Il Washington Post: «Ridusse i finanziamenti proprio nei giorni in cui la sua figlia adolescente restava incinta». Ennesimo imbarazzo per i repubblicani
La governatrice dell’Alaska e vice di John McCain, Sarah Palin, usò i suoi poteri di veto per tagliare fondi ad un programma statale che aiutava ragazze madri adolescenti e bisognose. La decisione risale allo scorso aprile, più o meno nei giorni in cui la Palin partoriva il suo ultimo figlio e la secondogenita adolescente della governatrice restava incinta.
Il Washington Post sul suo sito online rivela l’intervento della governatrice, scelta da McCain anche per la sua capacità di contenere le spese del sistema pubblico. La Palin ridusse i finanziamenti statali alla Covenant House Alaska da cinque a 3,9 milioni di dollari all’anno: Covenant House è una rete di programmi e ostelli che danno ospitalità a giovani in situazioni difficili e bisognosi, tra cui le mamme teen-ager.
Il candidato repubblicano alla Casa Bianca John McCain continua a sostenere di essere «molto, molto fiero» di Sarah Palin, la governatrice dell’Alaska scelta a sorpresa e, a quanto pare, in tutta fretta come candidata alla vice presidenza. Ma i mille guai venuti alla luce dall’annuncio di sabato scorso sono nella migliore delle ipotesi una distrazione dalla campagna elettorale, nella peggiore un vero e proprio imbarazzo per i repubblicani. Abbastanza per convincere alcuni scommettitori a giocarsi sul mercato di Intrade il ritiro della candidatura di Palin prima del voto. Le probabilità, a dar retta al mercato, sono poche ma ci sono. McCain bolla come «veleni» le voci e gli attacchi a Palin e nega che il processo di selezione sia stato affrettato o superficiale. Ma ci sono pochi argomenti in grado di zittire i critici.
Il più insidioso, sulla lunga distanza, è l’inesperienza in politica estera: Sarah Palin, nata in Idaho nel 1964 e vissuta in Alaska per tutta la vita, è uscita dagli Stati Uniti solo in una occasione, l’anno scorso per un viaggio in Germania e Kuwait. Prima di essere eletta come governatrice non aveva neppure il passaporto. Difficile prevedere la ricaduta sull’elettorato della rivelazione su Bristol Palin, la figlia diciassettenne della governatrice, incinta di cinque mesi e promessa sposa a un compagno di liceo. La novità ha offuscato il pedigree di sicura conservatrice di Palin, antiabortista e teorica dell’astinenza come unico metodo anticoncezionale pubblicizzato nelle scuole. L’elettorato evangelico e l’ultradestra religiosa che aveva salutato con entusiasmo la scelta di Palin, ora sembra fare marcia indietro. Può una madre di cinque figli, uno appena nato e affetto dalla sindrome di down, occuparsi anche di una baby mamma alla Casa Bianca, in veste di neo nonna?
Ma i guai, giorno dopo giorno si moltiplicani. Alcuni sono marginali come l’arresto di Todd Palin, vent’anni fa, poco prima del matrimonio con Sarah, per guida in stato di ebbrezza. Altri sono insidiosi: come sindaco del minuscolo centro di Wasilla, in Alaska, Palin ha pagato il lobbista repubblicano Jack Abramoff per ottenere 22 milioni di dollari in finanziamenti dal Congresso. In gergo si chiamano «pork barrel spending», stanziamenti di denaro pubblico previsti dalle finanziarie del Congresso, in genere per accontentare le richieste di questo o quel parlamentare. McCain si vanta di non averne mai chiesto neppure uno e promette di metterli fuori legge se eletto presidente.
Palin è sotto inchiesta anche per il sospetto di abuso di potere e per difendersi ha assunto un avvocato. Palin avrebbe rimosso dall’incarico Walt Monegan, uno dei membri della commissione per la sicurezza pubblica dell’Alaska che a sua volta aveva rifiutato di licenziare Mike Wooten, coinvolto in una causa di divorzio con la sorella della governatrice, Molly McCann. Ma forse il più sorprendente dei tratti della governatrice è la sua militanza per alcuni anni nel partito indipendentista dell’Alaska, un movimento che dal 1970 si batte per la secessione dal resto degli Stati Uniti. La governatrice parlerà oggi, mercoledì, alla convention, dopo avere limato il suo intervento per giorni, rimanendo lontano dalle domande indiscrete dei reporter. La carne al fuoco è tuttavia tanta che difficilmente Palin potrà restare sulle sue a lungo, dopo la fine della convention.
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