CALIFANO: HO FATTO PIU' GENTE DI DI PIETRO

ROMA - "Ho fatto più gente di Di Pietro"
. Franco Califano, anche nella sua serata trionfale, non dimentica l'ironia e commenta così le migliaia di persone che si sono riunite a piazza Navona, a Roma, per il concerto, organizzato con il sostegno dell'assessorato alle Politiche culturali del Comune di Roma per celebrare i suoi 70 anni. Califano non ha nascosto la sua gratitudine verso il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, tanto che ha invitato la piazza a rivolgergli un applauso e poi lo ha chiamato sul palco, dove il sindaco gli ha consegnato una targa ricordo.

"Mancavo da Roma da cinque anni, perché la Giunta precedente non mi aveva consentito di fare spettacoli come questo". Per il "Califfo" è stata una serata speciale, di grandi emozioni, di fronte al suo pubblico in una delle piazze simbolo della città della quale, pur essendo lui nato per caso a Tripoli, è una delle voci più autentiche e amate. Il concerto - "non devono durare più di un'ora e mezzo, altrimenti la gente si stufa" - è stato ovviamente un percorso attraverso le sue canzoni più famose, alcune delle quali sono state cantate negli anni dalle più belle voci della canzone italiana. Gli unici ospiti chiamati dal Califfo sono stati Federico Zampaglione, che ha cantato insieme a Califano la Nevicata del '56 e Un tempo piccolo, e Stefano Di Battista, grande saxofonista jazz, che ha regalato uno strepitoso assolo in ''Bimba mia".

Il concerto è cominciato con "Cammino in centro", poi subito un classico "Me nnamoro de te". Come prevedibile la serata è stata punteggiata da cori di fan, alcuni proposti in stile calcistico con tanto di megafono. Io nun piango, Roma nuda, sono stati alcuni dei momenti di questo recital per migliaia di fan che ha avuto al centro l'inevitabile Medley delle canzoni più famose che hanno fatto di Califano un autore storico della canzone italiana: E la chiamano estate, Una ragione di più, Un grande amore e niente, La musica è finita, Un estate fa, Semo gente de borgata. Califano è una figura atipica della canzone italiana, uno chansonnier alla francese, radicatissimo nella tradizione culturale e musicale di Roma, con un vissuto da romanzo. Molti lo considerano un poeta e i suoi fan più fedeli amano anche i suoi monologhi: stasera ne ha proposti due, quello della La suora e l'infermiere e l'altro, la sua ultima composizione, dedicato al crepuscolo del suo pene. Proprio in occasione di questo monologo, Califano ha dimenticato l'inizio, mantenendo sempre vivo il contatto col pubblico che ha fatto a gara per suggerirgli il prezioso incipit.

Prima del finale una biondissima hostess ha portato sul palco una torta con candelina. Perfino Califano ha confessato di essere emozionato. Il finale lo ha riservato ai due pezzi che lui stesso definisce "i più belli che abbia mai scritto", Minuetto, che tutti ricordano nell'interpretazione di Mia Martini e Tutto il resto è noia, "la canzone che mi rappresenta di più, sono orgoglioso che questa frase abbia superato in popolarità Mi illumino di immenso". Manco a dirlo tutta piazza Navona se ne andata cantando Tutto il resto è noia.

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