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  1. #21
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    Agitazione dei precari dell’IMAA-CNR
    17 Ottobre 2008
    Riceviamo e pubblichiamo:

    Comunicato stampa

    Stato di agitazione personale precario IMAA-CNR

    Il coordinamento del personale precario dell’Istituto di Metodologie per l’Analisi Ambientale - Tito Scalo (Pz) del Consiglio Nazionale delle Ricerche, riunitosi in assemblea il giorno 16 ottobre 2008 esprime estrema preoccupazione per le conseguenze derivanti dall’approvazione dell’Art. 37 bis del ddl 1441 da parte della Camera dei Deputati.

    La definitiva approvazione da parte del Senato di tale emendamento, prevista nei prossimi giorni, interromperebbe al 30 giugno 2009 il processo di stabilizzazione del personale CNR precario. Visti i tempi stretti e la valutazione dei fondi disponibili, l’ente potrebbe non essere in grado di garantire entro tale data la stabilizzazione di tutto il personale avente i requisiti che, in base all’emendamento, sarebbe licenziato. Inoltre sarebbero esclusi tutti i precari aventi diritto alla stabilizzazione che al 30 giugno 2009 non avrebbero ancora maturato i tre anni di servizio richesti dalla Finanziaria 2007.

    Tale evenienza, insieme alla totale assenza di piani di assunzione programmati per i prossimi anni, causerebbe di fatto il blocco delle attività di ricerca del nostro Istituto in quanto il personale precario ricopre oltre il 65% del personale in servizio.

    Per dare un segno del forte disagio del personale precario è stato proclamato lo stato di agitazione. Il coordinamento precari chiede che vengano completate tutte le procedure di stabilizzazione già avviate dal CNR in ottemperanza a quanto previsto dalla Finanziaria 2007 e che sia stabilita una chiara programmazione di concorsi per garantire al personale precario non incluso nel processo di stabilizzazione la possibilità di un graduale inserimento nelle piante organiche degli Istituti.
    http://precaridellaricerca.wordpress.com/

  2. #22
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    (17 ottobre 2008) Segnaliamo una petizione avviata dal Coordinamento Precari INFN, costituitosi da un paio di settimane per contrastare gli effetti nefasti che il DDL 1441-quater avrà (insieme ai provvedimenti del luglio scorso contenuti nella legge 133/agosto 2008) sulla ricerca in generale e sull'INFN in particolare.

    Testo della petizione

    In seguito al DDL 1441-quater approvato il 15 ottobre alla Camera e alla legge 133/08, ben 600 ricercatori e tecnici dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare rischiano di dover abbandonare la ricerca. La vicenda riguarda nello specifico 600 precari in un ente con 1800 dipendenti, che in seguito ai provvedimenti approvati dal governo non saranno assunti né ora né nei prossimi anni. Si tratta di una vicenda drammatica che vede porre in pericolo tutta la produzione migliore della nostra ricerca.

    L’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, tanto per citare alcuni dei progetti ai quali ha collaborato, ha contribuito in maniera sostanziale agli esperimenti e all’acceleratore LHC del CERN di Ginevra, con investimenti per circa un miliardo di euro nell’ultimo decennio. La metà dell’investimento è rientrata in Italia in commesse industriali, favorendo la competitività del settore tecnologico italiano. Centinaia di ricercatori e tecnici precari che stanno contribuendo alla costruzione degli esperimenti rischiano di dover abbandonare la ricerca, impossibilitati a partecipare a concorsi pubblici negli anni passati e in quelli a venire. La crescente fuga dei cervelli verso gli istituti esteri e il danno economico e sociale (centinaia di migliaia di euro sono necessari per la formazione di un ricercatore, ad esempio) condanneranno la ricerca italiana a un lento ma inesorabile declino.

    Per questo motivo chiediamo procedure di reclutamento serie e stabili nel tempo, una gestione dell’organico degli Enti commensurata alle attivita’ e agli impegni scientifici intrapresi, all’interno di una politica di finanziamento della ricerca in linea con il resto d’Europa. Nell’immediato, chiediamo di cancellare il taglio del 10% della pianta organica introdotto dalla legge 133/08 e di giudicare realmente nel merito le diverse situazioni dei vari Enti Pubblici di Ricerca.


    Per firmare la petizione, andare qui

    http://www.osservatorio-ricerca.it/nuovo/index.php?H

    poi, all' interno della notizia del 17 ottobre, cliccare su "petizione".

    Ps. possono firmare tutti i cittadini.

