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  1. #11
    Obama for president
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    ma ne avete mai conosciuto qualcuno di questi qua per la gran parte fascisti e con che arroganza guardano dall'alto in basso chiunque li passi appresso

  2. #12
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    Citazione Originariamente Scritto da benfy Visualizza Messaggio
    ma ne avete mai conosciuto qualcuno di questi qua per la gran parte fascisti e con che arroganza guardano dall'alto in basso chiunque li passi appresso
    ma di che stai parlando?

    mi sa che hai sbagliato thread

  3. #13
    Obama for president
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    no, parlo di quelli dell'alitalia

  4. #14
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    Citazione Originariamente Scritto da benfy Visualizza Messaggio
    no, parlo di quelli dell'alitalia
    intendi i sindacati dei piloti?beh si quelli sono tutti in quota AN
    mi pare di aver letto che l'unico assunto negli ultimi anni a tempo indeterminato in alitalia fosse il figlio di matteoli, c'era un thread sul principale

  5. #15
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    Citazione Originariamente Scritto da Feliks Visualizza Messaggio
    hai fatto centro.

    però repubblica non scriverà mai queste cose, e le truppe cammellate del popolo di "sinistra" non verranno mai a sapere dell'indegno biscotto. lo sai chi sono e in quota di chi stanno gli uomini chiave della cordata, no?
    no beh certo che no!
    ora a quanto pare, è partita una nuova offerta..

    IL RETROSCENA / I tagli alle retribuzioni verrebbero ridotti
    dal 25 al 20%, a parità di produttività. Malumori tra i soci, Benetton contesta
    La nuova offerta di Colaninno
    100 milioni in più per i contratti


    di ROBERTO MANIA



    ROMA - Cento milioni di euro per fare l'accordo. L'ultimo cip per non perdere l'affare. Cento milioni di euro per attenuare i tagli al costo del lavoro e quindi ai contratti dei piloti, delle hostess, degli steward, del personale di terra e dei manutentori. Non più una decurtazione alle buste paga del 25 per cento, bensì intorno al 20. È la carta che Roberto Colaninno e Rocco Sabelli, presidente e amministratore delegato della Cai, la Compagnia aerea italiana, sembrano intenzionati a giocare per chiudere l'accordo con i sindacati e far decollare il piano Fenice per la Nuova Alitalia.

    Il pressing del premier Silvio Berlusconi sui vertici della neonata cordata tricolore è stato asfissiante nelle ultime 24 ore dopo la rottura delle trattative con il sindacato dei piloti. Perché dopo aver ipotizzato altre strade (un intervento pubblico per quanto mascherato non avrebbe superato le barriere di Bruxelles) ci si è resi conto che solo sciogliendo il nodo-salari si sarebbe potuto evitare il fallimento. Non solo della compagnia, ma anche della mediazione governativa sulla quale Berlusconi sa bene di giocarsi la faccia. Palazzo Chigi, allora, ha chiesto a Sabelli di contribuire a trovare una via d'uscita senza stravolgere la filosofia e la logica del piano. Per esempio dilatare in un tempo più ampio, comunque nell'arco del quinquennio, l'obiettivo di risparmiare i 350 milioni annui sul costo del lavoro. Oppure spostare il "break even" oltre la fine del 2010. E ancora ridurre il target di un fatturato in crescita del 5 per cento nei primi due anni. Diverse opzioni "finanziate" con i cento milioni.



    D'altra parte letta in filigrana, la dichiarazione di Sabelli rilasciata ieri mattina subito dopo aver incontrato il sottosegretario Gianni Letta non era più di chiusura netta: sì, certo, la conferma del piano ("la nostra posizione è ferma") ma anche "disponibilità assoluta a trattare". Che, diversamente, non c'era solo qualche ora prima, visto che erano stati proprio i rappresentanti della Cai ad abbandonare il tavolo del negoziato al ministero del Lavoro.

    Una linea inaspettatamente dura che, negli ultimi giorni, ha finito per acuire i dissapori all'interno della cordata dei sedici (poi diciotto) imprenditori pronti a scommettere sulla privatizzazione della compagnia di bandiera. Più d'uno lamenta la mancanza di momenti di consultazione per mettere in campo le strategie più consone ad affrontare le diverse trattative, così come l'assenza di coordinamento. "Colaninno - diceva ieri a denti stretti uno dei componenti della cordata - non ha alcun mandato dagli altri azionisti". Così che dopo la rottura al ministero del Lavoro qualcuno ha cominciato a pensare di defilarsi.

