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Discussione: Il regime Cinese

  1. #21
    Frangar,non flectar!
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    Citazione Originariamente Scritto da perplesso666 Visualizza Messaggio
    scusa giulma se non ti leggo per intero,ma x il caldo e lo studio ho i 17 neuroni fusi.....cmq,x quel poco che può valere,qualcuno che qui apprezza il tuo sforzo c'è......

    PS: meglio avere dalla tua parte questo qui sopra che la massa di pacifinti che infesta il forum....
    Un momento,non generalizzare,io non appartengo affatto a quelli che tu chiami pacifinti e quello scimmione della foto sarei pronto io stesso a decapitarlo!!Come la masnada del suo governo ivi compresa la nera condoleeza!

  2. #22
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    Citazione Originariamente Scritto da perplesso666 Visualizza Messaggio
    scusa giulma se non ti leggo per intero,ma x il caldo e lo studio ho i 17 neuroni fusi.....cmq,x quel poco che può valere,qualcuno che qui apprezza il tuo sforzo c'è......

    PS: meglio avere dalla tua parte questo qui sopra che la massa di pacifinti che infesta il forum....
    Molto gentile perplesso666! Ancora qualche dramamtico ma interessante spunto di riflessione preso da questo sito molto ben fatto http://www.4burma.it/:

