PARTITO RADICALE TRANSNAZIONALE - TRANSNATIONAL RADICAL PARTY
MANIFESTO-APPELLO PRIMO GRANDE SATYAGRAHA MONDIALE PER LA PACE
Non c'è Pace senza Giustizia, Libertà e Democrazia
MANIFESTO-APPEAL FIRST GREAT WORLD SATYAGRAHA FOR PEACE
No Peace without Justice, Freedom and Democracy

Premessa

Dal 1981 oltre 120 Premi Nobel sottoscrissero un importante Manifesto-Appello che così iniziava (il cui testo e l’elenco dei firmatari è integralmente riportato in calce a questo documento):

“Noi sottoscritti, donne e uomini di scienza, di lettere, di pace, diversi per religione, storia, cultura, premiati perché ricerchiamo, onoriamo e celebriamo verità nella vita e vita nella verità, perché le nostre opere siano testimonianza universale di dialogo, di fraternità e di civiltà comune nella pace e nel progresso, noi sottoscritti rivolgiamo un appello a tutti gli uomini e a tutte le donne di buona volontà, ai potenti ed agli umili, nelle loro diverse responsabilità, perché decine di milioni di agonizzanti per fame e sottosviluppo, vittime del disordine politico ed economico internazionale oggi imperante, siano resi alla vità” (…).

Si trattò allora di intervenire per circoscrivere e superare l’orrendo olocausto per fame nel mondo già in corso e preannunciato. Da allora il mondo prese maggiore coscienza delle sue responsabilità e certamente, progressivamente decine di milioni di persone furono salvate. Quello stesso Partito Radicale che promosse quella iniziativa, è convinto oggi della probabilità e imminenza dello scoppio di un “prossimo tremendo conflitto”, della necessità e urgenza di proporre e realizzare questa nuova iniziativa.

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TESTO DEL MANIFESTO-APPELLO

Noi sottoscritti sosteniamo l'iniziativa nonviolenta del primo grande "SATYAGRAHA MONDIALE PER LA PACE" volto a rapidamente promuovere e costruire e realizzare un'ALTERNATIVA STRUTTURALE alla minaccia, alla probabilità di un prossimo tremendo conflitto che, divampando dal Medio Oriente, si estenda rapidamente al mondo intero.

La situazione del Medio Oriente persiste e si aggrava da decenni. Si tratta, dunque, di una situazione strutturale che produce in quanto tale conflittualità costante, e conflitti sempre più gravi continui. E ne minaccia uno - che quasi tutti nel mondo ritengono non solamente possibile ma ormai probabile - dai costi umani e naturali senza precedenti sia per dimensione geografica sia per l'impiego di nuove armi, a cominciare da quelle di attrazione - o distruzione - di massa, medianiche.

Urge, quindi, ormai (se non è già troppo tardi), costruire una pace, come alternativa strutturale, politica e istituzionale, a questo corso rovinoso delle cose.

La Pace come mera petizione di principio ha purtroppo mostrato - ormai quasi da un secolo - i suoi gravi limiti, la sua insufficienza, quando non la sua tragica nocività. La Pace non può essere solo invocata come valore assoluto, va costruita, strutturata e organizzata nel mondo, a partire dal nostro, europeo e mediterraneo.

Europa continentale e Medio Oriente si sono sempre compenetrate e si compenetrano nella storia attraverso i loro popoli mediterranei. La civiltà mediterranea, egizia, greco-romana, bizantina, infine laica e tollerante, ha visto nascere e affermarsi le tre grandi confessioni monoteiste - l'ebraica, la cristiana, l'islamica - proprio in quel suo lembo di terra che oggi sembrerebbe dovere costituire il luogo e la causa di una possibile orrenda apocalisse civile e umana.

Occorre reagire subito.

Il Primo Satyagraha Mondiale per la PACE, di ispirazione gandhiana e nonviolenta, ha per obiettivo un urgente intervento politico e istituzionale, di Riforma delle caratteristiche strutturali delle politiche che si scontrano in Medio Oriente e, a partire da lì, nel mondo.

Il carattere nazionale e sostanzialmente nazionalista, la blindatura ideologica di tutti gli Stati medio -orientali- incluso quello democratico dello Stato di Israele, è un pericolo manifestamente gravissimo, letale per Israele stessa e per l'intera area medio orientale.

Il superamento della sovranità nazionale assoluta come causa di guerre e ipoteca contro lo sviluppo civile e democratico, è alla base del processo federalista europeo, nel quale sono oggi attori pieni 25 Stati democratici, e coinvolti positivamente altri, sì da costituire ormai una comunità di mezzo miliardo di persone dai confini in continua espansione.

