Comitato Nazionale di Radicali Italiani: la relazione della Segretaria Antonella Casu venerdì 26 settembre 2008 Da venerdì 26 a domenica 28 settembre, a Roma, presso la sede del Partito Radicale (via di Torre Argentina, 76 - 3° piano) è convocato il Comitato Nazionale di Radicali Italiani. I lavori hann avuto inizio alle ore 16 di venerdì, con le relazioni della Segretaria Nazionale Antonella Casu e del Tesoriere Michele De Lucia, e proseguiranno fino al pomeriggio di domenica. Saranno presenti, tra gli altri, i dirigenti dell'area radicale e i parlamentari della delegazione radicale nel gruppo del Pd.
Ordine del giorno:
- Anagrafe pubblica degli eletti: primo bilancio dell'iniziativa avviata e prospettive per il proseguimento;
- Autofinanziamento: impegno straordinario in relazione alla mobilitazione sul territorio sull'iniziativa dell'Anagrafe pubblica degli eletti e in vista del Congresso;
- Congresso ordinario annuale: 30 ottobre/2 novembre 2008.
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La relazione di Antonella Casu
(segretaria di Radicali Italiani)
Care compagne, cari compagni,
a tre mesi dallo scorso Comitato, sono qui un po' meno emozionata di quel 29 giugno e molto più determinata e cosciente delle responsabilità che mi avete affidato fino al prossimo congresso di Radicali italiani, il VII, che si terrà alla fine dei prossimi 34 giorni.
Non posso nascondervi che questi tre mesi trascorsi sono stati faticosi e difficili, intensi e ricchi di iniziativa politica: di Radicali italiani e della "galassia radicale" nel suo complesso.
Questo mi ha permesso di lavorare e conoscere ancora meglio e più a fondo i tanti compagni radicali vecchi e nuovi che stanno collaborando attivamente all'impresa che ci siamo proposti di perseguire nella straordinarietà della fase in cui ci siamo venuti a trovare e per il breve arco temporale di complessivi 120 giorni.
Un'impresa, un impegno che costituisce una sfida per l'intero movimento. Per questo, in apertura dei lavori di questo Comitato, quei compagni voglio ringraziarli tutti.
Anagrafe degli eletti
Tre mesi fa avete dato, eleggendoci nei rispettivi incarichi, a me, a Michele De Lucia e a Bruno Mellano, il mandato specifico di operare per creare le basi di una ramificata iniziativa nazionale, rivolta ad ottenere, attraverso l'istituzione ad ogni livello di quella che abbiamo chiamato "Anagrafe pubblica degli eletti", un significativo salto di qualità nella trasparenza e quindi nella informazione e nella conoscenza da parte dei cittadini, delle attività delle nostre rappresentanze politiche. E' una iniziativa solo apparentemente modesta, ma che si iscrive nella nostra politica rivolta a combattere e a denunciare il "caso Italia" che fa del nostro Paese, tra le democrazie occidentali, quello che unisce al più alto tasso di illegalità il più basso livello di democraticità delle nostre istituzioni. Per il suo alto valore istituzionale, essa si basa su un dialogo a 360 gradi che fa appello al senso di responsabilità delle coalizioni di governo regionali e locali oltre che nazionale, indipendentemente dallo schieramento politico di riferimento e si rivolge a tutti i gruppi politici e a ciascun eletto, senza distinzione di orientamento e di appartenenza. Per ultimo, ma non per questo meno importante, l'ambizione di contribuire a stimolare l'interesse, il gusto alla partecipazione dei cittadini per un riavvicinamento alla politica, fattore indispensabile per riequilibrare il nostro sistema sempre più rappresentativo e sempre meno partecipativo.
Vi riferirò puntualmente il lavoro di impianto, di organizzazione, di raccolta delle informazioni, di spedizioni e di invii, di richieste e contributi a cui ci siamo dedicati in questi mesi, il lavoro di coordinamento che abbiamo messo in atto con le associazioni radicali, la pubblicità che abbiamo tentato di assicurare all'iniziativa con conferenze stampa di lancio indette in pressoché tutti i capoluoghi di regione, le prime significative risposte di collaborazione, disponibilità e convergenza che abbiamo riscontrato.
Consentitemi però prima due brevi riflessioni iniziali che gettano una luce certo non positiva sulle condizioni ambientali nelle quali dobbiamo operare.
Le occasioni rappresentate dalla discussione avvenuta in assemblea dei bilanci interni della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica avrebbero potuto e dovuto rappresentare, dopo tanto parlare di casta e di costi della politica, una prima risposta positiva alle richieste di moralizzazione e di trasparenza e un esempio per le altre istituzioni. Questa risposta non c'è stata e, se c'è stata, è stata negativa. La maggioranza dei parlamentari, purtroppo spesso trasversalmente, si è rinchiusa nella difesa dei propri privilegi e dell'uso incontrollato, indiscriminato e opaco che ne viene fatto.