    L'informazione nelle dittature


    Premessa
    Molti sono gli aspetti che individuano un regime dispotico e lo differenziano da una, seppur imperfetta, democrazia. Il piglio con cui la giunta gestisce quotidianamente persone, eventi e situazioni dimostra chiaramente che la Birmania è una dittatura.
    Uno degli ambiti più caratterizzanti in questo senso è quello relativo alla produzione e alla divulgazione dell'informazione.
    Il modo in cui il regime militare manipola in modo mirato e scientifico i media ne dimostra inequivocabilmente l'illiberalità.
    Per quanto anche nelle democrazie occidentali esistano poteri forti che tentano di dare un taglio propagandistico e/o utilitaristico all'informazione - spostando l'attenzione verso ciò che conviene divulgare - essi devono fare i conti con la presenza, più o meno gradita, di una controinformazione che si affanna a sostenere l'esatto contrario. È questo il concetto di "pluralismo democratico dell'informazione" a cui siamo abituati.
    Viceversa in un regime totalitario, l'unica voce presente (che finge di distinguersi in testate differenti soltanto nel nome) raccoglie l'intero bacino di utenza, essendo bandita qualsiasi opinione discordante. Non parliamo perciò di un'opposizione mediatica mal tollerata, invisa o addirittura ostacolata, parliamo di vera e propria eliminazione fisica delle posizioni non allineate. La differenza è sostanziale.
    Questa è esattamente la situazione in Birmania, per buona pace di chi sostiene che essa, così come molti altri "Paesi in via di sviluppo", non sia un vero e proprio regime autoritario ma debba la propria infausta condizione a una mescolanza di eventi al limite del fatalismo, che vanno dallo sfruttamento economico dei crudeli Paesi occidentali al mancato sviluppo tecnologico e industriale, all'arretratezza socio-culturale delle aree agricole fino all'asprezza delle condizioni climatiche o geofisiche.
    Non ci interessa fornire attenuanti a un governo criminale che si è imposto come unico referente nella vita e nel pensiero del suo popolo. La Birmania è controllata da una crudele dittatura, corrotta ed affamatrice, una delle più immonde mai affacciatesi su questo pianeta. E le colpe non vanno cercate al di fuori di questo tanto sventurato quanto nobile Paese, ma nell'attuazione di accurate pianificazioni politiche.
    Tecniche
    La gestione dell’informazione che caratterizza i regimi totalitari utilizza diverse tecniche. L’espediente più usato è quello dell’individuazione di un nemico comune dello Stato, interno e/o esterno, che serve a legittimare una condizione d’emergenza diffusa e ininterrotta necessaria alla sopravvivenza del regime (il caso di Cuba e della gestione mediatica dell’embargo subito dagli Stati Uniti è illuminante). Questa strategia politica e comunicativa produce un triplice effetto: compattare la popolazione di fronte ad un allarme sociale, dirottare sul nemico prescelto le responsabilità di ogni inefficienza e infine attuare una maggiore repressione, nonché un ricorso alla forza e a provvedimenti drastici altrimenti ingiustificabili. La Birmania non fa certo eccezione in questo senso.
    Se è vero che la chiave del "successo" di ogni totalitarismo poggia sulla gestione delle masse, è altrettanto vero che ciò comporta la riduzione all’indigenza della popolazione (vi viene in mente un solo regime dove il popolo sia ricco, sazio e felice?). Costringere i cittadini a vivere di stenti è uno strumento funzionale - in quanto organizzazione e perpetuazione dello stato di bisogno - alla dipendenza di questi verso il regime e le sue politiche economico-sociali. Chi passa la giornata a ricavare il necessario per mettere insieme due pasti per sé e la propria famiglia non ha tempo per porsi questioni sulla democrazia o la libertà di opinione. E nessun regime si sente in obbligo di rispondere a questioni non poste.
    Analisi
    Esiste una "scientificità" dell'uso dell'informazione nelle dittature che risponde a norme omogenee, replicate nelle tirannidi di tutto il mondo e di tutti i tempi. La Germania nazista applicava gli stessi principi dell'Unione Sovietica stalinista, entrambi analoghi a quelli del peggior regime africano o della nostra Birmania. Si tratta di un pacchetto di regole ben definite e individuabili, che proviamo a sintetizzare in 10 punti:
