Inchiesta-Castello: Domenici si incatena per protesta

News - 06/12/2008 13.56.02

Due giri di catena intorno alla vita. Un cartello che chiede "un'informazione corretta". Il blitz del sindaco di Firenze Leonardo Domenici davanti alla sede della sede del gruppo Repubblica-l'Espresso, scatta a ora di pranzo. Una mossa, quella del primo cittadino, per protestare contro il modo in cui i due giornali (leggi l'articolo di Alberto Statera) hanno trattato la vicenda politica innestata dall'inchiesta giudiziaria Fondiaria-Sai. "Voglio dire a tutti che la mia giunta è pulita e che io non ho fatto nulla di cui vergognarmi" attacca Domenici.

La vicenda è quella riportata con ampia eco da tutti i media, in questi giorni. L'ormai decennale progetto di Fondiaria a Castello, periferia nord di Firenze. Un'inchiesta che parla di corruzione e che ha messo nei guai un'assessore dell'attuale giunta comunale e un assessore regionale. Tirando in ballo il costruttore Salvatore Ligresti, il patron della Fiorentina Della Valle e lo stesso sindaco. Intercettazioni dove il primo cittadino ribadisce la sua contrarietà al parco, puntando sulla costruzione di un nuovo stadio.

Domenici, però, non ci sta. Ci tiene a tenere separate le vicende dei suoi assessori dalla sua. Dei primi, si dice "fiducioso" che possano dimostrare la loro innocenza. "Ma quella storia con me non c'entra", precisa. Quello che riguarda Domenici sono le intercettazioni pubblicate da Repubblica che rivelano un incontro con Ligresti e Della Valle per discutere del progetto almeno tre mesi prima dell'annuncio ufficiale alla città. E quelle frasi pronunciate al telefono: "Bisogna smitizzarlo, io il parco lo voglio toccare non per dare ragione a Della Valle ma perché mi fa cagare da sempre".

Di quello parla oggi Domenici, alzando un cartello in cui chiede che dignità e onorabilità siano difese. "L'idea del parco mi ha sempre visto perplesso - dice il sindaco - ma questa mia perplessità l'ho sempre detta pubblicamente. E' vero che mi sono visto a Roma con Della Valle e Ligresti. E' stato un incontro riservato e non segreto all'hotel Hassler. Ho cercato di trovare un accordo tra di loro, di dare una risposta alla richiesta che viene dalla città di spostare lo stadio. E non per fare un favore a Della Valle. Forse - ironizza - avrei fatto meglio a portarmi dietro giornalisti e telecamere...".

Domenici torna sugli articoli e nega di avere subìto "l'onta" di un interrogatorio dai magistrati ("l'ho chiesto io con una lettera aperta") e di aver fatto "accordi segreti". Ricorda i suoi 9 anni di amministrazione "senza macchie" e insiste: "Non è vero che l'idea era di mettere lo stadio al posto del parco. Quel progetto di parco, poi, era troppo naturalistico e aveva costi eccessivi per la città".

E' un fiume in piena Domenci. Ci tiene a far sapere "la sua verità", quella che l'ha portato oggi a fare un gesto "che non è certo usuale per uno come il mio carattere". E davanti alle telecamere insiste: "Adesso sono sereno, perché riesco a dire quello che volevo".


repubblica.it