Se contro la Lega in Italia si intromette il mondo arabo

[carlomartello (POL)]

Nordest in rivolta: "Basta moschee"

Treviso - A volte ritornano: sono le telecamere di Al Jazeera in Veneto, che dopo aver girato uno «speciale» sui quartieri-ghetto di Padova atterrano domani a Treviso per filmare la preghiera del ramadan a Villorba. L'eco del duro faccia a faccia tra la comunità musulmana e Giancarlo Gentilini è giunta fino al Qatar. Ed ecco le troupe del potente network arabo fronteggiare le truppe del vicesindaco leghista. Youssef Tadil, l'imam di Treviso, sembra non volere alimentare lo scontro. Ha convocato i sindacati e le associazioni di volontariato, e ha invitato «testimonial» come il calciatore Del Piero, l'attore Marco Paolini e la famiglia Benetton (che però ha negato il Palaverde per la preghiera conclusiva di fine mese). Vuole mostrare che la comunità musulmana di Treviso è fatta di gente integrata, che lavora e manda i figli a scuola.
Ma Al Jazeera non sbarca in terra padana l'indomani del settimo anniversario dell'11 settembre per confezionare un cortometraggio patinato. La preoccupazione è altissima in una provincia dove ogni anno il ramadan, con i suoi affollati riti pubblici, fa esplodere tutto il disagio che cova nella popolazione. La Digos ha disperso i musulmani in preghiera davanti al capannone di Villorba, sloggiati da un'area a destinazione commerciale per ordine del sindaco: e c'è il rischio che la tv araba debba documentare un altro sgombero per occupazione abusiva. Giorni fa alcuni fedeli islamici hanno picchiato il consigliere leghista Pierantonio Fanton davanti alla sala di culto sulla cui serranda era stata scritta una bestemmia contro Maometto. C'è tensione tra il comune di Treviso e i giovani musulmani del gruppo «Seconda generazione» che hanno preso in affitto un ex supermercato nel quartiere di San Liberale. L'ondata di contestazione verso le sale di preghiera islamiche percorre tutto il Nordest, una volta la sagrestia d'Italia. A Padova l'altra sera la maggioranza di centrosinistra ha negato il referendum chiesto da Pdl e Lega sulla nuova moschea in via Longhin (a 500 metri in linea d'aria da via Anelli), dopo la passeggiata leghista nella zona con un maiale al guinzaglio: ma i militanti del Carroccio, che in consiglio comunale si sono imbavagliati con i fazzoletti verdi, annunciano ricorsi al Tar. A Oppeano, nel Veronese, il sindaco e neodeputato leghista Alessandro Montagnoli ha chiuso un centro islamico allestito in un locale destinato ad attività commerciale, annunciando di voler intitolare una piazza a Oriana Fallaci. A Paese, non lontano da Treviso, è stato bloccato l'esperimento di una «moschea itinerante». A Vittorio Veneto c'è una mezza rivolta contro il gestore di un impianto di autocross che vorrebbe vendere il terreno a un'associazione islamica. Anche a Pordenone, in Friuli, dove la presenza dei seguaci di Maometto è inferiore che in Veneto, si moltiplicano le richieste di spazi dove celebrare i rituali.
È questo il clima in cui gli amministratori pubblici chiedono di introdurre le «quote immigrati» nelle scuole elementari, oppure di rendere di nuovo obbligatoria l'ora di religione, in modo che anche gli immigrati che credono in Allah possano conoscere i fondamenti della civiltà occidentale. Il Carroccio è l'interprete più convinto del disagio anti islam: lo testimonia la proposta di legge che autorizzerà la costruzione di nuove moschee soltanto dopo lo svolgimento di un referendum. «Non sono luoghi di culto, ma di indottrinamento e proselitismo», sostengono i promotori Roberto Cota e Andrea Gibelli.
Tuttavia questo non è un fenomeno soltanto leghista. Basta sfogliare gli ultimi numeri del Gazzettino, che ha messo a disposizione dei lettori un numero di telefonino dove inviare sms sulla questione, e una pagina dove pubblicarli. «Moschea no». «Devono esistere solo luoghi di preghiera cristiana». «Io sono stata emigrata per tanti anni e non ho mai preteso niente». «Provate voi a entrare in una moschea». «Questa è gente che viene da paesi antidemocratici e scambia la democrazia per debolezza e permissivismo». «Vogliono fare i padroni a casa nostra». «Ero in viaggio a Sharm, è stata negata una messa il giorno di Pasqua anche se avevamo trovato il sacerdote». «Io non sono mai stato razzista ma da quando ho dipendenti musulmani lo sono diventato». I «lasciateli pregare tranquilli» e «la libertà di culto è scritta nella Costituzione» sono rarissimi.
Un anno fa, un sondaggio dello stesso quotidiano veneto rivelava che il 52 per cento della popolazione guardava all'islam con sospetto e il 16 per cento esprimeva un giudizio «molto negativo». Oggi nel Nordest i maomettani sono 150mila con una quarantina di luoghi di culto censiti. Parecchi frequentano le sale di preghiera soltanto nel ramadan. Così, in questi giorni, l'affluenza massiccia di migliaia di immigrati dimostra quanto potere abbiano le moschee.

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=289568


carlomartello

[L'Europeo]

Devono dire "Basta immigrazione". Quella è la fonte del malcontento, prima ancora delle moschee.

