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  1. #1
    oro e porpora
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    Predefinito Sulla pelle degli studenti

    Sulla pelle degli studenti

    Concita De Gregorio

    Sono un insegnante precario meridionale della scuola statale della provincia di Pordenone apprezzato dai miei alunni e dai loro genitori che ogni anno si battono per la mia riconferma. Dall'anno prossimo sicuramente a causa della riforma del maestro unico non lavorerò più (Sergio Catalano)

    Comincia così una lunga lettera che racconta come dal tempo del «maestro unico» i saperi si siano allargati e specializzati, le classi cresciute di numero, la presenza di bambini stranieri aumentata, le risorse per il sostegno ai disabili diminuite ma come intatto resti invece il bisogno di chi ha sei anni o ne ha dieci di essere «seguito dalla presenza costante e attenta di uno sguardo adulto». Inoltre, dice il maestro Sergio, «i bambini di oggi non sono più quelli di vent'anni fa». Non lo sono più, non c'è dubbio, e a nulla servirà imporre loro di alzarsi in piedi quando entra l'insegnante, di mettersi il grembiule col fiocco, di imparare il Padre Nostro per obbligo come propone l'assessore veneto, di andare tutti il 4 novembre alla parata come suggerisce La Russa.

    È il mondo fuori che è cambiato, il mondo che i bambini delle elementari si portano in aula sugli schermi dei videofonini forniti da genitori ansiosi e assenti, di solito ansiosi in quanto assenti, e che gli insegnanti fino all'altro giorno non potevano sequestrare all'ingresso in classe perché sarebbe stato, appunto, un attentato alla proprietà privata. Intendiamoci. Cambiare la scuola ad ogni cambio di ministro è un'antica tradizione che ha prodotto guasti in ogni epoca e sotto ogni bandiera. L'assemblearismo e le «conquiste di libertà» non sempre hanno garantito progresso.

    La decisione di non esporre i quadri coi risultati degli esami «per la tutela della privacy» è semplicemente grottesca, dice per esempio in una lettera il professor Mario Mirri da Pisa. Ha ragione. I miei figli hanno fatto le elementari andando uno in prima a cinque anni con la sperimentazione Berlinguer, uno a sette perché è nato a febbraio e la Moratti stabiliva al 30 gennaio il limite di ingresso, uno col tempo pieno, uno coi moduli, uno con la settimana corta l'altro con la giornata breve. Posso dire con certezza che cambia solo il grado di nevrosi dell'organizzazione domestica. Di nevrosi e di bisogno: una donna su cinque, ci dicono le cifre di ieri, quando fa un figlio smette di lavorare.

    A parte le implicazioni culturali e sociali (enormi) il danno è economico, vorrei dire a Tremonti: il lavoro femminile, per usare il linguaggio berlusconiano, «muove l'economia». Dal punto di vista della didattica però - dal punto di vista dei bambini - quello che conta non sono i voti né i grembiuli. Sono gli insegnanti, le persone. Va bene il grembiule, ha il vantaggio di non scempiare una maglietta al giorno col pennarello indelebile. Vanno bene i voti, i giudizi, il debito o il credito, l'esame a settembre: è lo stesso. Va bene persino farli alzare quando entra il maestro, se la palestra a scuola non c'è almeno si sgranchiscono le gambe. Dev'essere chiaro questo, però: il taglio di 87 mila insegnanti non ha nessuna motivazione culturale. È il taglio di 87 mila stipendi, tutto qui. È un risparmio giocato sull'unica cosa che in Italia funziona ancora meglio che nel resto del mondo: la competenza la passione e il talento delle persone che lavorano nella scuola elementare.
    Un governo che fa economia sui maestri è irresponsabile. Fa quadrare oggi conti che pagheremo tutti noi domani. L'unica risorsa di cui disponiamo è il futuro. Risparmiare sulla pelle dei bambini è criminale.

    http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=78794

  2. #2
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    Mi dispiace per questo maestro ma secondo me la Gelmini ha perfettamente ragione. Ho 20 anni ma ricordo perfettamente la terza elementare...avevo la bellezza di 9 maestri. Ovviamente c'era chi era competente e chi non era proprio portato (come molti altri lavori..) ma comunque avere tutti quanti questi maestri creava molta confusione e disorganizzazione.
    Ricordo che finita la terza elementare più di qualche persona chiese di essere cambiata di scuola...ed infatti in quarta eravamo di meno.
    Mio fratello e mia sorella che hanno 8 anni più di me tutti quanti questi problemi non li hanno minimamente avuti...semplicemente perchè avevano il maestro unico.

