatori, e quella delle multinazionali, la situazione non migliorerà di certo. Qualcuno forse mi parlerà di "debito pubblico" e di "taglio della spesa". Ma di che cosa si parla, rispondo io, se poi anziché scegliere vigorosamente il software open source (grazie al quale la Provincia di Bolzano risparmia un milione di euro all'anno) per la Pubblica Amministrazione si sigla un protocollo d'intesa con Microsoft che obbliga al pagamento delle licenze per il software "proprietario? Sarebbero questi i "tagli alla spesa pubblica"? Non sarà che l'attuale governo vuole procedere (con la scusa del "debito" e della "spesa pubblica") sulla strada thatcheriana della demolizione pura e semplice dello stato sociale? Privatizzando pensioni, sanità, scuola, acqua. Privatizzazioni che, se realizzate, avranno i seguenti effetti: 1) uno scadimento della qualità del servizio 2) un aumento delle tariffe. Perché inseguire i modelli reaganiano e thatcheriano, proprio nel momento in cui la crisi dei mutui subprime e la nazionalizzazione della banca britannica Northern Rock ci hanno dimostrato il fallimento completo di questi modelli triti e ritriti? Non sarebbe meglio perseguire una politica, questa sì davvero virtuosa, di razionalizzazione della spesa e d'investimento nell'economia reale e nel lavoro?
    Attendo risposte.

    Gino Salvi

    http://ginosalvi.blogspot.com/

 

 
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