  3. #23
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    La ricerca va in piazza
    «Il vero buco nero
    siamo noi precari»

    C’erano anche i precari della ricerca in
    piazza ieri a Roma. C’erano quelle migliaia
    di persone che da giugno non
    avranno più un posto di lavoro grazie all’emendamento
    firmato da Renato Brunetta,
    il ministro più amato dagli italiani.
    Un amore non ricambiato a quanto
    pare.
    Sono trentenni e quarantenni che hanno
    investito una vita intera nello studio
    ad altissimo livello, che hanno girato il
    mondo per perfezionare la propria specializzazione
    e che pensavano di riuscire
    a metterla a disposizione del Paese in
    cui sono nati e in cui vorrebbero continuare
    vivere.
    C’erano lavoratori dei più importanti
    enti di ricerca italiani: l’Istituto di fisica
    nucleare, l’Istituto superiore di sanità,
    quello di vulcanologia e di geofisica. Poi
    il Cnr, l’Enea e tanti, tanti altri. Una comunità
    omogenea composta da fisici,
    chimici, ingegneri, biologi e medici che
    hanno una cosa in comune: un contratto
    in scadenza che non sarà mai rinnovato.
    «Brunetta dice che stabilizzare vuol dire
    uccidere la ricerca. Forse ignora, il ministro,
    che io sarò costretta a lasciare il mio
    posto nel bel mezzo di un esperimento
    », dice Sara, biologa di 40 anni in “scadenza”
    a dicembre prossimo.
    C’era anche Mariangela alla manifestazione
    di ieri: la laurea a 23 anni con il
    massimo dei voti, il dottorato in Francia
    e l’offerta di lavoro per l’acceleratore di
    particelle di Frascati. Lei ci crede, vuol
    Milano, Firenze, Torino, Palermo, Cagliari,
    Venezia e Pisa. Mezza Italia si è
    mobilitata contro la riforma del ministro
    Gelmini. Nel capoluogo lombardo
    insegnanti e genitori della “Rete
    Scuole” hanno atteso il lungo corteo
    degli studenti in corso di Porta Romana.
    Accolti con un lungo applauso, i
    giovani hanno salutato l’altra parte della
    manifestazione: «Ragazzi salutate i
    nostri professori e tutti insieme combattiamo
    il decreto Gelmini». Il lungo
    corteo è arrivato davanti al Provveditorato
    agli Studi in via Ripamonti. Alla
    manifestazione hanno partecipato
    trentamila persone.
    Singolare la protesta degli studenti del
    dipartimento di Matematica dell’università
    di Firenze i quali hanno trascorso
    alcune ore nel pomeriggio a chiedere
    simbolicamente l’elemosina agli automobilisti
    fermi davanti ai semafori
    vicini alla loro facoltà. Un gesto provocatorio,
    hanno spiegato, per dimostrare
    come si possono finanziare gli atenei
    italiani.
    Sempre a Milano, è riapparso “San
    Precario”: «Di primo mattino, lo abbiamo
    visto davanti all’Ambulatorio Medico
    Popolare di Via Transiti (T28) in
    attesa dell’ufficiale giudiziario che ha
    pensato bene di rinviare lo sgombero
    al 25 novembre. Verso le 9.30, lo abbiamo
    visto di fronte a Omnia, il call-center
    a cui Wind ha esternalizzato 275 lavoratrici.
    Improvvisamente, cogliendo
    di sorpresa le forze dell’ordine impegnate
    a seguire le manifestazioni di
    questa giornata intensa ed emozionante,
    il Santo ha fatto il suo burrascoso
    ingresso alla borsa di Milano, in Piazza
    Affari, cuore simbolico del capitalismo
    contemporaneo, dove il livello di sfruttamento
    dell’essere umano sull’essere
    umano trova la sua illusoria misura».
    A Bologna è invece andato in scena un
    «pellegrinaggio anti-Gelmini» degli studenti
    delle medie superiori. In piazza
    Maggiore si sono inoltre tenute lezioni
    di greco a cielo aperto, per gli studenti
    del liceo classico Minghetti. Il tutto
    prima di un sit-in di protesta promosso
    da studenti universitari e delle scuole
    superiori con la partecipazione di ragazzi
    delle medie e di alcune scuole
    elementari.
    In Calabria si è costituita un’Assemblea
    permanente che ha occupato l’aula
    8 della facoltà di Lettere e Filosofia e
    si è formato il Comitato Unical per opporsi
    alla legge 133/08, con estensione
    dello stato di assemblea permanente in
    tutte le altre facoltà. A Napoli gli studenti
    delle scuole superiori si sono ritrovati
    in piazza del Gesù. A Palermo
    si è svolta una assemblea d’ateneo a cui
    hanno partecipato docenti e ricercatori.
    Poi Genova, dove hanno sfilato migliaia
    di persone con in testa bambini
    delle elementari e delle materne, seguiti
    da studenti, docenti e precari delle
    scuole e dell’università. A Torino è stata
    inoltre annunciata una “notte bianca
    all’università” per dire no alla riforma
    del ministro Mariastella Gelmini.
    La vera novità è però una due giorni di
    mobilitazione a Palazzo Nuovo, sede
    delle facoltà umanistiche che martedì
    notte rimarrà aperta fino al mattino
    con aperitivi, animazione, concerti e
    con ospiti a sorpresa.
    D.V.
    crederci: torna in Italia con un contratto
    a tempo determinato che le rinnovano
    di anno in anno. Nel frattempo arriva
    anche una bimba, Sara, di nove mesi.
    La tranquillizzano, le dicono che è precaria,
    certo, ma che nessuno la caccerà
    mai da lì. Che è troppo importante per
    portare avanti la carretta. Poi arriva il Ministro
    Brunetta e la sua vita professionale
    viene azzerata, si ritrova come se si
    fosse appena laureata, con la differenza
    che di anni non ne ha più 23 ma 33. «All’estero
    mi accoglierebbero a braccia
    aperte e con uno stipendio ben più generoso
    di quello attuale. Ma lo trovo così
    ingiusto, ho una casa e una famiglia in
    Italia. Ora sto preparando il curriculum
    da inviare a un’azienda aerospaziale».
    Già ora questi “ragazzi” sperano nel privato,
    in quelle aziende che potranno
    usufruire di persone la cui formazione è
    stata pagata dal pubblico e che quello
    stesso pubblico, semplicemente, non
    vuole più.
    Eppure il ministro della funzione pubblica
    Brunetta sembra proprio non voler
    sentire ragioni. Se da un lato promette
    che chi ha lavorato per progetti di ricerca
    a lunga scadenza, sarà assunto, dall’altro
    omette di dire che ha bloccato
    tutte le piante organiche dei 20 Enti di
    ricerca italiani.
    E dire che anche lui è stato ricercatore a
    contratto. Senza dimenticare che, almeno
    a sentire la denuncia dell’onorevole
    Giovanni Bachelet, anche lui è diventato
    professore associato grazie alla grande
    sanatoria del 1981.

