Rainer Maria Rilke
26 Nel folto dei ranghi nemici s'è spinto il signore di Langenau. Solo.
Largo gli ha fatto in quel folto - tutto d' in tondo - il terrore. Ed egli sta, ritto, nel mezzo: di sotto al vessillo, che, lento, bruciando si va. Attoniti sguardi, all'ingiro, quasi pensoso, sospinge.
Strani, versicolori miraggi!
Pensa: «Giardini... » E sorride.
Repente, s' avvede che lo arrestan pupille ben fise... Volti d'uornini! E sm volti di cani infedeli... Su loro, spronando, si scaglia...
Ma come a le spalle il cerchio nemico si serra - ancora giardini...
E le sciabole curve che adesso s'avventano a lui - baleni festosi.
Zampilli che sbocciano in risa nel fiore d'una fontana.