POSTI RISERVATI SUL METRO’? PALPEGGIATOR CORTESI E “INVALIDO INCIVILE”

IL DEPUTATO LEGHISTA MATTEO SALVINI PRIMA DICHIARA CHE BISOGNA RISERVARE POSTI A SEDERE SUL METRO’ AI MILANESI DOC…POI DI FRONTE A CRITICHE BIPARTISAN SOSTIENE CHE ERA UNA BATTUTA….MA RILANCIA AFFERMANDO CHE LE PRIME DUE VETTURE DOVREBBERO ESSERE RISERVATE ALLE DONNE PER EVITARE I PALPEGGIAMENTI DEGLI EXTRACOMUNITARI… QUELLI NOSTRANI SONO LECITI?… MA A CHE SERVONO LE RONDE PADANE ALLORA?

Era partito sostenendo che sarebbe stato opportuno che sulla metropolitana milanese venissero riservati dei posti a sedere e delle carrozze ai milanesi doc, per evitare loro la presenza fastidiosa e invadente di troppi extracomunitari.
Un clima da apartheid che ha suscitato, oltre alle ovvie critiche dell’opposizione, un’immediata presa di distanza da tale demenziale proposta da parte sia del governo che della maggioranza.
Il ministro delle Pari Opportunità, Mara Carfagna, è stata particolarmente dura: “I cittadini italiani e gli immigrati regolari sono tutti uguali davanti alla legge. Nessuno può condividere la proposta avanzata oggi di carrozze riservate sui mezzi pubblici ad una singola tipologia di cittadini, siano essi milanesi o di altre città, uomini o donne, bianchi o neri”.
Matteo Salvini, che nella Lega non è certo l’ultima ruota del Carroccio, essendo autorevole deputato, nonché candidato alle elezioni europee, ha dovuto incassare le critiche bipartisan e dopo qualche ora ha precisato che la sua era una battuta.
Salvo precisare meglio ( o peggio) il suo concetto in una lettera al presidente di Atm, la municipalizzata milanese: ” Occorre valutare la possibilità di riservare le prime due vetture di ogni convoglio alle donne, italiane e no, visto le denunce di palpeggiamenti e apprezzamenti pesanti che le donne subiscono ogni giorno. Una nostra candidata alle provinciali ha ricordato stamane come le donne sui mezzi pubblici non si sentano più sicure, causa l’invasione e la maleducazione di molti extracomunitari che non hanno rispetto per le donne. Per questo ho proposto di riservare dei posti alle milanesi, così come si faceva per gli invalidi di guerra e del lavoro”.
Matteo Salvini i mezzi pubblici li deve prendere raramente, probabilmente gira con l’auto blu, altrimenti dovrebbe essere informato che i posti riservati agli invalidi esistono ancor oggi, anzi, visto il suo stato psichico, siamo certi che, a seguito di regolare domanda correlata da opportune e doverose certificazioni mediche che riconoscono agevolazioni ai portatori di handicap mentali, un posto fisso sul metrò nessuno glielo potrebbe negare.
Da una comoda postazione panoramica a sedere, magari facendosi accompagnare dalla candidata alle provinciali del suo partito, potrebbe così monitorare attentamente la percentuale di “palpeggiatori” del metrò.
Gli suggeriamo una prima distinzione tra i teorici della toccata e fuga di etnia estera e i nostri esperti locali.
In seguito, una seconda differenziazione tra i “palpeggiator cortesi” e quelli scortesi. I primi sono stati, infatti, sdoganati ( come anni fa i missini) dalle battute dello stesso premier Berlusconi, quindi meglio concentrarsi sui secondi, analizzandone metodi, atteggiamenti, durata della palpata, se accompagnata o meno da frasi, se di durata superiore o meno a due fermate del metrò.
Una volta che il Salvini sarà in possesso di tali elementi essenziali, uniti a un monitoraggio delle linee più a rischio, potrà da un lato interpellare il suo ministro degli Interni e valutare tre opzioni: far intervenire le forze dell’ordine, pretendere, d’intesa con La Russa, l’intervento dell’esercito, oppure reclamare la presenza sul metro di una nutrita schiera di ronde padane, notoriamente dedite al controllo del territorio.
Giusto non farsi condizionare dai toni concilianti di chi risolverebbe tutto con una battuta e una pacca sulle spalle, qua occorre che la ronda padana si concentri sulla “pacca sul sedere”.
Riteniamo che possa costituire un’aggravante anche le dimensioni e la forma del classico sedere della milanese doc che subisce le attenzioni dello straniero allupato.
Più è formoso, più grave deve essere la pena e più lesto l’intervento della ronda.
Ovviamente si può chiudere un occhio se il palpeggiatore è un maniaco nostrano, se poi vota magari Lega gli si potrebbe dare una autorizzazione temporanea alla toccata, almeno su determinate linee e solo se rivolta a procaci femmine africane.
In fondo non di palpeggiamento si tratterebbe in quei casi, ma di verifica della consistenza del grado di cul-tura degli altri popoli, gratificati della nostra disponibilità all’accoglienza.
Ma essendo notoriamente i maniaci tutti stranieri, la vediamo dura per quelli stanziali. Sarebbe opportuno riservare loro una quota di manipolazione, onde evitare il pericolo di estinzione di tale antico mestiere tradizionale .
Le ronde che devono certificare il corpo del reato ovviamente, sulla base della proposta leghista presentata in Parlamento, hanno poi diritto a un’indennità che chiameremmo, più che di carica, di toccata.
Siamo certi che con questi accorgimenti il fenomeno denunciato da Salvini sarà presto archiviato e il metrò tornerà sicuro, ispirato a quei criteri di sicurezza a lui tanto cari.
Vorremmo evitare che la prossima volta si arrivi alla proposta che l’accesso al metro sia riservato ai soli milanesi doc da tre generazioni.
Se non altro per evitare che uno debba girare con un ingombrante fascicolato da presentare poi alla biglietteria e sottoporre ogni volta i certificati di nascita dei bisnonni e relative foto d’epoca con lo sfondo del castello Sforzesco.
Matteo Salvini ci ringrazierà sicuramente per il nostro contributo di idee…
Comodo Matteo, resta pure seduto al tuo posto riservato di “invalido incivile”…
Siamo arrivati a Loreto, noi scendiamo… buon proseguimento.
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