Gliele canta e gliele suona.

[el cuntadin]

Enrico Cisnetto, al numero uno della CISL, Bonannni.

Però, che po po di viaggi che si concedono (a spese del sindacato, almeno secondo Cisnetto), questi capi del sindacato.
http://www.enricocisnetto.it/articol...=Primo%20piano

Qual è il problema di Bonanni?
Enrico Cisnetto


mercoledì 17 settembre 2008

Ieri sera, di ritorno da una cena, ero indeciso se andare direttamente a letto o accendere la tv. Purtroppo ho optato per la seconda scelta. Ho visto Porta a Porta, in una puntata dedicata ad Alitalia. Non tanto perché nel pomeriggio avevo scritto una scheda per il programma di Bruno Vespa, ripercorrendo la lunga vicenda che da almeno un decennio vede la nostra compagnia di bandiera tecnicamente fallita. Più che altro perché ero curioso se vi fossero novità sulle trattative tra Governo e sindacati. L’unica novità, invece, è stata l’aggressione di cui sono stato vittima (assente) da parte di Raffaele Bonanni, segretario della CISL. Aggressione vera e propria, tanto che Vespa è dovuto intervenire più volte a stoppare il sanguigno sindacalista abruzzese.
Ma vediamo meglio (ho qui davanti a me il resoconto stenografico della puntata, che ho già inviato ai miei legali): “Cisnetto ce l’ha con noi. Non è affidabile”, ha detto Bonanni dopo la mia scheda. “E’ il peggior antisindacale tra quelli che scrivono”. Decifrando la prosa bonanniana, credo che il senso di questa affermazione sia da ritrovare nel fatto che ho sempre denunciato le responsabilità dei sindacati nella lunga debacle Alitalia.
Fin qui, dunque, nulla di riprovevole (a parte la grammatica). Ma l’attacco personale arriva poi: sarei, ho sentito, uno “che copre le responsabilità delle persone con cui ha fatto affari e le scarica sul sindacato”. Addirittura. E in che senso, mi chiedo? E quali affari? Quelli che conduco da imprenditore sono sotto gli occhi di tutti. La mia attività di consulente strategico, di creatore di eventi culturali come la manifestazione “Cortina InConTra” che quest’anno ha battuto ogni record di pubblico e ha ottenuto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, sono del tutto trasparenti. Ma probabilmente il problema non sta qui. Il problema di Bonanni, forse, nasce da un’altra delle mie attività, anch’essa del tutto trasparente: quella di editorialista (per il Foglio, il Messaggero, il Mondo, il Gazzettino, la Sicilia, Liberal). Forse perché più volte mi sono soffermato sulle responsabilità che tutto il mondo sindacale (e non solo la Cisl) ha avuto nella lunga agonia della compagnia di bandiera (leggere il libro di Stefano Livadiotti, L’altra Casta, per credere). Ironia della sorte, mi sono anzi spesso soffermato in lunghi distinguo tra i pasdaran della Cgil e le aperture della Cisl. E se Epifani avesse dovuto attaccarmi personalmente ogni volta che scrivevo un articolo critico, saremmo stati perennemente a duello. Ma trattasi di altro tipo di persona, e di ben altro stile. Quindi, continuo a chiedermi, qual è il problema di Bonanni (a parte la grammatica)? Forse il nervosismo degli ultimi giorni, quando è stato ripetutamente fischiato e contestato dai suoi stessi rappresentati? O che gli dia fastidio la mia amicizia con Pezzotta e Baretta, rispettivamente suo predecessore e suo vice fino a qualche mese fa, cui è chiaro non sono mai andate le sue un po’ mafiose simpatie?
Oppure qualche pericolosa insolazione estiva, magari presa durante il lungo e defatigante viaggio appena compiuto in Cile, Argentina e Uruguay (a spese del sindacato, of course) per presenziare, inter alia, al fondamentale congresso della Union Nacional de Trabajadores di Santiago? Perché un problema ci deve essere. Altrimenti non si spiegano nemmeno certe uscite degli ultimi giorni. Ne cito solo alcune: “Stiamo attenti che non arrivino scalate internazionali su Alitalia”(ANSA, 4 settembre, sic!). O ancora “non voglio che le corporazioni riprendano in mano l’azienda". (ANSA, 17 settembre). Ma forse Bonanni, più semplicemente, non vuole venir meno ai suoi record di esternatore (607 dichiarazioni all’anno alle agenzie, secondo la gustosa ricostruzione di Livadiotti). E l’Alitalia in particolare gli stimola la favella: quando Prodi iniziò le trattative con Air France, il numero uno della Cisl prima esordì con un “il Governo pagherà cara questa scelta”. Poi, l’intemerata: “Affidarsi al peggior concorrente su turismo e trasporto come la Francia vuol dire denudarsi senza garanzie. Ci sono alcuni spregiudicati, aggregati in consorterie, che pur di far prevalere la loro opinione stanno depauperando l’Italia. In nome e di chi e che cosa solo Dio lo sa”. Siamo, dunque, al complotto pluto-demo-giudo-massonico?
Sia come sia – mica mi posso far venire il mal di testa a furia di pensare ai perchè della cavolate altrui – sta di fatto che ho deciso di dare mandato ai miei legali perchè procedano nei suoi confronti per le affermazioni diffamatorie che ha fatto, nonostante il generoso tentativo di Vespa di evitargli una brutta figura. Anche se poi, a pensarci bene, di questi tempi un attacco da un sindacalista non può che rendermi onore.

[Burton Morris (POL)]

i sindacalisti di alitalia hanno attuato una politica criminale