Questo è un terreno scivoloso. Sicuramente il comunismo marxiano è la liberazione di tutte le potenzialità produttive individuali e collettive
(basti pensare al ruolo del general intellect nei grundrisse).
Ma questo non significa produrre di più, espressione che va bene per un volgare economista, per un critico dell'economia politica come Marx si tratta di uscire dalle categorie dell'economia politica classica.
Ragionare nei termini di crescita vs decrescita è rimanere intrappolati in un dibattito tra proudhoniani e ricardiani.