Il P. S. d'Az. é partito di lotta
per la trasformazione
della Sardegna
Mozione presentata da Bachisio Morittu, Silvio Bertocchi. Efi-
sio Pilleri, Tonino Utzeri, Carlo Desogus, Walter Perseu - Sezio-
ni di Pirri, Pabilionis, Alghero, Senorbì, Saniuri, Villarnar, Ouartu
S. Elena, Muravera - San Vito, Suelli, Quartucclu
Ad Oristano è stato denunciato al mondo intero il continuo sfruttamento coloniale della Sardegna, l'ormai palese disegno dello Stato italiano di liquidare l'identità nazionale del popolo sardo con l'intento di amministrarne le genti con la mortificazione economica, con la disoccupazione, la cassa integrazione, l'emigrazione forzata per arrivare a fare ella nostra isola una deserta piattaforma geografica per armi, per armati, per la guerra.
Ancora oggi niente e cambiato: ministri italiani prepotenti e tracotanti continuano imperterriti a «violentarci» come sardi e come cittadini del mondo; militari sempre più aggressivi ci bombardano, ci rapinano territori e mari col beneplacito del governo italiano, ancor più nemico e ostile, tutto teso a fare della Sardegna un'isola portaerei, tanto armata quanto disgraziatamente immobile e quindi miseramente «affondabile».
L'assistenzialismo mortificante, la divisione alla base dei sardi, causata dalla politica del «divide et impera» delle centrali romane dei partiti italiani, attraverso le loro sub-agenzie in Sardegna, la pastoia delle ideologie che hanno come sola conseguenza la «spartizione in voti» dei sardi, lottizzandoseli e dividendoseli per meglio poterli dominare, «impastoiare» mantenere «un ruolo perdente», sono una continua costante che tende a crescere in modo proporzionale alla continua disgregazione.
Il P.S.d'Az. è partito di lotta per la trasformazione della Sardegna. Partito di idee e di proposte che hanno anelito universale di libertà, di riscatto dall'oppressione, di conquista della vera identità, della cultura, della dignità.
Il P.S.d'Az. non è né lo è mai stato, partito di «mediazione» come qualche disattento pseudo-critico del sardismo, lo ha definito.
Ecco perché «col popolo sardo per l'alternativa sardista». Questo deve essere il mezzo, lo strumento, la! condizione essenziale per raggiungere «l'obiettivo costante, permanente dell'indipendenza della Sardegna» che ci siamo proposto: UNA ALTERNATIVA DI GOVERNO COL POPOLO SARDO. Un'alternativa quindi a tutto il mucchio dei partiti italiani presenti nell'isola, che sono elemento divisore e di lotta fra i sardi.
Sempre e qualsiasi iniziativa politica, operativa o di altra natura deve essere improntata per raggiungere «l'obiettivo permanente»: la Repubblica Indipendente dei Sardi.
Il P.S.d'Az. non può accettare che l'unità autonomistica debba essere interpretata come una sorta di «compromesso storico» di «solidarietà nazionale» all'italiana. Riconosce, perché l'ha sempre denunciata ed evidenziata, mai ascoltato, la grave crisi totale della Sardegna, ed è responsabilmente convinto che la si può affrontare, nell'immediato, soltanto con una, unità di emergenza. Ma a condizioni ben precise e chiare.
Non deve essere cioè una ammucchiata sterile flebilmente protestataria, deve invece rappresentare un'unità nazionalitaria del popolo sardo, che governa la Sardegna e si pone all'opposizione rispetto al governo di Roma e delle segreterie dei partiti italiani.
Un governo popolare sardo che veda, ancor prima degli altri, i bisogni, le necessità le disgrazie del popolo sardo, che rifiuti i sistemi coloniali romani, che rappresenti la fierezza, la forza morale il coraggio dei sardi.
In questo caso sarebbe un fatto storico. Una Sardegna unita per il suo riscatto morale e civile, senza condizionamenti esterni, senza fotocopie politiche ed economiche romane.
