Originariamente Scritto da
Imperium
Ecco un pezzo di un articolo comparso su Avangurdia a proposito dell'interruzione di una tradizione religiosa:
Gli odierni neo-pagani ignorano le leggi dello Spirito: quando si segue il mos maiorum, si accetta coscientemente di prendere parte attiva nell'ambito della propria Tradizione, non praticando riti al di fuori di essa. Non si "sceglie" in base a criteri sentimentali o intellettuali la Tradizione cui appartenere! Le proprie scelte di vita devono avvenire nel solco del mos maiorum. Se lo si accetta, lo si segue per un dovere di fedeltà verso i popri padri e nei confronti della propria Tradizione, nella comunione di Terra, Sangue e Spirito, altrimenti si segue una via fallace, una via "altra", non tradizionale. Dobbiamo soffermarci ancora una volta sul concetto di "Tradizione" per comprenderne la portata, contro le visioni neospiritualiste. II tradere implica il conservare una visione del mondo e la sua dottrina, il patrimonio mitologico, ritualistico e simbolico; ma richiede anche la propagazione del modo con cui la persona possa partecipare alla vita dello spirito, alla comunione col sacro. Gli unici riti e sacramenti validi sono quelli eseguiti dagli operatori, dai sacerdotes e non altri. Il dato di fatto è che la Tradizione sacerdotale è stata interrotta. Le forme liturgiche sono state dimenticate, e, spesso, sono scomparse. I riti sono stati smessi da secoli e le norme che presiedono alla loro esecuzione sono state dimenticate. Le divinità oggetto di culto hanno cessato di essere adorate e sono state private dei culti loro tributi. Insomma, si è chiuso un Ciclo Tradizionale e ne è subentrato un altro. Ora, credo che nessuno dubiti su questo assunto: nessun Uomo può aprire il Cammino interrotto, no? Chi riesce a dare nuova vita a forme morte? Nessuno. Questo per quanto riguarda i culti definiti dai più "pagani". Non si può dare vita ad un nuovo collegium dei Salii romani [o, se volete, dei Fratres Arvales] studiando puntigliosamente i pochi frammenti superstiti di quei culti presenti nelle opere degli scrittori greci o latini.
Certamente non basterebbe per poter ottenere un collegamento reale e operativo con la Tradizione propria a quel collegium. Appropriarsi della funzione sacerdotale senza esserne legittimati, o inventare riti è espressione di una "volontà di potenza" malata e deviante che sfocia nella hybris titanica, la stessa che Zeus, nel mito greco, punì con la folgore. Non vi avventurate su queste false strade.
Non basta volere, occorre essere ciò che si pretende di essere, occorre ricercare l'Essere e ricongiungersi all'Essere. L'origine dell'errore e dell'inganno deriva proprio da questo. L'intellettuale non ha accesso alla vita dello spirito, alla Sostanza della Tradizione, mediante le sole qualità del proprio intelletto! Gli intellettuali non possono (non devono) assumersi il compito di guidare altri sul cammino della Conoscenza. Ciò è contrario a qualsiasi insegnamento tradizionale, ne viola l'Ordine. La ragione non può offrire, da sola, la garanzia di un ricongiungimento reale con la Sostanza della Religione, che è il Lògos di tutti i lògoi, la Sostanza eterna di tutte le forme, la Norma di ogni norma e legge universale, l'Etimo ultimo di ogni umano dialogo. Ogni Tradizione presuppone una Rivelazione, il contenuto della quale gode degli attributi di nongenerato, eterno, auto-manifestantesi.