E' un vero scandalo intellettuale, antropologico che Unione europea e Israele, con la convergenza di Stati Uniti, non abbiano di già corretto questa situazione patologica: che la sola democrazia consolidata di un territorio - del quale occupa lo 0,2% - si illuda e quindi scelga lo strumento della sovranità nazionale assoluta, sia portata ad una logica di sopravvivenza necessariamente armata, militare, di perenne stato di eccezione. Dunque, è urgente che Israele operi nel quadro giuridico, civile, politico, dell'Unione europea, quale regione - per ora, sottolineiamo: per ora - di frontiera di una comunità istituzionale di mezzo miliardo di persone, con le sue regole, leggi, giurisdizioni, il suo parlamento democratico e un suo potere esecutivo (di certo imperfetto e inadeguato, ma pur sempre corrispondente e legittimato dai suoi trattati costitutivi).

La Unione europea, e l'intera Comunità internazionale, devono anche intervenire nella situazione Medio Orientale con coerenza, rigore e vigore rispetto alla propria legalità, quella costituita dalle dichiarazioni dei Diritti dell'uomo e da ormai centinaia di altri Trattati, Dichiarazioni con forza di legge, Costituzioni nazionali che li includono nel proprio diritto interno.

In Medio Oriente questo non accade, è anzi spesso tradito, ignorato. Si è sin qui posto l'accento esclusivo sul diritto dei Popoli a uno Stato nazionale, e alla sua assoluta sovranità. In tal modo si realizza l'aberrazione di consolidare anziché rimuovere gli ostacoli, frapposti in tanta parte del mondo, al riconoscimento e all'esercizio dei Diritti umani fondamentali.

Stati nazionali che non si fondano su questi diritti e sul diritto che dovrebbe essere vigente, e non lo è, costituiscono violenza e non diritto, producono guerre civili contro le libertà e la vita dei propri popoli e dei loro membri. I palestinesi hanno innanzitutto il diritto di non vedersi imposta una qualsiasi forma di Stato che non sia espressione e forza dei loro diritti umani, politici, sociali, di coscienza.

Se questo viene acquisito, Palestina, Libano, con Israele e la Giordania a ciò molto vicina, con la Turchia e il Marocco che ha chiesto ufficialmente l'adesione alla Unione europea sin dal 1987, e tutto il sud mediterraneo dove affondano le radici più profonde dell'Europa, vedranno riconosciuti ai propri cittadini e ai loro popoli i diritti di coscienza, sociali, economici, politici senza i quali non v'è libertà, non v'è democrazia, non v'è pace (se non sotto la forma di guerra civile di oppressione del proprio popolo).

E' per questo obiettivo che ci appelliamo ai democratici del mondo intero, ai suoi Parlamenti, al sistema delle Nazioni Unite che deve tornare a difendere e affermare i valori e le proclamazioni della sua carta costitutiva, al popolo che si è costituito e naviga in internet, la cui libertà sarebbe ulteriormente negata, piegata a nome delle esigenze di guerra e di sicurezza.

Tale appello potrà essere raccolto, fatto proprio, vissuto nei giorni del Primo Grande Satyagraha Mondiale per la Pace, per la Vita del Diritto e il Diritto di tutti alla Vita, quale CONCRETA ALTERNATIVA all'altrimenti probabile, prossimo scatenamento di una guerra globale, senza confini geopolitici, etici, umani".


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Allegato: Il Manifesto-Appello dei Premi Nobel

Il 24 giugno 1981, su iniziativa del Partito radicale, veniva diffuso nelle maggiori capitali dell'Occidente un documento contro lo sterminio per fame sottoscritto da decine di Premi Nobel. Era la risposta degli uomini di scienza all'indifferenza dei governi, dei mass media e dei singoli alle spaventose cifre che annunciavano la sicura morte di milioni di persone per fame nel Sud del mondo.

Il Manifesto indicava con precisione cosa fare per porre fine all'olocausto dei nostri giorni.

Attuare gli obiettivi del Manifesto, salvare dalla morte per fame il maggior numero di persone, divenne l'impegno prioritario del Partito radicale. Noi sottoscritti, donne e uomini di scienza, di lettere, di pace, diversi per religione, storia, cultura, premiati perché ricerchiamo, onoriamo e celebriamo verità nella vita e vita nella verità, perché le nostre opere siano testimonianza universale di dialogo, di fraternità e di civiltà comune nella pace e nel progresso, noi sottoscritti rivolgiamo un appello a tutti gli uomini e a tutte le donne di buona volontà, ai potenti ed agli umili, nelle loro diverse responsabilità, perché decine di milioni di agonizzanti per fame e sottosviluppo, vittime del disordine politico ed economico internazionale oggi imperante, siano resi alla vita.