La maggioranza delle ragionevoli proposte, avanzate alla Camera dai parlamentari radicali, che hanno esercitato ed esercitano un'efficace azione di sindacato sui bilanci delle due Camere, è stata respinta. Personalmente ritengo particolarmente grave che non siano state approvate, né in questa legislatura né in quella precedente, quelle proposte che richiedevano un rendiconto preciso e pubblico delle somme erogate per le spese inerenti al rapporto tra eletto ed elettori, per le quali viene riconosciuta ad ogni parlamentare ogni mese la somma di 4.190 euro per i deputati e poco meno di 4.700 euro per i senatori e di quelle altre somme erogate a titolo forfetario per le quali non è prevista né la rendicontazione, né l'imposizione fiscale. Per non parlare poi, dei privilegi che si continuano ad assicurare ai parlamentari cessati dal mandato.
Abbiamo inoltre assistito al venir meno dell'attenzione dei media, in particolare della carta stampata, su questi problemi proprio da parte di quei giornali e giornalisti che avevano costruito vere e proprie campagne contro i privilegi della casta e i costi della politica, nell'ultimo scorcio del governo Prodi. Dopo le elezioni e con la costituzione del governo Berlusconi, per quei giornalisti la "casta" sembra essere improvvisamente passata di moda. Senza che in nulla si siano modificati gli usi e i costumi del Palazzo e della nomenclatura. Naturalmente - ma a questo siamo abituati anche se niente affatto rassegnati - la nostra iniziativa, che pure si propone di dare attuazione pratica a quelle richieste di moralizzazione, di onestà e di trasparenza, non ha avuto alcuna attenzione e alcun sostegno da parte dei protagonisti di quelle campagne. Né alcun interesse e sostegno, salvo qualche personale eccezione, abbiamo trovato da parte dei professionisti dell'indignazione.
Nonostante questo, ritengo di poter tracciare un primo bilancio positivo della nostra iniziativa, da più parti sono arrivati e stanno arrivando segnali di impegno e di consenso, questo sia a livello di singoli cittadini che chiedono come potersi attivare, sia a livello di rappresentanti istituzionali. Da Paolo Fontanelli responsabile degli Enti locali per il Partito Democratico, cha ha partecipato alla conferenza stampa nazionale che abbiamo tenuto con Emma Bonino, a un dichiarato auspicio di collaborazione comune su questo fronte, espresso dal Ministro Brunetta ai microfoni di Radio Radicale, al quale ho replicato sottolineando che l'auspicio è anche il nostro. Da Presidenti di Consigli regionali e di Regioni, a Presidenti di Provincia, da Sindaci a consiglieri regionali, provinciali e comunali, da singoli deputati e senatori, di centro destra e di centro sinistra. Non starò qui a fare l'elenco, nei prossimi giorni pubblicheremo sul sito gli impegni e i messaggi giunti dai diversi rappresentanti istituzionali.
Dal punto di vista del lavoro di impianto, abbiamo avviato da subito un contatto diretto con le associazioni radicali presenti sul territorio, cui è stato richiesto di convocare una riunione dell'associazione per riflettere sull'iniziativa dell'Anagrafe pubblica degli eletti a partire dalla conoscenza della singola realtà locale, sia in termini di elementi da inserire nelle proposte di delibera, sia sulle modalità da seguire, ovvero iniziative popolari piuttosto che contatti diretti con consiglieri locali, per poi condividere le varie proposte e definire nell'ambito di una riunione con tutti i responsabili delle associazioni, una linea comune nazionale. Ed è stato inviato, sempre alle associazioni, un primo questionario volto, in qualche modo, a costruire una nostra "anagrafe" per meglio comprendere le reali forze e disponibilità su cui poter contare.
Abbiamo contestualmente predisposto il piano delle attività, che abbiamo preparato come proposta di direzione da seguire dall'inizio del nostro mandato fino al Congresso e che abbiamo sottoposto alla Direzione alla fine di agosto.
E' da quella data che abbiamo effettivamente iniziato a lavorare più concretamente alla mozione generale e quindi all'obiettivo di incardinare la campagna per l'istituzione dell'Anagrafe pubblica degli eletti. La disponibilità delle Associazioni, ad un pieno coinvolgimento c'è e c'è stata in questa fase.
L'iniziativa a livello nazionale, è e dovrà essere mirata oltre che a garantire ai cittadini la possibilità di conoscere direttamente, acquisendo agilmente attraverso gli strumenti tecnologici oggi disponibili, tutto ciò che riguarda le attività degli eletti nelle istituzioni pubbliche, anche a perseguire altri obiettivi: quello di rilanciare la tradizionale capacità di mobilitazione dei radicali e quello di rinnovare i nostri indirizzari.
