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  1. #11
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    Irving Kristol su libertarianismo e libertinismo


    Il nemico del capitalismo liberale oggi non è tanto il socialismo quanto il nichilismo. Solo che il capitalismo liberale non vede il nichilismo come un nemico, ma solo come un'altra splendida opportunità di business.
    Una delle più straordinarie caratteristiche della società contemporanea è la maniera in cui la "controcultura" della Nuova Sinistra è stata accolta ed etichettata come cultura "moderna", appropriata ad una società borghese "moderna". Numerose società per azioni, oggi, serenamente pubblicano libri e riviste, stampano e vendono dischi, o fanno e distribuiscono film, o sponsorizzano spettacoli televisivi che celebrano la pornografia, denunciano l'istituzione della famiglia, insultano "l'etica del bene materiale", giustificano l'insurrezione civile, e, in generale, sostengono l'espropriazione dell'industria privata e la "liquidazione" degli industriali privati. Alcuni leader della Nuova Sinistra sono sinceramente persuasi che questa sia parte di una cospirazione nefasta tesa ad indebolirli attraverso la "co-optazione". In ciò, come in moltre altre cose, sbagliano. Non vi è alcuna cospirazione, e si è tentati di aggiungere "purtroppo!".
    I nostri capitalisti promuovono lo spirito della Nuova Sinistra per un'unica ragione: non riescono a pensare ad un solo motivo per cui non dovrebbero farlo. Per loro è un business, come sempre.
    E infatti, perchè non dovrebbero approfittare di questa opportunità d'affari? La prevalente filosofia del capitalismo liberale non gli offre argomenti contrari. Sebbene gli scritti di Milton Friedman non siano chiarissimi - di per sè cosa curiosa e bizzarra, poichè egli stesso è di solito il più trasparente dei pensatori - tuttavia si deduce che, nel nome del libero pensiero, anch'egli sia restio a imporre proibizioni o inibizioni di sorta nei confronti delle tendenze libertine della moderna società borghese. Sembra ritenere, leggendolo, che non si debba intervenire nella dinamica dell'autorealizzazione in una società libera. Soprattutto sembra credere che queste dinamiche non possano, nella natura delle cose, essere autodistruttive e che l'autorealizzazione in una società libera possa solo condurre alla creazione di un sè compatibile con questa società. Non penso sia stato sufficientemente apprezzato il fatto che Friedman sia l'erede non solo di Hume e Mandeville, ma anche del moderno romanticismo. Alla fine, si può continuare a credere che i vizi privati, liberamente coltivati, possano condurre a pubblici benefici solo se si è davvero persuasi che la natura umana non possa mai essere corrotta nel profondo da tali vizi, ma che anzi sarà sempre in grado di trascenderli. L'idea della "virtù" borghese è stata eliminata dalla concezione della società borghese di Friedman, ed è stata rimpiazzata dall'idea della libertà individuale. L'assunto è che, nella natura delle cose, la seconda condurrà certamente alla prima. Qui vi è molta metafisica nascosta, e di tipo dubbio.
    Anche Hayek - sebbene ovviamente ostile per temperamento ed umore al nuovo nichilismo - non ha motivi per opporvisi in linea di principio. Quando Hayek critica lo scientismo, scrive davvero come un Whig seguace di Burke, ponendo grande enfasi sulla superiore saggezza implicita nella tradizione, e sul bisogno di venerare le istituzioni tradizionali che incarnano tale saggezza. Ma quando si rivolge ad una attenta osservazione diretta della società odierna, anche lui ricade nella fiducia nei basilari benefici dell'autorealizzazione - espressione che, pure, egli utilizza il meno possibile - ma cui, nondimeno, è costretto a ricorrere in circostanze cruciali. Ma che succede se il sè che si realizza alle condizioni del capitalismo liberale è un sè che disprezza il capitalismo liberale, e sfrutta la sua libertà per sovvertire e abolire una società libera? A questa domanda sia Hayek sia Friedman non hanno risposta.
    Ed è proprio questa la domanda che noi ora affrontiamo, poichè la nostra società produce incessantemente sempre più sè, i cui vizi privati non portano in alcun modo all'ordine borghese dei pubblici benefici. Forse si potrebbe dire che la tradizione laica e secolare del capitalismo, fautrice della dottrina del libero arbitrio, e non della tradizione Protestante-borghese, semplicemente aveva troppo limitato l'immaginazione, tanto da farla diventare un vizio. Non si sarebbe mai potuto credere che il vizio, se non costretto dalla religione, dalla moralità e dalla legge, potesse condurre alla malvagità. Non si sarebbe mai creduto che il nichilismo autodistruttivo fosse una possibilità autentica e permanente da cui ogni società deve guardarsi. Di fatto si può rifiutare Marx, ma mai si sarebbe pensato di essere chiamati a confutare il Marchese de Sade e Nietzsche. Si poteva dimostrare che la visione marxista era un'utopia; ma non si poteva dimostrare che la visione utopica di Fourier - il vero precursore della Nuova Sinistra - era errata. Essa era - nel modo disinvolto che le era proprio - una vera tradizione borghese; mentre ignorando le "virtù" borghesi poteva fare solo appello alla visione borghese del vizio.