    Il più vicino a compiere questo passo - secondo fonti vicine ai protagonisti - sarebbe il gruppo Benetton che attraverso Atlantia dovrebbe versare 100-150 milioni nella Cai. Forse il gruppo più esposto al potenziale conflitto di interessi, essendo da una parte gestore aeroportuale con Aeroporti di Roma (Adr) controllata da Gemina, e dall'altra vettore con Alitalia. Così che le polemiche scaturite su questo versante non hanno affatto costruito un clima favorevole alla scelta di Ponzano Veneto.

    Il pressing a tutto campo di Palazzo Chigi è servito anche a sbloccare la fornitura di carburanti a credito da parte dell'Eni, società controllata dal Tesoro. Pare sia stato lo stesso Berlusconi a parlare con l'amministratore delegato della compagnia petrolifera, Paolo Scaroni. Probabile che della partita sia stato anche il titolare dell'Economia, Giulio Tremonti, impegnato, tuttavia, all'Ecofin di Nizza.

    Infine i sindacati. Per la prima volta, ieri sera, l'incontro è stato convocato a Palazzo Chigi e non più al ministero retto da Maurizio Sacconi. A conferma che ormai si è all'ultima spiaggia e che il premier ha avocato a sé (o meglio al suo braccio destro Gianni Letta) l'intera partita. Ieri c'è stato l'incontro con i confederali insieme all'Ugl, oggi sarà la volta dei piloti. Ma intanto è svanita la possibilità, chiesta da Sacconi, di una posizione comune da parte di tutte le nove sigle sindacali. E anche ieri, infatti, i ribelli dell'Anpac (il sindacato più potente tra i comandanti) hanno ribadito che loro non hanno alcuna intenzione di accettare il contratto unico di lavoro.

    In un quadro ancora pieno di ombre, anche per le drammatizzazioni volute dal commissario Augusto Fantozzi, soltanto il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, è tornato a professare ottimismo prima di varcare in serata il portone di Palazzo Chigi: "Si può uscire benissimo da questa situazione". Come? "Con il salario che deve essere identico lavorando di più e meglio. È un risultato a portata di mano". Forse sapeva già dell'ultimo cip di Colaninno.
    (14 settembre 2008)
    http://www.repubblica.it/2008/09/sez...colaninno.html

    ma la sostanza non cambia!

  6. #16
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    Alitalia, piloti e assistenti di volo
    riconquistano il tavolo
    I lavoratori Alitalia a Fiumicino Reuters
    Roberto Farneti
    «Meglio falliti che in mano a 'sti banditi», gridano sotto Palazzo Chigi i piloti e gli assistenti di volo dell'Alitalia, circa un migliaio. Il messaggio è chiaro: l'"accordo quadro" sottoscritto la notte scorsa da Cgil Cisl Uil e Ugl è «carta straccia», come dicono SdL, Anpac, Up, Avia e Anpav. La nuova Alitalia potrà nascere solo con il consenso di chi rappresenta la maggioranza dei lavoratori della compagnia. «Il consenso unanime di tutti i sindacati? Sarebbe meglio ma non è indispensabile», aveva azzardato poche ore prima il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi.
    E invece, al termine di un'altra giornata drammatica, segnata da minacce di blocco dei voli a Fiumicino e dal corteo dei dipendenti nel centro di Roma, il governo non ha potuto fare altro che cedere e convocare le cinque sigle escluse dal tavolo. SdL, Anpac, Up, Avia e Anpav hanno quindi chiesto modifiche all'accordo quadro, sottolineandone le incongruenze: «Non si può sapere esattamente il numero degli esuberi, se il contratto non è definito. Anche il sottosegretario Letta ha manifestato sorpresa», riferisce Antonio Divietri (Avia).
    Ci hanno pensato poi gli stessi sindacati confederali, ricevuti in tarda serata a Palazzo Chigi, a raffreddare gli entusiasmi di Sacconi: «Non ci sono le condizioni per firmare alcun accordo e, tanto meno, nessun contratto collettivo di lavoro», taglia corto Mauro Rossi della Filt Cgil. Un nuovo incontro tra governo, Cai e i 9 sindacati è stato quindi convocato per giovedì. Il ricatto della firma come unica alternativa al fallimento di Alitalia è stato ancora una volta respinto.
    Chi non si arrende all'evidenza è Silvio Berlusconi: «Il governo - afferma dal salotto di Porta a Porta - ha fatto interamente ciò che si era impegnato a fare trovando 16 tra i migliori imprenditori italiani» per la cordata. Se questo progetto fallisse la colpa, grida il premier, «sarebbe tutta di sindacati e piloti che non vogliono rinunciare a dei privilegi».
    C'è il tempo per una gaffe sulla partnership: «La nuova Alitalia - anticipa Berlusconi - potrà fare alleanze anche con compagnie internazionali e, pensando al destino di Malpensa, posso dire che noi guardiamo a Lufthansa». Subito dopo il presidente del Consiglio si corregge: «Sarà però Alitalia - precisa - a decidere con chi allearsi».
    Paolo Ferrero, segretario del Prc, va all'attacco: «Il governo - accusa - sta gestendo la vicenda Alitalia come un padrone delle ferriere». Per Ferrero l'unica cosa da fare «è accantonare il piano Cai e verificare la disponibilità di altri gruppi industriali a rilevare Alitalia».


