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    Predefinito Benedetto XVI e la laicità positiva "alla francese"

    Benedetto XVI incoraggia la Francia verso la “laicità positiva”

    Si sta superando la sfiducia del passato tra Stato e Chiesa, afferma


    PARIGI, venerdì, 12 settembre 2008 (ZENIT.org).- E' necessaria “una nuova riflessione sul vero significato e sull'importanza della laicità”, ha affermato questo venerdì Benedetto XVI nel suo discorso di fronte al Presidente della Repubblica francese Nicolas Sarkozy e alle autorità dello Stato, durante la cerimonia ufficiale di benvenuto.

    Il Papa ha sottolineato che tra lo Stato francese e la Chiesa “la diffidenza del passato si è trasformata poco a poco in un dialogo sereno e positivo, che si consolida sempre di più”.

    “Sappiamo che restano ancora aperti certi territori di dialogo che dovremo percorrere e bonificare poco a poco con determinazione e pazienza”, ha ammesso.

    La questione della laicità era uno dei temi più attesi tra tutti quelli che è previsto che il Papa affronti nel corso della sua visita pastorale in Francia, e negli ultimi giorni ha provocato profondi dibattiti nel Paese.

    Il Pontefice si è riferito a questi ultimi ricordando che Cristo “aveva già offerto il criterio di fondo in base al quale trovare una giusta soluzione. Lo fece quando, rispondendo ad una domanda che gli era stata posta, affermò: 'Rendete a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio'”.

    Benedetto XVI ha richiamato l'espressione “laicità positiva”, utilizzata dallo stesso Presidente Sarkozy durante la sua visita a Roma di nove mesi fa e ripetuta nel discorso di benvenuto rivolto al Papa, espressione che ha invitato ad approfondire.

    “In questo momento storico in cui le culture si incrociano tra loro sempre di più, sono profondamente convinto che una nuova riflessione sul vero significato e sull'importanza della laicità è divenuta necessaria”, ha aggiunto.

    Circa l'intenzione di questa “laicità”, il Papa ha spiegato che “è fondamentale, da una parte, insistere sulla distinzione tra l'ambito politico e quello religioso al fine di tutelare sia la libertà religiosa dei cittadini che la responsabilità dello Stato verso di essi”.

    Dall'altro lato, ha aggiunto, è necessario “prendere una più chiara coscienza della funzione insostituibile della religione per la formazione delle coscienze e del contributo che essa può apportare, insieme ad altre istanze, alla creazione di un consenso etico di fondo nella società”.

    Questa funzione della religione è particolarmente necessaria nella società attuale, “che offre poche aspirazioni spirituali e poche certezze materiali”.

    Preoccupazione per i giovani

    In questo senso, il Papa ha espresso la sua particolare preoccupazione per i giovani. “Alcuni di loro faticano a trovare un orientamento che loro convenga o soffrono di una perdita di riferimenti nella loro vita familiare. Altri ancora sperimentano i limiti di un comunitarismo religioso condizionante”.

    “E' dunque necessario offrire loro un solido quadro educativo e incoraggiarli a rispettare e ad aiutare gli altri, così che arrivino serenamente all'età matura. La Chiesa, in questo campo, può recare il suo contributo specifico”, ha aggiunto.

    Altre questioni sociali alle quali il Papa ha fatto riferimento sono la “tacita progressione della distanza tra ricchi e poveri” e la protezione dell'ambiente.

    “Attraverso le sue numerose istituzioni e iniziative la Chiesa, come del resto numerose associazioni nel Suo Paese, cerca spesso di provvedere alle necessità immediate, ma è allo Stato che spetta di legiferare per sradicare le ingiustizie”.

    Un'Europa nuova

    Il Papa si è riferito anche all'attuale presidenza francese dell'Unione Europea, e ha affermato che per il Paese è “l'occasione di testimoniare l'attaccamento della Francia, secondo la sua nobile tradizione, ai diritti dell'uomo e alla loro promozione per il bene dell'individuo e della società”.

    “Quando il cittadino europeo vedrà e sperimenterà personalmente che i diritti inalienabili della persona umana, dal concepimento fino alla morte naturale, come anche quelli relativi all'educazione libera, alla vita familiare, al lavoro, senza dimenticare naturalmente i diritti religiosi”, sono promossi, “allora comprenderà pienamente la grandezza dell'edificio dell'Unione e ne diverrà un attivo artefice”, ha affermato Benedetto XVI.