    (tratto da Neoconservatorismo. Autobiografia di un’idea, Nuove Idee, 2005)

  2. #12
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    Scrivevo qualche tempo fa:

    "La libertà esige responsabilità. Ma se l'uomo non è più responsabile di se stesso e verso il suo prossimo come può pretendere al tempo stesso di essere libero?
    L'economista è solito preoccuparsi del denaro e non dell'uomo. Eppure se la natura umana vale più di un'operazione finanziaria bisognerebbe guardare alla persona e solo successivamente occuparsi dei profitti del mercato.
    Chi scrive è in teoria contrario all'aumento delle dimensioni dello Stato, alle nazionalizzazioni, alla pianificazione. Contrario a tutte le misure che limitano la libertà personale come impronte digitali e quant'altro. Questo è socialismo ed io amo la libertà. Ma tutto ciò passa in second'ordine considerati i tempi di dissoluzione morale che stiamo vivendo. E dico questo con spirito laico e per nulla clericale.
    Oggi viviamo in un mondo al di là del bene del male, dove le persone si preoccupano solo egoisticamente della propria sorte, dove il dolore fisico è il metro con il quale viene misurato ogni aspetto del quotidiano; un mondo cinico che si serve del pacifismo come ombrello per scansare ogni impegno e responsabilità; un mondo che non crede più in niente se non nel godimento terreno; un mondo non più umano e già indirizzato verso pericolosi esperimenti transumanisti... Un mondo insieme liberale e socialista, che chiede più diritti e più Stato, stipendi più alti e più assistenza sociale, più libertà personale e più sicurezza, ed è disposto a votare solo chi in campagna elettorale promette tutto e il contrario di tutto, la botte piena e la moglie ubriaca.
    Nell'Ottocento il liberalismo anglosassone poteva contare su solide basi calviniste: senso del dovere, morale puritana, responsabilità individuale, spirito austero. Una volta che il nichilismo ha fatto a pezzi tutto ciò il liberalismo ha perso la sua ragion d'essere, quell'etica della responsabilità che ne legittimava la "ricerca della felicità" su questa terra. Perchè il liberalismo non può convivere con l'edonismo. Lo stesso Reagan edonista non lo fu mai e chi in Italia parlò allora di "edonismo reaganiano" aveva in mente quegli esempi deteriori di libertarismo indifferente ai valori che sono stati poi trasposti nei romanzi di Jay McInernay e Brett Easton Ellis. Quella Lost Generation rediviva che avrebbe votato per candidati democratici quali Gary Hart e Bill Clinton e che vide nella reaganomics solo un'opportunità per potersi arricchire presto e bene senza rinunciare al proprio stile di vita borghese-bohemien (bo-bo's).
    E' stato Clinton a sotterrare il liberalismo reaganiano col politicamente corretto e i propositi della coppia Gingrich-Reed che in quegli stessi anni volevano far tornare la libertà americana indietro di un secolo sono rimasti purtroppo delusi. Da allora il conservatorismo liberale non ha avuto più un progetto a lungo termine, non più una vision, ma è stato costretto sempre a navigare a vista. Prima con George W. Bush e ora con John McCain. Se vorranno tornare a proporsi con successo sarà bene allora che i giovani imprenditori e i managers si mettano a pregare e non solo metaforicamente..."

  3. #13
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    Solo di passaggio al momento - mi aspettano quale ospite in una chiesa pentecostale - devo dire un paio di cosine "terra-terra"!
    Ideologie quali il Nichilismo ed il Socialismo, come anche altri molti "ismi", sono frutto del relativismo ideologico e della mancanza di assoluti. Faccio un esempio: prendiamo un campione "medio" di comunista sfegatato che protesta in un corteo o di un "nichilista" che segue il coro dei "Vaffagrillini" in una piazza di bologna. Se uno di questi vincesse al lotto un paio o una decina di milioni di euro, la sua ideologia cambierebbe come un cavolo che spunta in una notte. Quel che non cambierebbe facilmente sono però i vizi, le virtù od i peccati privati o sociali che uno si porta dietro - in tal caso ci vuole molto ma molto di più del miracolo dei milioni. Se un anarco-capitalista invece fallisse di brutto e dovesse finire come lavapiatti, ci sarebbe una buona possibilità che in attesa di ridecollare farebbe una gran cagnare per usufruire della cassa integrazione e di tariffe sindacali.
    La natura umana agisce in conflitto d'interesse, e dunque se questa natura non viene "narcotizzata", "superata" o semplicemente sostituita non nell'apoteosi, bensì nella morte della "Rigenerazione"... l'uomo non potra mai uscire dalla Caverna di Platone.
    Per vedere le cose per quelle che sono bisogna uscire dalla Caverna, ma le ideologie se la godono nelle ombre della Caverna. Poi ci meravigliamo se la Polis subisce le stesse patologie "psichiatriche" e le "isterie" delle ideologie. Il "formaggio per i topi" in questa caverna è proprio rappresentato dal relativismo che nutre l'uomo incoraggiandolo a foraggiare i suoi vizi e particolari interessi, sia a Dx che a Sx.
    Tutte le malattie politiche, ideologiche e spirituali sono prodotte dalla mancanza di una Verità Assoluta o da false verità assolute, le quali possono essere ideologie imposte per ditatura o false religioni ed in particolare fasulle rivelazioni monoteistiche - ed in questo caso i pericoli non sono da meno del Nichilismo.
    Per guarire dobbiamo essere in grado di esemplificare le cose dopo averle meditate ed analizzate nella loro eventuale complessità, per convenire senza sbagliare su quale sia la Verità Assolute ed Autorevole. Dopodicchè fare un'altro passo concettuale: dedicare all'esegesi della Verità Assoluta buona parte dell'energia che prima dedicavamo alle ideologie ed alla speculazione, senza con ciò eliminare dalla scena la Filosofia, la Politica e gli studi accademici.
    Citavi poco prima il Dispensazionalismo, il Millenarismo e l'Escatologia in seno al Fondamentalismo Evangelico in America... anche quale previsione di quel che stà per accadere al mondo e della direzione ideologica e religiosa che questo stà per prendere.
    Sappiamo quel che accadrà... e quanto il conservatorismo giudeocristiano sia nella situazione di dover preparare un "Piano B". Infatti è ben previsto che il conflitto dinteresse della natura irregenerata dell'uomo rifiuterà su vasta scala la Verità Assoluta, e credendo di averla spuntata si ritroverà con una Legge Dispotica Assoluta di un Autarca Mondiale che si dichiarerà egli stesso Fonte del Diritto Naturale.
    Prima però di arrivare a quel punto il Conservatorismo GIudeocristiano si deve giocare le sue cartucce, non dare partita vinta (comunque, come tu dicevi, per un massimo di sette anni) e provarsi a spiegare agli uomini che non esiste Libertà e Giustizia in assenza della Fonte della Verità.
    Nel frattempo che tale questione fermenti meglio, una nuova parola sulla crisi americana: la White House deve rendersi conto che geopoliticamente è in una nuova posizione! SI deve fare i conti con le economie emergenti, le quali ormai sono totalmente ubriache di anarco-capitalismo, magari e talvolta sotto altre etichette comuniste e pseudodemocratiche da repubbliche delle banane...
    Se la White House non ritrova nei fondamenti spirituali dell'America la forza e le nozioni del Diritto secondo un'Etica Assoluta, ha due scelte: trasformarsi in una dittatura militare oppure in una democrazia sorretta da una forte identità teocratica giudeocristiana.
    E finchè gli USA non sceglieranno, l'Economia subirà danni enormi quale pungolo, nonchè sintomo della sua debolezza ed indizio per la medicina e la disciplina globale.

