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  1. #1
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    Predefinito Rapinatori trasfertisti.

    Anche ieri, nelle Marche, c'è stata la solita rapina in banca. ma stavolta è andata male per i rapinatori perchè sono stati arrestati dai carabinieri. I rapinatori arrestati sono dei campani, in trasferta nella nostra civile regione, per compiere rapine e furti. Il fatto è avvenuto a Treia in provincia di Macerata ed i delinquenti avevano rapinato la bellezza di 15.000 euro.

  2. #2
    gentiluomo di campagna
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    Ieri altra rapina in banca, questa volta è toccato ad una banca di Senigallia. I nostri bravissimi poliziotti hanno arrestato i rapinatori e.... sorpresa, stavolta i rapinatori non erano campani ma ......... pugliesi! Ancora una volta si tratta di delinquenti del Meridione che vengono a compiere atti delittuosi nelle nostre civili città. Meditiamo cittadini marchigiani, meditiamo.

  3. #3
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    Non sono marchigiano ma ho molti amici nella Valle de Metauro e a Pesaro, in Umbria è la stessa cosa Campani Pugliesi e Siciliani , che vengono su con la scusa dell'edilizia e poi rapinano con il taglierino. Gli ultimi due sono stati arrestati a Foligno un mese fa, napoletani in trasferta per "lavoro".

  4. #4
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    E' stato arrestato ieri, dai carabinieri di Civitanova, un napoletano di 24 anni. Aveva con se 2 pistole con matricola abrasa e relativi proiettili, due chili di cocaina e 60.000 euro in contanti.

  5. #5
    gentiluomo di campagna
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    Stavolta non parliamo di rapinatori di banche, ma sempre di rapinatori trasfertisti si tratta!
    Rapina in gioielleria, presi due banditi e i loro complici


    novafeltria - Colpirono in due nella gioielleria “Il gioiello di Valenza” a Pietracuta di San Leo. Colpirono in piena fronte con il calciolo di una pistola la titolare che per il colpo cadde a terrà dove fu immobilizzata dai rapinatori che agirono indisturbati, rubando denaro contante dal registratore di cassa, preziosi, gioielli e monili in oro per un valore complessivo di oltre 100.000 euro. La donna sotto choc fu ricoverata all’ospedale di Rimini e sottoposta ad un intervento di angioplastica. Era marzo dell’anno passato e subito scattarono le indagini. Uno dei banditi fu presto identificato e individuato in provincia di Arezzo. G.D. 41 anni, di Messina fu catturato dai carabinieri di Novafeltria mentre era in auto con altre tre persone. P.A. 50enne di Messina; M.A. 47enne e L.A. 45enne entrambi di Arezzo”.

    Nel corso della perquisizione del mezzo i militari trovarono oltre 30 chilogrammi di preziosi, fascette di plastica, rotoli di nastro adesivo, scanner ed altro materiale utilizzato per la commissione di rapine e furono arrestato con l’accusa di aver messo a segno la rapina in una gioielleria del viterbese. Ma le ulteriori perquisizioni presso le loro abitazioni hanno fatto spuntare altri monili in oro costituenti parte della refurtiva della rapina perpetrata ai danni della gioielleria di San Leo, nonchè la pistola ad aria compressa utilizzata dai rapinatori. Sono così partite le indagini per individuare tutti i personaggi coinvolti nella rapina di San Leo, e identificare i ricettatori della refurtiva. Così accanto ai quattro arrestati sono stati denunciati anche D.B.F. 25enne di Milano, F.B. 42enne di Barletta, P.R. 40enne di Barletta e B.G. 39enne di Castel Ritaldi. I banditi che hanno colpito a San Leo sono stati arrestati anche con l’accusa di per sequestro di persona e lesioni personali.


    http://www.corriereadriatico.it/arti...F1A17E151496B2

  6. #6
    gentiluomo di campagna
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    Botte da orbi alla convivente davanti ai figli


    JESI - Picchia la convivente e la fa finire all’ospedale con il naso rotto ed ecchimosi ovunque. Picchia anche due poliziotti medicati e refertati dai medici. L’inevitabile quanto movimentato arresto viene convalidato dal giudice che rinvia il processo al 25 prossimo. Ma ordina l’allontanamento immediato dell’energumeno dalla città. Con effetto immediato. E invia due poliziotti a ritirare i suoi effetti personali e accompagnarlo fuori Jesi dove non potrà rimettere piede prima del 25, e quel giorno potrà recarsi solo in Tribunale per il processo.

    Giuseppe Vallefuoco è nativo di Napoli, ha 41 anni e da qualche tempo conviveva in città con una donna rimasta vedeva e madre di due figli, uno maggiorenne e l’altro no. Il rapporto è difficile, lei lavora e lui lo fa saltuariamente (dicono i vicini), ma il problema maggiore è che lui beve.