  3. #3
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    Non ritengo nel modo più assoluto valida la riforma del maestro unico... A livello proprio logico sarà meglio avere la possibilità di avere almeno qualche maestro bravo (su 3 o più) che uno non bravo che non cambierai mai no?

    Inoltre poi ci sarebbe tutto il lungo discorso sulle conoscenza specifiche che uno può avere e quindi non dover fare tutto in modo superficiale perchè deve.. ed il fatto che gestire sempre per ore ed ore gli stessi studenti rende il rapporto davvero logoro..

  4. #4
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    Citazione Originariamente Scritto da Saint-Just Visualizza Messaggio
    Non ritengo nel modo più assoluto valida la riforma del maestro unico... A livello proprio logico sarà meglio avere la possibilità di avere almeno qualche maestro bravo (su 3 o più) che uno non bravo che non cambierai mai no?

    Inoltre poi ci sarebbe tutto il lungo discorso sulle conoscenza specifiche che uno può avere e quindi non dover fare tutto in modo superficiale perchè deve.. ed il fatto che gestire sempre per ore ed ore gli stessi studenti rende il rapporto davvero logoro..
    Ma riguardo alle conoscenze specifiche o meno io penso che 10-12 anni fà gli studenti delle scuole elementari erano ben più preparati rispetto ad oggi...certo oggi ci sono tutta quanta una serie di problemi e colpe che forse a quel tempo non c'erano..(genitori meno permissimi, maestri che se ti davano uno schiaffo non venivano mandati via eccc...). Con la maestra unica è un rischio perchè si può trovare una persona più o meno capace ma comunque si ha una persona di riferimento che dopo 5 anni conoscerà molto ma molto meglio il ragazzo rispetto che 5-6 maestre.
    E poi sono sempre dell'idea che è meglio avere meno personale a livello scolastico ma più preparato e soprattutto meglio pagato.

  5. #5
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    Ma va là.. Un maestro unico è una follia. Una delle tante del governo Berlusconi.

  6. #6
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    io sinceramente alle elementari avevo più maestri e non mi son mai trovato male, anzi.quella del maestro unico mi sembra l'ennesima picconata sull'attività scolastica..come se già adesso non fosse semi disastrosa.

  7. #7
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    vardè, la gelmini la gavarà raxon su un bel po' de robe... però una ca la cambia la scola elementar taliana ca la xè considerà la migliore in tel mondo...
    la xè fora de xarvelo...

    (sassaroli...aggiungimi a MSN che ho da dirti e da chiederti una cosa su schio)

  8. #8
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    Citazione Originariamente Scritto da adso88 Visualizza Messaggio
    Sulla pelle degli studenti

    Concita De Gregorio

    Sono un insegnante precario meridionale della scuola statale della provincia di Pordenone apprezzato dai miei alunni e dai loro genitori che ogni anno si battono per la mia riconferma. Dall'anno prossimo sicuramente a causa della riforma del maestro unico non lavorerò più (Sergio Catalano)

    Comincia così una lunga lettera che racconta come dal tempo del «maestro unico» i saperi si siano allargati e specializzati, le classi cresciute di numero, la presenza di bambini stranieri aumentata, le risorse per il sostegno ai disabili diminuite ma come intatto resti invece il bisogno di chi ha sei anni o ne ha dieci di essere «seguito dalla presenza costante e attenta di uno sguardo adulto». Inoltre, dice il maestro Sergio, «i bambini di oggi non sono più quelli di vent'anni fa». Non lo sono più, non c'è dubbio, e a nulla servirà imporre loro di alzarsi in piedi quando entra l'insegnante, di mettersi il grembiule col fiocco, di imparare il Padre Nostro per obbligo come propone l'assessore veneto, di andare tutti il 4 novembre alla parata come suggerisce La Russa.

    È il mondo fuori che è cambiato, il mondo che i bambini delle elementari si portano in aula sugli schermi dei videofonini forniti da genitori ansiosi e assenti, di solito ansiosi in quanto assenti, e che gli insegnanti fino all'altro giorno non potevano sequestrare all'ingresso in classe perché sarebbe stato, appunto, un attentato alla proprietà privata. Intendiamoci. Cambiare la scuola ad ogni cambio di ministro è un'antica tradizione che ha prodotto guasti in ogni epoca e sotto ogni bandiera. L'assemblearismo e le «conquiste di libertà» non sempre hanno garantito progresso.

