Comunicato 03 ottobre 2008
Quarto anniversario della fondazione del (nuovo)Partito comunista italiano


Bando al panico!
La borghesia imperialista e il Vaticano impongono alle masse popolari una crisi dolorosa e cercano di seminare paura e confusione! I lavoratori organizzati possono rovesciare contro la borghesia imperialista e il Vaticano la crisi che essi ci impongono!

Non possiamo aspettarci niente di buono dalla borghesia e dal clero.
La soluzione della crisi sta solo nelle nostre mani!

Il Partito comunista richiama i suoi organismi e ogni suo membro, tutti i comunisti e i lavoratori avanzati, a non lasciarsi prendere dal panico e a portare tra gli operai e le masse popolari un messaggio di speranza e l’appello alla mobilitazione e alla lotta contro la borghesia!

La crisi dimostra che il capitalismo non ha futuro.
Le masse popolari possono far fronte alla crisi, rovesciare contro la borghesia imperialista e al Vaticano il disastro che essi cercano di imporre alle masse e instaurare il socialismo.

Le masse popolari organizzate, i lavoratori organizzati guidati dai comunisti sono completamente in grado di prendere in mano il paese, riorganizzare su basi socialiste le attività economiche, dare una prospettiva e assicurare una vita dignitosa a ogni uomo e a ogni donna disposti a dare il loro contributo al lavoro comune.

La forza dei padroni, del Vaticano, dei loro accoliti e manutengoli sta solo nella confusione che seminano tra i lavoratori, nella collaborazione dei sindacalisti di regime, nel fatto che i lavoratori mancano di un orientamento giusto e unitario, di un’organizzazione ramificata e salda, di una direzione decisa a vincere. Ma possiamo costruire tutto questo!

Nessuno ce lo regalerà. Tutte queste cose dobbiamo costruircele e a questo servono i comunisti. Bisogna che nel corso delle lotte di questi giorni i lavoratori più avanzati e i comunisti si uniscano, costituiscano Comitati di Partito, rafforzino ogni comitato e organismo di resistenza, diffondano e incoraggino ogni forma di organizzazione dei lavoratori, spieghino alla massa dei lavoratori che è possibile vincere, che in definitiva i padroni hanno bisogno di sottomettere i lavoratori, mentre in definitiva i lavoratori possono fare a meno dei padroni. Strategicamente i lavoratori sono forti. Strategicamente i padroni e i loro complici sono deboli. Bisogna tradurre il rapporto di forza strategico nei rapporti di forza in ogni singolo scontro. A questo servono l’orientamento, l’organizzazione e la direzione che i Comitati di Partito promuovono.
La lotta per instaurare il socialismo è il contesto necessario anche per resistere, per difendere le vecchie conquiste e strapparne di nuove, per togliere libertà d’azione agli speculatori, per contrastare la brama di denaro e di potere dei capitalisti, del clero e degli altri notabili, per far ridurre i prezzi e aumentare i salari, per impedire licenziamenti, pignoramenti e sfratti, per assicurare a tutti condizioni dignitose di vita, per far fronte al razzismo e all’emarginazione, per mettere a tacere i fascisti.

L’instaurazione del socialismo è la via d’uscita dal marasma materiale, politico, sociale, intellettuale, morale e ambientale in cui la borghesia ha condotto l’umanità.
Il sistema sociale capitalista e lo sforzo della borghesia, del clero e delle altre classi sfruttatrici di prolungarne l’esistenza sono la causa principale dei mali che oggi affliggono l’umanità. Sono anche l’unico vero impedimento alla loro soluzione.
Solo l’organizzazione dei lavoratori e la loro lotta senza riserve e senza quartiere contro queste classi giorno dopo giorno e in ogni campo ci condurranno a instaurare il socialismo.



Questo è il compito che noi comunisti ci proponiamo!

Facciamo appello a ogni lavoratore avanzato, alle donne più generose, ai giovani più coraggiosi perché si uniscano a noi per realizzare questo compito!

Uniamoci sempre più profondamente ai popoli che da un capo all’altro del mondo resistono alla guerra di sterminio non dichiarata perpetrata dalla borghesia imperialista e dalle altre forze reazionarie!

La crisi mostra che i lavoratori e i popoli oppressi di tutto il mondo hanno lo stesso nemico!

Che i lavoratori, le donne, i giovani più avanzati si arruolino nelle fila del Partito comunista, degli organismi della resistenza e delle organizzazioni di massa e contribuiscano alla rinascita del movimento comunista!

Rafforzare la struttura clandestina centrale del (nuovo)Partito comunista italiano, moltiplicare il numero dei Comitati di Partito clandestini e migliorare il loro funzionamento, sviluppare il lavoro sui quattro fronti indicati dal Piano Generale di Lavoro!

Costruire in ogni azienda, in ogni zona d’abitazione, in ogni organizzazione di massa un comitato clandestino del (n)PCI!

Viva il (nuovo)Partito comunista italiano!

Visti gli avvenimenti in corso, anticipiamo in questo comunicato un articolo che comparirà sul prossimo numero di La Voce. In esso viene spiegato da dove viene la crisi attuale, quale è il contesto e quali i possibili sviluppi, come i comunisti, gli operai e il resto delle masse popolari possono rovesciare contro la borghesia imperialista e il Vaticano la crisi che essi cercano di imporre alle masse popolari.