    1. Totale asservimento alla linea politica del Partito-Stato.
    2. Diffusione del culto della personalità del leader.
    3. Utilizzo retorico del linguaggio per descrivere la cronaca politica, sempre ampolloso ed enfatico.
    4. Demonizzazione degli avversari politici o dei dissidenti attraverso l'uso di specifiche terminologie (banditi, terroristi ecc.).
    5. Supporto alla censura e alle politiche avverse alla libertà di espressione attraverso l'appello a fantomatiche ragioni di sicurezza.
    6. Ostilità verso i Paesi stranieri e diffidenza verso gli organismi internazionali, avvertiti come fonti di intromissione nelle vicende interne o minacce alla stabilità.
    7. Esaltazione del militarismo e del ruolo svolto dalle forze armate.
    8. Magnificazione dei risultati relativi a progresso sociale, scientifico ed economico.
    9. Ampio risalto ad eventi sportivi, culturali e artistici conformi all'ideologia e al sistema.
    10. Accurata selezione dei fatti di cronaca: si privilegiano cerimonie e commemorazioni a cui partecipano i notabili dello Stato e si escludono quasi del tutto vicende di cronaca nera, percepite come atti turbativi dell'ordine pubblico, della morale corrente e dell'azione delle forze dell'ordine.
    Il caso birmano
    Oggi in Birmania si pubblicano numerose riviste. Alcune a colori, la maggior parte in bianco e nero e su carta di cattiva qualità.
    Diversi sono i quotidiani, che possiamo suddividere fra quelli di proprietà statale e quelli privati (ma in entrambi i casi fortemente filo-governativi e soggetti a una censura ferrea). Tra i giornali di Stato, i più importanti sono The New Light of Myanmar e il Kyay Mohn (The Mirror, nella versione inglese) entrambi editi in birmano e in inglese. The New Light of Myanmar è il giornale ufficiale della Nazione, strutturato secondo uno schema editoriale ben preciso.
    Nella prima pagina ci sono gli "obiettivi del popolo" divisi in tre categorie: i quattro dibattiti politici, i quattro obiettivi economici e i quattro obiettivi sociali. Il tutto continua in seconda pagina, con i "desideri del popolo", le quattro frasi che si ritrovano continuamente su ogni libro, rivista, dvd. O prima della proiezione di un film, nei pressi delle abitazioni o all’ingresso di un parco. I quattro desideri del popolo sono:
    1. Opporsi a chi utilizza elementi esterni per propagandare idee negative.
    2. Opporsi a chi tenta di mettere in pericolo la stabilità dello Stato e il progresso della Nazione.
    3. Opporsi alle nazioni straniere che interferiscono nella politica interna dello Stato.
    4. Polverizzare gli elementi distruttivi interni ed esterni come fossero un unico grande nemico.
    Questo giornale si può dividere in tre sezioni:
    Politica internazionale, dove tutto va male.
    Politica nazionale, dove "grazie agli sforzi del nostro valido esercito il Paese si sviluppa lentamente ma costantemente" e nella quale sono riportati articoli che contengono solo l’elenco degli ufficiali presenti in occasione di un evento.
    E infine sport e cronaca, la parte che viene maggiormente seguita dai birmani, che da tempo sanno come comportarsi con il resto del giornale, visto che possono ascoltare clandestinamente la radio che trasmette dalla Thailandia in lingua birmana.
    Per quanto riguarda Internet, tutto passa per il provider dell’esercito. Sono stati applicati dei filtri che bloccano molti siti e la velocità di connessione è troppo bassa.
    In Birmania si trovavano fino a poco tempo fa film pirata di provenienza thailandese. Poi, da un giorno all’altro, questo non è stato più possibile in quanto il Governo ha deciso di vietare la vendita dei film stranieri.
    In questo quadro deprimente, andiamo ad analizzare le prime pagine dei due quotidiani di regime: The New Light of Myanmar, il cui scopo, come vedremo, è tutto fuorché fare nuova luce su ciò che accade in Birmania, e The Mirror, lo specchio fedele del primo…