    Nel tardo pomeriggio di ieri l’altro il Vallefuoco torna a casa ubriaco fradicio - circostanza che avveniva sempre più spesso dirà la donna alla polizia e al giudice. Aggiungendo che quando era ubriaco diventava violento. Cosa che si è ripetuta poco dopo le 18 di martedì quando l’alcol e l’ora l’hanno mandato fuori di testa. Prima le urla, poi pugni e calci alla donna. Sotto gli occhi terrorizzati dei figli che hanno tentato di difendere la mamma. Con un cazzotto lui le ha fratturato il setto nasale e la povera donna è caduta sul pavimento.

    Qualcuno aveva già telefonato al 113 e la volante del commissariato di polizia di via Montebello ha impiegato pochi minuti per giungere nell’abitazione dove l’uomo sembrava impazzito. Quando ha visto i poliziotti che volevano calmarlo, è stato ancora peggio. Si è scagliato contro di loro e li ha colpiti ferendoli anche seriamente tanto da riportare 10 e 15 giorni di prognosi. Intanto era arrivata anche un’ambulanza e un’altra pattuglia della polizia. Ci sono voluti cinque uomini per bloccare finalmente l’energumeno. Che è stato visitato anche dal medico per verificare se fosse necessario un ricovero in psichiatria. Non era necessario. Nella tarda serata, dopo le formalità di rito in commissariato, Giuseppe Vallefuoco di Napoli è stato tradotto nel carcere mandamentale di Montacuto di Ancona a disposizione dell’autorità giudiziaria.

    Nella tarda mattinata di ieri, il giudice ha convalidato l’arresto dell’uomo, rinviando il processo con rito direttissimo al 25 prossimo, su richiesta dell’avvocato d’ufficio assegnatogli che ha bisogno di studiare il fascicolo. L’allontanamento immediato del napoletano dalla città è stato motivato dal giudice con le ripetute minacce che l’uomo ha fatto alla convivente. Lei e i suoi figli non vogliono più incontrare quell’uomo che ha terrorizzato la famiglia. Il 25 la sentenza definitiva del giudice.

    BRUNO LUMINARI,

    http://www.corriereadriatico.it/arti...180B15FC692B58

  7. #7
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    http://www.corriereadriatico.it/arti...F1471598454CB6

    Il blitz scattato all’alba di ieri ha impegnato trecento militari in diverse regioni d’ItaliaSequestrati 30 chili di stupefacentiNel fascicolo della procura distrettuale50 mila intercettazioni telefoniche
    Maxi-inchiesta dei carabinieri, 33 arresti per un traffico di hashish e cocaina dalla Campania
    Droga, sgominata la gang vicina alla camorra

  8. #8
    gentiluomo di campagna
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    Li hanno acciuffati in Toscana, ma ...... non si tratta di toscani.

    Recuperato il malloppo dopo il colpo di Fratte Rosa
    I rapinatori svelano dove è nascosto il tesoro


    pesaro - Si sono portati appresso i due rapinatori arrestati perchè potessero indicare il punto preciso dove gli stessi rapinatori avevano seppellito il bottino, e il bottino è stato recuperato.

    I carabinieri di Pesaro, in collaborazione con i colleghi di Arezzo e Siena, hanno rinvenuto, nascosti nelle campagne senesi, a Castello di Grotti del Comune di Monteroni D’Arbia, i circa 45.500 euro della rapina compiuta l’11 febbraio scorso ad Arezzo ai danni dell’agenzia della Banca Popolare dell’Etruria, a seguito della quale erano stati arrestati in flagranza di reato Saverio Giordano, 23 anni, e Francesco Antonino, 27 anni, entrambi di Cerignola.

    Le indagini erano partite dalla rapina del 10 gennaio scorso ai danni dell’agenzia di Fratte Rosa della Banca delle Marche, compiuta da due banditi con il volto coperto da un collant e armati di taglierino. Il colpo aveva fruttato 21.000 euro. Il ritrovamento del bottino è stato possibile grazie alla collaborazione fornita dai due arrestati, i quali hanno indicato il punto preciso in cui era nascosto il denaro. I due, dopo la rapina di Arezzo (esattamente come accadde dopo quella di Fratte Rosa, ma in quel caso l’auto dei militari rimase in panne e i banditi scapparono), erano stati intercettati e inseguiti da un imponente spiegamento di forze di polizia, che li aveva obbligati ad avventurarsi in una zona impervia, un bosco, dove, appunto, avevano poi nascosto i soldi. Subito dopo erano stati arrestati, a Villa di Corsano di Monteroni D’Arbia, ma del denaro non c'era traccia. Una volta ricostruito il percorso fatto dai rapinatori, i militari hanno avuto la certezza che la refurtiva non poteva che trovarsi nei pressi del luogo in cui era avvenuto l’arresto. E’ stata organizzata una vasta battuta nelle campagne senesi, alla quale hanno partecipato anche i due arrestati, che hanno indicato il nascondiglio.