    Questa unità, sottolinea, deve costruirsi sul “rispetto delle differenze nazionali e delle diverse tradizioni culturali, che costituiscono una ricchezza nella sinfonia europea”.

    La Francia ha radici cristiane

    Il Pontefice ha quindi espresso il suo apprezzamento personale per la Francia e per Parigi, città che, ha detto, gli è “familiare” e che conosce bene. “Vi ritorno quindi con gioia, lieto dell'occasione che mi è così offerta di rendere omaggio all'imponente patrimonio di cultura e di fede che ha plasmato il vostro Paese in modo splendido durante secoli”.

    Il Papa ha anche sottolineato il grande contributo della Francia alla Chiesa, ma anche quello del cristianesimo nella formazione del Paese, dichiarando che “le radici della Francia sono cristiane”.

    “Impiantata in epoca antica nel Suo Paese, vi ha svolto un ruolo civilizzatore al quale mi piace rendere omaggio in questo luogo”, ha affermato il Papa, spiegando che “le migliaia di cappelle, di chiese, di abbazie, e di cattedrali che adornano il cuore delle città o la solitudine delle campagne dicono abbastanza” su queste radici.

    “Vi assicuro che non mancherò di pregare intensamente per la vostra bella Nazione, affinché Dio le conceda pace e prosperità, libertà e unità, uguaglianza e fraternità – ha concluso –. Affido questi voti all'intercessione materna della Vergine Maria, Patrona principale della Francia. Che Dio benedica la Francia e tutti i Francesi!”.

    Fonte: Zenit, 12.9.2008

  2. #2
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    Per Sarkozy privarsi delle religioni sarebbe “una follia”

    Discorso di benvenuto al Papa nel palazzo dell'Eliseo


    PARIGI, venerdì, 12 settembre 2008 (ZENIT.org).- Le religioni, soprattutto quella cristiana, sono un “patrimonio di riflessione e di pensiero”, motivo per il quale “sarebbe una follia privarcene”, ha dichiarato il Presidente francese Nicolas Sarkozy nel suo discorso di benvenuto a Benedetto XVI.

    Per approfittare di questo patrimonio, il Capo di Stato ha chiesto “una laicità positiva”, che a suo avviso è “un invito al dialogo, un invito alla tolleranza, un invito al rispetto”.

    Nel corso della cerimonia, svoltasi nel palazzo presidenziale dell'Eliseo, Sarkozy ha precisato che la Francia accoglie il Papa “con rispetto in quanto capo di una famiglia spirituale il cui contributo alla storia del mondo, alla civiltà e alla storia della Francia non è discutibile né discusso”.

    Con un gesto inusuale, Sarkozy si è diretto all'aeroporto di Orly per dare personalmente il benvenuto al Papa, anche se in base al protocollo è il Primo Ministro a incaricarsene.

    Nel suo discorso, il Presidente francese ha sottolineato tre aspetti essenziali: la nozione di laicità positiva, la difesa della dignità umana e l'importanza dell'autentico dialogo, unica via per offrire al mondo una pace duratura.

    Alla cerimonia sono stati invitati rappresentanti del Governo e dell'opposizione, autorità statali, il sindaco di Parigi Bertrand Delanoë e alcuni ospiti speciali, in particolare Estifan Majid, fratello dell'Arcivescovo di Mosul monsignor Faraj Rahho, assassinato in Iraq.

    Laicità positiva

    Le religioni, “e in particolare la religione cristiana, con la quale condividiamo una lunga storia, sono patrimonio di riflessione e di pensiero, non solo su Dio, ma anche sull'uomo, sulla società e persino su quella preoccupazione, oggi centrale, che è la natura e la tutela dell'ambiente”, ha sottolineato Sarkozy.

    “Sarebbe una follia privarcene, sarebbe semplicemente un errore contro la natura e contro il pensiero. È per questo che faccio appello ancora una volta a una laicità positiva”, ha aggiunto.

    “La laicità positiva offre alle nostre coscienze la possibilità di scambiare opinioni, al di là delle credenze e dei riti, sul senso che noi vogliamo dare alla nostra esistenza”, ha spiegato, sottolineando alcuni campi in cui questa visione della laicità può essere feconda.

    La Francia, ha ricordato, “ha intrapreso con l'Europa una riflessione sulla moralizzazione del capitalismo finanziario”.

    “La crescita economica non ha senso se è fine a se stessa. Consumare per consumare, crescere per crescere: non ha alcun senso. Solo il miglioramento della situazione del maggior numero di individui e lo sviluppo della persona ne costituiscono gli obiettivi legittimi”.