  4. #14
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    Caro David, cercherò di rispondere in maniera articolata al tuo ultimo post. Le frasi riportate in blu sono le tue, quelle in nero, le mie. Iniziamo:


    Ideologie quali il Nichilismo ed il Socialismo, come anche altri molti "ismi", sono frutto del relativismo ideologico e della mancanza di assoluti.

    E’ vero.

    Faccio un esempio: prendiamo un campione "medio" di comunista sfegatato che protesta in un corteo o di un "nichilista" che segue il coro dei "Vaffagrillini" in una piazza di bologna. Se uno di questi vincesse al lotto un paio o una decina di milioni di euro, la sua ideologia cambierebbe come un cavolo che spunta in una notte. Quel che non cambierebbe facilmente sono però i vizi, le virtù od i peccati privati o sociali che uno si porta dietro - in tal caso ci vuole molto ma molto di più del miracolo dei milioni. Se un anarco-capitalista invece fallisse di brutto e dovesse finire come lavapiatti, ci sarebbe una buona possibilità che in attesa di ridecollare farebbe una gran cagnare per usufruire della cassa integrazione e di tariffe sindacali.

    Sul primo esempio non sono d’accordo. Il comunista sfegatato se vincesse all’enalotto non cambierebbe schieramento, solo andrebbe ad infoltire le fila di coloro che hanno il cuore a sinistra e il portafoglio a destra. Comprerebbe Repubblica e voterebbe per Veltroni, mantenendo inalterati i suoi vizi.
    Per quanto riguarda il secondo esempio, quel che dici potrebbe accadere per una ragione precisa: e cioè che a destra – nella “destra liberale", intendo – i legami ideologici di appartenenza sono assai meno sentiti, per cui sono gli interessi a muovere le scelte delle persone.

    La natura umana agisce in conflitto d'interesse, e dunque se questa natura non viene "narcotizzata", "superata" o semplicemente sostituita non nell'apoteosi, bensì nella morte della "Rigenerazione"... l'uomo non potrà mai uscire dalla Caverna di Platone.

    Dipende… Nell’ottica di un razionalista ateo ogni Verità è una caverna. Tuttavia questi può anche – come ha fatto Strauss – ritenere “utile” per l’uomo debole – gli uomini non sono uguali per natura – che l’uomo nobile, il filosofo, si pieghi alle ragioni della caverna per compassione e rispetto della polis.

    Per vedere le cose per quelle che sono bisogna uscire dalla Caverna, ma le ideologie se la godono nelle ombre della Caverna. Poi ci meravigliamo se la Polis subisce le stesse patologie "psichiatriche" e le "isterie" delle ideologie. Il "formaggio per i topi" in questa caverna è proprio rappresentato dal relativismo che nutre l'uomo incoraggiandolo a foraggiare i suoi vizi e particolari interessi, sia a Dx che a Sx.
    Tutte le malattie politiche, ideologiche e spirituali sono prodotte dalla mancanza di una Verità Assoluta o da false verità assolute, le quali possono essere ideologie imposte per ditatura o false religioni ed in particolare fasulle rivelazioni monoteistiche - ed in questo caso i pericoli non sono da meno del Nichilismo.
    Per guarire dobbiamo essere in grado di esemplificare le cose dopo averle meditate ed analizzate nella loro eventuale complessità, per convenire senza sbagliare su quale sia la Verità Assolute ed Autorevole. Dopodicchè fare un'altro passo concettuale: dedicare all'esegesi della Verità Assoluta buona parte dell'energia che prima dedicavamo alle ideologie ed alla speculazione, senza con ciò eliminare dalla scena la Filosofia, la Politica e gli studi accademici.

    Continuo a non convenire, per il motivo che ho messo in luce precedentemente. Ragione e rivelazione possono coesistere? Io come Strauss credo di no e come lui convengo, tuttavia, che la polis debba fondarsi su “una” rivelazione, in quanto ciò andrebbe a vantaggio della ragione stessa, la quale abbandonata a se stessa finirebbe altrimenti con l’autodistruggersi (nichilismo contemporaneo).

    Citavi poco prima il Dispensazionalismo, il Millenarismo e l'Escatologia in seno al Fondamentalismo Evangelico in America... anche quale previsione di quel che stà per accadere al mondo e della direzione ideologica e religiosa che questo stà per prendere.
    Sappiamo quel che accadrà... e quanto il conservatorismo giudeocristiano sia nella situazione di dover preparare un "Piano B". Infatti è ben previsto che il conflitto d’interesse della natura irregenerata dell'uomo rifiuterà su vasta scala la Verità Assoluta, e credendo di averla spuntata si ritroverà con una Legge Dispotica Assoluta di un Autarca Mondiale che si dichiarerà egli stesso Fonte del Diritto Naturale.