Va quindi difesa, sostenuta e perché no, imposta a Roma la legge sul bilinguismo, perché noi sinceramente ci crediamo; lo dimostrino subito nel parlamento romano che ci credono anche quei partiti italiani che in Sardegna urlano di crederci! Aspettiamo fatti concreti.
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LEGGE SULLA ZONA
FRANCA IN SARDEGNA
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RISORSE LOCALI
Carbone, alluminio, argento, caolino, marmi, graniti, prodotti agricoli e della pastorizia, artigianato, pesca etc., restituiti ai sardi, eliminando mediatori e speculatori, creando strutture verticalizzate dalla produzione alla commercializzazione dei prodotti.
Il PS.d'Az., comunque, in questo gravissimo momento, non vuole ripudiare la monocultura chimica, perché oggi significherebbe il naufragio, ma il difendere quei posti di lavoro non significa che il P.S.d'Az. resterà prigioniero di chi vuole perseverare solo ed unicamente nella chimica a tutti i costi, perché questo comporterebbe un ripetersi, in proporzioni diverse da quelle attuali, di pericoli che metterebbero quest'isola in condizioni di colare a picco.
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Un rinnovamento nella continuità, senza scosse rovinose,una riconversione graduale che restituisca al popolo sardo un ambiente di vita e di lavoro non artificiosamente forzato, ma spontaneo e umano e quindi fattore di uno sviluppo armonioso ed equilibrato del suo organismo in tutti i suoi organi e tessuti, titolare delle sue risorse (umane, culturali, economiche, geomorfologiche) che non possono essere più sacrificate sull'altare del «più alto interesse nazionale».
Il P.SA'Az. non rimpiange l'era delle caverne e dei nuraghi, ma si apre all'apporto di culture esterne che possano contribuire ad arricchirne l'ideologia e l'azione rivolte ad esaltare la libertà e l'autogoverno dei popoli.
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Il P.S.d'Az. vuole elevare il popolo sardo ad essere protagonista di se stesso nel confronto aperto con tutti i Popoli.
Grande importanza assume il problema delle fonti di energia. Per una società qualitativamente socializzata nel pieno rispetto della libertà di tutte le sue componenti non si può non essere per l'utilizzazione delle risorse locali di energia.
Il carbone, l'acqua il vento e il sole debbono essere elementi primari di produzione di energia in Sardegna per uno sviluppo indirizzato allo sfruttamento delle nostre risorse, che debbono avere come obiettivo la creazione nell'isola di quel tessuto di produzione e trasformazione, a livello di piccole e medie industrie, essenziale per uno sviluppo omogeneo, razionalizzato e complessivo.
Orientato in questa direzione il P.S.d'Az. rifiuta decisamente il nucleare, che porterebbe ad una ulteriore industrializzazione selvaggia e irrazionale, al di fuori della cultura dei sardi, e sarebbe elemento sicuramente destabilizzante per l'unità del popolo sardo.
Vanno subito bloccate le spinte in questa deleteria direzione, che mirano anche esse a confondere i sardi e a servirsi della Sardegna come terra di ulteriore conquista. Perciò ancora NO al nucleare e SI alle nostre fonti di energia.
Non si possono trascurare, né il P.S.d'Az. lo potrebbe, le basi militari in Sardegna. Il sardismo è messaggio di pace e quindi contrario alla guerra e alle armi, abbiano esse più stelle bianche o una sola rossa.
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Il P.S.d'Az. è ben consapevole del ruolo importantissimo che è chiamato a svolgere per il riscatto dei sardi e se ne assume in pieno la responsabilità, ma chiarendo subito e affermando con forza, anche per sgombrare il campo da qualsiasi equivoco, che ha creduto nella lotta democratica. ha creduto e crede fermamente nella democrazia, e condanna, come strumento aberrante di lotta, ogni forma di violenza, di terrorismo, di guerra e considera debole, ottuso, provocatore e traditore chiunque dei suoi aderenti sostenga l'impiego delle armi in difesa della aspirazione nazionalitaria del popolo sardo.