Un olocausto senza precedenti, il cui orrore comprende in un solo anno tutto l'orrore degli stermini che le nostre generazioni conobbero nella prima metà del secolo, è oggi in corso e dilata sempre più, ogni attimo che passa, il perimetro della barbarie e della morte, nel mondo non meno che nelle nostre coscienze.

Tutti coloro che constatano, annunciano e combattono questo olocausto sono unanimi nel definire come innanzitutto politica la causa di questa tragedia.

Occorre quindi una nuova volontà politica e un nuovo specifico organizzarsi di questa volontà, che siano direttamente e manifestamente volti - con assoluta priorità - a superare le cause di questa tragedia e a scongiurarne subito gli effetti.

Occorre che un metodo ed una procedura adeguati, fra i tanti esistenti o immaginabili, vengano subito prescelti o elaborati ed attuati; occorre che un sistema di progetti convergenti e corrispondenti alla pluralità delle forze, delle responsabilità, delle coscienze li sostanzi.

Occorre che le massime autorità internazionali, occorre che gli Stati, occorre che i popoli - troppo spesso tenuti all'oscuro della realizzabilità piena di una politica di vita e di salvezza - così come già chiedono, angosciate, alcune tra le massime autorità spirituali della terra, operino unendosi o uniti nell'operare, con obiettivi puntuali, certi e adeguati perché venga attaccata, colpita e vinta, nelle sue sedi diverse, la morte che incalza, dilaga, condanna ormai una grande parte dell'umanità.

Occorre ribellarsi contro il falso realismo che induce a rassegnarsi come ad una fatalità a quel che invece appartiene alla responsabilità della politica ed al »disordine stabilito .

Occorre realisticamente lottare perché il possibile sia realizzato e non consumato, forse per sempre. Occorre che si convertano in positivo sia quegli assistenzialismi che danno soprattutto buona coscienza a buon mercato e che non salvano coloro cui si rivolgono, sia quelle crudeli e infeconde utopie che sacrificano gli uomini di oggi in nome di un progetto d'uomo e la società di oggi in nome di un progetto di società.

Occorre che i cittadini e i responsabili politici scelgano e votino, ai rispettivi livelli, elettorali o parlamentari, governativi o internazionali, nuove leggi, nuovi bilanci, nuovi progetti e nuove iniziative che immediatamente siano volti a salvare miliardi di uomini dalla malnutrizione e dal sottosviluppo, e centinaia di milioni, per ogni generazione, dalla morte per fame.

Occorre che tutti e ciascuno diano valore di legge alla salvezza dei vivi, al non uccidere, e al non sterminare, nemmeno per inerzia, nemmeno per omissione, nemmeno per indifferenza.

Se i potenti della terra sono responsabili, essi non sono gli unici.

Se gli inermi non si rassegneranno ad essere inerti, se dichiareranno sempre più numerosi di non obbedire ad altra legge che a quella, fondamentale, dei diritti degli uomini e delle genti, che è in primo luogo Diritto, e diritto alla vita; se gli inermi andranno organizzandosi usando le loro poche ma durature armi - quelle della democrazia politica e le grandi azioni nonviolente ``gandhiane'' prefiggendosi e imponendo scelte ed obiettivi di volta in volta limitati ed adeguati; se questo accadesse, sarebbe certo, così come oggi è certamente possibile, che il nostro tempo non sia quello della catastrofe.

Il nostro sapere non può consistere nel contemplare, inerti e irresponsabili, l'orrida fine che incombe.

Il nostro sapere, che ci dice che l'umanità intera è essa stessa e sempre più in pericolo di morte, non può che essere scienza della speranza e della salvezza, sostanza delle cose da noi tutti credute e sperate.

Se i mezzi di informazione, se i potenti che hanno voluto onorarci per i riconoscimenti dei quali siamo stati insigniti, vorranno ascoltare e far ascoltare anche in questa occasione la nostra voce e l'opera nostra e di quanti in queste settimane stanno operando nel mondo nella stessa direzione, se le donne e gli uomini, se le genti sapranno, se saranno informati, noi non dubitiamo che il futuro potrà essere diverso da quello che incombe e sembra segnato per tutti e nel mondo intero.

Ma solo in questo caso.

Occorre subito scegliere, agire, creare, vivere, fare vivere.



