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  1. #1
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    Predefinito DI CELTI, GOTI, LONGOBARDI

    Come da titolo, per avviare una discussione motivata e seria sulla vexata queastio delle loro rispettive influenze, che si trascina da decenni, ma ha trovato nuovo impulso grazie ad un partito politico di cui non faremo il nome per carità di patria.
    "Io nacqui a debellar tre mali estremi: / tirannide, sofismi, ipocrisia"


    IL DISPUTATOR CORTESE

    Possono tenersi il loro paradiso.
    Quando morirò, andrò nella Terra di Mezzo.

  2. #2
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    Predefinito Rif: DI CELTI, GOTI, LONGOBARDI

    Iniziamo con un poco di informazioni storiche tratte da Cronologia Leonardo e altri siti.

    LE ORIGINI DEI POPOLI CELTICI

    L’origine dei Celti è indoeuropea.
    La definizione "celtico" trova origine nel lemma greco "keltai" con cui gli abitanti di Marsiglia, città fondata dai Focei, designarono i membri di queste tribù belligeranti, che risiedevano nell'entroterra delle loro colonie.


    La loro prima area geografica di residenza è l’Europa centrale, in particolare tra la Boemia e la Baviera, dove ha avuto luogo la cosiddetta "Cultura di Unetice", particolarmente legata alla lavorazione dei minerali ed alla pastorizia.

    Da questa cultura hanno avuto origine anche gli italici, gli illiri ed i veneti.

    Sicuramente la genesi dei Celti ha risentito di una interazione tra varie
    popolazioni. E’ dunque opportuno fare una premessa, che a tratti trasfigura nel mito greco.

    Intorno al 4000 a.C. esisteva una civiltà, che aveva radici nella zona del Baltico (che sarà nel medioevo luogo della Lega Anseatica), in particolare nello Jutland e nella bassa Scandinavia.

    Questa civiltà, racconta Erotodo, era particolarmente progredita.
    Abile nella costruzione dei templi e degli stadi, aveva una certa esperienza nella navigazione.

    Ciò è provato dalle costruzioni megalitiche dei menhir della Bretagna
    (Carnac), dell’Irlanda, del Galles e dell’Inghilterra (Stonehenge), dove nelle
    vicinanze è stato forse rinvenuto un probabile stadio per le corse equestri.

    Tali costruzioni di dolmen avevano come scopo la guida agli astri, in cui tali
    popolazioni credevano.

    A seguito di siccità, terremoti e carestie, tale popolo è migrato verso
    l’Europa centrale, la Grecia (dove c’erano le culture achea e micenea, che
    furono distrutte), l’Anatolia (dove erano presenti gli Ittiti, la Palestina
    (in cui hanno avuto origine le civiltà fenicia e semita) e l’Egitto. Questa
    migrazione è nota come quella dei "popoli del mare". Solo in Egitto, si riuscì a respingere la loro invasione.
    La coda della migrazione dei popoli del mare fu rappresentata dai Dori che si stanziarono in Grecia ed in Egeo.

    Intanto, quasi contemporaneamente, secondo una teoria più accreditata tra il 3000 e il 2500 a.C. in Oriente c’erano tre popolazioni indoeuropee: i Kurgan (per le tombe a tumulo che usavano) della zona del Volga - alto Mar Caspio, i Transcaucasici del Caucaso, i Nordpontini della zona del Mar Nero. Queste popolazioni, in particolare la prima, influenzandosi e mescolandosi tra loro fino alla fine dell’età del rame, eseguirono delle migrazioni in: Anatolia (Ittiti), in Mesopotamia (Arii), Grecia (Macedoni e Micenei), Europa (Cultura di Unetice in Boemia, crocevia di popolazioni).


    La divisione cominciò con l’inizio dell’età del bronzo e si perfezionò con
    l’età del ferro (la Boemia era ricca di ferro) e si implementò con
    l’addomesticamento della razza equina (la parola cavallo ha la stessa radice in tutte le lingue indoeuropee) e del bestiame.