    “Questo insegnamento è al centro della dottrina sociale della Chiesa, che è in perfetta sintonia con le sfide dell'economia contemporanea mondializzata. Il nostro dovere è dunque di ascoltare ciò che lei ha da dirci su tale questione”.

    La laicità positiva, ha proseguito, è “una possibilità, un incoraggiamento, una dimensione supplementare a questo dibattito pubblico”.

    La dignità humana

    Il Presidente ha quindi ricordato la visita del Papa a Lourdes e il tema della sofferenza, sottolineando che la risposta della Chiesa a quest'ultima non interessa solo il mondo cattolico.

    “La sofferenza sia essa dovuta alla malattia, all'handicap, alla disperazione, alla morte o semplicemente al male, è sicuramente uno dei principali interrogativi che la vita pone alla fede o alla speranza umana. A tale proposito, ciò che lei dirà lunedì ai malati sarà ascoltato ben oltre la comunità cattolica”, ha detto a Benedetto XVI.

    “La dignità, la dignità umana, la Chiesa non smette di proclamarla e di difenderla”, ha riconosciuto, sostenendo che “gradualmente la dignità umana si è imposta come un valore universale”.

    “Questa opzione assoluta per la dignità umana e il suo radicamento nella ragione devono essere considerati un tesoro prezioso. Quando l'Europa ha dimenticato che la dignità umana è il suo tesoro più prezioso allora il mondo ha conosciuto la peggiore delle barbarie”.

    Dialogo autentico

    In terzo luogo, il Presidente Sarkozy ha affermato che la pace vera e duratura non è possibile senza un autentico dialogo.

    “Il dialogo dunque è una sfida importante del secolo nascente – ha ammesso –. Noi responsabili politici non possiamo disinteressarci della questione religiosa”.

    “Io rispetto le religioni – ha dichiarato –. Naturalmente conosco gli errori che hanno commesso nel passato, gli integralismi e i fanatismi che le minacciano. Ma per equità e onestà devo dire che riconosco anche il ruolo che hanno svolto nell'edificazione dell'umanità”.

    “Conosco l'importanza delle religioni per rispondere al bisogno di speranza degli uomini e non lo sottovaluto. La ricerca di spiritualità non è un pericolo per la democrazia e neppure un pericolo per la laicità”.

    Fonte: Zenit, 12.9.2008

  3. #3
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    Dopo l'esaltazione del modello americano di laicità, adesso Benedetto XVI si trova a "benedire" nuovamente l'idea di laicità della Francia dell'era Sarkozy (v. Ma quale patto con la Chiesa!!!! La Francia è fedele alla Massoneria).
    Peccato però che entrambi i modelli di laicità, quella "positiva" alla Sarkozy e quella americana, non sono conformi alla fede cattolica (v. Chiesa e Stato).

  4. #4
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    Il Papa: il rito straordinario in latino non contrasta con il Concilio

    Parlando ai 70 giornalisti presenti sul volo papale diretto in Francia


    PARIGI, venerdì, 12 settembre 2008 (ZENIT.org).- E' privo di fondamento giudicare il “motu proprio” sul rito straordinario della messa in latino che si celebrava prima del Concilio Vaticano II come un passo indietro, ha detto questo venerdì Benedetto XVI ai giornalisti che lo accompagnavano sul volo diretto in Francia.

    Come da consuetudine, il Papa si è offerto per rispondere ad alcune domande poste dai giornalisti prima di atterrare all'areoporto parigino di Orly.

    Liturgia

    Affrontando la questione della liturgia, in particolare parlando del "motu proprio" Summorum Pontificum sul rito straordinario in latino della Messa (7 luglio 2007), il Papa ha spiegato che "è semplicemente un gesto di tolleranza, in ottica pastorale, per delle persone che sono state formate a questa liturgia, che l'amano, la conoscono, e vogliono vivere con questa liturgia".

    "E' un gruppo piccolo", ha aggiunto il papa, parlando in francese, secondo cui però il motu proprio permette “l'arricchimento reciproco” dei due riti anche se è “chiaro che la liturgia rinnovata è la liturgia ordinaria del nostro tempo”.

    Per tenere in vita questo rito, è necessaria una "autentica formazione", una formazione in latino. Tuttavia, ha aggiunto il Papa, “non è in opposizione con la liturgia del Concilio”

    La liturgia è una realtà viva, e sia nuova che vecchia continua ad avere la stessa identità”.