    http://www.liberazione.it/pdf_sfoglia.php?move=1

  4. #24
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    RICERCA E PRECARI IN ALTO MARE!



    La mobilitazione in difesa della ricerca pubblica e dei lavoratori precari degli Enti e delle Università si estende oltre i confini delle acque territoriali Italiane e arriva anche a bordo della Nave Oceanografica Urania.

    Mentre in tutta Italia ci si prepara allo sciopero generale indetto dai sindacati confederali per metà novembre, un gruppo di ricercatori e tecnologi (precari e strutturati) del CNR di Roma, Ancona, e Bologna, dell’OGS di Trieste e dell’Università della Tuscia, impegnati in una campagna oceanografica a bordo della Nave Oceanografica Urania al largo della costa del Montenegro, hanno oggi trovato il tempo per discutere dei gravi problemi della ricerca italiana, e hanno deciso di ‘partecipare’ alle agitazioni con una breve passeggiata simbolica sulla prua della Nave.

    I ‘precari e ricercatori in alto mare’ chiedono la modifica delle norme che riducono le possibilità di assunzione negli Enti Pubblici di Ricerca e tagliano i finanziamenti alla ricerca e all’Università. In particolare chiedono che:

    § sia cancellato l’articolo 37bis del ddl 1441quater che annulla il processo di stabilizzazione già avviato e la progressiva trasformazione dei contratti ‘atipici’ in contratti a tempo determinato;

    § sia ristabilita la piena autonomia degli EPR in materia di assunzione del personale, svincolandoli dalla Funzione Pubblica e superando le limitazioni sul turnover e dalle piante organiche (modifica della Legge 133, 8 Agosto 2008 e modifica del decreto ‘Milleproroghe’, convertito in legge il 28 febbraio 2008)

    § siano finalmente riconosciuti i diritti fondamentali e le competenze acquisite da coloro che negli ultimi anni sono stati inquadrati con contratti ‘atipici’ (Co.co.co., assegni di ricerca…);

    § siano finalmente rispettati gli accordi internazionali sottoscritti a Lisbona, attraverso la definizione di un percorso unico di accesso alla carriera di ricercatore e un numero congruo e certo di concorsi banditi ogni anno
    http://precaridellaricerca.wordpress...mare/#more-832