    http://www.4burma.it/contStd.asp?lang=it&idPag=478

  3. #23
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    Londra Connection. Come i Lloyd's finanziano la giunta


    L’organizzazione non governativa Burma Campaign UK, in un rapporto intitolato "Insuring Repression", ha denunciato l’ignobile collusione tra i Lloyd's di Londra e la giunta militare birmana.
    Il rapporto è il risultato di un’inchiesta che ha coinvolto più di 500 compagnie assicurative in tutto il mondo, 200 delle quali (a Londra, Antwerp, Singapore, Thailandia, Germania, Bermuda, Giappone e Malesia) non sono state in grado di “chiarire” le loro relazioni con la giunta birmana.
    I contratti assicurativi stipulati con le compagnie straniere muovono un flusso di miliardi di dollari nelle casse del regime e, oltre ad aver arricchito la ristretta elite vicina ai generali, hanno drammaticamente rinforzato le fila dell’esercito. (1)
    In particolare i Lloyd's e alcune compagnie ad essi collegate sono accusati di avere un ruolo significativo nella copertura assicurativa della compagnia aerea di stato Myanma Airways, uno dei principali assets della giunta. "L’industria globale delle assicurazioni è un gigante invisibile senza cui l’economia mondiale non potrebbe funzionare. Quasi tutto ciò che vediamo è assicurato, dai grattacieli agli appartamenti, dai motoscafi ai transatlantici (…) I Lloyd’s di Londra, riforniscono un mercato dove differenti compagnie (conosciute come 'cartelli') conducono complessi affari finanziari. I Lloyd’s assicurano le condizioni di rischio più complesse al mondo ed hanno fornito la copertura delle principali società in Myanmar" riferisce il rapporto. L’importanza economica di tale accordo risulta facilmente comprensibile se si pensa che, senza assicurazioni navali o aeree, il governo birmano non potrebbe esportare pietre preziose, legname, vestiti, petrolio e gas, e ciò porterebbe alla rovina i generali che opprimono il paese.
    Il finanziamento dell’industria globale delle assicurazioni al regime birmano viene effettuato attraverso la compagnia assicurativa nazionale “Myanmar Insurance” - di cui lo stato è l’unico azionista – per la quale tutti i contratti assicurativi devono passare. In tal modo tutte le merci destinate ad altri paesi che transitano per la Birmania, così come i veicoli stranieri che entrano nel paese, devono essere assicurati dalla Myanmar Insurance, il cui monopolio è protetto dalla legge: stipulare assicurazioni attraverso altre compagnie è un reato punibile con l’arresto.
    Il management della Myanmar Insurance è in mano ai militari. Managing Director è il Colonnello Thein Lwin, mentre il General Manager è il Maggiore Maung Thein. Essi sono rispettivamente il Presidente e il Segretario del Comitato di Supervisione della compagnia, che fa direttamente riferimento al Ministro della Finanza e delle Entrate. Il comitato è responsabile di un’ampia gamma di attività, che vanno dall’analisi e l’approvazione di nuovi affari al rilascio dei permessi per operare in Birmania, fino all’acquisto di assicurazioni da compagnie estere.
    Infatti la compagnia non è abbastanza grande per coprire tutti i contratti assicurativi del paese e, per garantire appropriati livelli di copertura, può "riassicurarsi" tramite compagnie straniere. Sono noti almeno due uffici di compagnie assicurative straniere in Birmania: le giapponesi Sompo Insurance e Mitsui Sumitomo. L’attività dei loro uffici non è verificabile e, anche se la legge birmana vieta loro di vendere assicurazioni direttamente alle compagnie birmane, essi hanno il permesso legale di usare l’intermediazione della Myanmar Insurance (con la quale stanno tentando di formare una Joint Venture).
    "Se la Myanmar Insurance non è in grado di venire incontro ai bisogni di una compagnia", spiega il rapporto di Burma Campaign UK "ad esempio se l’esigenza è troppo specialistica (come assicurare un gasdotto) possono essere fatte delle eccezioni con il permesso del regime, attraverso il Ministro della Finanza e delle Entrate. In questi casi le assicurazioni saranno stipulate sul mercato straniero e la Myanmar Insurance attuerà un’operazione di ‘fronting’. In tale procedura un assicuratore principale (come la Myanmar Insurance) emette la polizza, ma poi passa l’intero rischio ad un riassicuratore (sul mercato internazionale) in cambio di una provvigione. Il riassicuratore non necessita di alcuna licenza".