    Il Papa ha quindi ribadito che non c'è opposizione tra il rito antico e quello nuovo, ma la chiamata a un approfondimento delle loro particolarità, in particolare l'invito affinché il rito antico scopra la bellezza del nuovo.

    Laicità

    In merito alla questione della laicità, il Papa ha ainvece affermato che in questo mondo secolarizzato “si deve riscoprire con gioia la libertà della fede”, e non avere reticenze nel rendere visibile le proprie convinzioni religiose.

    "E' importante vivere con gioia la libertà della nostra fede perché mostrare di essere credenti oggi è una cosa necessaria per la società". "La religione non è identificabile con uno Stato, non è politica e la politica non è una religione".

    “Sono due sfere aperte una all'altra – ha aggiunto –. La cosa importante è che ciascuno possa vivere con libertà la propria fede”.

    Non vi è contraddizione tra fede, religione e laicità”, ha poi sottolineato.

    E' importante perciò “aiutare gli uomini a conoscere Dio”, ha spiegato Benedetto XVI, poiché “questo permetterà di conservare i valori cristiani che assicurano la sopravvivenza dello Stato e della società”.

    In quest'ottica, "i cristiani devono poter contribuire ai valori che sono fondamentali per la costruzione della società".

    Francia

    Il Papa ha poi messo in rilievo il contributo della Francia alla storia, alla cultura e all'arte cristiane, con le cattedrali, i canti gregoriani dell'abbazia di Solesmes, la letteratura di Claudel e Bernanos, e in special modo “il patrimonio teologico francese successivo a Sant' Ireneo di Lione".

    In special modo, ha ricordato il contributo dei teologi francesi che tanto hanno influenzato il Concilio Vaticano II e il suo stesso pensiero, menzionando Yves Congar, Daniélou, Marou, Etienne Gilson, o anche lo stesso Cardinale Henri de Lubac, al quale era unito da una amicizia particolare.

    "Amo la Francia, la grande cultura francese, soprattutto, naturalmente le grandi cattedrali, e oggi la grande arte francese, la grande teologia. E' una cultura che ha davvero segnato in profondità il mio sviluppo personale teologico, filosofico e umano", ha confidato il Papa ai giornalisti.

    Lourdes

    Infine, il Papa ha parlato del motivo centrale del suo viaggio in Francia, in occasione dei 150 anni delle apparizioni a Lourdes della Vergine Maria.

    "Vado per trovarvi l'amore della Madre e la vera guarigione per tutti i dolori e per essere solidale con tutti quelli che soffrono, nell'amore della Madre", ha affermato.

    Padre Federico Lombardi S.I., Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, ha chiesto ai giornalisti presenti a bordo di presentare alcune domande scritte. Sono state lette in francese e il Papa ha risposto in questa lingua.

    Secondo quanto dichiarato in una intervista alla “Radio Vaticana” da padre Federico Lombardi S.I., Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, il Papa ha inoltre ricordato che “la sua spiritualità, la sua storia personale è legata alla figura di Santa Bernardette”.

    Il Pontefice, ha continuato il gesuita, ha quindi sottolineato “l’atteggiamento di grande devozione e di umiltà nel rivolgersi alla Madre del Signore con cui egli si mette in cammino insieme a tutto il popolo cristiano, in particolare ai piccoli, ai sofferenti che si rivolgono con fiducia alla Vergine”.

    Queste quattro risposte, ha quindi commentato, "hanno dato veramente un tono, una ispirazione a coloro che desiderano seguire il Santo Padre, comprendendo veramente lo spirito del suo pellegrinaggio e della sua visita in Francia".

    Fonte: Zenit, 12.9.2008

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    INTERVISTA CONCESSA DA BENEDETTO XVI AI GIORNALISTI DURANTE IL VOLO VERSO LA FRANCIA

    12 settembre 2008

    DOMANDA: "France es-tu fidèle aux promesses de ton baptême?", avait demandé en 1980 Jean-Paul II lors de son premier voyage. Aujourd’hui, quel sera votre message aux Français ? Pensez-vous qu’à cause de la laïcité, la France soit en train de perdre son identité chrétienne?