    Beh, ci troviamo già in una situazione simile in quanto l’Autarca Mondiale può essere visto in organizzazioni internazionali come l’ONU, oppure meglio ancora nell’opinione pubblica globalizzata, la stessa che si augura su tutto il pianeta la prossima vittoria del democratico Obama.

    Prima però di arrivare a quel punto il Conservatorismo GIudeocristiano si deve giocare le sue cartucce, non dare partita vinta (comunque, come tu dicevi, per un massimo di sette anni) e provarsi a spiegare agli uomini che non esiste Libertà e Giustizia in assenza della Fonte della Verità.

    Questo è precisamente ciò che tenta di fare il conservatorismo americano, perciò tacciato dagli spiriti liberal di “fondamentalismo”.

    Nel frattempo che tale questione fermenti meglio, una nuova parola sulla crisi americana: la White House deve rendersi conto che geopoliticamente è in una nuova posizione! SI deve fare i conti con le economie emergenti, le quali ormai sono totalmente ubriache di anarco-capitalismo, magari e talvolta sotto altre etichette comuniste e pseudodemocratiche da repubbliche delle banane...
    Se la White House non ritrova nei fondamenti spirituali dell'America la forza e le nozioni del Diritto secondo un'Etica Assoluta, ha due scelte: trasformarsi in una dittatura militare oppure in una democrazia sorretta da una forte identità teocratica giudeocristiana.
    E finchè gli USA non sceglieranno, l'Economia subirà danni enormi quale pungolo, nonchè sintomo della sua debolezza ed indizio per la medicina e la disciplina globale.

    Su questo ultimo punto non saprei rispondere. Le due vie che poni mi sembrano piuttosto estreme per il gusto corrente. Ragion per cui credo, e le avvisaglie sono sotto gli occhi di tutti, che i tempi siano maturi per un nuovo New Deal socialdemocratico, che limiti ulteriormente la libertà e l’autonomia dell’individuo e della cellula familiare. Questa è una partita che si gioca anche all’interno dello stesso campo conservatore. In questo caso lascio un attimo Strauss per ricollegarmi a Burke. Il comunitarismo religioso deve poggiare su uno spirito di libertà e questo spirito può liberarsi solo in presenza di un stato leggero e fortemente decentrato che metta l’uomo di fronte a scelte responsabili. Libertà e compassione hanno bisogno di sorreggersi l’una con l’altra perché prese isolatamente generano mostri. Una libertà senza compassione porta alla guerra di tutti contro tutti per il vil denaro; la compassione senza libertà porta alla tirannia di un regime autocratico di tipo fascista o comunista.
    L’America deve mostrare a se stessa e al mondo di saper ancora attingere a quell’antico retaggio che affascinò Tocqueville e che ancor oggi rimane l’ineguagliato punto di riferimento per tutti coloro che guardano ad una democrazia liberale sottoposta alla legge divina come al miglior viatico per una vita “buona”.

  5. #15
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    Predefinito The Party Is Over

    Citazione Originariamente Scritto da Florian Visualizza Messaggio
    Beh, ci troviamo già in una situazione simile in quanto l’Autarca Mondiale può essere visto in organizzazioni internazionali come l’ONU, oppure meglio ancora nell’opinione pubblica globalizzata, la stessa che si augura su tutto il pianeta la prossima vittoria del democratico Obama... Su questo ultimo punto non saprei rispondere. Le due vie che poni mi sembrano piuttosto estreme per il gusto corrente. Ragion per cui credo, e le avvisaglie sono sotto gli occhi di tutti, che i tempi siano maturi per un nuovo New Deal socialdemocratico, che limiti ulteriormente la libertà e l’autonomia dell’individuo e della cellula familiare. Questa è una partita che si gioca anche all’interno dello stesso campo conservatore.
    Il New Deal Socialdemocratico nel senso che la Sx darebbe a questa idea non è più possibile a mio avviso! La socialdemocrazia per potersi applicare implica risorse e profitti da spartire! Il PIL dell'Occidente è prossimo allo zero. Ne spiego le cause e le soluzioni con una metafora! In una tranquilla cittadina - come accadeva anche in Australia fino agli anni 80 - gli abitanti lasciavano gli spiccioli fuori della porta per la consegna a domicilio di pane e latte. Un giorno arrivò la competizione con una nuova offerta: non solo pane e latte di colpo costavano la metà, ma col nuovo fornitore si regalava pure la cioccolata.
    Gli abitanti non ci badarono molto, ma alcuni passarono alla competizione.
    Poi la stessa cosa accadde coi ristoranti, e poi coi supermercati in sostituzione del negozio di quartiere... poi arrivarono certe automobili a metà prezzo da paesi lontani ma non occidentali... poi fu la volta dei compressori, delle calzature, dell'abbigliamento, delle calze e delle mutande, e pian piano di tutto... finché qualcosa accadde che indusse più gente al risparmio ed alla transizione sui prodotti non autoctoni: nel "73 la benzina lievitò a prezzi eccessivi! Nel frattempo le monetine non si potevano più lasciare fuori della porta perché sparivano, ed il latte bisognava andare a comprarlo di persona al supermercato... il pane era diventato diverso... strano, così come tutto il resto! Però si doveva risparmiare! Poi gli stipendi cominciarono a calare in rapporto al costo della vita, e stranamente qualcuno disse che gli investimenti all'estero andavano a gonfie vele mentre il mercato del lavoro a casa non era più conveniente e competitivo... mentre il mercato delle vendite era interessante... non più quello della produzione, se non per sempre più rari prodotti che ancora all'estero (fuori l'Occidente) non si potevano ancora realizzare. Quel che accadde dopo - fino alla recente crisi americana - è storia! Per il New Deal Socialdemocratico, prima si deve dire al nuovo lattaio, panettiere &Co di vendere a casa propria le proprie latterie, così come per i compressori, i computers, i vestiti, le mutande e tutto il resto, e dopo si può riparlare di ripresa del PIL e dunque di socialdemocrazia.
    Però gli affaristi occidentali sono abituati ai grandi profitti, e dunque non è facile per loro chiudere le loro latterie in società con le nuove economie emergenti, la cui business ethics non si può e non si vuole controllare.
    Allora ecco il ricatto: se non volete la bancarotta pagate coi risparmi di secoli di profitti - ecco le sovvenzioni alla "socialdemocratica" della presidenza Bush, le quali dovrebbero prossimamente diventare la regola del Patto Atlantico.