Instaurare il socialismo!
È la sola via realistica per uscire definitivamente dalla crisi!
(Articolo di Ernesto V. per La Voce n. 30)

La crisi del sistema capitalista mondiale è entrata in una fase acuta.
In tutto il sistema imperialista mondiale il capitale speculativo è l’elemento più dinamico (dirigente) di tutto il capitale finanziario e il capitale finanziario domina il capitale produttivo. Per capire la storia dell’economia nel nostro tempo, bisogna ben distinguere nel capitale queste tre componenti (vedasi Manifesto Programma, nota 42). I tre tipi di capitale (speculativo, finanziario e produttivo) sono distinti e seguono leggi diverse, ma sono anche inestricabilmente connessi e i loro proprietari formano un’unica e sola classe sociale. Sono nel mondo reale della società capitalista, quello che la Trinità è nel mondo immaginario della teologia cattolica. I movimenti di uno, se sono di un certo tipo e superano determinate dimensioni, si ripercuotono sugli altri. Per alcuni anni la speculazione ha prolungato la vita del capitale produttivo che oramai non può più vivere senza la speculazione. Ora però la crisi delle società speculatrici ha trascinato nella crisi le banche, le altre aziende di credito e le istituzioni finanziarie. Le due crisi a loro volta stanno provocando la crisi del capitale produttivo, quindi dell’economia reale: cioè dell’insieme di attività e aziende che producono beni e servizi e che nella società borghese esistono principalmente come corpo materiale del capitale produttivo. A sua volta la crisi economica alimenta la crisi politica, rende instabili le istituzioni politiche. La crisi culturale, l’incertezza su cosa succede e su cosa fare, dilaga in tutte le classi sociali e turba miliardi di persone.

Benché in decadenza, gli USA costituiscono ancora il centro politico e culturale del sistema imperialista mondiale. L’insofferenza del dominio della borghesia imperialista USA è sempre più diffusa e forte nella borghesia imperialista di tutto il mondo, ma la prima è ancora il suo centro mondiale di aggregazione, quella che in ogni campo guida la cordata, quella contro la quale, quando è unita, nessun gruppo imperialista, né in Europa né altrove, osa ancora porsi apertamente e sistematicamente. La popolazione degli USA è solo il 5% della popolazione mondiale, ma la sua attività economica costituisce ancora il 20% di tutta l’economia monetaria mondiale (la popolazione della Cina costituisce il 25% della popolazione mondiale, ma la sua attività economica costituisce ancora oggi meno del 10% di tutta l’economia monetaria mondiale). Negli USA hanno sede società che dirigono molte attività economiche in altri paesi. Dalle autorità USA dipende il dollaro, che è ancora oggi la principale moneta fiduciaria usata nel mondo. New York e Chicago costituiscono con Londra il trio delle più importanti piazze della finanza mondiale. Quello che succede negli USA ha quindi una grande influenza a livello mondiale. Sulla falsariga di quello che è successo negli USA, è relativamente facile comprendere gli avvenimenti del resto del mondo e anche del nostro paese.

1. Storie dell’ultimo anno

Circa un anno fa negli USA è esplosa la bolla della speculazione sulla costruzione di case d’abitazione finanziata con mutui ipotecari. Da alcuni anni negli USA la bolla dei muti ipotecari alimentava la speculazione finanziaria con il pullulare di titoli derivati dai mutui ipotecari, ma tirava anche l’economia reale (i consumi e gli investimenti). Protagonisti della bolla erano le società finanziarie: fondi di investimento, banche d’affari, fondi pensione (l’alternativa alla previdenza sociale), fondi mutualistici (l’alternativa alla sanità pubblica), banche ordinarie. Le autorità pubbliche con gli alti affitti e la riduzione dell’edilizia pubblica e popolare obbligavano tutti a fare mutui per avere una casa. Le autorità morali incitavano tutti a diventare padroni di casa: Bush intonava inni a “un paese di proprietari” e all’estero Berlusconi, Sarkozy e soci facevano coro. La banca centrale USA (la FED) alimentava la bolla e tutto il resto della speculazione finanziaria, fornendo agli speculatori, a basso interesse, tutto il danaro che volevano. Dirigenti delle società protagoniste, imprenditori e risparmiatori, chiese e prelati, criminali e ricchi di ogni genere, enti di beneficenza e pubbliche amministrazioni, chiunque disponeva di danaro, di relazioni o di credito cercava di approfittarne. Gli azionisti pretendevano dividendi annui di almeno il 15% del capitale investito in azioni: gli amministratori ricorrevano a ogni manovra (ristrutturazioni, licenziamenti, acquisizioni, fusioni, delocalizzazioni, ecc.) per far aumentare il corso delle azioni in borsa. La nuova arte era la compravendita a termine (allo scoperto) di titoli finanziari: la libertà era completa, minimi i depositi di garanzia imposti dalla legge. (*) Le plusvalenze sulla compravendita di titoli finanziari salivano alle stelle. I direttori di questa orchestra accumulavano rapidamente colossali fortune personali.