    BENEDETTO XVI: Il me semble évident aujourd’hui que la laïcité en soi n’est pas en contradiction avec la foi. Je dirais même qu’elle est un fruit de la foi parce que la foi chrétienne était, dès le commencement, une religion universelle, donc pas identifiable avec un Etat et présente dans tous les Etats et différente dans les Etats. Pour les chrétiens, il était toujours clair que la religion et la foi n’étaient pas politiques, mais une autre sphère de la vie humaine… La politique, l’Etat, n’étaient pas une religion mais une réalité profane avec une mission spécifique… et les deux doivent être ouverts l’un pour l’égard de l’autre. Dans ce sens, je dirais aujourd’hui, pour les Français, et pas seulement pour les Français ,pour nous chrétiens dans ce monde sécularisé d’aujourd’hui, il est important de vivre avec joie la liberté de notre foi, de vivre la beauté de la foi et de rendre visible dans le monde d’aujourd’hui qu’il est beau d’être croyant, qu’il est beau de connaître Dieu, Dieu avec un visage humain en Jésus-Christ… montrer donc la possibilité d’être un croyant aujourd’hui et même qu’il est nécessaire pour la société d’aujourd’hui qu’il y ait des hommes qui connaissent Dieu et peuvent donc vivre selon les grandes valeurs qu’il nous a données et contribuer à la présence des valeurs qui sont fondamentales pour la construction et pour la survie de nos Etats et de nos sociétés.

    DOMANDA: Vous aimez et connaissez la France… qu’est-ce qui vous lie plus particulièrement à ce pays, quels sont les auteurs français laics ou chrétiens qui vous ont le plus impressionné ou les souvenirs les plus émouvants que vous conservez de la France?

    BENEDETTO XVI: Je n’oserai pas dire que je connais bien la France. Je la connais un peu, mais j’aime la France, la grande culture française, surtout naturellement les grandes cathédrales, et aussi le grand art français… la grande théologie qui commence avec saint Irénée de Lyon jusqu’au 13e siècle et j’ai étudié l’université de Paris au 13e siècle : saint Bonaventure, saint Thomas d’Aquin. Cette théologie a été décisive pour le développement de la théologie en Occident… Et naturellement la théologie du siècle du Concile Vatican II. J’ai eu le grand honneur et la joie d’être ami du père de Lubac, l’une des plus grandes figures du siècle passé, mais j’ai eu aussi des bons contacts de travail avec le père Congar, Jean Daniélou et d’autres.

    J’ai eu des relations personnelles très bonnes avec Etienne Gilson, Henri-Irénée Maroux. Donc, j’ai eu réellement un contact très profond, très personnel et enrichissant avec la grande culture théologique et philosophique de la France. Cela a été réellement décisif pour le développement de ma pensée. Mais aussi la redécouverte du grégorien originel avec Solesmes, la grande culture monastique… et naturellement la grande poésie. Etant un homme de baroque, j’aime beaucoup Paul Claudel, avec sa joie de vivre, et aussi Bernanos et les grands poètes de France du siècle passé. C’est donc une culture qui a réellement déterminé mon développement personnel, théologique, philosophique et humain.

    DOMANDA: Que dites-vous à ceux qui, en France, craignent que le Motu proprio ‘Summorum pontificum’ marque un retour en arrière sur les grandes intuitions du Concile Vatican II? Comment pouvez vous les rassurer?

    BENEDETTO XVI: C’est une peur infondée parce que ce Motu proprio est simplement un acte de tolérance, dans un but pastoral pour des personnes qui ont été formées dans cette liturgie, l’aiment, la connaissent, et veulent vivre avec cette liturgie. C’est un petit groupe parce que cela suppose une formation en latin, une formation dans une culture certaine. Mais pour ces personnes avoir l’amour et la tolérance de permettre de vivre avec cette liturgie cela me semble une exigence normale de la foi et de la pastorale d’un évêque de notre Eglise.. Il n’y a aucune opposition entre la liturgie renouvelée par le Concile Vatican II et cette liturgie.

    Chaque jour (du Concile, ndlr), les pères conciliaires ont célébré la messe selon l’ancien rite et, en même temps, ils ont conçu un développement naturel pour la liturgie dans tout ce siècle car la liturgie est une réalité vivante qui se développe et conserve dans son développement son identité. Il y a donc certainement des accents différents, mais quand même une identité fondamentale qui exclue une contradiction, une opposition entre la liturgie renouvelée et la liturgie précédente. Je pense quand même qu’il y a une possibilité d’un enrichissement des deux parties. D’un côté les amis de l’ancienne liturgie peuvent et doivent connaître les nouveaux saints, les nouvelles préfaces de la liturgie, etc… d’autre part, la liturgie nouvelle souligne plus la participation commune mais, toujours, n’est pas simplement une assemblée d’une certaine communauté mais toujours un acte de l’Eglise universelle, en communion avec tous les croyants de tous les temps, et un acte d’adoration.