    Ecco dunque che McCain ha le sue ragioni nell'opporsi al foraggiamento di Wall Street, il quale doveva soltanto servire a parare le falle dei subprime e non di tutte le magagne geoeconomiche.

    McCain però si ritrova in tasca soluzione liberali da manuale - ossia la solita minestra delle regole di mercato, le quali sono ormai come il gatto che si mangia la coda ed il PIL in favore delle neolatterie!

    Quì serve una nuova soluzione fuori dal manuale, come per i vecchi meccanici di paesi che si portavano dietro la testa non disponendo del manuale.

    Ecco dunque che incredibilmente ed imprevedibilmente il Conservatorismo Giudeocristiano non soltanto si pone come l'ultima sponda di una democrazia in crisi ed in preda al nichilismo, all'autodistruzione ed al gomorrismo, bensì diventa pure speranza di una sinistra moderata e socialdemocratica che sia in grado di capire che non si possono spartire i salami che si sono già mangiati e non si producono più.

    Tale conservatorismo però richiede assoluti ed una disciplina etica autorevole, la quale allo stesso tempo (e con te convengo) sia capace di convincere, persuadere e procedere nelle forme della democrazia repubblcana prima di imporsi sia a casa che fuori - dove sono ormai le vere latterie!

    Dunque per il bene stesso di chi è stato da sempre tagliato fuori da un capitalismo sociale ed è rimasto "classe proletaria", oppure nelle statistiche ISTAT della povertà, la speranza non è più la socialdemocrazia nel senso classico del CS, ma la ripresa di un controllo etico e giuridico dell'economia, della produzione, dell'attività finanziaria e borsistica, della politica, della cultura e dunque del mondo.

    Tra le prime priorità di questa manovra conservatrice "socialdemocratica" è la riscoperta delle fonti giudeocristiane, della loro dinamica etico-giuridica, ed infine la messa in armonia operativa e fattiva (anche per coercizione) tra Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, Economia, Finanza, Stock Market, Produzione, fino a shakerare il tutto e presentare al mondo iperliberale la ricetta delle spese e del profitto lecito che rimane, salve spese di manutenzione del mondo, IVA e compassione per Grazia divina.

    Ecco dunque che ci metto tutto il mio incenso nel condividere a cuore aperto che l’America deve mostrare a se stessa e al mondo di saper ancora attingere a quell’antico retaggio che affascinò Tocqueville e che ancor oggi rimane l’ineguagliato punto di riferimento per tutti coloro che guardano ad una democrazia liberale sottoposta alla legge divina come al miglior viatico per una vita “buona”. [/I]

    E la Legge Divina si trova nella Parola di Dio che l'America farebbe bene a recuperare per la speranza della stessa sua legittima democrazia repubblicana - democrazia da correggere e disciplinare onde rimettere le virtù di libertà e compassione nell'armonia logica dell'ontogenesi che è loro propria.

    Dunque una forte sostanza teocratica giudeocristiana a sostegno della vita democratica, senza la quale l'Occidente farebbe presto l'esperienza umiliante di altre presunte democrazie da repubblica pseudoteocratica delle banane, oppure della propria antica ed autoctona autarchia militare di stile imperiale.

    Dear tycoons of Wall Street + Continental & Oriental Friends: The Party Is Over!

  6. #16
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    Confesso di non amare particolarmente l'economia e di trovarmi un po’ a disagio a discutere di banche e finanza. Che sta succedendo a Wall Street? Siamo davvero in procinto di una crisi epocale modello '29, oppure si cerca di creare il panico tra i risparmiatori per altri scopi, diciamo così, politici?

    Oggi tra i tanti articoli che ho potuto leggere al riguardo, mi ha colpito in particolar modo ciò che ha scritto il bravissimo Andrea Mancia per Liberal. Mancia è un liberista, tuttavia è un pragmatico, lontano dall'ideologia pura e semplice degli anarcocapitalisti. Secondo lui non c'è nessun bolscevismo alle porte, ma solo il tentativo da parte del capitalismo di salvare se stesso, anche se ciò finisce col colpire oggi - inevitabilmente - i contribuenti.

    Ormai è evidente a tutti che bisogna tornare all’economia reale delle nazioni, abbandonando quel “banchismo finanziario” che tanti danni ha causato nell'ultimo decennio. Qui da noi Giulio Tremonti ha coniato il termine "mercatismo" (mercato + comunismo) per questo nuovo tipo di finanza. E come Tremonti, Mancia sottolinea il ruolo positivo del governo quando si fa "garante" della sicurezza dei cittadini. I quali sono solitamente contrari allo stato burocratico, allo stato fannullone, allo stato spillaquattrini, ma allo stesso tempo bendisposti nei confronti di quello stato che pone se stesso al servizio del cittadino. Berlusconi più volte ha parlato della sua politica indicando nello "stato amico" e nel "buongoverno" la soluzione ai problemi che ci attanagliano.