    Il Fronting è una ingente fonte di guadagno per il regime in quanto non comporta alcun rischio e la provvigione imposta può essere molto alta. La Myanmar Insurance può richiedere provvigioni fino al 15% per approvare un accordo di fronting e si ritiene che solo questa attività possa generare guadagni di decine di milioni di dollari.
    Sempre secondo il rapporto, nel 2004 la compagnia avrebbe ricevuto 5.1 milioni di dollari USA in premi, escluse le provvigioni prese a seguito degli accordi di "fronting".
    Johnny Chatterton, attivista di Burma Campaign UK, ha dichiarato: "L’industria globale delle assicurazioni sta fornendo fondi alla dittatura birmana. Le compagnie assicurative, inclusi i membri dei Lloyd’s mettono il profitto davanti all’etica. Non si preoccupano del fatto che stanno aiutando un regime brutale, finanziando l’acquisto di armi, pallottole e carri armati per le campagne di repressione e pulizia etnica. In un’epoca in cui alle compagnie piace dichiarare di comportarsi eticamente, questi gruppi supportano un regime che, meno di un anno fa, ha sparato su una folla di manifestanti inermi (…) stanno sostenendo un regime che governa attraverso la paura, lo stupro, la tortura e l’assassinio dei civili".
    I Lloyd's si difendono dalle accuse dichiarando che i propri membri non infrangono nessuna legge assicurando le infrastrutture chiave in Birmania. Infatti, le leggi dell’UE non impediscono di investire o fornire servizi assicurativi in Birmania, al contrario degli Stati Uniti dove sono in atto dal 2003 pesanti sanzioni finanziarie. Nonostante le pressioni del Parlamento Europeo per adottare analoghi provvedimenti, i capi di stato dell’Unione non hanno trovato l’unanimità necessaria per approvare le misure restrittive.
    Un portavoce dei Lloyd's ha dichiarato il 26 luglio 2008 a inthenews.co.uk: "a meno che non ci siano sanzioni ufficiali, non daremo istruzioni al mercato su dove si possono o non si possono fare affari".
    Il coinvolgimento dei Lloyd nei traffici del regime criminale dei generali rischia di danneggiare gravemente l’immagine della compagnia e dello stesso Regno Unito ed ha provocato una campagna di pressione per la cessazione dei rapporti con la Birmania.
    Le assicurazioni sono vitali per le compagnie che investono in Birmania. La campagna mira a far diventare il paese sempre meno attraente per gli investitori stranieri, rendendo più costoso e difficile assicurare le operazioni in Birmania. Tagliare i fondi della giunta farà diminuire il denaro che essi spendono in armi e aumenterà la pressione mirata ad accelerare i negoziati per il progresso democratico in Myanmar.
    La "Dirty List"
    Oltre al vitale apporto dei Lloyd's, il movimento finanziario attuato attraverso le compagnie assicurative coinvolge Singapore, Malesia, Giappone, Germania, Australia e Paesi Arabi. In appendice al rapporto di Burma Campaign UK "Insuring Repression", è stata stilata una "Dirty list" con i nomi delle compagnie coinvolte negli affari con la giunta Birmana. Oltre ai Lloyd's di Londra e alle compagnie ad essi collegate come Catlin e Atrium ci sono:
    • Hannover Re. Rappresentata nel mercato Birmano attraverso la sua filiale in Malesia.
    • XL. A cui è affidata la copertura assicurativa di una delle compagnie aeree di proprietà statale.
    • Tokio Marine (Giappone). Da poco entrata a far parte del gruppo dei Lloyd attraverso l’acquisizione della Kiln, anch’essa responsabile della copertura assicurativa della compagnia aerea statale.
    • Sompo Japan (Giappone). Una delle maggiori compagnie assicurative giapponesi, con uffici in tutto il mondo, incluso il Regno Unito. La compagnia sta cercando di formare una Joint Venture con la Myanmar Insurance.
    • Mitsui Sumitomo (Giappone). Anch’essa sta tentando di costituire una Joint Venture con la Myanma Insurance.
    • QBE (Australia).
    • ACE (Bermuda). La Ace Marine, offre assicurazioni in Birmania attraverso il suo ufficio di Londra.
    • Labuan Re (con sede in Malesia).
    • OCBCBank (Singapore).
    • Pana Harrison (Singapore). Fornisce servizi assicurativi per le compagnie aeree di proprietà del regime. Target Insurance Broker broker di Singapore che lavora nei Lloyd’s.
    • Arab Insurance Group (ARIG) (Emirati Arabi Uniti, Libia e Kuwait). La succursale di Singapore è responsabile delle attività in Birmania.
    • Al Wasl (Dubai). Le cui operazioni in Birmania sono gestite attraverso la sede in Bangladesh.
    Fonti:
    http://www.guardian.co.uk/business/2...tsbgroup.burma
    http://www.insurancetimes.co.uk/stor...ode=373193&c=1
    http://www.viewlondon.co.uk/news/sto...-18704693.html
    http://www.ft.com/cms/s/0/775dc688-5...077b07658.html


