Oggi vertice romano del centrodestra per cercare in extremis di varare il decreto legislativo per salvare il Comune di Catania. E intanto da domani si prepara l'assedio a Palazzo degli Elefanti
Metti che oggi, 11 settembre, mentre tutto il mondo rievoca la tragedia che fu, a Roma qualcuno prova a scongiurare la tragedia che sarà. Quella del dissesto del Comune di Catania.
Quando i giochi sembrano fatti e la partita perduta, finalmente i vertici del centrodestra sembrano proprio oggi pronti al fatidico incontro. Non è detto che si arrivi sino al presidente del Consiglio Berlusconi, ma la corte del premier si riunirà nella capitale, cercando di trovare il modo di convincere il governo Tremonti a varare questo decreto legislativo salva Catania.
E’ una parola. Il ministro è appena andato ad arrotondare la sua R moscia a Ballarò, spiegando che per sanare il paese bisogna versare ancora lacrime e sangue, tanto che, per esempio, nel caso Alitalia o si fa così, o non si fa più niente.
Pensate che il ministro che va a cercar funghi con Bossi per boschi acconsentirà a trovare una via d’uscita addirittura legislativa, e comunque l’unica se si vuol trovare, per versare nelle casse asciutte di Catania per lo meno 350 milioni di euro?
Non ci crede quasi nessuno, questo è il brutto, ma tra oggi e, probabilmente, domani, il vertice romano che farà fare titoli ai giornali e impazzire i retroscenisti, si farà. Berlusconi ha detto "ci penso io a Catania", ma è una parola. Dovrebbero seguire contanti, che non ci sono.
Per Roma capitale è stata fatta un’eccezione e quando qualcuno parlò di prestito a fondo perduto, il ministro dell’Interno, Maroni, saltò sulla poltrona tuonando che non si sarebbe prestato a fondo perduto nulla. Eventualmente prestito. Oppure, avrà pensato, si paga alla romana…
Dunque Catania non ha regali da attendere, né bastano spiccioli. Domani il fortino-Comune comincerà ad essere assediato: la Multiservizi avanza due mesi, quelli dell’assistenza sociale otto, i pulizieri da agosto non vedono una lira. E i dipendenti dello stesso Comune, 4500, sanno che a fine mese non ci sarà nulla per loro.
Battute finali, dunque, che non fanno ridere. Anche il ministro La Russa ha promesso che parlerà al Cavaliere. Sussurrandogli, chissà: Silvio, tu sei la luce, che ci guida e ci conduce. Già, la luce. Catania al buio attende sgomenta l’ora segnata dal destino. Che s’è ritagliato giorno dopo giorno.
11/09/2008
di Saverio Lodato
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