I servi di Sion.
Un Berlusconi a tutto campo quello che riceve il premio “Personalità dell’anno” dall’Associazione ebraica Karen Havesod e ribadisce di essere “sempre stato naturalmente amico di Israele. Ho avuto nella mia infanzia compagni ebrei che ho amato, riamato, che mi hanno raccontato ciò che le loro famiglie avevano subito”. Il premier racconta anche della visita al campo di sterminio di Auschwitz: “da quel momento anche io mi sono sentito israeliano. Per questo in tutto ciò che ho fatto da privato cittadino e da capo di governo, ho capito l’importanza di essere dalla parte di Israele e dei suoi abitanti".
Lo sforzo a favore di Israele
Berlusconi ha ricordato di avere, da presidente di turno della Ue, proposto di comprendere Israele nella Ue e di aver posto il veto a dichiarazioni di condanna da parte della Ue verso le reazioni di Israele ad aggressioni esterne. Il presidente del Consiglio ha anche ricordato di aver incoraggiato il governo israeliano nelle trattative di pace con la Palestina e di aver proposto un piano Marshall per il sostegno economico del popolo palestinese. “Interpreto soltanto il pensiero della maggioranza degli italiani”, ha spiegato il leader del Pdl.
Attenzione all’Iran e saluti a Olmert
Al tempo stesso però Berlusconi chiede alla comunità internazionale “di monitorare la situazione iraniana. Bisogna stare attenti a tutti quelli che parlano di cancellare Israele dalle carte geografiche, perché già in passato sappiamo quello che è stato fatto”. Berlusconi spiega che la situazione è sotto controllo e che “ho già avvertito tutti del pericolo, a cominciare dal mio amico Bush”. Il premier ha commentato anche la fine del governo di Ehud Olmert in Palestina: “sono triste per la fine di un mandato affidato ad una persona di buon senso, esperta, concreta e capace di capire gli altri”.
tgcom