Da una parte, abbiamo deciso di utilizzare questa iniziativa per promuovere e far conoscere le attività dei radicali, cercando di raggiungere il maggior numero di cittadini, allestendo tavoli in tutti i luoghi dove sarà possibile assicurare la presenza, in particolare la mobilitazione è prevista nei primi 4 fine settimana di ottobre, consentendoci in qualche modo, di mitigare in parte il danno dovuto alla mancanza di informazione; ovviamente, questo potrà consentire di pubblicizzare anche le altre attività del nostro movimento politico e della galassia in generale.
Dall'altra, dobbiamo sfruttare questa iniziativa anche sul fronte dell'autofinanziamento, sia raccogliendo fondi ad hoc per questa campagna, sia utilizzando - i nuovi indirizzari che riusciremo a costruire con la raccolta firme - nelle successive fasi della campagna.
E' evidente, che gli interventi necessari per garantire la trasparenza e conoscenza delle attività degli eletti si differenziano a seconda del tipo di Istituzione. Quanto al Parlamento italiano, come dicevo in precedenza, è proseguita l'opera avviata nella scorsa legislatura in occasione delle sessioni di discussione sui Bilanci interni. Insieme a quegli ordini del giorno respinti di cui parlavo prima, ce ne erano altri che sono stati invece accolti e che essenzialmente riguardano la fruibilità delle informazioni sui siti e l'ampliamento della programmazione sui canali satellitari. Occorrerà su questo chiedere nuovamente un incontro al Presidente Fini, dopo quello che avevamo avuto a giugno e un primo incontro al Presidente Schifani, prevedendo eventualmente di depositare una o più proposte di legge per modificare o puntualizzare alcuni elementi normativi già presenti e attivare strumenti volti all'ottenimento di modifiche dei regolamenti per quanto riguarda ad esempio la pubblicizzazione dei lavori di commissione, su cui Rita Bernerdini già nella seduta del 2 luglio scorso ha iniziato ad attivarsi e venerdì scorso, nel corso della seduta della Commissione Giustizia della Camera, intervenendo sulla pubblicità delle sedute ha denunciato che sul sito della Camera dei Deputati, nella sezione dedicata alla Commissione Giustizia non figura neanche un resoconto stenografico. In occasione della stessa seduta, Rita ha compiuto un'azione di disobbedienza civile registrando integralmente i lavori. Registrazione che pochi minuti dopo è stata pubblicata sul sito di Radio Radicale, l'unico vero servizio pubblico a disposizione di tutti i cittadini, consentendo, in particolare per quanto riguarda quella specifica seduta, di conoscere cosa pensa il deputato avvocato Niccolò Ghedini sulle intercettazioni telefoniche e ambientali, anche quelle che riguardano i reati contro la pubblica amministrazione.
I primi di settembre, abbiamo inviato una lettera con allegata proposta di delibera a tutti i Sindaci, ai Presidenti di Provincia, ai Presidenti di Regione e ai Presidenti dei Consigli regionali. Una lettera di presentazione dell'iniziativa e di richiesta di partecipazione è stata inviata anche a tutti i Parlamentari e ai componenti il Comitato di coordinamento del "dopo Chianciano".
Analoga richiesta era stata rivolta ai Socialisti e ai Verdi, in occasione del mio intervento fatto ai loro Congressi nella seconda metà di luglio.
Successivamente, grazie alla disponibilità delle associazioni radicali sul territorio, delle altre associazioni costituenti il Partito Radicale e di militanti, abbiamo ricontattato telefonicamente buona parte delle amministrazioni destinatarie, ma di per se questo, ovviamente, non garantisce la sensibilizzazione di tutte le istituzioni ad attivarsi per garantire queste forme di trasparenza e conoscenza e quindi abbiamo cercato di trovare spazi di comunicazione e informazione per lanciare pubblicamente all'esterno questa nostra iniziativa.
In particolare, oltre a sollecitare gli organi di informazione locale, abbiamo convocato 18 conferenze stampa regionali per il 20 settembre, precedute da una conferenza stampa nazionale. Le Conferenze stampa regionali si sono tenute ad Aosta, Torino, Genova, Milano, Bolzano, Padova, Trieste, Bologna, Firenze, Perugia, Roma, L'Aquila, Campobasso, Napoli, Bari, Lamezia Terme, Palermo e Cagliari.
Abbiamo pensato alla data del 20 settembre per il lancio pubblico nazionale, ricorrendo a questa data simbolica per indire in qualche modo, un nuovo 20 settembre, all'insegna del conoscere per deliberare.