    http://www.corriereadriatico.it/arti...D4C55017F833AB

  9. #9
    gentiluomo di campagna
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    L’uomo è un puglieseparlava di presunticollegamenticon la criminalitàorganizzataL’incontro fissatoper la consegnaa Montecchioma c’erano anchei carabinieri
    Pregiudicato chiedeva 15.000 euro minacciando di incendiargli il cantiere
    Estorsione a un imprenditore: arrestato


    PESARO - Architetta e mette in opera un’estorsione in piena regola, ma la vittima si rivolge ai carabinieri che lo sorprendono con le mani nel sacco, vale a dire con i soldi richiesti - 15.000 euro - già arraffati. E’ questa l’estrema sintesi di un episodio inquietante, che vede protagonisti un “pregiudicato di professione, C.A., 41 anni, di origine pugliese, finito in una cella della Casa circondariale di Villa Fastiggi, e Gualtiero Belpassi, 44 anni, imprenditore, titolare di una ditta per il commercio di autocarri e di un’attività nel campo dell’edilizia in via Borgo Santa Maria; una persona perbene - secondo chi lo conosce - e dedita al lavoro.

    Secondo il racconto del Belpassi che, una volta messo sotto pressione dalle richieste di denaro, si è rivolto ai carabinieri di Montecchio, il pugliese - dipendente di una ditta di carpenteria per le costruzioni - aveva prestato in un’occasione la sua opera nel cantiere del Belpassi. Durante le trascorse feste natalizie, si era rivolto all’imprenditore per farsi consigliare un demolitore di auto, dovendo sbarazzarsi di una sua vettura. Riceveva l’indicazione ma non dava seguito alla cosa.

    Dopo qualche giorno - sempre secondo la testimonianzadell’imprenditore - il pugliese chiede un nuovo abboccamento al Belpassi che sulle prime non gli dà peso. L’uomo non si dà per vinto e si reca da lui, prima chiedendogli 300 euro di un presunto vcchio debito e poi, nei giorni successivi, nuova richiesta: stavolta si sale a 5.000 euro, il tutto accompagnato da minacce, millantando rapporti con la criminalità organizzata e conoscenze mafiose. Se non avesse pagato, il Belpassi avrebbe avuto guai: un incendio, per esempio, nel suo cantiere, o addirittura nella ditta della sua convivente. “C’era qualcuno che voleva farti del male - affermava il pugliese - e io ho fatto in modo di fermarlo. Adesso tu mi paghi”. Minacce fumose ma egualmente inquietanti per il destinatario.

    Alla fine, la somma richiesta, per via degli “interessi”, era arrivata a 15.000 euro. Quindi il Belpassi, molto preoccupato, ha preso la decisione di raccontare tutto ai carabinieri, accettando di collaborare per incastrare il malvivente. E così è stato.

    L’imprenditore si è presentato all’ultimo appuntamento concordato, davanti a un bar di Montecchio, con tanto di busta contenente il denaro. Ma quando il pugliese ha ricevuto in mano il malloppo, sono saltati fuori i carabinieri, che lo hanno arrestato con l’accusa di estorsione. Gualtiero Belpassi, in ogni caso, è rimasto scosso dalla vicenda, e ieri, a caldo, meditava di abbandonare la sua attività nel ramo dell’edilizia, anche perchè, ha raccontato, il suo cantiere è stato bersaglio, dal 1992, di almeno una diecina di furti di materiali d’edilizia e di attrezzaturehttp://www.corriereadriatico.it/articolo.aspx?varget=1494BFE2FDD58D30829F5B1F26339 D4D

  10. #10
    gentiluomo di campagna
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    http://www.corriereadriatico.it/arti...6DD54D40DAAAA0
    Rapine in banca, catturata la gang


    SENIGALLIA - E’stato rintracciato a Senigallia un componente della banda di rapinatori che agivano nel Bolognese disarmati, minacciando, legando i dipendenti e aspettando comodamente che la cassaforte a tempo si aprisse per riempirsi le tasche prima della fuga. In due colpi nel gennaio e nel maggio 2007, avevano recuperato più di 100.000 euro. Ma grazie alle immagini delle telecamere di sorveglianza, dopo un anno di indagini congiunte, polizia e carabinieri hanno sgominato la banda di rapinatori professionisti, arrestando tre persone. In carcere sono finiti Giovanni Piccirillo, 36 anni, rintracciato a Senigallia, e Mario Poggi, 37 anni, arrestato a Napoli, mentre era già in cella a Novara Raffaele Gravagnoli, 25 anni. Tutti e tre sono originari di Napoli, come il quarto componente della banda, Luigi Taglialatela, 43 anni, ucciso il 25 febbraio in un conflitto a fuoco probabilmente di stampo camorristico nel capoluogo campano. Insieme avevano messo in piedi un’organizzazione specializzata in rapine in tutto il centro nord, tanto che Gravagnoli era già stato fermato proprio per un colpo a Novara ma, secondo gli inquirenti, senza legami con la criminalità organizzata. A mettere sulla buona pista gli inquirenti, guidati dal Pm Lorenzo Gestri, le immagini delle telecamere, dato che i rapinatori non portavano passamontagna.


 

 
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