    Contemporaneamente nel nord europa, in particolare nella zona della Polonia, compare la civiltà dei Campi di Urne, di origine nordica, che prende il nome dal modo in cui seppellivano i loro morti.
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  3. #3
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    Predefinito Rif: DI CELTI, GOTI, LONGOBARDI

    La coda di questa migrazione orientale ebbe luogo con gli Sciti, nell’800
    a.C., che si diffusero in Mesopotamia (originando prima la cultura caldea, poi quella assira che sarà dominante fino all’avvento dei Persiani), in Anatolia (ove erano presenti già i Frigi, i Lidi ed i Pontini), in Grecia, in Italia (dove dal 900 a.C. erano presenti gli Etruschi e ancora prima i Liguri e gli Italici ) ed in Europa centrale (dove era presente la migrazione dei popoli del nord).
    In particolare, con riferimento a quest’ultima, intorno al 700 a.C., nella
    zona del Salzkammergut (Salisburgo e Carinzia), fino al 450 a.C. si diffuse la cultura di Hallstatt, abile nel commerciare sale (di cui la loro regione era
    ricca) con i popoli italici e nordici.
    Si trattava dunque di una cultura di crocevia, basata prevalentemente su due classi sociali legate all’aristocrazia e alla pastorizia.
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    Predefinito Rif: DI CELTI, GOTI, LONGOBARDI

    La fine della cultura di Hallstatt segna l’inizio della cultura di La Tene (450 – 50 a.C.), situata sulle rive del lago di Neuchatel e caratterizzata dall’arte
    espressionista, dalle rappresentazioni del particolare e dei dettagli,
    dall’inizio di migrazioni di popoli, dalla valida rete di commercio di massa
    che furono in grado di impiantare, dalla conseguente nascita di una
    protoborghesia.
    Questo passaggio è stato motivato anche da una differente esigenza sociale: nuovi ceti aspirano al potere, per cui la vecchia aristocrazia hallstattiana viene soppiantata.

    Dunque all’inizio del 600 a.C., come risultato di queste due ultime culture
    appena descritte, nella zona che comprende il basso Rodano e l’alto Danubio ha origine la popolazione celtica che, di cultura nomade, comincia a migrare verso l’Italia settentrionale, dove si stanzia attorno a Mediolanum ed entra in contatto con gli Etruschi, l’Europa centrale, facendo scomparire la cultura di Hallstatt, la Francia, da cui hanno origine i Galli, la Germania, dove si integrano con i Germani (Suebi, Marcomanni, Longobardi, Ermunduri, Quadi e Semnoni), popolo proveniente dall’area del Baltico, differente da quello dei Celti, la Gran Bretagna, dove ebbero uno sviluppo più arretrato, la Serbia, la acedonia e l’Anatolia, dove compaiono i Galati (la parola celtico in greco si scrive gàlatos), che importarono culti religiosi orientali.

    In particolare per la Gran Bretagna è opportuno precisare che intorno al 900 a.C. ed al 500 a.C. ci furono due ondate di migrazioni di popoli di origine indoeuropea che si sovrapposero alle popolazioni preesistenti.
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    Predefinito Rif: DI CELTI, GOTI, LONGOBARDI

    La prima fu legata a popoli di lingua gaelica, che partiti dalla Spagna
    settentrionale, approdarono in Irlanda, Scozia e Isola di Mann. Svilupparono una lingua denominata "celtico Q", poiché al posto della lettera k si utilizzava la lettera q. La seconda migrazione fu caratterizzata da popoli britannici, che partiti dal Belgio, in piena età lateniana, dunque nella massima fase dello sviluppo socio-economico, colonizzarono Inghilterra, Galles e Cornovaglia, sviluppando il "celtico P", poiché la k era sostituita da p. Ad esempio, la parola indoeuropea ekuos (cavallo), si scrive equos in gaelico ed epos in britannico. Dunque la mutazione consonantica q-p caratterizzò due tipologie di popolazioni, che si differenziavano anche per scelte architettoniche ed urbanistiche: le prime vivevano in fortificazioni, le seconde in villaggi.
    E’ anche probabile che la migrazione dei secondi spinse i primi verso zone più lontane. Il termine gaelico deriva dalla parola gwyddel che significa
    "selvaggi" e fu attribuita, in una fase di migrazione, dai Gallesi agli avi
    degli Irlandesi che vi si insediarono
    .
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    Predefinito Rif: DI CELTI, GOTI, LONGOBARDI

    I Celti hanno risentito molto della cultura scita, sia per l’uso delle tombe a tumulo, sia per l’allevamento del cavallo, ritenuto sacro, sia per il rito di tagliare e conservare la testa del nemico a protezione della propria capanna, sia per la suddivisione in classi sociali, ove l’aristocratico era chi
    possedeva più cavalli. Dunque i Celti hanno subito influenze orientali (Sciti, Kurgan, Greci, Etruschi) ed europee (culture di Hallstatt e di La Tene, popoli del nord), sviluppando a loro volta una propria cultura.

