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Comunicato del cdr di "Liberazione"
L'assemblea di redazione del quotidiano Liberazione manifesta il proprio allarme sulle sorti della testata e conseguentemente sulla tutela dei posti di lavoro. L'editore, malgrado le sollecitazioni a termini di contratto, non ha ancora fornito al Comitato di redazione le informazioni dovute sullo stato finanziario dell'impresa. Nel frattempo la direzione ha apportato tagli al numero di pagine del giornale e al settimanale di cultura Queer, stravolgendo di fatto il progetto editoriale. Non è dato conoscere inoltre i risultati finanziari, pubblicitari e il bilancio dell'edizione pomeridiana distribuita gratuitamente a Roma e a Milano. E' stato annullato il contratto di stampa con la tipografia di Catania con inevitabili effetti negativi sulla distribuzione in Sicilia. Da tempo sono bloccati i pagamenti dei collaboratori. Il Cdr di Liberazione non riceve risposte nemmeno alle ripetute richieste di stabilizzazione delle situazioni di precariato interno alla redazione. Tutto questo si inserisce in un pesante quadro di incognite finanziarie ed editoriali. Liberazione rischia infatti di essere colpita "mortalmente" dall'ultima finanziaria che ha tagliato i contributi pubblici alla stampa cooperativa e di partito. Se non interverranno immediate correzioni normative la voce critica del nostro quotidiano verrebbe soffocata insieme a quella di altre testate di diverso orientamento. I giornalisti e tutta la redazione di Liberazione sono impegnati nella battaglia per costringere il Governo e il Parlamento a porre rimedio a questa grave decisione e rinnovano anzi l'appello ai colleghi di ogni testata e ai sindacati a promuovere e sostenere questa rivendicazione in tutte le sedi.
Al contempo la redazione di Liberazione esprime forte preoccupazione per la mancanza di assicurazioni da parte dell'Editore sul futuro del giornale, per le ventilate voci di un ricorso allo stato di crisi o addirittura alla procedura fallimentare. Per questa ragione, nell'imminenza della riunione del Consiglio di Amministrazione della società editoriale, l'assemblea di redazione chiede una presa di posizione chiara e pubblica sulle condizioni di fatto e sulle concrete intenzioni dell'Editore. Poiché unico proprietario della testata è il Partito della Rifondazione comunista, la redazione di Liberazione ritiene a questo punto improcrastinabile un chiaro pronunciamento sul futuro del giornale e, in particolare sulla tutela dei lavoratori, direttamente da parte del massimo organismo dirigente del Prc, convocato a sua volta per il 13 settembre.
La redazione di Liberazione dichiara la propria indisponibilità ad accettare oltre uno stillicidio di azioni riduttive dell'offerta qualitativa e quantitativa del quotidiano, in assenza di un quadro chiaro e preciso dei conti economici e in mancanza di un organico aggiornamento delle politiche editoriali, come compete rispettivamente all'amministrazione della società editrice e alla direzione del giornale. Per questa ragione la redazione si rifiuta di lavorare all'inserto "Queer" se questo deve uscire in edicola con un formato ridotto rispetto alla foliazione originaria.Pur consapevoli della delicatezza del momento politico e del confronto interno e senza voler interferire in alcun modo, in quanto assemblea di giornalisti, nel dibattito del Partito, non potremmo accettare che il destino del giornale e dell'occupazione di noi tutti fosse ignorato o venisse considerato un fatto marginale la cui soluzione si può rinviare nel tempo.
Il Cdr di Liberazione
06/09/2008
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Chi stappa lo spumante?