Originariamente Scritto da
L'Europeo
da:
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Soldati olandesi sui fatti di Srebrenica: testimonieremo in favore di Radovan Karadzic!
Notizia di alcuni giorni fa su
Rinascita Balcanica e non presente sulla stampa di regime (anche in Olanda: provate a cercare su
Google News italiano ed olandese).
Un gruppo di soldati olandesi sarebbe pronto a dare una versione alternativa ai fatti riguardanti il massacro supposto a Srebrenica, tanto da fornire appoggio alla difesa di Radovan Karadzic [foto sopra]
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I dettagli li potrete leggere nell'articolo, ma vogliamo sottolineare una cosa: tra le centinaia di soldati olandesi presenti ai fatti, alcuni si sarebbero
suicidati, dopo le continue e infami pressioni avute per costringerli a sposare la tesi di un massacro contro i bosgnacchi di religione maomettana.
Anche questo è la pseudo-Europa: omicidio (così dovrebbero essere considerati, moralmente, quei suicidi) nei confronti dei propri figli, compresi soldati professionisti.
- Dall'articolo "I soldati olandesi testimonieranno in difesa di Karadzic" (Biljana Vukicevic, Rinascita Balcanica, 26 settembre 2008):
I soldati dell’esercito olandese, che 1995 facevano parte delle truppe ONU dislocate a Srebrenica hanno deciso di testimoniare per la difesa all’interno del processo di Radovan Karadzic. Questa trama melodrammatica, che dura ormai da più di dieci anni, sembra essere giunta ad una svolta ora che i militari olandesi hanno deciso di presentarsi dinanzi al Tribunale dell’Aja, dopo che alcuni di esse sono stati già assolti della stessa Corte, mentre altri sono morti suicidi a causa delle pressioni della propaganda politica. Oggi invece, circa dieci soldati sono pronti a testimoniare e dimostrare della verità di Srebrenica a favore dell'ex Presidente della Republika Srpska, Radovan Karadzic. Lo ha confermato anche Aleksandar Gavrilovic, cittadino serbo che vive da anni in Olanda, nonché fondatore dell'organizzazione "Ricerca serba" nata con lo scopo di dimostrare la verità sulle vicende di Srebrenica. "Tutto è cominciato un paio di anni fa, quando ho conosciuto Marc von Hees, il quale nel 1995 è stato un membro dell'esercito olandese delle truppe dell'ONU a Srebrenica - racconta Gavrilovic - e mi ha rivelato che Alti ufficiali chiedevano loro di confermare pubblicamente dei crimini compiuti dai serbi contro i musulmani di Srebrenica, che non sono mai accaduti e neanche avevano mai visto. Le pressioni sui soldati sono state tali che moltissimi tra loro hanno subito gravi shock psicologici", spiega così Gavrilovic la sconcertante verità che si nasconde dietro gli scandali propagandistici dei media pro-musulmani, stravolgendo al punto la realtà da accusare dei soldati perché hanno semplicemente difeso dei civili inermi.
"Una decina tra i di militari si sono suicidati, perchè non potevano sopportare anche per tanto tempo quelle pressioni che duravano da anni - afferma Gavrilovic rivelando le parole di Marc Von Hees - proprio perché nessuno di loro ha mai visto assistito ai crimini contro civili bosniaci che invece dovevano confermare". Marc von Hees ha inoltre affermato che, prima di andare a Srebrenica, avevano ricevuto ordine di proteggere i musulmani dai serbi. In realtà, una volta giunti nell’enclave bosniaca, hanno visto con i loro occhi una situazione completamente diversa, perché, a Srebrenica, hanno dovuto proteggere i serbi dai musulmani. L’ex comandante dell'esercito olandese, Thomas Caremans, ha confermato tutto questo, e ha dichiarato che "l’esercito serbo non ha commesso nessun atto di violenza durante l'evacuazione dei civili nei pullman da Srebrenica", mentre invece denuncia i crimini dell’esercito bosniaco che ha ucciso un soldato olandese, durante uno scontro per impedire che l'esercito ONU si ritirasse da Srebrenica. "I bosniaci hanno gettato una granata sul carro armato dell’esercito ONU che cercava di trapassare le barricate musulmane, uccidendo così un soldato olandese", afferma Caremans. "Devo dire che questi ragazzi sono molto coraggiosi, sono riusciti a sopportare delle terribili pressioni fino alla fine, decidendo di testimoniare persino a favore di Radovan Karadzic all'Aja", continua Gavrilovic.
Della stessa opinione è anche Milivoje Ivanisevic, Presidente del Centro per la Ricerca dei Crimini commessi contro i Serbi di Belgrado, nonché membro della difesa di Radovan Karadzic. "I soldati olandesi hanno contribuito al trasporto dei civili musulmani da Potocari e Srebrenica e confermano che non hanno visto neanche un omicidio - dichiara Ivanisevic che continua - tutta la storia di Srebrenica è una costruzione immensa! E è assurdo accusare 400 soldati olandesi che non hanno protetto i 6000 soldati della brigata di Naser Oric [il quale, ricordiamo, è stato assolto dall'accusa di crimini di guerra! Vedere Fatti d'Europa del 10 luglio 2008, ndr]. Infatti, subito dopo che l’arresto di Karadzic ci hanno contatto circa una diecina dei soldati olandesi, dichiarandosi pronti a testimoniare per l’ex Presidente serbo. Certi sono subito accorsi a Belgrado per consegnarsi le loro dichiarazioni", continua Ivanisevic. Dalle loro testimonianze traspare, come affermato dallo stesso Marc von Hees, che i soldati olandesi durante la loro permanenza a Srebrenica non hanno assistito ad alcun incidente o attacco in cui l’esercito serbo aggrediva l’enclave protetta; al contrario, i mercenari di Naser Oric, uscivano da Srebrenica e facevano strage di serbi nei paesi vicini.
"Riveleranno tutto questo dinanzi al Tribunale dell’Aja. Si tratta di soldati onorevoli, che per anni sono stati colpevolizzati da tutto l’Occidente per delle mancanze mai avute, per dei crimini che non hanno mai visto. Nessuno però può più obbligarli a dire falsità", afferma Ivanisevic. Quei poveri soldati, che nel 1995 avevano soltanto 18 o 19 anni, durante la loro permanenza a Srebrenica sono stati umiliati dai soldati musulmani di Naser Oric, e quando sono ritornati in Olanda hanno dovuto subire anche le accuse dell’opinione pubblica. Hanno chiesto loro di dire cose non vere, vedendo poi le terribili conseguenze delle loro bugie. Per i più giovani, certe sono troppo difficili da comprendere e da accettare, il peso era troppo opprimente, e alcuni di loro hanno deciso di suicidarsi. Rappresenta questa una motivazione in più che spinge i soldati olandesi a testimoniare, per rispettare la memoria e l’onore dei loro colleghi, delle famiglie affrante. Il processo di Karadzic diventa così un’ottima opportunità per rivelare finalmente cosa è davvero accaduto a Srebrenica.