Alle conferenze stampa sono stati presenti alcuni parlamentari radicali e dirigenti nazionali, hanno altresì partecipato rappresentanti istituzionali locali e parlamentari di altri partiti. Delle 18 conferenze stampa 14 hanno visto la presenza - e i relativi servizi andati in onda - del TG3 regionale, devo dire che non ci siamo abituati, spesso non c'è la presenza e ancor peggio, non di rado, pur garantendo la presenza non abbiamo riscontro dei servizi realizzati. In sette, di queste conferenze, c'erano Agenzie di stampa, in alcune erano presenti testate telematiche, radio e TV locali, oltre alle testate di carta stampata. Ha fatto eccezione Roma dove, a parte Radio Radicale, non era presente alcun giornalista.
Abbiamo predisposto e inviato, oltre alle bandiere con il nuovo logo di Radicali italiani, il materiale informativo: volantini, pagine di giornale, che magari sui siti internet o su quotidiani locali possono trovare spazio o essere strumento base di comunicazione per i compagni sul territorio.
Inoltre, con Antonio Grippo abbiamo realizzato aggiornamenti e modifiche al sito internet Radicali.it, nei limiti degli interventi possibili senza dover impegnare risorse economiche. E' cambiata la veste grafica, sono stati inseriti tutti i link, per ogni eletto radicale e per ogni dirigente nazionale di Radicali italiani, agli interventi registrati e archiviati sul sito di Radioradicale.it.
Sono state modificate alcune impostazioni e criteri e organizzate in modo differente le informazioni in home page.
C'è lo spazio destinato all'Anagrafe pubblica degli eletti dove sono stati inseriti per ora i documenti prodotti, le lettere inviate ai Sindaci e ai Presidenti di Provincia, le lettere ricevute e le risposte inoltrate a coloro che ci hanno contattato in merito a questa iniziativa; a qualche decina di persone ancora devo una risposta, ma ci sarà e saranno pubblicate come le altre.
Le iniziative per l'Anagrafe degli eletti, che - come era stato espressamente sottolineato dal comitato di Radicali Italiani dovevano costituire l'impegno politico prevalente e specifico degli organi del movimento - sono state sviluppate e sostenute da un pieno di attività politica estiva che ha interessato e coinvolto l'intera galassia radicale e i suoi diversi soggetti.
Tibet
Vorrei ricordare innanzitutto la manifestazione dell'8 agosto ad Assisi una manifestazione nel segno della nonviolenza, del dialogo e della democrazia a sostegno della causa tibetana e della libertà in Cina, che si è potuta indire e organizzare ad Assisi l'8 agosto, in significativa coincidenza con l'apertura a Pechino delle Olimpiadi, grazie alla collaborazione e all'impegno con cui il sindaco e il consiglio comunale di quella città hanno corrisposto all'iniziativa del nostro compagno Francesco Pullia. Senza quella manifestazione, che ha dato voce, soprattutto per merito di Bruno Mellano, alle comunità tibetane e alle altre comunità buddiste, e che ha visto la partecipazione di altre associazioni che si battono per i diritti civili, l'apertura dei giochi olimpici sarebbe avvenuta in Italia nel più totale e completo conformismo. L'ubriacatura olimpica avrebbe fatto dimenticare i diritti calpestati non solo in Tibet, ma nell'intera Cina.
Abbiamo registrato con favore la partecipazione del sindaco di Assisi, delle Province di Terni e di Siena, di molti Comuni presenti con i propri gonfaloni, di esponenti politici sia di opposizione sia dell'attuale coalizione di governo, in primo luogo del senatore Lucio Malan vicepresidente dell'Intergruppo parlamentare per il Tibet, lo stesso comitato di cui Matteo Mecacci è presidente. L'iniziativa è stata supportata anche a livello istituzionale dai nostri parlamentari membri delle Commissioni esteri, che hanno presentato una risoluzione, che è stata approvata, a sostegno dei diritti del popolo tibetano. La risoluzione chiedeva da un lato l'apertura di un'indagine indipendente sotto l'egida dell'ONU in Tibet, dall'altro al Governo italiano di non partecipare alla cerimonia di apertura dei giochi olimpici, in assenza di progressi nel campo dei diritti umani.
Abbiamo dovuto invece registrare l'assenza e l'ostilità della Tavola per la pace che si è indebitamente appropriata delle iniziative di Aldo Capitini, svilendole in un pacifismo burocratico, generico e conformista. E' ora che si raccolgano senza complessi le bandiere nonviolente di Capitini. Ha ragione Pullia che per il prossimo primo ottobre ha organizzato a Perugia un primo incontro capitiniano, a quaranta anni dalla sua morte.
Nessuno tocchi Tarek Aziz. Campagna di verità sulle responsabilità di Bush per una guerra che ora sappiamo poteva essere evitata.
