EDITORIA: TREMONTI RIDUCE LA SPESA DI 83 MLN NEL 2009 E DI 100 MLN PER IL 2010 26/09/2008 26 set. - Il Manifesto rilancia l'appello: ''sosteniamoci''. L'Unita' e Europa danno ampio spazio alla vicenda dei tagli all'editoria voluti dal governo. Liberazione sciopera: oggi non sara' in edicola in segno di protesta contro il silenzio della societa' editrice, la Mrc, e del partito editore, Rifondazione comunista, sul futuro del giornale.
E da Claudio Fava (Sd) a Roberto Fiore (Forza Nuova) si allarga in modo trasversale l'allarme per il rischio chiusura con il quale devono fare i conti cooperative di giornalisti, testate non profit e di partito.
Per molti di questi giornali e' ormai corsa contro il tempo: per alcuni la 'dead line' e' la fine dell'anno, per altri giugno 2009, con la chiusura del prossimo bilancio. Una situazione drammatica determinata in primo luogo dai tagli contenuti nel decreto Tremonti, che all'articolo 44 ha ridotto il capitolo di spesa per il settore di 83 milioni per il 2009 e di 100 milioni per il 2010 (annualita' gia' 'colpita' dal decreto Ici, con una riduzione di altri 26 milioni, pari al 6.80%).
Si assottigliano cosi' fondi gia' ritenuti insufficienti dalle imprese: nella precedente Finanziaria erano previsti 414 milioni per il 2008, 387 per il 2009 e 387 per il 2010, a fronte di una spesa stimata in 550-560 milioni. Inoltre il decreto ha soppresso il carattere di diritto soggettivo dei contributi pubblici all'editoria e ha stabilito che i fondi verranno erogati in base all'andamento dei conti dello Stato: nell'incertezza del loro volume, quindi, per le testate non e' possibile scontare il credito presso le banche, ne' metterne a bilancio la relativa voce.
A preoccupare il settore e' anche lo schema di regolamento attuativo messo a punto dal Dipartimento per l'editoria e consegnato alle associazioni di categoria, che entro il 30 settembre devono presentare le loro osservazioni. Tra le novita', l'accesso ai fondi legato alle copie effettivamente vendute, la stretta sul credito agevolato, lo snellimento del comitato chiamato a decidere gli stanziamenti, le agevolazioni tariffarie postali aggiornate annualmente in base all'inflazione per le societa' quotate in Borsa.
Il regolamento rappresenta ''un'opportunita''', ma le nuove norme non bastano se restano i tagli al settore, che ''vanno rimossi'', dice la Federazione nazionale della stampa, che annuncia per lunedi' 29 settembre un coordinamento dei giornali di idee.
Continua intanto la mobilitazione delle testate a rischio, che incassano solidarieta' bipartisan. ''Costringere alla chiusura un giornale come il Manifesto o Liberazione e' un furto di democrazia'', dice il coordinatore nazionale di Sd Claudio Fava. I tagli, afferma Roberto Fiore di Forza Nuova, rappresentano ''una manovra che aggredisce i piccoli per favorire i grandi gruppi. Se tagli ci devono essere, devono riguardare tutti''.
Il Pd Antonello Soro chiede al presidente della Camera Gianfranco Fini che di riforma dell'editoria si parli in Parlamento, Giuseppe Giulietti (Art. 21) auspica che il governo cambi le norme per non impedire una riforma condivisa. E mentre a La7, dove l'azienda ha annunciato 25 licenziamenti tra i giornalisti, e' guerra di nervi - con il comitato di redazione che accusa l'ad di Ti Media, Giovanni Stella, di aver violato il Codice etico aziendale - a Liberazione e' sciopero: ''Mentre altri quotidiani colpiti dal taglio dei contributi finanziari si battono per cambiare la legge, la Mrc minaccia la crisi e sembra ormai attendere passiva gli esiti nefasti del provvedimento'', accusa il cdr. Il segretario del Prc, Paolo Ferrero, replica appoggiando la richiesta di chiarezza sui conti avanzata dalla redazione, ma respingendo le accuse al partito: ''Solo stamattina sono stato messo a conoscenza dell'esatta situazione dei conti e ho subito chiesto che il cda avanzi rapidamente una proposta organica su come affrontare la crisi. Altro il partito non puo' fare''. (Ansa).