hanno agito per «difendere l'ambiente, un bene comune, dall'impatto dei cambiamenti climatici»
Assolti da un tribunale inglese sei militanti di Greenpeace: «Motivazione legittima»
Danneggiata la ciminiera di una centrale a carbone nel Kent, che produce 20mila tonnellate di Co2 ogni giorno
LONDRA - Sei attivisti di Greenpeace sono stati assolti dal tribunale di Maidstone in Gran Bretagna, in base al principio che «la difesa del clima non è reato» e può essere invocata come «scusa legittima». Erano finiti sotto processo per aver danneggiato una centrale a carbone durante una manifestazione di protesta. Una sentenza destinata probabilmente a far storia nella giurisprudenza del Regno Unito e che rischia di complicare i progetti energetici del governo Brown, deciso a varare una nuova controversa generazione di centrali a carbone e nucleari.
La ciminiera dipinta dai militanti (da internet) MOTIVAZIONE LEGITTIMA - I sei militanti erano accusati di aver causato danni per circa quarantamila euro quando, un anno fa, tentarono di bloccare la centrale di Kingsnorth nel Kent, scalando la ciminiera e dipingendo lungo la parete il nome del primo ministro britannico. Gli avvocati di Greenpeace hanno chiesto e ottenuto un verdetto di «non colpevolezza» insistendo sul fatto che il comportamento degli imputati era giustificato da una motivazione legittima: gli attivisti hanno cercato di bloccare la centrale per «difendere l'ambiente, un bene comune, dall'impatto dei cambiamenti climatici». Alla fine di un processo di otto giorni e sulla scia di testimonianze rese da un nutrito numero di esperti in materia, la giuria popolare ha dato ragione agli ecologisti sostenendo che i danni alla ciminiera non possono essere considerati «criminali» e di rilevanza penale perché la finalità era quella di impedire danni molto più drammatici e devastanti all'ambiente.
20MILA TONNELLATE DI CO2 - La giuria è stata informata che la centrale a carbone di Kingsnorth emette 20mila tonnellate di Co2 al giorno, la stessa quantità emessa in tutto dai 30 paesi al mondo meno inquinanti, e che la situazione si aggraverà ulteriormente se il governo di Sua Maestà la spunta e riesce a far costruire una nuova centrale a carbone vicino al sito già esistente sulla penisola di Hoo, in Kent. Azioni di protesta del genere sono state effettuate da attivisti di Greenpeace in tutto il mondo. In Italia, sono state prese di mira le centrali a carbone di Porto Tolle (Rovigo), Civitavecchia e Brindisi.
11 settembre 2008
http://www.corriere.it/cronache/08_s...4f02aabc.shtml
Per l'inghilterra pare che Greenpeace se danneggia proprietà private in modo organizzato teorizzandolo come un diritto non sia una associazione per delinquere.
La speranza è che se in Italia un giorno Greenpeace attaccasse impianti privati danneggiandoli un giudice condanni i responsabili singoli e sulla base dei precedenti l'organizzazione come associazione per delinquere.
La speranza è anche che qualche corte superiore riveda quel che è stato deciso da un tribunale evidentemente fuori di senno nella sempre più socialista Gran Bretagna.
Scappare dal Regno Unito prima possibile è la raccomandazione che rivolgo alle persone con un'auto, un giorno se un vandalo arriva e te la sfascia un giudice potrebbe inventarsi che ciò è legittima lotta ai cambiamenti climatici.
n.b. quanto detto è sulla base di quanto letto nell'articolo e di quanto esso lascia immaginare, che sia vero o no così come è esposto non ne ho idea