La manifestazione di Assisi ha seguito di circa un mese quella di Spoleto, indetta in coincidenza con il compleanno del Dalai Lama, nel corso della quale Marco Pannella ha annunciato l'inizio dello sciopero della fame per la Moratoria della pena di morte anche per Tareq Aziz, nell'ambito del Grande Satyagraha mondiale per la pace e la democrazia nel mondo. "Nessuno tocchi Tarek Aziz" è stato l'obiettivo di questa iniziativa nonviolenta iniziata quando era annunciato come imminente, rapidissimo e destinato a concludersi con sicura condanna a morte il processo dell'ex ministro degli esteri di Saddam. All'iniziativa hanno aderito 2248 persone di 68 diverse nazioni che hanno firmato l'appello.
Lo sciopero della fame di Marco, cui si sono aggiunti in 174, è servito per far uscire dal silenzio e dall'indifferenza una vicenda che si sarebbe altrimenti conclusa con la scomparsa di un altro dei protagonisti del regime baathista. Sono stati sensibilizzati Parlamento italiano e Parlamento europeo. L'iniziativa - portata a conoscenza diretta del Presidente dell'Iraq Nuri Al Maliki con una manifestazione in occasione dell'incontro che questi ha avuto con il Presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi - si è conclusa il 12 agosto avendo raggiunto l'obiettivo di aver scongiurato il rischio di una condanna lampo per Tareq Aziz.
Non rivendichiamo alcun merito se non quello di aver rotto l'inerzia e la disattenzione dell'opinione pubblica, delle diplomazie e della stessa Chiesa. Prendiamo solo atto del fatto che Tarek Aziz è stato curato e ricoverato in una clinica e che il processo non è più annunciato come imminente.
E' nel contesto di questa iniziativa che su sollecitazione di Marco si è iniziato il lavoro di ricerca e di raccolta della documentazione di testimonianze, numerose e concordanti, che dimostrano come le iniziative rivolte ad evitare la guerra con l'esilio di Saddam e l'instaurazione di un governo provvisorio delle Nazioni Unite, avessero concrete possibilità di successo e siano state deliberatamente impedite dalla volontà politica di Bush di invadere l'Iraq ed eliminare Saddam.
Iraq libero non era, come sostengono alcuni neocon in ritardo difensori a tutti i costi della politica di Bush, una iniziativa irrealistica, impossibile, visionaria, ma al contrario la visione di una alternativa possibile e concreta di pace. La politica, ogni politica ma soprattutto quella internazionale, muore di mancanza di verità. Ed è questa verità che dobbiamo riconquistare non solo per il passato, ma soprattutto per il futuro.
Ferragosto nelle carceri italiane
Non spetta a me il compito di parlare dell'attività svolta dalle nostre delegazioni radicali all'interno dei gruppi parlamentari del PD. Nella nostra tradizione e nella nostra prassi, prima ancora che nelle norme statutarie, essi operano nella pienezza della loro autonomia di rappresentanti del Popolo. Ho già citato alcuni dei fronti del loro operato, ma vorrei qui ringraziarli per aver garantito, anche quest'anno, quella che oramai è quasi una consuetudine radicale di dedicare i giorni di ferragosto alle visite nelle carceri, in una situazione che vede gli istituti di pena tornare a riempirsi, in condizioni di invivibilità e di autentica inciviltà e in una legislatura in cui, per far fronte al crimine, si ricorre a forme di militarizzazione della società e al crescente ricorso alle pene detentive. Ferragosto è stata una giornata di mobilitazione all'interno delle carceri italiane che ha visto coinvolti dirigenti, parlamentari e militanti radicali, insieme a deputati e consiglieri regionali del Pd e del PdL. Sono state visitate le carceri di Torino, Alessandria, Cuneo, Cremona, Bolzano, Bologna, Firenze, Perugia, Roma Regina Coeli, Roma Rebibbia, Viterbo, Lecce, Catania Bicocca, Sassari, Napoli, Palermo Pagliarelli, San Gimignano e Milano San Vittore.
Le visite, integrate da un questionario inviato alle direzioni degli istituti, le cui risposte hanno consentito di ottenere un quadro piuttosto completo e attuale della situazione, hanno fornito ulteriori elementi da cui sono scaturite una serie di interrogazioni parlamentari.
Allo stesso modo credo che siano di grande importanza per il partito, sia i progetti di riforma in materia di giustizia e di politica penitenziaria, che sono nel solco delle proposte contenute nei nostri referendum, sia il convegno sulla giustizia che si terrà proprio lunedì e martedì prossimi. Così come importante e prezioso è stato l'altro convegno, quello su: Ritorno al nucleare. Conviene? risolve? organizzato in particolare da Emma Bonino che si è tenuto a Roma, l'11 luglio 2008.