    Tuttavia negli USA c’è adesso una resistenza conservatrice al piano proposto da Bush. Questo perché il libertario ha una concezione idilliaca dell'individuo, il quale, privo di vincoli esterni sarebbe di per sè in grado di assolvere allo scopo prefisso: la ricerca della felicità.
    La libertà, per non sfociare nel libertinismo e nell'anarchismo, presume però responsabilità. Ed oggi assistiamo ad un deficit di responsabilità che accomuna tutti, dai finanzieri giù giù fino ai contribuenti. Che comprano, si indebitano, vivendo spesso al di sopra delle loro possibilità… Colpa del sistema? Certo, ma anche colpa loro, che ingrassano il sistema con i loro sogni e le loro, spesso assurde, pretese.

    Adesso c’è questo tentativo di salvare l’economia reale spezzando i vincoli che la legano alla “finanza extraterrestre”, affinché il mercato possa tornare a funzionare come ha dimostrato per secoli di fare. Potrebbe non essere quindi il “de profundis” dell’economia capitalistica, quello a cui stiamo assistendo e che molti cavalcano per i propri interessi di parte. Piuttosto la fine di un processo degenerativo interno al capitalismo. Dallo scorso dicembre, negli USA, si sarebbero persi “soltanto” 600mila posti di lavoro su quasi 140 milioni, meno dello 0,5% del totale. Cifre lontane dal prefigurare una Waterloo del sistema economico occidentale.

    Il vero problema, per chi scrive, è il rapporto, oggi spezzato, tra mercato e cultura cristiana. Quell’etica protestante che era stata alla base del sistema capitalistico dalle sue origini fino agli inizi del Novecento è decaduta infatti sotto l’avanzare di correnti filosofiche alternative di segno progressista - positivismo, pragmatismo, modernismo – che hanno ridicolizzato la Fede espellendola dalle grandi città e relegandola con sommo disprezzo nella provincia profonda. Dopo il celebre “processo della scimmia”, di cui fu vittima il populista “creazionista” William J. Bryan, il credo dell’America ufficiale non potrà più poggiare sul fondamentalismo evangelico. Al pari di questo sarà vittima anche lo stesso mito del self-made man, immortalato dai popolarissimi romanzi di Horatio Alger, offuscato dall’incalzare di nuove politiche di stampo europeo, incentrate su titani della finanza al seguito di uno stato forte e accentratore.

    Dopo la Grande Depressione gli USA, malgrado le numerose presidenze repubblicane, non hanno mai smesso di identificarsi con Frank Delano Roosevelt e il New Deal. Non c’è più stato un vero e proprio riallineamento politico conservatore. Ci hanno provato Goldwater e Reagan, ma senza crederci troppo. George W. Bush non ci ha provato neppure ed il suo “Big Government Conservatism” che in principio doveva unire le opposte fazioni, alla fine ha scontentato tutti. Bush però non aveva altra scelta, in quanto l’America che aveva ereditato si era fatta più piccola di quella di Reagan, e infinitamente più piccola di quella che era stata di Goldwater, in un processo che ha visto il mondo intero restringersi sempre più, fino a diventare quel villaggio globale di cui siamo tutti, oggi, concittadini.

    Chi pensa attualmente di poter tornare a vecchie forme di protezionismo economico si illude di poter disconoscere quel mondo unidimensionale che è stato creato nel corso di secoli per interessi non solo finanziari. Non è un caso che la sinistra, la quale si dice avversaria della globalizzazione, una volta al potere si trovi costretta a fare poi l’esatto contrario di quanto sbandierato in campagna elettorale. Non è un caso che i paleoconservatori, pur così corretti nelle loro analisi politiche, siano pressocchè assenti dalla politica di Washington, oltre che ostracizzati dai media.

    La verità è che il treno in cui viaggia la nostra civiltà occidentale sembra essere guidato da un pilota automatico e non prevede fermate. There Is No Alternative, salvo quella paleolibertaria che attraverso secessioni a catena vorrebbe rimpicciolire lo stato fino ad azzerarlo del tutto, facendoci tornare ai tempi dell’”anarchia” medievale. Ma la verità è che l’uomo democratico ha bisogno dello stato e non vuole rinunciarvi per nessuna ragione. Il vero problema, alla fine, siamo noi.

  7. #17
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    Citazione Originariamente Scritto da Florian Visualizza Messaggio
    Confesso di non amare particolarmente l'economia e di trovarmi un po’ a disagio a discutere di banche e finanza. Che sta succedendo a Wall Street? Siamo davvero in procinto di una crisi epocale modello '29, oppure si cerca di creare il panico tra i risparmiatori per altri scopi, diciamo così, politici?

    Oggi tra i tanti articoli che ho potuto leggere al riguardo, mi ha colpito in particolar modo ciò che ha scritto il bravissimo Andrea Mancia per Liberal. Mancia è un liberista, tuttavia è un pragmatico, lontano dall'ideologia pura e semplice degli anarcocapitalisti. Secondo lui non c'è nessun bolscevismo alle porte, ma solo il tentativo da parte del capitalismo di salvare se stesso, anche se ciò finisce col colpire oggi - inevitabilmente - i contribuenti.

    Ormai è evidente a tutti che bisogna tornare all’economia reale delle nazioni, abbandonando quel “banchismo finanziario” che tanti danni ha causato nell'ultimo decennio. Qui da noi Giulio Tremonti ha coniato il termine "mercatismo" (mercato + comunismo) per questo nuovo tipo di finanza. E come Tremonti, Mancia sottolinea il ruolo positivo del governo quando si fa "garante" della sicurezza dei cittadini. I quali sono solitamente contrari allo stato burocratico, allo stato fannullone, allo stato spillaquattrini, ma allo stesso tempo bendisposti nei confronti di quello stato che pone se stesso al servizio del cittadino. Berlusconi più volte ha parlato della sua politica indicando nello "stato amico" e nel "buongoverno" la soluzione ai problemi che ci attanagliano.