    La Società Celtica

    Il tessuto sociale celtico si articolava su tre livelli: il druida, sommo
    sacerdote che presso i Galli aveva il nome di virgobrete (in realtà questo era più un magistrato), uomo di legge, di scienze esoteriche, indovino,
    conoscitore degli astri e della natura, medico, interprete dei sogni; il
    cavaliere, uomo di potere economico, politico e militare, la cui fonte di
    ricchezza era il bestiame (periodo hallstattiano) e l’industria ed il
    commercio (periodo lateniano); il popolo, composto da servitori. In realtà le
    decisioni più importanti spettavano al druida. Dunque chi aveva più cavalli (o in generale bestiame) oppure attività commerciali gestiva il potere economico ed era il re della tribù, cioè il capo dei cavalieri.

    Questa suddivisione dimostra come l’evoluzione dei popoli celtici andò assieme all’evoluzione del cavallo, animale di grande importanza e di ausilio per loro. Tutto ciò ci mostra come in effetti i Celti derivarono dagli Sciti e dunque dalla cultura dei Kurgan, che avevano la stessa considerazione per il cavallo, mezzo di sopravvivenza sia in pace che in guerra. Tra l’altro, gli Sciti avevano sostanzialmente la stessa struttura sociale.
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    Predefinito Rif: DI CELTI, GOTI, LONGOBARDI


    In particolare dopo il periodo lateniano, ogni comunità celtica si
    identificava in un gruppo economico: tutti vivevano per quella o quelle
    attività che gestiva un signore locale. Per questo motivo quando il cavaliere decideva di combattere, tutto il popolo si mobilitava, perché era in gioco la loro sopravvivenza; quando si decideva di migrare, tutti partivano.

    Nel corso degli anni i diversi gruppi economici si sono unificati, per
    esigenze commerciali e gestionali, dando vita così a tribù più estese e
    complesse. I clan scozzesi sono un’espressione di questi antichi
    raggruppamenti sociali. Anche le costruzioni dei villaggi venivano realizzate
    attorno a quella del cavaliere.
    Tra la cultura greco-romana e quella celtica veniva così ad emergere una rigida contrapposizione:

    Essa consisteva nel fatto che mentre la prima si proponeva di dominare le asperità della natura e di organizzarla, conoscendo le sue leggi, la seconda preferiva conviverci, sentirsi parte integrante del creato, conoscere il proprio destino per abbandonarsi ad esso.

    Nell’arte, dunque, non si ricerca la perfezione e la bellezza, ma l’emozione e la libertà.
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    Predefinito Rif: DI CELTI, GOTI, LONGOBARDI

    Nella società celtica il maschio era espressione di vigore e forza e viveva
    assieme ad altri maschi, fino a che non era tempo di avere figli, per cui si
    avvicinava alle donne, con cui avrebbe vissuto assieme, continuando comunque a frequentare comunità maschili. Le donne, a loro volta, vivevano in gruppi, separati dagli uomini dove allevavano i figli.

    Esse esprimevano il coraggio e la tenacia.

    Gli uomini avevano grande rispetto per loro e ad esse erano molto legate.

    La prova di ciò ci è data dalle regine della Britannia che hanno combattuto i Romani, come vedremo dopo.

    Addirittura si dice che in battaglia esse trasmettevano il coraggio ai guerrieri. Tale affermazione rientra in un discorso esoterico che riprenderemo nel prossimo paragrafo.

    Tuttavia, alcune di esse, di rango basso, potevano essere barattate con dei cavalli.

    Al largo della Bretagna esisteva un’isola abitata solo da donne che vi
    vivevano in comunità ed assunse un ruolo di sacralità.
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    Predefinito Rif: DI CELTI, GOTI, LONGOBARDI

    Gli uomini celtici amavano le feste, dove si raccoglievano assieme e
    raccontavano saghe e favole, i riti comunitari, dove, alle volte, compivano
    dei duelli mortali, prediligevano bere (vino, birra, whisky) e mangiare in
    particolare il maiale arrosto (il cavallo ed il toro erano impiegati per riti
    sacri). Secondo la tradizione, un buon celtico, oltre che un valente
    guerriero, doveva essere eloquente.
    Il guerriero celtico in battaglia si dipingeva il volto di vari colori, urlava
    sia perchè voleva spaventare il nemico, sia per esprimere il proprio vigore
    fisico, di cui era fiero. Amava radersi (i Britanni portavano anche i baffi) e
    viveva a contatto con la natura.
    Dunque, la struttura sociale dei Celti era molto semplice ed in essa nel corso degli anni e dello sviluppo economico si potè inserire anche la classe dei proprietari e degli "imprenditori" (in età lateniana).

