Esiste già un posto dove si ha una stessa moneta, stesso tasso di riferimento, un Parlamento delle leggi che valgono per tutti (direttive europee e trattati europei), ma si è divisi per le imposizioni fiscali, gli incassi fiscali, gli accordi salariali.
Non è l'Italia post federale voluta dalla Lega, ma è l'Europa. Le prove generali del federalismo le abbiamo già viste e potute apprezzare. I greci soprattutto ne sono entusiasti.
Cosa c'è che non va nel modello euopeo, che non è altro che un macrofederalismo? Il sogno di Bossi e Calderoli è già stato messo in pratica e sta fallendo sotto i nostri occhi e qui vorrebbero riproporcelo in salsa mignon?
Dire cosa c'è che non va è semplice e gli economisti dovrebbero conoscere perfettamente il fenomeno del fly to quality. I capitali (ed i lavoratori migliori) vanno dove rendono di più, dove sono più sicuri. Se due aree geografiche hanno diversi tassi di crescita, diversi tassi di criminalità, di burocrazia, di imposizione fiscale, di qualità dei servizi, a parità di moneta gli investimenti si dirigeranno sempre nell'area migliore ed abbandoneranno quella peggiore. Con due valute diverse questo, nel medio periodo, non accade perchè l'area peggiore avrà una valuta sempre più debole, che renderà le sue merci competitive ed i capitali rientreranno attraverso le vendite di merci all'estero.
Quindi l'Europa è un'occasione per i paesi forti ed un impoverimento continuo per i paesi deboli.
Se in più ci mettiamo che i prezzi degli immobili e delle merci con la stessa valuta si livellano al prezzo più alto, mentre le contrattazioni salariali rimangono a livello periferico (gabbie salariali) abbiamo un impoverimento continuo di chi abita in aree a crescita più lenta.
Lo stiamo vedendo in questi giorni. Per la Grecia ci sarà anche un problema di corruzione, ma il Portogallo e la Spagna? Pensate che i problemi qui non arriveranno?
Nel Meridione sono 150 anni che esiste un dislivello rispetto al settentrione. Nessuno è mai riuscito a porvi rimedio. Per fortuna che tale dislivello è stato compensato da una contrattazione sindacale a livello nazionale, che perlomeno ha difeso il potere d'acquisto dei cittadini meridionali, oltre che una presenza massiccia di investimenti statali che hanno compensato, in parte, il fenomeno del fly to quality. Una parziale compensazione per tutti i risparmi dei cittadini meridionali che venivano rastrellati dalle banche (perlopiù settentrionali) ed investito al nord. Senza parlare di quei milioni di valenti cittadini che hanno fornito le loro braccia e le loro menti per lo sviluppo delle aziende settentrionali.
Questa è una nazione. Ci debbono essere delle reciprocità.
Ma adesso anche questo sta venendo meno. Il federalismo che ha in mente la Lega taglia il cordone ombelicale senza introdurre una nuova moneta. Diventare la periferia dell'Italia che già è la periferia dell'Europa. Il federalismo poterà due dirette conseguenze. Il taglio delle risorse, equivale ad un taglio dei capitali diretti verso il sud, mentre i risparmi del sud continueranno ad affluire verso il nord (chi sa perchè la Lega si vuole impadronire delle banche settentrionali?). Inoltre l'introduzione delle gabbie salariali regionali è già previsto, poichè è esplicitamente indicato nel programma della Lega che parla di contrattazioni sindacali a livello regionale.
L'esperimento europeo che sta fallendo, perchè contrario ad un basilare principio economico si vuol riprendere e trasferire in Italia. Mentre l'Europa dovrebbe copiare il modello italiano, introducendo dei flussi di compensazione per le aree a più bassa crescita ed un livello di contrattazione sindacale europeo, ma questa è un'altra storia.
Se proprio lo volete fare, almeno dateci due monete, altrimenti il federalismo, sarà il colpo di grazia per il sud.