    Tuttavia negli USA c’è adesso una resistenza conservatrice al piano proposto da Bush. Questo perché il libertario ha una concezione idilliaca dell'individuo, il quale, privo di vincoli esterni sarebbe di per sè in grado di assolvere allo scopo prefisso: la ricerca della felicità.
    La libertà, per non sfociare nel libertinismo e nell'anarchismo, presume però responsabilità. Ed oggi assistiamo ad un deficit di responsabilità che accomuna tutti, dai finanzieri giù giù fino ai contribuenti. Che comprano, si indebitano, vivendo spesso al di sopra delle loro possibilità… Colpa del sistema? Certo, ma anche colpa loro, che ingrassano il sistema con i loro sogni e le loro, spesso assurde, pretese.

    Adesso c’è questo tentativo di salvare l’economia reale spezzando i vincoli che la legano alla “finanza extraterrestre”, affinché il mercato possa tornare a funzionare come ha dimostrato per secoli di fare. Potrebbe non essere quindi il “de profundis” dell’economia capitalistica, quello a cui stiamo assistendo e che molti cavalcano per i propri interessi di parte. Piuttosto la fine di un processo degenerativo interno al capitalismo. Dallo scorso dicembre, negli USA, si sarebbero persi “soltanto” 600mila posti di lavoro su quasi 140 milioni, meno dello 0,5% del totale. Cifre lontane dal prefigurare una Waterloo del sistema economico occidentale.

    Il vero problema, per chi scrive, è il rapporto, oggi spezzato, tra mercato e cultura cristiana. Quell’etica protestante che era stata alla base del sistema capitalistico dalle sue origini fino agli inizi del Novecento è decaduta infatti sotto l’avanzare di correnti filosofiche alternative di segno progressista - positivismo, pragmatismo, modernismo – che hanno ridicolizzato la Fede espellendola dalle grandi città e relegandola con sommo disprezzo nella provincia profonda. Dopo il celebre “processo della scimmia”, di cui fu vittima il populista “creazionista” William J. Bryan, il credo dell’America ufficiale non potrà più poggiare sul fondamentalismo evangelico. Al pari di questo sarà vittima anche lo stesso mito del self-made man, immortalato dai popolarissimi romanzi di Horatio Alger, offuscato dall’incalzare di nuove politiche di stampo europeo, incentrate su titani della finanza al seguito di uno stato forte e accentratore.

    Dopo la Grande Depressione gli USA, malgrado le numerose presidenze repubblicane, non hanno mai smesso di identificarsi con Frank Delano Roosevelt e il New Deal. Non c’è più stato un vero e proprio riallineamento politico conservatore. Ci hanno provato Goldwater e Reagan, ma senza crederci troppo. George W. Bush non ci ha provato neppure ed il suo “Big Government Conservatism” che in principio doveva unire le opposte fazioni, alla fine ha scontentato tutti. Bush però non aveva altra scelta, in quanto l’America che aveva ereditato si era fatta più piccola di quella di Reagan, e infinitamente più piccola di quella che era stata di Goldwater, in un processo che ha visto il mondo intero restringersi sempre più, fino a diventare quel villaggio globale di cui siamo tutti, oggi, concittadini.

    Chi pensa attualmente di poter tornare a vecchie forme di protezionismo economico si illude di poter disconoscere quel mondo unidimensionale che è stato creato nel corso di secoli per interessi non solo finanziari. Non è un caso che la sinistra, la quale si dice avversaria della globalizzazione, una volta al potere si trovi costretta a fare poi l’esatto contrario di quanto sbandierato in campagna elettorale. Non è un caso che i paleoconservatori, pur così corretti nelle loro analisi politiche, siano pressocchè assenti dalla politica di Washington, oltre che ostracizzati dai media.

    La verità è che il treno in cui viaggia la nostra civiltà occidentale sembra essere guidato da un pilota automatico e non prevede fermate. There Is No Alternative, salvo quella paleolibertaria che attraverso secessioni a catena vorrebbe rimpicciolire lo stato fino ad azzerarlo del tutto, facendoci tornare ai tempi dell’”anarchia” medievale. Ma la verità è che l’uomo democratico ha bisogno dello stato e non vuole rinunciarvi per nessuna ragione. Il vero problema, alla fine, siamo noi.


    Penso che questo tuo ultimo, per varie ragioni che non starò a sviolinare, sia un post stupendo: mi chiedo quanti di chi ritengo più adatti a governare e ad insegnare in Italia siano invece confinati in POL...
    Sarà pure che non ami l'economia...
    Questo post comunque al mio confronto mi sembra libertario, laico... quasi evoluzionistico, non privo però di accenti nostalgici, quando ti duoli del "rapporto, oggi spezzato, tra mercato e cultura cristiana"... di quell'etica protestante "che era stata alla base del sistema capitalistico dalle sue origini fino agli inizi del Novecento" e che ti risulta ormai decaduta "sotto l’avanzare di correnti filosofiche alternative di segno progressista - positivismo, pragmatismo, modernismo... che hanno ridicolizzato la Fede espellendola dalle grandi città e relegandola con sommo disprezzo nella provincia profonda."

    Non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca! La crisi dell'Occidente è infatti dovuta essenzialmente non all'emergere di altre potenze, del fondamentalismo islamista, dei mutamenti geopolotici, del neoimperialismo russo, dei mutamenti climatici, dei governi in conflitto d'interesse, della questione israelo-palestinese, della determinazione di Bin Laden... bensì alla crisi della "Radice" che ha partorito l'Occidente più vero e che è andata via via marcendosi per noncuranza, arroganza, secolarismo ed arroganza di falsa maturità del pensiero moderno e dei suoi intellettuali positivisti, naturalisti, illuministi... Caro Florian, purtroppo o grazie a Dio, non si può fare come Napoleone che rivalutò il Papa di Roma ed il Cattolicesimo per Ragion di Stato, invitandolo in Francia per l'autoincoronazione. Il "pilota automatico paleolibertario" ha il suo programma di bordo, ma non ha fatto ancora i conti con lo zoccolo duro del Giudeocristianesimo, il quale ti assicuro non starà lì ad assistere all’autoinvestitura di quel nuovo potere “mercatista” che vorrebbe fare da sintesi sincretistica di tutte le ideologie nel calderone ecumenico della madre di tutti i pentoloni delle deologie e delle religioni nel nome dell’etica del liberissimo ipermercato e contro unn ed un solo comune nemico , che alla fine non sarà l’Islamismo ed il Comunismo, bensì “I Tempi e la Legge” della Fonte Suprema ed Assoluta del Giudeocristianesimo: YHWH – vedranno cosa sia cadere nelle mani dell’Iddio Vivente e non molto lontano, quando il sole si oscurerà, il mare ribollirà, le montagne cadranno, la pioggia si fermerà per oltre 42 mesi di seguito, e la guerra, la carestia e la pestilenza spazzerà via un quarto dell’umanità. La partita è ancora tutta da giocare, nonostante il "processo alla scimmia" ed alla umana e comprensibile difficoltà accademica di difendere il Creazionismo-IntelligentDesign,