    (1) Circa la metà del budget governativo viene usato per spese militari mentre solo l’1.4% è destinato alla salute e all’educazione.

    Leggi il rapporto di Burma Campaign UK:


    Insuring Repression

    http://www.4burma.it/contStd.asp?lang=it&idPag=485

    http://www.4burma.it/

  4. #24
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    I gadget olimpici e la giada insanguinata

    Birmania/Cina: attivisti chiedono di non comprare i souvenir Olimpici fatti con la "giada sporca di sangue"
    Da: Inter Press Service
    "I partecipanti e gli spettatori dei Giochi Olimpici di Pechino dovrebbero boicottare souvenir e gioielli fatti con la giada birmana, per non sostenere gli abusi commessi nell’ambito dell’industria mineraria in Birmania". Questo è l’appello lanciato alla vigilia della cerimonia di apertura dal gruppo di attivisti All Kachin Students and Youth Union (AKSYU).
    Secondo un rapporto dell’ AKSYU intitolato "La giada insanguinata: le pietre birmane e i Giochi di Pechino", (1) circa il 90 % della giada venduta in Cina proviene da Hpakant, nello stato Kachin, lungo il confine tra Cina e Birmania. Il rapporto denuncia le deplorevoli condizioni di lavoro dei minatori, le epidemie di AIDS e la distruzione dell’ambiente provocati dall’industria mineraria controllata dai militari, che costituisce una delle principali fonti di denaro proveniente dagli investimenti stranieri: "Migliaia di persone hanno perso la terra a causa dell’espansione delle aree destinate all’estrazione mineraria. Le morti dovute ai crolli nelle cave e la violenza non autorizzata dei viglilantes assoldati dalle compagnie sono all’ordine del giorno". I minatori sono costretti a turni di 12 ore o anche più lunghi, a volte lavorano di notte e con brevissime pause. Il tutto per circa 1 dollaro USA al giorno.
    David Scott Mathieson, consulente per la Birmania di Human Rights Watch (HRW), ha riferito ad IPS che la giada in Birmania viene usata da anni come merce di scambio per finanziare la guerriglia contro i gruppi etnici e per mantenere a galla il repressivo regime militare, che partecipa direttamente all’industria mineraria a volte in joint venture con imprese private. "Le miniere birmane sono gestite col pugno di ferro dalle autorità militari" riporta Human Rights Watch "Gli abusi collegati alle cave includono confisca della terra, estorsione, lavoro forzato, sfruttamento del lavoro minorile, inquinamento ambientale e condizioni di lavoro estremamente rischiose". Niente di strano per il governo cinese - che da diversi anni ha incrementato le importazioni di giada dalla Birmania – il quale è abituato agli stessi standard di "qualità del lavoro".
    L’interesse della Cina nella giada Birmana è iniziato a metà anni ’90, dopo l’accordo di pace firmato dalla giunta con i separatisti Kachin. Nello stesso anno, il 1995, Pechino riconobbe ufficialmente il nuovo governo militare di Rangoon e i generali aprirono le porte all’esportazione di gemme e giada. Esportazione di cui la Cina si accaparrò circa un terzo del totale.
    Dopo l’esportazione di gas e prodotti agricoli, le gemme e le pietre preziose sono la terza fonte di guadagno della giunta. I proventi nel 2006-2007 ammontavano a 297 milioni di dollari USA e nel 2007-2008 sono aumentati, secondo lo stesso Ministero del Commercio Birmano, a 647 milioni di dollari USA. Ma secondo alcuni esperti sono anche di più.
    Per quanto riguarda la giada, secondo la All Kachin Students and Youth Union, il governo militare dovrebbe ricavare da essa 300 milioni di dollari l’anno, principalmente grazie alla Cina. Secondo la testimonianza rilasciata ad IPS da un compratore presente ad un’asta per la giada birmana "Quasi tutti i presenti erano cinesi, qualcuno da Hong Kong e Taiwan (…) I Cinesi erano interessati a due grandi lastre di giada grezza, una delle dimensioni di una macchina, l’altra di un grande tavolo (…) il prezzo iniziale d’asta di una lastra di giada delle dimensioni di una sedia è 1.546.770 dollari USA".
    Davanti a questi prezzi sembra quasi eroico l’accorato appello di attivisti come All Kachin Students and Youth Union: "le nostre montagne sono scomparse e i nostri giovani stanno morendo. I generali stanno permettendo ai loro amichetti di scavare via il nostro futuro. Vi Chiediamo di non comprare la giada birmana sporca di sangue".

    (1) "Blood Jade: Burmese Gemstones and the Beijing Games"

    Fonte:
    http://www.ipsnews.net/news.asp?idnews=43475



    http://www.4burma.it/contStd.asp?lang=it&idPag=503

    http://www.4burma.it/

  5. #25
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    Questo articolo è dedicato al giorno 8/8/8, la cerimonia di apertura delle Olimpaidi della Dittatura e del Genocidio:

    8-8-8


    Oggi, 8 agosto 2008, mentre la Cina festeggia la cerimonia di apertura delle "Olimpiadi del genocidio", in Birmania si compie il ventesimo anniversario della rivolta popolare che portò in strada, nel 1988, centinaia di migliaia di persone e si concluse con la morte di almeno 3.000 civili.
    Mentre gli attivisti birmani all’estero si preparano a sei settimane di manifestazioni contro la giunta, dentro i confini del Myanmar i militari "celebrano" l’anniversario in assetto di guerra. Le squadre antisommossa e le milizie governative presidiano i punti strategici della città di Rangoon, compresi l’ex campus dell’università e la famosa pagoda di Shwedagon, mentre la casa di Aung San Suu Kyi è controllata a vista dalla polizia armata fino ai denti.
    Ovunque nel resto del continente asiatico gruppi di dimostranti si sono riuniti sotto le ambasciate, compresa l’ambasciata cinese a Bangkok.
    "Siamo qui perché la Cina è il principale sostenitore del regime militare" ha dichiarato ai reporter Kyaw Lin Oo, un attivista Birmano.
    "Mentre il mondo festeggia l’apertura dei Giochi Olimpici, le persone dovrebbero fermarsi un attimo a ricordare le atrocità commesse in Birmania 20 anni fa", ha aggiuto Elaine Pearson, responsabile per l’Asia di Human Rights Watch.