Sempre grazie ai parlamentari è stato possibile, alla stessa stregua delle carceri, estendere le visite e gli interventi anche ai famigerati CPT (centri di permanenza temporanea), oggi CIE (centri di identificazione ed espulsione) e ai campi Rom.
I due convegni di Bruxelles (Laicità e religioni) e Londra (20 settembre data europea)
Per quanto riguarda le nostre battaglie laiche, non parlerò del Testamento biologico, sul quale rimando agli ultimi due numeri dell'Agenda Coscioni che hanno espresso compiutamente, a partire dal video di Paolo Ravasin, sia le nostre convinzioni e le nostre posizioni, coincidenti per altro con quelle del progetto di legge firmato da 101 senatori, sia la nostra denuncia della fuga di responsabilità di cui hanno dato prova i gruppi del PD di fronte al conflitto di attribuzione sollevato dalle due Camere contro le sentenze sul caso Englaro, sia infine la nostra preoccupazione che la tardiva conversione della CEI alla opportunità di legiferare in questa materia sia in realtà determinata dalla volontà di servirsi della legge per svuotare definitivamente sia il principio di autodeterminazione dell'individuo sia il principio del consenso informato. E' su questo terreno che dobbiamo prepararci ad affrontare lo scontro, con fermezza e intransigenza, ma anche con attenzione e apertura ad ogni possibilità di dialogo e ad ogni contraddizione.
Sarebbe stupido infatti, negare o sottovalutare il fatto che ci troviamo di fronte ad un tentativo di riconquista, politica e non religiosa, dell'influenza e del condizionamento della Chiesa sugli schieramenti politici e sul potere legislativo in materia di libertà civili per tornare a controllare e limitare, attraverso la legge, la libertà di coscienza e la stessa libertà religiosa dei cittadini. Proprio per questo, perché dobbiamo attrezzarci ad affrontare una battaglia culturale e di civiltà probabilmente di lunga durata, penso che siano stati assai importanti i due convegni che Marco Pannella ha fermamente voluto e a cui ha lavorato con grande impegno tutta l'estate fra lo scetticismo - devo riconoscere - di molti di noi: il convegno di Bruxelles di fine agosto sul tema "laicità e religioni a confronto con i fondamentalismi", in cui è riuscito a coinvolgere personalità laiche e religiose di diversi paesi, teologi cattolici, protestanti, ebrei, rappresentanti della cultura islamica e di movimenti buddisti europei, associazioni per la libertà religiosa, esperti di diritto ecclesiastico.
Il convegno che si è svolto a Londra il 20 settembre sul valore storico di questa ricorrenza che ha rappresentato il coronamento non solo del Risorgimento e dell'Unità d'Italia ma di un lungo, secolare processo europeo di laicizzazione della società e dello Stato che ha contribuito a liberare la stessa Chiesa dal temporalismo. Ne è nato un dibattito e una riflessione culturale e storiografica fra studiosi italiani, inglesi, francesi, un confronto che rimane aperto ad altri contributi e approfondimenti e che mi auguro possa conoscere altri appuntamenti.
Nella stessa data a Roma, nel nostro consueto omaggio a Porta Pia, abbiamo dovuto contrastare non l'indifferenza e il burocratico disinteresse delle amministrazioni di centro sinistra, ma il contrapposto omaggio che l'amministrazione Alemanno ha voluto rendere non a coloro che liberarono la società italiana e la stessa Chiesa dal potere temporale dello Stato pontificio, ma a coloro che combatterono per difenderlo. Non assistiamo a una semplice caricatura clerico fascista. Siamo di fronte alle conseguenze di un revisionismo strisciante che comincia ad aggredire e devastare le fondamenta stesse della nostra convivenza civile.
La scuola estiva della Associazione Luca Coscioni
Quasi negli stessi giorni, per iniziativa di giovani universitari della Associazione Luca Coscioni, si è tenuto un esperimento di scuola politica estiva, una formula a cui abbiamo nel passato guardato sempre con scetticismo, ma che ha dato vita a un seminario che ha riscontrato l'interesse degli studenti e che ha avuto al centro del dibattito i temi della laicità, del liberalismo, del libertarismo, dei diritti civili, del rapporto fra etica e libertà con la partecipazione di filosofi, politologi, costituzionalisti oltre che di esponenti radicali: temi che purtroppo hanno segnato la distanza dalla contemporanea summer school , come l'hanno chiamata, che il PD ha negli stessi giorni tenuto a Cortona..
Una delle organizzatrici, per l'Associazione Coscioni, di questa scuola estiva, Giulia Innocenzi, ha proprio durante lo svolgimento del seminario deciso di candidarsi alle primarie del PD per l'elezione del segretario della sua organizzazione giovanile, decidendo di riproporre anche in questa le questioni che, con la loro candidatura Marco Pannella ed Emma Bonino avevano posto a questo partito: questioni che non possono non riguardare le regole che devono caratterizzare un partito democratico e la sua reale apertura alla società e alle componenti della cultura laica, liberale e libertaria.