    La società celtica non ebbe modo di articolarsi pienamente, vista la sua lentezza a svilupparsi e la successiva contaminazione con elementi romano - germanici.

    Solo in Irlanda, dove potè svilupparsi in pieno, andò articolandosi su più livelli: re, druidi (filid), nobili inferiori, contadini (perché possessori di terra), bardi (ceto borghese, a cui era affidato il tramandare la tradizione), lavoratori ed artisti di intrattenimento. Questi ultimi due rappresentano classi sociali non libere.

    Più tardi, con l’avvento del cristianesimo, il druida diventa anacoreta ed
    assume un ruolo di consigliere nella chiesa celtica, che avrà dei contrasti
    con quella romana, sfociati in alcuni casi in eresia.
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    Predefinito Rif: DI CELTI, GOTI, LONGOBARDI

    Estensione Territoriale

    I Celti erano composti da diverse tribù, ognuna delle quali si diffuse in uno
    specifico territorio. Si difesero dai Romani, dai Germani e dalle invasioni
    asiatiche. Nel corso delle loro migrazioni popolarono un vasto territorio.

    Videro lo sviluppo di diverse società (kurgan, halstattiana, lateniana) che
    corrispose anche ad uno sviluppo economico e sociale.

    In base alla premessa fatta in precedenza, possiamo visualizzare la seguente situazione, legata sia al popolo celtico che alla regione di influenza relativa, frutto di continue migrazioni:

    Territori attuali e Tribù celtiche che vi si stanziarono

    Serbia: Scordisci (325 a.C.)

    Bulgaria: Bastarni (fondatori del regno di Tylis);

    Ungheria, Romania, Boemia: Carnuti, Menapi, Treviri, Ubii;

    Svizzera: Rezi, Rauraci, Carnuti, Elvezi;

    Austria: Taurisci, Norici;

    Italia Settentrionale: Boi, Senoni,Veneti, Gesati, Insubri, Taurisci;

    Spagna e Portogallo: Celtiberi che si mescolarono con la popolazione locale degli Iberi e che ebbero un sviluppo diverso rispetto ai Galli:
    i Gallaeci e gli Asturi (Galizia)
    i Cantabri (zona di Bilbao)
    I Tarragonesi, i Baeti (zona di Siviglia),
    i Vasconi (Pirenei, da cui è originato il termine guascone)
    gli Arevaci, i Vaccei, i Lusitani ed i Vettoni (nel Portogallo);


    Anatolia: Galati (276 a.C.) abitanti della Galazia, arrivati dalle regioni del Danubio;

    Macedonia: Tettosagi, Trocmeri, Tolistoagi, che entrano in contatto anche con Alessandro Magno;

    Francia: Sequani, Edui, Alverni, Ambroni, Arverni, Parisii (che diedero i natali a Parigi), Aquitani, Vocati, Volci, Bellovaci, Venelli, Eburovaci,
    Suessioni, Tricassi, Mandubii, Carnuti, Veneti, Namneti, Pitti, Biturgi,
    Allobrogi, Gesati, Ceutroni, Eburoni;

    Paesi Bassi e Belgio: Nervii, Menapi, Suessoni, Remi, Belgi ;

    Germania: Ambroni, Teutoni, Boi, Nemeti, Vangioni, Treviri, Advatici, Usipeti,
    Tenteri, Eburoni, Ubii, Sicambri (si tratta in prevalenza di popolazioni
    germaniche, profondamente influenzate dai celti e con essi meticciate;

    Irlanda: Ulsteriani (con capitale Emain Magach), abitanti del Mide
    (centro-est), del Connacht (ovest) e del Munster (sud-est), Scotti (che
    migrarono in Caledonia che prese il nome di Scozia);

    Scozia: Caledoni;

    Galles: Ordovici, Siluri e Cornovii (che poi migreranno in Cornovaglia)

    Inghilterra: Atrebati, Belgi, Catuvellani, Trinovanti, Dumnoni (in
    Cornovaglia), Coritani, Briganti, Suessoni, Carataci, Novanti, Segovii,
    Trinovanti, Iceni;

    Danimarca: Arudi, Cimbri, Ambroni (si tratta in prevalenza di popolazioni
    germaniche, che subirono influenza celtica).
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