Volte a mattoncini, travi a vista, giardino e parcheggio privato. Rifiniture in cotto e pietra serena.
Non è la descrizione della casa dei sogni, ma degli alloggi popolari di via di Gello recuperati dalla ristrutturazione di un casale del ’300, che ha portato alla luce
18 villette dai 70 ai 100 metri quadrati che saranno presto assegnate a
8 famiglie straniere e 7 italiane. L’inaugurazione in programma per ieri mattina è stata tutt’altro che tranquilla: ad agitare le acque l’azione di protesta messa in atto dalla Lega.
Ieri mattina davanti alla colonica presidiata da polizia, carabinieri e municipale c’erano decine di manifestanti, tra politici, militanti del partito di Bossi arrivati al grido «voglio essere un nomade» e semplici cittadini decisamente meravigliati. Non sono mancati attimi di tensione soprattutto all’arrivo del presidente dell’Epp Antonio Cardaci e del sindaco Cenni accompagnato dall’assessore al sociale Dante Mondanelli. La Lega ha chiesto con forza che venisse bloccata l’inaugurazione, cosa che il sindaco Cenni non ha preso nemmeno in considerazione e che ha portato ad uno scambio di battute al veleno tra Cenni e l’europarlamentare Morganti. Se non si può ancora parlare di frattura sicuramente, ieri mattina una prima incrinatura c’è stata: «Queste sono case di alto pregio — attacca Morganti —
spacciare delle ville per case popolari è irrispettoso verso chi paga centinaia di euro di mutuo e chi ha perso il lavoro e si vede scavalcare da stranieri che abitano qui da pochissimo. :giagia:
La soluzione è vendere questo complesso per aiutare più persone in maniera più modesta». E rincara: «Se non ci daranno la presidenza dell’Epp daremo l’appoggio esterno». Di rimando il sindaco Cenni ha ribattuto di considerare «le case come un aiuto per le famiglie bisognose e di non poter far altro che consegnarle». Quindi se pur sotto una nube di polemiche l’inaugurazione è andata in porto senza l’appoggio della Lega e senza la presenza di alcun rappresentante del Pd né di ex amministratori responsabili del progetto, solo ereditato dal sindaco Cenni.
Le lamentele e le accuse rivolte all’amministrazione comunale da parte delle tante persone presenti ieri non sono comunque rimaste indifferenti al primo cittadino che ha precisato: «Di fronte a questa manifestazione dobbiamo prendere atto che
la Lega ha evidenziato forte disagio da parte di tanti pratesi che oggi si sentono discriminati vedendo che gli alloggi, come prevede la legge, vengono assegnati anche a stranieri. Bisogna però evitare il rischio di una guerra fra poveri e per questo occorrono cambiamenti normativi perchè le regole di qualche anno fa non sono sufficienti ad affrontare problemi legati alla massa di immigrati che vive a Prato e alla crisi del distretto industriale».
L’assessore al sociale Mondanelli si augura che «i nuovi proprietari sappiano far tesoro di questo grande dono ricevuto dalla città» evidenziando allo stesso tempo la grande carenza di case popolari di Prato dove sono presenti solo 1400 alloggi a fronte di città come Firenze dove ce ne sono 14000 e Livorno che ne ha 11000. Il clima incandescente montato durante la mattinata culmina nel taglio del nastro bloccato dall’incursione di una giovane: solo l’intervento della polizia permette all’assessore Mondanelli di completare l’inaugurazione che poi si conclude con lo scambio di battute al vetriolo tra Claudio Morganti e Alfio Pratesi, assessore all’urbanistica nella giunta Mattei.
La Nazione - Prato - La Lega: "Sono ville e non case popolari"