Me li immagino quelli lì con i T-72: un po' come gli alieni che studiano la cantina in "La Guerra Dei Mondi".
http://www.corriere.it/esteri/08_set...4f02aabc.shtml
NAVI DA GuERRA A CACCIA DELL'IMBARCAZIONE
L'Eritrea vuole «riscattare» il cargo Faina
Pronti 35 milioni di dollari per il carico di armi in mano ai pirati. Si muvono le diplomazie e le navi da guerra
DAL NOSTRO INVIATO
MOMBASA – Sempre più complicato e misterioso l’affaire del cargo Faina, la cui stiva è piena di armi e munizioni, compresi 33 carri armati di concezione sovietica T-72, sequestrato dai pirati al largo delle coste somale. Il portavoce dei bucanieri Janana Ali Jama, parlando all’emittente di Mogadiscio Radio Capital ha detto domenica mattina che l’Eritrea è pronta ad acquistare la nave e il suo carico per 35 milioni di dollari, la stessa cifra che ieri era stata chiesta agli armatori per rilasciare mercantile ed equipaggio. Asmara non nasconde il suo appoggio alle fazioni più oltranziste e fondamentaliste della ribellione somala e i suoi ufficiali sono in grado di pilotare i carri armati. Non stupirebbe che il dittatore Isayas Afeworki per combattere i suoi arcinemici etiopici si sia offerto realmente di comprare l’intera fornitura di armi. «Sarebbe una catastrofe per tutto il Corno d’Africa», ha commentato un diplomatico non italiano a Nairobi. Non si può escludere però che i pirati, con questa minaccia, cerchino solo di alzare il prezzo del riscatto.
PREZZO RIDOTTO - La confusione comunque è totale perché Andrew Mwangura, che coordina il monitoraggio delle acque dell’Oceano Indiano attraverso l’organizzazione East African Seafarers' Assistance Programme, contattato stamattina ha raccontato che i pirati hanno ridotto il prezzo a 5 milioni di dollari: «Lo sappiamo da un nostro uomo in contatto con i pirati». La Faina batte bandiera del Belize ma è gestita dalla compagnia ucraina Tomex Team. Oltre ai 33 carri armati nella sua stiva hanno trovato posto armi leggere e pesanti e le loro munizioni. Un colpo grossissimo per i pirati che, attraverso l’Eritrea o direttamente, potrebbero vendere il prezioso bottino agli insorti islamici che combattono il governo somalo. Questo è il timore dei governi occidentali.
UN CARICO TROPPO SCOTTANTE PER I PIRATI - Secondo l’incaricato d’affari dell’ambasciata somala a Nairobi, Mohammed Osman Aden, intervistato dal Corriere: «I pirati si sono trovato in mano un carico troppo scottante per loro. Sanno che devono disfarsene quanto prima perché rischiano un attacco in massa che potrebbe completamente cancellare la loro presenza».
UN PROBLEMA INTERNAZIONALE - C’è una domanda che frulla nella testa di diplomatici e giornalisti in Kenya. Come mai in questi anni nessuno è intervenuto per bloccare l’attività illegale dei corsari? «Noi l’abbiamo detto più volte – risponde il diplomatico -: il problema della pirateria al largo delle coste della Somalia non è solo nostro, ma coinvolge tutto il mondo. La risposta deve essere internazionale. Sono state sequestrate navi ed equipaggi di diversi Paesi. Occorre una reazione compatta, ma non solo a parole. A proposito cosa fa l’Italia? Qui stanno arrivando tutti, ma Roma non si è mossa», conclude Mohammed Osman Aden. MASSIMA ALLERTA IN KENYA - Sabato il ministero della Difesa del Kenya ha decretato il massimo stato d’allerta delle sue truppe. Il materiale bellico doveva raggiungere Mombasa, ufficialmente destinato all’esercito keniota (anche se qualcuno insiste a sostenere che la destinazione finale fosse il Sud Sudan). Secondo il quotidiano locale Sunday Nation la marina da guerra di Nairobi ha preso posizione davanti alle coste somale pronta a intervenire. Il giornale cita una alta fonte governativa, secondo cui: «I leader militari stanno lavorando con tutti i nostri partner per risolvere il problema». E una fonte, che ha voluto rimanere anonima, vicina alla presidenza della repubblica ha tetto ai Corriere: «I nostri amici sono già al lavoro». Il portavoce del governo Alfred Mutua ha dichiarato che «il Kenya non tratterà con i criminali e i terroristi e la Faina e il suo carico saranno riconquistati con tutti i mezzi».
SI MUOVONO AMERICANI E RUSSI - La situazione è seguita da vicino dagli Usa. A poche centinaia di metri dalla Faina sta navigando l’incrociatore Howard (il cui motto è «Ready for Victory», cioè «Pronto per la vittoria»). Agile, veloce e armato con i più sofisticati sistemi elettronici può intervenire in qualunque momento, come ha spiegato l’ammiraglio Gregory Smith, uno dei portavoce del Pentagono al New York Times. L’ufficiale però ha aggiunto:«Per ora non c’è nessuna operazione imminente». Nelle acque somale naviga anche una nave da guerra russa mentre una fregata della stessa marina, la Neustrashimy, cioè l’ Intrepido, è attesa tra qualche giorno. Dopo aver superato Eyl (porto usato fino a poco tempo fa dai pirati e ora abbandonato per l’opposizione della popolazione che teme rappresaglie pesanti da parte delle marine militari) ed essersi fermato a Garahad il mercantile sequestrato ha passato il porto di Obbia e ha gettato le ancora davanti ad Harardhere, isolato villaggio di pescatori dove sono cominciate le azioni di pirateria nel 2004. Venerdì i corsari hanno compiuto la loro ultima azione catturando una petroliera greca, in navigazione tra Europa e Medio Oriente. L’arrembaggio è avvenuto nel Golfo di Aden, dopo un inseguimento finito quando gli assalitori hanno sparato alcuni razzi contro la nave ellenica.
Massimo A. Alberizzi
malberizzi@corriere.it
28 settembre 2008
la nave faceva traffico internazionale di armi in maniera non chiara.non si spiega altrimenti come mai non fosse scorttata