Informazione
Per parlare di informazione faccio un passo indietro in questa ricostruzione cronologica dei fatti.
A partire dal 23 luglio è stata intrapresa un'altra azione nonviolenta, questa volta di occupazione della Commissione parlamentare di Vigilanza RAI, dopo l'ennesima votazione per l'elezione del Presidente andata vana per assenza del numero legale.
L'obiettivo dell'iniziativa era garantire una convocazione ad oltranza, senza interruzioni fino a voto utile, come fu necessario fare nel 2002 quando le Camere non riuscivano ad eleggere due giudici della Corte Costituzionale, obiettivo in quella occasione raggiunto dopo un drammatico sciopero della sete di Marco Pannella cui si era unito Roberto Giachetti.
A Marco Beltrandi si sono uniti a partire dal 27 luglio quasi tutti gli altri parlamentari radicali e l'iniziativa si è conclusa il 31 luglio dando atto ai Presidenti di Senato e Camera di avere comunque compiuto un passo sensibile nella direzione che noi avevamo dichiarato necessaria. I Presidenti delle Camere infatti, avevano assicurato che avrebbero convocato la Commissione di Vigilanza finalizzandone il lavoro al compimento dell'atto dovuto. Oramai alle convocazioni di settembre ci siamo arrivati, ma il problema Commissione di Vigilanza RAI, così come di un giudice della Corte Costituzionale, la cui elezione manca da un anno e mezzo, persistono e su questo non mancheranno gli aggiornamenti da parte dei parlamentari nel corso del dibattito.
Se guardiamo a questo insieme di iniziative cui ho accennato solo in parte, dovremmo dire che la galassia radicale produce iniziativa e lotta politica, riesce nonostante tutto ad essere presente e dunque è viva e vitale. Ma una forza politica è viva e vitale solo quando può comunicare le proprie posizioni, le proprie proposte, le proprie azioni politiche, quando ha la possibilità di rivolgersi al Paese, quando gli viene riconosciuto il diritto di esporre le proprie opinioni e le proprie idee in contrapposizione a quelle dei propri avversari.
Oggi, questa informazione con cui dobbiamo fare i conti, impedisce di fatto il formarsi di una libera opinione sui principali temi che interessano il vissuto della nostra società, perché è un'informazione sempre più incompleta, filtrata, orientata, sleale.
Autofinanziamento
Dal punto di vista dell'autofinanziamento interverrà a seguire Michele, però voglio dar conto del fatto che abbiamo voluto dare anche un altro valore alla straordinarietà del nostro incarico e di questa fase, ponendoci come obiettivo oltre a quello fissato dalla mozione sull'iniziativa politica specifica, anche quello di autofinanziare questa fase, questi quattro mesi di gestione e il debito verso terzi ereditato. Siamo molto lontani dal raggiungimento di questo obiettivo, ma manca ancora un mese e come dice spesso Marco quello che non si è fatto in tanto tempo, si può fare in pochi giorni.
Non arrendiamoci, prendiamo esempio da Sergio Stanzani che nell'arco di 15 giorni, ha contattato una selezione di iscritti a Radicali italiani per il 2007 che non avevano rinnovato per il 2008 e che contattati per tre volte dal call center avevano risposto sempre negativamente, ma che sentendosi chiamare da un dirigente hanno avuto ovviamente una reazione diversa, anche perché hanno avuto modo di parlare e di chiarire quello che gli era poco chiaro o quello che gli era rimasto "indigesto". E qui, siamo tutti dirigenti nazionali, potremmo fare altrettanto, certo non siamo Stanzani e non abbiamo la storia di Sergio, ma possono bastare la stessa convinzione, la stessa motivazione e la stessa determinazione.
Sono giorni che dico che avremmo dovuto registrarle quelle telefonate, ce ne sono state di bellissime, molto emozionanti.
La selezione comprendeva 512 nominativi. Sergio è riuscito a parlare con 217 di loro ottenendo l'impegno all'iscrizione da 118 persone cui se ne aggiungono altri 32 che, mediante carta di credito, si sono iscritti contestualmente alla telefonata. Coloro che hanno confermato la risposta negativa sono stati 67, la maggior parte in relazione all'accordo con il Partito Democratico per le scorse elezioni, un'altra parte per ragioni economiche e in parte nettamente inferiore per la scelta della Rosa nel Pugno e il cosiddetto "caso Capezzone".
Altri tabulati sono stati stampati e distribuiti fra altri dirigenti, selezioni che riguardano anche coloro che almeno una volta si sono iscritti a Radicali italiani, ma sull'esito di questi contatti ancora non abbiamo informazioni.