[nuova politica]

Nuova Destra Sociale si batte, e si batterà sempre, con tutte le proprie forze contro l'immigrazione ed ha nel proprio programma l'uscita dell'Italia dall'area Schengen che porterebbe ad una riapertura delle frontiere con conseguenti maggiori controlli sui transiti in entrata ed in uscita, il mantenimento del principio di jus sanguinis attualmente in vigore contro la proposta della sinistra del principio dello jus solis per cui chiunque nasca in Italia è automaticamente italiano (la i è volutamente minuscola) ed una moratoria decennale sui permessi di soggiorno.

[Perseo]

Si, è inutile limitare la questione alle moschee, il male si chiama immigrazione e la Lega non farà mai nulla per fermarla, in quanto i suoi finanziatori industriali sono i primi a mangiare sul lavoro nero dell'allogeno. Tra l'altro come al solito stanno confondendo le due cose, come se gli invasori allogeni fossero l'Islam.

[Daltanius]

Si, è inutile limitare la questione alle moschee, il male si chiama immigrazione e la Lega non farà mai nulla per fermarla, in quanto i suoi finanziatori industriali sono i primi a mangiare sul lavoro nero dell'allogeno. Tra l'altro come al solito stanno confondendo le due cose, come se gli invasori allogeni fossero l'Islam.

[apo skinheads]

Si, è inutile limitare la questione alle moschee, il male si chiama immigrazione e la Lega non farà mai nulla per fermarla, in quanto i suoi finanziatori industriali sono i primi a mangiare sul lavoro nero dell'allogeno. Tra l'altro come al solito stanno confondendo le due cose, come se gli invasori allogeni fossero l'Islam.

CONDIVIDO IN TOTO.è IN ATTO una volgare banalizzazione-strumentalizzazione del tema islam-immigrazione.del resto non si poteva aspettar altro dalla sottocultura leghista.premesso che l'Islam nulla ha a che vedere con canaglie spacciatore di droga e morte o con criminali sbandati,non vedo perchè rifiutare spazi alle comunità musulmane.
Cattolicesimo?perchè ,pensate sia meglio dell'ISLAM??

[Nordreich]

Direi che è già qualcosa...

[Trevigi]

Una sinagoga sì, la moschea no»
Gentilini: «Con l’ebraismo c’è una radice comune, non confondiamo le due religioni»

Una sinagoga sì, ma una moschea no. Non è più questione di destinazioni urbanistiche, regolamenti da rispettare o norme di sicurezza da seguire: il vice sindaco Giancarlo Gentilini non vuole un luogo di preghiera per i musulmani, punto e basta. ieri la riprova. Davanti alla domanda: «Se la comunità ebraica si presentasse con la richiesta di costruire una sinagoga, varrebbe lo stesso ragionamento che vale per la moschea?». Ha risposto: «Non confondiamo la religione ebraica con quella islamica. Da noi ci sono anche i Testimoni di Geova e la Chiesa Battista: ma fanno parte della stessa generazione cristiana. Ognuno la vede alla sua maniera, ma alla base c'è il vangelo di cristo». Per una di queste confessioni quindi si potrebbe discutere. Per l'Islam invece no, non si indietreggia di un passo. «Per una moschea i tempi non sono ancora maturi - continua Gentilini - potremmo discutere solo quando anche il mio popolo dirà sì. Ma fino a quando ho l'opinione pubblica contro le moschee non c'è spazio per alcuna trattativa».
La diffidenza dello Sceriffo verso il "musulmano" tocca livelli molti alti. «Musulmani buoni? Sono tutti seguaci dell'Islam e la religione islamica prevede non la conversione degli avversari, ma la loro eliminazione. Per loro sono solo degli infedeli. Dunque: fino a quando ci saranno questi presupposti, non credo che ci sia alcun margine per loro nella cattolicissima Treviso».

Intanto la tensione cresce: il consigliere comunale Pierantonio Fanton sembra pronto a sporgere querela per la rissa avvenuta in via Puglie, proprio davanti all'ex negozio che i ragazzi islamici di Seconda Generazione vorrebbero trasformare in moschea.Ma Gentilini travalica anche i confini della Marca e se la prende con il sindaco di Padova Flavio Zanonato. Il capoluogo patavino infatti, nonostante la strenua opposizione della Lega, ha approvato la delibera con cui si concede un immobile di proprietà del comune ad un'associazione islamica per farne una moschea. « Questa delibera - ha commentato Zanonato - porta la città di Padova, a differenza di quanto avviene nella Treviso di Gentilini, a dare delle risposte alle esigenze degli immigrati che vivono qui da noi».La replica dello Sceriffo è stata immediata: «Ho richieste quotidiane da parte di persone padovane che mi chiedono di diventare loro sindaco - sottolinea - invece non ho mai visto o sentito alcun trevigiano dire "magari a Treviso ci fosse Zanonato". Tra le due città c'è un abisso. Qui l'amministrazione è vicina ai cittadini. A Padova hanno avuto il coraggio di costruire un muro bolscevico e comunista, io qui non ho mai avuto bisogno di fare questo. Da noi c'è un muro ideale con chi vuole occupare abusivamente il nostro territorio. I cittadini non vogliono le moschee e io non andrò mai contro la volontà dei miei cittadini. Cosa che invece Zanonano fa».

P. Cal.