  5. #25
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    Via da Stoccolma

    Con qualche giorno di ritardo, raccontiamo il 17 ottobre, il giorno dello sciopero generale indetto dai sindacati di base più riuscito che si ricordi. Molte parole sono state dette e scritte, perché una manifestazione nazionale con mezzo milione di persone in piazza era difficile da ignorare. Ma per molti media, la giornata è stata caratterizzata da due iniziative separate: lo sciopero generale, appunto, e le manifestazioni studentesche, a cui sono state attribuite le centinaia di migliaia di persone in piazza. I sindacati di base, d’altronde, sono brutti e cattivi; gli studenti, invece, sono piezz’e core e vanno bene pure per Repubblica. In realtà, si è trattato di un’unica manifestazione, un unico sciopero, a cui gli studenti e scuole hanno contribuito in maniera decisiva ma nient’affatto separata. Nessuno, nemmeno gli studenti, ha rubato la piazza a nessuno, come invece raccontava il Sole-24Ore l’indomani.

    Le centinaia di migliaia di persone, infatti, erano per lo più i lavoratori del pubblico impiego convocati dai sindacati. Ma sarebbe miope attribuirli tutti alla capacità organizzativa di RdB, Cobas o SdL: allo sciopero hanno partecipato moltissimi lavoratori non iscritti ad alcun sindacato o persino iscritti ai sindacati confederali, acerrimi nemici (almeno ai loro vertici) delle sigle autonome. Soprattutto le scuole, che oggi sono animate da comitati spontanei e trasversali di genitori, insegnanti e studenti, sono scese in piazza contro il governo colorando la piazza con bandiere e striscioni diversi e più colorati di quelli sindacali.

    E poi gli studenti: ma anche loro hanno sfilato nello stesso, enorme, corteo, fino alla fine. Solo quando piazza S. Giovanni era ormai in vista, studenti, genitori e insegnanti hanno deciso di non fermarsi e portare la protesta sotto le finestre di Maria Stella Gelmini, al ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Uno spezzone grande, con migliaia e migliaia di persone, ma una parte tutto sommato piccola dell’enorme corteo. Una sua parte, in ogni caso, non un’altra parte. I sindacati di base hanno saputo intercettare un sentimento generale di protesta contro il governo, quel sentimento di cui partiti e sindacati confederali sembrano avere più paura che fame, nella sindrome di Stoccolma che li avvince.

    http://precaridellaricerca.wordpress...olma/#more-835

  6. #26
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  7. #27
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    Precari degli enti di ricerca: continuano le agitazioni
    21 Ottobre 2008 by precariodellaricerca

    Ieri i precari dell’Ispra e altri precari del ministero dell’ambiente si sono ritrovati ieri lunedì di nuovo in piazza, sotto il ministero dell’ambiente, impegnato in questi giorni a annullare il protocollo di Kyoto. Purtroppo nessuna novità importante.

    Oggi invece i precari dell’Iss hanno chiuso simbolicamente l’Istituto Superiore di Sanità, visto che la riduzione della pianta organica, imposta dalla legge 133.

    Il 28 ottobre i lavoratori degli enti vigilati dal MIAF si danno appuntamento a via XX settembre.
    http://precaridellaricerca.wordpress.com/

  8. #28
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    Trieste: Ogs occupano

    dal Piccolo di Trieste:

    I precari dell’Ogs bloccano l’attività
    Occupata simbolicamente la sede. «A rischio un posto di lavoro su 4»

    Dopo la protesta dei riceratori dell’Osservatorio astronomico di via Tiepolo, da ieri anche il personale non di ruolo dell’Ogs ha deciso di interrompere la propria attività per dire no alla legge 133. I precari e i ricercatori vincolati da contratto «atipico» di lavoro all’Istituto nazionale di Oceanografia e di geofisica sperimentale hanno «occupato simbolicamente l’edificio principale dell’ente - spiega una rappresentante (che vuole mantenere l’anonimato) a nome di tutti i precari -. Vogliamo dare sfogo alla nostra amarezza nei confronti del governo e manifestare il dissenso sulle nuove disposizione ammazza-precari che minacciano il futuro della ricerca italiana. Si tratta di un’azione nata in accordo con altri enti d’eccellenza del territorio».