    il quale però è più riorganizzato che mai proprio ed anche grazie ad ex-naturalisti dello spessore di Michael J. Behe, il quale è de facto già parte integrante delle discussioni scientifiche ed accademiche. http://www.actionbioscience.org/evolution/nhmag.html
    Ho già avuto l’occasione di fare delle riflessioni a tal riguardo nel mio MD Code http://www.politicaonline.net/forum/...ad.php?t=64332 ma guardacaso, subito dopo, l’intero thread è andato in quarantena, ma non prima di aver criticamente giudicato l’atteggiamento protezionistico dell’EU nei confronti del proprio figlioccio prediletto – l’evoluzionismo naturalista e materialista! Dopo mesi il thread in questione è ritornato in vita per un breve tempo per ritirarsi nuovamente in ospizio. Non saprei dire e giudicare se la “quarantena” sia permanente e/o dovuta a problemi tecnici. La circostanza però coincideva pure con un messaggio politico a Mr John Howard, dove per l’appunto si faceva menzione dell’MD CODE con relativo invito a leggerne il “monito [giudeocristiano conservatore] alle nazioni occidentali”. Forse è una coincidenza, ma stà di fatto che il mio scritto più significativo ed equivalente ad un manifesto conservatore non è accessibile in POL, se non un suo riflesso in MD CODE II parte http://www.politicaonline.net/forum/...ad.php?t=96633 e nel forum repubblicano in http://www.politicaonline.net/forum/...ad.php?t=52342
    Comunque sia, POL è pur sempre una grande opportunità di dialogo e discussione, e non starò a preoccuparmi della “fortuna” dell’MD CODE, in quanto ben sai che certi conservatori vedono la mano di Dio e la Sua Sovranità nelle vicende umane, la cui “fortuna” è in realtà soggetta alla divina provvidenza e non lasciata al caso di un pilota automatico della strategia umana del “Particulare”...
    Mercatismo: bella definizione di Tremonti, peccato che il suo datore di lavoro sia anch’Egli un mercatista alias conservatore de facto Napoleonico – che dico... Cesare Augusto, il Gran Condottiero del Libero Mercato e Supremo riformatore della Sapienza, dell’Etica, del Diritto e della Giurisprudenza... Nuova Fonte del Diritto Naturale e Mecenate della Nuova Magistratura Universale.

    Probabilmente una necessità del "Pilota Automatico Paleolibertario" e risposta alla complessità dei tempi... ma da giudeocristiano conservatore non posso stare a destra: escatologicamente no, ma politicamente sono un repubblicano centrista e moderato, con un tocco realistico di socialdemocrazia.

    Chissà come la vedono AgMichele e Zaffo? I'll give them a buzz!

  8. #18
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    Dear Florian, come voti? Il mio voto è per centristi, almeno uno di sicuro per i repubblicani, l'altro per un americanista o conservatore centrista... ma dove sono i centristi tra i conservatori?

  9. #19
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    Citazione Originariamente Scritto da david777 Visualizza Messaggio
    Dear Florian, come voti? Il mio voto è per centristi, almeno uno di sicuro per i repubblicani, l'altro per un americanista o conservatore centrista... ma dove sono i centristi tra i conservatori?
    Caro David, devo confessarti che non mi piace Camera, in quanto fonte continua di divisioni, inimicizie e stupide beghe. Ragion per cui ho deciso di non averci nulla a che fare e il mio voto, se ci sarà, sarà il primo e l'ultimo, e sarà dettato da ragioni personali, non dal mio credo politico.


    Per quanto riguarda il tuo precedente post, ribadisco di non riuscire a comprendere l'uso del termine "centrista", in quanto in un sistema bipolare o bipartitico si sta forzatamente o a destra o a sinistra. In Italia storicamente poi il centro ha sempre guardato "a sinistra" e occupato posizioni di sinistra moderata. Io sono pro-Repubblicani, intendendo con ciò, però, quelli americani. Il Repubblicanesimo italiano, da Mazzini a La Malfa non mi interessa granchè. Oggi in Italia i repubblicani stanno comunque nella coalizione Berlusconiana che è di centro, ma guarda a destra ed è inserita nel Partito Popolare Europeo. Su POL è rappresentata dal gruppo del PDL, che ad essa esplicitamente si richiama, a cui si sono associati anche i Cristiano Conservatori.

  10. #20
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    Ho notato le divisioni... e gli scontri - si potevano credo evitare... In fin dei conti ognuno è libero di vederla a modo suo! A volte però ci si fraintende nelle intenzioni... ed il fuoco comincia.

    Non credo che il PDL, Cavaliere ed alleati siano centristi! Manca un centro sufficientemente forte in Italia e non credo nel bipolarismo. Il Cavaliere come statista è comunque migliorato in statura e "qualità". Per quel che vedo egli è però sia prodotto che animato da disegni autarchici. L'Italia è nuovamente laboratorio politico!

 

 
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