Il congresso
L'altra mozione particolare, che era stata approvata allo scorso Comitato, era volta a fare della conferenza Bar-Camp sulla crisi della democrazia e il caso Italia del 3-5 ottobre a Roma, un appuntamento del dibattito precongressuale di Radicali italiani. Questa tre giorni promossa e sponsorizzata da radioradicale.it si terrà il prossimo fine settimana e inizierà con un convegno su "Partecipazione e cittadinanza nella crisi della (non)democrazia", ma su questo interverrà Diego e gli altri che ci hanno lavorato che ci aggiorneranno sullo stato di avanzamento dell'organizzazione dell'evento e sui partecipanti.
Inoltre, cogliendo quanto più volte Marco richiama sui radicali ignoti, abbiamo messo in conto di organizzare, in occasione del VII Congresso di Radiali italiani, un evento con i radicali storici, con coloro che hanno permesso, nonostante tutto, al Partito Radicale di esistere e di resistere. Coloro che per tanti anni - anche contro il senso comune, contro l'opinione corrente orientata da una disinformazione costruita a dovere, contro il vero e proprio genocidio culturale che ha, per molti aspetti, travolto l'immagine radicale e dei Radicali - hanno contribuito all'esistenza di quell'unico partito in Italia che, ormai da oltre cinquant'anni, vive garantendo continuità e durata alle sue iniziative. Vogliamo sottolineare il dato straordinario che caratterizza questo nucleo di cittadini che, per anni, hanno preso la tessera di iscrizione annuale, senza in molti casi, manifestarsi in altro modo.
Molti di questi "Radicali storici" sono infatti anche "Radicali ignoti".
In questa occasione vogliamo dargli un volto, far emergere la storia del radicale ignoto, dell'azionista dell'impresa radicale, sperando che in molti possano conoscere direttamente queste storie, questi percorsi, questi esempi, fra i Radicali più recenti e non solo.
Nel ricercare negli archivi i Radicali storici ci siamo scontrati con una serie di problemi oggettivi, almeno per i primi venti/venticinque anni di storia del Partito non esistevano sistemi informatizzati, abbiamo avuto poi una fase in cui la registrazione di questi dati era appaltata all'esterno, insomma l'archiviazione di queste informazioni si è andata affinando nel tempo e pertanto esistono delle lacune.
Iniziando ad analizzare i dati che emergevano dalle prime analisi, ci si è resi conto di quante informazioni, curiosità, aspetti su cui riflettere, potevano e possono venire fuori.
Si è trattato di stabilire alcuni criteri della selezione, abbiamo sempre sostenuto che è radicale chi ha la tessera radicale e quindi innanzi tutto siamo voluti partire da coloro che tutt'oggi scelgono di iscriversi al Partito Radicale, quindi chi nel 2008 o almeno nel 2007 risulta iscritto e ha, per così dire, "un'anzianità" di iscrizioni di almeno 25 anni. Con questi parametri, sono un centinaio gli storici, certo mancano, almeno rispetto alla memoria di molti di noi, tanti nomi, vuoi perché negli ultimi anni hanno deciso di non rinnovare l'iscrizione, vuoi perché sono venuti a mancare, vuoi perché per alcuni periodi hanno scelto di non iscriversi.
A me per esempio dispiace, perché quando abbiamo iniziato a parlare di radicali storici ho avuto subito, come primo riflesso quello di pensare al mio primo incontro/punto di riferimento nella sede del Partito Radicale e non tanto a chi da allora ho continuato a vedere. Era il 1980 ed era in corso la raccolta firme sui 10 referendum. Lei si occupava fra le altre cose di coordinare l'uscita dei tavoli. Fa parte di coloro che poi per un lungo periodo hanno scelto di non iscriversi e anche di coloro che sono prematuramente scomparsi. Ho avuto il piacere di re-incontrarla qualche anno fa, era Donatella Mariani.
Credo che al di là di realizzare questa bella idea che ha avuto Marco di invitare costoro al Congresso di Radicali italiani, sarebbe importante e interessante realizzare uno studio più approfondito di analisi e di ricostruzione della storia del Partito, attraverso la storia dei suoi iscritti: di coloro che lo hanno scelto per decenni e di coloro che solo una volta, in occasione di una particolare iniziativa vi hanno aderito; di coloro che lo hanno scelto a quindici o venti anni e di coloro che lo hanno scelto a quaranta, sessanta, ottanta anni.
Bene compagni, siamo a un mese dal Congresso e abbiamo obiettivi ambiziosi da raggiungere, mettiamoci l'impegno che è necessario, quello che è mancato nei tre mesi precedenti o più di quello cha abbiamo assicurato, ma diamoci da fare. Possiamo farcela.
Buon Comitato a tutti.