OMNIA SUNT COMMUNIA
Sgomberati gli operai Innse in autogestione
La polizia ha messo fine alla straordinaria lotta dei lavoratori di Lambrate
Mariangela Maturi
MILANO
Alle cinque e mezza di ieri mattina poliziotti e carabinieri sono passati dall'entrata secondaria della fabbrica Innse Presse, hanno fatto uscire i due operai di guardia per la notte e hanno posto i sigilli ai cancelli. I quarantanove operai della Innse lavorano da mesi nella loro fabbrica gestendo da soli consegne e clienti, mentre Silvano Genta, il proprietario, cerca in tutti i modi di chiudere per guadagnare con la vendita dei macchinari e con la speculazione edilizia su un'area decisiva per l'Expo del 2015. Non ha neppure retribuito lo stipendio di agosto. Ora i lavoratori sono stati buttati fuori, sgomberati come se fossero degli squatter scomodi, un «problema di ordine pubblico». Fuori dai cancelli la frustrazione è palpabile. Si organizza un presidio permanente, ma la fabbrica è chiusa. Nessuno crede più che sindacati e istituzioni possano o vogliano fare qualcosa di risolutivo. Bruno Casati, assessore al Lavoro della Provincia di Milano, confessa: «Genta è la testa di ariete per abbattere una fabbrica in nome delle speculazioni immobiliari. Non possiamo farci molto». Il presidente Penati fa lo sforzo di mandare un comunicato: «La Provincia si è attivata e continuerà a farlo insieme a Prefettura e Ministero affinché la trattativa venga riaperta, tutte le parti siano coinvolte e si possa arrivare a una soluzione». Alla conferenza stampa lui non c'è, ma lo si vede passare dopo poco nella sua auto blu fiammante. In via Rubattino, di blu ci sono solo tute sbiadite e rabbia livida. Anche verso i sindacati. Maria Sciancati, della Fiom, è una delle poche che si fa vedere; sa che la situazione è grigia: senza mobilità gli operai rischiano ancora di più. «Siamo deboli anche noi», ripete. Sono deboli tutti. Deboli o assenti i sindacati, che fanno fatica a promuovere una mobilitazione per una sola fabbrica: a Milano, dicono, ne chiudono in continuazione. Debole il Ministero, che forse rilancierà un tavolo di trattativa che Genta però può benissimo snobbare. Lui che ha acquisito la Innse solo due anni fa con i finanziamenti previsti dalla legge che ora gli permette di scappare con il bottino. Non può fare molto neppure la Ormis, la ditta bresciana che vorrebbe rilevare la Innse e che in questi mesi ha continuato a ordinare commesse, e rischia anche una denuncia per aver aiutato i lavoratori in autogestione. Gli operai indicano i poliziotti davanti ai cancelli sigillati: «Guarda che fine ha fatto il diritto al lavoro».
www.ilmanifesto.it
ARDITI NON GENDARMI