Il Manifesto-Appello è stato sottoscritto dai Premi Nobel:

Vincente Aleixandre Letteratura 1977
Hannes Alfven Fisica 1970
American Friends Service Committee Pace 1947
Philip Anderson Fisica 1977
Christian Anfinsen Chimica 1972
Kenneth Arrow Economia 1972
Julius Axelrod Medicina 1970
David Baltimore Medicina 1975
Samuel Beckett Letteratura 1969
J. Georg Bednorz Fisica 1987
Menachem Begin - Peace Prize 1978
Saul Bellow Letteratura 1976
Baruj Benacerraf Medicina 1980
Gerd Binning Fisica 1986
Baruch S. Blumberg Medicina 1976
Heinrich Boll Letteratura 1972
Norman E. Borlaug Pace 1970
Daniel Bovet Medicina 1957
Willy Brandt Pace 1971
Joseph Brodsky Letteratura 1987
Bureau International de la Paix Pace 1970
Elias Canetti Letteratura 1981
Owen Chamberlain Fisica 1959
Subrahmanyan Chandrasekhar Fisica 1983
Stanley Cohen Medicina 1986
Mairead Corrigan Pace 1976
André Cournand Medicina 1956
Jean Dausset Medicina 1980
Gérard Debreu Economia 1983
John Carew Eccles Medicina 1963
Odysseus Elytis Letteratura 1979
Ernst Otto Fischer Chimica 1973
Paul John Flory Chimica 1974
William A. Flowler Fisica 1983
Alfonso G. Robles Pace 1982
Sheldon L. Glashow Fisica 1979
William Golding Letteratura 1983
Ragnar Granit Medicina 1967
Roger Guillemin Medicina 1977
Haldan Keffer Fisica 1964
Hartline Medicina 1967
Odd Hassel Chimica 1969
Dudley Hershbach Chimica 1986
Gerhard Herzberg Chimica 1971
Dorothy Hodgkin Fisica 1979
Robert Hogfsadter Chimica 1964
David Hubel Medicina 1981
François Jacob Medicina 1965
Brian Josephson Fisica 1973
Alfred Kastler Fisica 1966
Lawrence R. Klein Economia 1980
Georges Kohler Medicina 1984
Polykarp Kusch Fisica 1955
Yuan Tseh Lee Chimica 1986
Jean Marie Lehn Chimica 1987
Rita Levi Montalcini Medicina 1986
Wassily Leontief Economia 1973
Salvador Luria Medicina 1969
André Lwoff Medicina 1965
Sean Mc Bride Pace 1974
Cweslaw Milosz Letteratura 1980
César Milstein Medicina 1984
Franco Modigliani Economia 1985
Eugenio Montale Letteratura 1975
Rudolf Massbauer Fisica 1961
Nevill Mott Fisica 1977
Gunnar Myrdal Economia 1974
Daniel Nathans Medicina 1978
Louis Neel Fisica 1970
Marshall Nirenberg Medicina 1968
Philip Noel-Baker Pace 1959
Severo Ochoa Medicina 1959
Linus Pauling Chimica 1954 e
Pace 1962
Arno Penzias Fisica 1978
Adolfo P. Esquivel Pace 1980
John Polanyi Chimica 1986
Rodney R. Porter Medicina 1972
Ilya Prigogine Chimica 1977
Quaker Peace and Service Pace 1947
Isidor Isaac Rabi Fisica 1944
Tadeus Reichstein Medicina 1950
Burton Richter Fisica 1976
Heini Rohrer Fisica 1986
Carlo Rubbia Fisica 1984
Martin Ryle Fisica 1974
Anwar El Sadat Pace 1978
Andrei D. Sacharov Pace 1975
Abdus Salam Fisica 1979
Frederik Sanger Chimica 1958 e 1980
Arthur Schawlow Fisica 1981
Jaroslav Seifert Letteratura 1984
Kai Siegbahn Fisica 1981
Claude Simon Letteratura 1985
Robert M. Solow Economia 1987
Albert Szent Gyorgy Medicina 1937
Henry Taube Chimica 1983
Hugo Theorell Medicina 1955
Jan Tinbergen Economia 1969
Nikolaas Tinbergen Medicina 1973
Sir Alexander Todd Chimica 1957
Susumu Tonegawa Medicina 1987
Charles Hard Townes Fisica 1964
Desmond Tutu Pace 1984
Simon Van Der Meer Fisica 1984
Ulf Von Euler Medicina 1970
George Wald Medicina 1967
Lech Walesa Pace 1983
Ernest Walton Fisica 1951
James Dewey Watson Medicina 1962
Patrick White Letteratura 1973
Elie Wiesel Pace 1986
Torsten Wiesel Medicina 1981
Maurice Wilkins Medicina 1962
Betty Williams Pace 1976

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