    Riportiamo il commento di un nostro lettore in proposito:
    "Il mondo dei malvagi si è dato un appuntamento nello stadio degli uccelli del malaugurio. Il 4 agosto 2008 l’agenzia italiana Adnkronos ha ripreso una notizia data dal giornale di regime "New light of Myanmar", che informa i lettori del fatto che il primo ministro birmano, Generale Thein Sein, sarà presente alla cerimonia di apertura.
    Coincidenza vuole che l’ago agosto 2008 saranno passati giusto venti anni dalla feroce e sanguinosa repressione operata dai militari birmani il giorno 8 agosto 1988, che provocò la morte di tremila studenti appertenenti al Movimento per la democrazia.
    Come potrenno sfilare gli atleti davanti a questo crudele individuo? Come potranno alzare il braccio in segno di saluto verso il suo "padrone", il segretario del partito comunista cinese Hu Jintao?
    Ci poniamo questa domanda. La nostra risposta è: oscurando e facendo tacere le loro coscienze."

    http://www.4burma.it/contStd.asp?lang=it&idPag=506

    http://www.4burma.it/

  6. #26
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    la Birmania ufficiale immagino sarà stata presente in forze alla parata olimpica...

  7. #27
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    I birmani muoiono e i generali aiutano i vicini


    Nei mesi di luglio e agosto la Birmania ha esportato 4352 tonnellate di riso in Bangladesh. Chissà quanto ne ha venduto ad altri paesi.
    La demoniaca giunta birmana "fa le pentole ma non i coperchi" e qualcuna delle loro malefatte comincia a trapelare.
    Il 4 settembre 2008 il World Bulletin ha diffuso la notizia che il Bangladesh, per soddisfare la domanda locale durante il Ramadan, ha importato dalla Birmania notevoli quantità di alimenti a prezzi gonfiati.
    Oltre alle 4352 tonnellate riso, le importazioni del Bangladesh riguardano anche gli animali domestici come bovini, polli e capre, nonché grandi quantità di pesce.
    Un fatto è certo: la popolazione birmana sta morendo di fame, forse proprio perché gli viene impedito di consumare ciò che producono. I dittatori sequestrano tutto quello che i contadini riescono a coltivare per venderlo al miglior offerente.
    Ma dove si siano procurati tanto riso i generali non è dato saperlo.
    È politicamente scorretto pensare che ancora si vendano gli aiuti internazionali?

    Fonti:
    www.worldbulletin.net

    http://www.4burma.it/contStd.asp?lang=it&idPag=512

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  8. #28
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    Predefinito Il regime Cinese

    Il filmato è veramente Duro e Crudele ...io non riesco a guardarlo tutto...


    http://www.furisdead.com/feat/ChineseFurFarms/


    Questo è una delle tante violazioni dei diritti in Cina. L'atrocità che si vede in queste scene non deve farci dimenticare i milioni di schiavi cinesi costretti a lavorare senza diritti per farci arrivare nei nostri supermercati le marci a basso costo.

    Vergogna alla regime Capitalcpmunista cinese... Altro che giochi olimipici...

  9. #29
    AhAhAh
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    Le violenze contro gli animali non riesco veramente a sopportarle, putroppo non è questione di cina o di altri paesi, basti pensare al foie gras.

  10. #30
    elen sila lumenn' omentielvo
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    http://www.nonlosapevo.com/home.htm

    Non c'é che l'imbarazzo della scelta...... e non c'é limite. Certo i cinesi sembrano essere degli specialisti in materia, ma non c'é paese che si salvi, alla fine dei conti.

 

 
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