    «Lo Stato spreca la ricerca»: questa la scritta apparsa sullo striscione preparato dal gruppo di lavoratori dell’Ogs. La protesta è stata supportata anche da alcuni colleghi di ruolo dell’ente, la cui dotazione di personale è composta da 260 unità di cui 112 tra precari (tempi determinati) ed atipici (co.co.co., assegni di ricerca e borse di studio), come conferma ancora la rappresentante dei lavoratori. Che aggiunge: «Vogliamo difendere il nostro posto, alcuni di noi - precisamente il 23 per cento, specifica una nota - rischiano di perderlo a partire dal 1° luglio del 2009. Qui c’è gente che presta la sua opera da dieci anni: tagliando noi, peraltro, si sprecano le risorse investite dallo Stato in passato».

    L’iniziativa del personale precario e atipico dell’Ogs mira a dare un segnale forte al mondo politico e all’opinione pubblica e trova le sue motivazioni scatenanti in particolare nell’approvazione dell’articolo 37 bis della legge 133, quello che riguarda le nuove disposizioni in materia di stabilizzazione. «Le norme in questione - specifica ancora il comunicato inviato direttamente dai ricercatori dell’Ogs - forniscono indicazioni molto chiare sulla conclusione dei contratti a termine, ma non considerano il personale atipico e sono molto nebulose sui tempi e le modalità di assunzione». Tra le richieste alle istituzioni c’è anche quella con cui si domanda a gran voce il ricorso a concorsi: «Per garantire la continuità delle attività dell’ente è necessaria una programmazione che preveda nuove procedure di assunzione basate su criteri meritocratici».

    E infine i lavoratori che hanno dato vita alla protesta chiedono ancora provvedimenti «che consentano un progressivo e continuo processo di inserimento in ruolo del personale precario e atipico in accordo con la Carta europea dei ricercatori».

    (21 ottobre 2008)
    http://precaridellaricerca.wordpress...pano/#more-867



  9. #29
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    È nato un Buco Nero

    Ma non è quello che doveva formarsi a Ginevra. Si tratta del sito dei precari dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare intorno ad una petizione per chiedere un reclutamento “serio e stabile nel tempo” e la cancellazione dei tagli. La petizione e il sito sono disponibili anche in inglese (oh yeah). Per firmare anche tu la petizione del Buco Nero, vai a

    http://www.buconero.eu

    Se vuoi solo sapere di che parla, continua a leggere.

    In seguito al DDL 1441-quater approvato il 15 ottobre alla Camera e alla legge 133/08, ben 600 ricercatori e tecnici dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare rischiano di dover abbandonare la ricerca. La vicenda riguarda nello specifico 600 precari in un ente con 1800 dipendenti, che in seguito ai provvedimenti approvati dal governo non saranno assunti né ora né nei prossimi anni. Si tratta di una vicenda drammatica che vede porre in pericolo tutta la produzione migliore della nostra ricerca.

    L’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, tanto per citare alcuni dei progetti ai quali ha collaborato, ha contribuito in maniera sostanziale agli esperimenti e all’acceleratore LHC del CERN di Ginevra, con investimenti per circa un miliardo di euro nell’ultimo decennio. La metà dell’investimento è rientrata in Italia in commesse industriali, favorendo la competitività del settore tecnologico italiano. Centinaia di ricercatori e tecnici precari che stanno contribuendo alla costruzione degli esperimenti rischiano di dover abbandonare la ricerca, impossibilitati a partecipare a concorsi pubblici negli anni passati e in quelli a venire. La crescente fuga dei cervelli verso gli istituti esteri e il danno economico e sociale (centinaia di migliaia di euro sono necessari per la formazione di un ricercatore, ad esempio) condanneranno la ricerca italiana a un lento ma inesorabile declino.

    Per questo motivo chiediamo procedure di reclutamento serie e stabili nel tempo, una gestione dell’organico degli Enti commensurata alle attivita’ e agli impegni scientifici intrapresi, all’interno di una politica di finanziamento della ricerca in linea con il resto d’Europa. Nell’immediato, chiediamo di cancellare il taglio del 10% della pianta organica introdotto dalla legge 133/08 e di giudicare realmente nel merito le diverse situazioni dei vari Enti Pubblici di Ricerca.
    http://precaridellaricerca.wordpress...nero/#more-879

    Firma la petizione
    http://www.buconero.eu/#petition


  10. #30
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    Parte il censimento dei precari degli enti di ricerca

    Non lo fa Brunetta, visto che i suoi numeri (falsi) li ha già dati. Lo fanno i precari stessi, con un sito web su cui tutti i lavoratori (ricercatori e non) a termine di tutti gli enti di ricerca, in pochi secondi, possono partecipare e sconfessare Brunetta. Se rientrate nella categoria, cliccate su
    http://laral.istc.cnr.it/censimentoprecari/.

    http://precaridellaricerca.wordpress...i-precari-cnr/

 

 
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