    http://liberazione.it/giornale_artic...rticolo=400417

  7. #17
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    11:14 Bonanni: "Gli autonomi non vogliono il fallimento"
    Nonostante tra i sindacati autonomi dei piloti e degli assistenti di volo "ci siano situazioni di distinzione" nell'ambito della vertenza alitalia, "per loro, come per noi, prevale il senso concreto delle cose: far fallire l'azienda significa regalare a competitori stranieri pezzo per pezzo il patrimonio del mercato del volo italiano, che è tra i più ricchi del mondo". E' l'analisi di Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl che dice: "L'alleato internazionale ideale è Lufthansa".

    http://www.repubblica.it/2008/09/dir...bre/index.html

    faccia come il culo..
    ps.tra parentesi, lufthansa ha già detto che alitalia ha troppi debiti per un'alleanza.ma che problema c'è, lor signori??aspettate qualche anno che i debiti ve li paghiamo noi!

  8. #18
    Vamos bien!
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    Predefinito Accantonare subito piano CAI

    GOVERNO SI COMPORTA DA PADRONE DELLE FERRIERE UNICA SOLUZIONE POSSIBILE E’ ACCANTONARE SUBITO PIANO CAI.
    Settembre 16, 2008

    Il governo sta gestendo la vicenda Alitalia come un padrone delle ferriere. Punta semplicemente a dividere i lavoratori blandendo alcuni sindacati e lasciandone altri, anche molto rappresentativi, fuori dalla porta. Il problema vero è che il piano non sta in piedi: determinerebbe una regalia di denaro pubblico a qualche finanziere, una espulsione di massa di lavoratori, senza dare nessuna prospettiva ai lavoratori rimanenti, che si troverebbero con salari da fame a lavorare in una azienda priva di un vero piano industriale. Il governo deve fare una cosa sola: cambiare registro, accantonare il piano Cai e verificare la disponibilità di altri gruppi industriali a rilevare Alitalia.
    http://www.paoloferrero.it/?p=883

  9. #19
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    132 Fiamme Gialle alla Magliana
    Il nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza ha acquisito, su delega della procura di Roma, una serie di documenti, tra cui i bilanci consolidati con le relative certificazioni da parte delle società di revisione, degli ultimi dieci anni. L'inchiesta non ha nulla a che vedere con l'attuale trattativa in corso per il salvataggio della compagnia di bandiera, ma solo la parte precedente culminata con la dichiarazione di insolvenza da parte del tribunale civile del 5 settembre scorso. Il fascicolo processuale, allo stato, rimane senza ipotesi di reato e senza indagati.
    http://www.repubblica.it/2008/09/dir...bre/index.html

    pure le fiamme gialle si mettono di mezzo al miracoloso piano di salvataggio dei 16 imprenditori migliori d'italia(l'ha detto berlusconi..)!comunisti!

  10. #20
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    Citazione Originariamente Scritto da Feliks Visualizza Messaggio
    comunque io a sto punto sono per il "muoia sansone e tutti i filistei"
    quoto

 

 
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