    Dans ce sens, il me semble qu’il y a un enrichissement réciproque et c’est clair que la liturgie renouvelée est la liturgie ordinaire de notre temps.

    DOMANDA: Avec quel esprit commencez-vous votre pèlerinage vers Lourdes et y êtes vous déjà allé?

    BENEDETTO XVI: J’ai été à Lourdes pour le Congrès eucharistique International en 1981, après l’attentat contre le Saint-Père (Jean-Paul II, ndlr). Et le cardinal Gantin était le délégué du Saint-Père. C’est pour moi un très très beau souvenir.

    Le jour de la fête de sainte Bernadette est en même temps le jour de ma naissance. De ce fait, déjà, je me sens très proche de cette petite sainte, cette petite fille jeune, pure, humble, avec laquelle a parlé notre Vierge.

    Rencontrer cette réalité, cette présence de la Vierge dans notre temps, voir les traces de cette petite fille qui était amie de la Vierge et d’autre part rencontrer la Vierge sa mère est pour moi un événement très important. Naturellement nous n’y allons pas pour trouver des miracles.

    Je vais y trouver l’amour de la Mère qui est la vraie guérison pour toutes les maladies, toutes les douleurs et être solidaire avec tous ceux qui souffrent, dans l’amour de la Mère. Cela me semble un signe très important pour notre époque.

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    Quanto dice Benedetto XVI è assai grave. Sia per quanto riguarda il rito tridentino, il cui ripristino sarebbe soltanto un "atto di tolleranza" (altro che amore per Benedetto XVI per la tradizione!), sia per quanto riguarda la laicità, per il quale essa non sarebbe nè in contrasto con la fede nè con la religione. Benedetto XVI - è evidente - non sa nulla o finge di non saper nulla sulla Regalità sociale di Cristo.

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    Citazione Originariamente Scritto da Augustinus Visualizza Messaggio
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    Liturgia
    Affrontando la questione della liturgia, in particolare parlando del "motu proprio" Summorum Pontificum sul rito straordinario in latino della Messa (7 luglio 2007), il Papa ha spiegato che "è semplicemente un gesto di tolleranza, in ottica pastorale, per delle persone che sono state formate a questa liturgia, che l'amano, la conoscono, e vogliono vivere con questa liturgia".
    Beh, forse la intendo male, ma questa è una delle affermazioni di Benedetto XVI che, se è possibile, più mi delude e amareggia. La trovo profondamente umiliante. Voi, che amate l'antica liturgia della Chiesa, oggi siete tollerati! Di solito è un male ciò che si tollera o comunque qualcosa di cui si farebbe volentieri a meno. Ecco - sembra dire Benedetto XVI -, voi che venerate il rito tradizionale della Chiesa, io vi tollero!
    Si avverte la totale mancanza del più piccolo sentimento di ammirazione e di venerazione per quel rito antichissimo che è stato, così magnanimamente, "liberalizzato". Sbaglierò, intenderò male, non so, ma personalmente sono sempre più convinto che la "manovra pastorale" di Benedetto XVI possa riassumersi così: io, cari tradizionalisti, vi dò il vostro rito, vi tollero, e voi in cambio fate i bravi e accettate il modernismo.

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    Citazione Originariamente Scritto da Timoteo Visualizza Messaggio
    Beh, forse la intendo male, ma questa è una delle affermazioni di Benedetto XVI che, se è possibile, più mi delude e amareggia. La trovo profondamente umiliante. Voi, che amate l'antica liturgia della Chiesa, oggi siete tollerati! Di solito è un male ciò che si tollera o comunque qualcosa di cui si farebbe volentieri a meno. Ecco - sembra dire Benedetto XVI -, voi che venerate il rito tradizionale della Chiesa, io vi tollero!
    Si avverte la totale mancanza del più piccolo sentimento di ammirazione e di venerazione per quel rito antichissimo che è stato, così magnanimamente, "liberalizzato". Sbaglierò, intenderò male, non so, ma personalmente sono sempre più convinto che la "manovra pastorale" di Benedetto XVI possa riassumersi così: io, cari tradizionalisti, vi dò il vostro rito, vi tollero, e voi in cambio fate i bravi e accettate il modernismo.
    Condivisibilissimo.

 

 

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