    La decisione di non esporre i quadri coi risultati degli esami «per la tutela della privacy» è semplicemente grottesca, dice per esempio in una lettera il professor Mario Mirri da Pisa. Ha ragione. I miei figli hanno fatto le elementari andando uno in prima a cinque anni con la sperimentazione Berlinguer, uno a sette perché è nato a febbraio e la Moratti stabiliva al 30 gennaio il limite di ingresso, uno col tempo pieno, uno coi moduli, uno con la settimana corta l'altro con la giornata breve. Posso dire con certezza che cambia solo il grado di nevrosi dell'organizzazione domestica. Di nevrosi e di bisogno: una donna su cinque, ci dicono le cifre di ieri, quando fa un figlio smette di lavorare.

    A parte le implicazioni culturali e sociali (enormi) il danno è economico, vorrei dire a Tremonti: il lavoro femminile, per usare il linguaggio berlusconiano, «muove l'economia». Dal punto di vista della didattica però - dal punto di vista dei bambini - quello che conta non sono i voti né i grembiuli. Sono gli insegnanti, le persone. Va bene il grembiule, ha il vantaggio di non scempiare una maglietta al giorno col pennarello indelebile. Vanno bene i voti, i giudizi, il debito o il credito, l'esame a settembre: è lo stesso. Va bene persino farli alzare quando entra il maestro, se la palestra a scuola non c'è almeno si sgranchiscono le gambe. Dev'essere chiaro questo, però: il taglio di 87 mila insegnanti non ha nessuna motivazione culturale. È il taglio di 87 mila stipendi, tutto qui. È un risparmio giocato sull'unica cosa che in Italia funziona ancora meglio che nel resto del mondo: la competenza la passione e il talento delle persone che lavorano nella scuola elementare.
    Un governo che fa economia sui maestri è irresponsabile. Fa quadrare oggi conti che pagheremo tutti noi domani. L'unica risorsa di cui disponiamo è il futuro. Risparmiare sulla pelle dei bambini è criminale.

    http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=78794
    un editoriale quanto mai chiaro e illuminante.

    Metto in rilievo il 3d perche' la questione e' importante

  9. #9
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    Citazione Originariamente Scritto da MaRcO88 Visualizza Messaggio
    io sinceramente alle elementari avevo più maestri e non mi son mai trovato male
    idem

  10. #10
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    Citazione Originariamente Scritto da sassaroli Visualizza Messaggio
    Mi dispiace per questo maestro ma secondo me la Gelmini ha perfettamente ragione. Ho 20 anni ma ricordo perfettamente la terza elementare...avevo la bellezza di 9 maestri. Ovviamente c'era chi era competente e chi non era proprio portato (come molti altri lavori..) ma comunque avere tutti quanti questi maestri creava molta confusione e disorganizzazione.
    Ricordo che finita la terza elementare più di qualche persona chiese di essere cambiata di scuola...ed infatti in quarta eravamo di meno.
    Mio fratello e mia sorella che hanno 8 anni più di me tutti quanti questi problemi non li hanno minimamente avuti...semplicemente perchè avevano il maestro unico.
    Eccolo lì... l'ennesimo che vuole far della sua esperienza personale una legge universale...

    Non si può far di tutta l'erba un fascio. Io ho avuto 3 maestre tutti gli anni e mi sono sempre trovato bene pur (alcune) cambiandole di anno in anno per motivi didattici o semplicemente perchè quella che mi insegnava Matematica ebbe un figlio il 3° anno. Per contro ti dico che se mi fossi trovato la maestra di Matematica che avevo in 3° come maestra unica mi sarei davvero trasferito (e conta che la scuola elementare sta a 200 metri da casa mia) e non ero l'unico che non ci andava d'accordo con quella. Sono stato fortunato, e punto.

    Ti faccio una domanda: se per caso dopo 4 anni di elementari il maestro unico perde il posto, o ha problemi di salute, o si trasferisce, o se è donna ha un figlio... insomma è impossibilitato a chiudere il ciclo dei 5 anni, cosa fai? Te ne capita uno nuovo giusto il 5° anno e devi ricominciare tutto daccapo. Questo sarebbe un bel problema secondo me e non penso di andare tanto lontano da una possibile realtà.

    Il maestro unico non era una riforma migliorativa e necessaria, semplicemente è stata fatta solo per risparmiare il più possibile sulla pelle degli studenti.

    E lasciamo perdere anche il pietosissimo taglio delle ore alle scuole medie. Fare meno di 30 ore è una buffonata, le scuole medie devono offrire una preparazione completa e non specifica (ora se non erro c'è anche la seconda lingua obbligatoria), quindi non si possono tagliare ore a destra e a manca. Taglieranno le ore di Grammatica, così avremo ancora più analfabeti in Italia.

 

 
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