Col mestiere di ministro si guadagna una fesseria. Già lo si sapeva, ma ne abbiamo avuto conferma aprendo il sito di Renato Brunetta, www.innovazionepa.it.
Il più amato dagli italiani, infatti, dopo aver messo sulla piazza virtuale gli stipendi di tutti i suoi pubblici dipendenti, ha deciso di comunicarci anche il suo. Ecco fatto: 46.113,60 euro annui lordi, come da Dpr 748/1070, che fanno 3.842 euro al mese. Per chi deve governare l'Italia, e non la fabbrichetta di San Zenone al Lambro, non è poi tanto.
Il ministro, però, onestamente ce la dice tutta. Non è la sua unica entrata, quella.
Brunetta, infatti, non ha mollato la poltrona da parlamentare, insieme con Bondi e con Sacconi, e quindi lui è un dipendente pubblico dal doppio incarico. Proprio come quelli che ha definito una “palla al piede” e a cui ha dichiarato guerra a inizio mandato.
Così Brunetta ci spiega il suo stipendio bis, quello da Parlamentare: «La prima voce è l'indennità, quella che nel linguaggio comune è definita “stipendio”, seguono la diaria e i rimborsi: per le spese inerenti al rapporto tra eletto ed elettori, per le spese accessorie di viaggio, per i viaggi all'estero e per le spese telefoniche. Completano la scheda le voci sull'assegno di fine mandato, le prestazioni previdenziali e sanitarie e sui trasporti». L'indennità ammonta a 5.486,58 euro al mese. La diaria a 4.003,11 euro al mese. La somma viene ridotta di 206,58 euro per ogni giorno di assenza del deputato da quelle sedute dell'Assemblea in cui si svolgono votazioni con il procedimento elettronico. Il rimborso a forfait per le spese inerenti al rapporto tra eletto ed elettori è di 4.190 euro al mese. E a tutto questo tocca aggiungere anche le telefonate e i rimborsi viaggio.
Se poi si pensa che Brunetta è pure professore Ordinario di Economia del Lavoro presso l'Università romana di Tor Vergata, e che dal 1999 al 2008 è stato parlamentare europeo, con la pensione e le indennità che ne conseguono, ecco che il pubblico emolumento del ministro prende la forma di un bel gruzzolo.
«Il Paese non ne può più di una amministrazione pubblica opaca», aveva detto il ministro qualche tempo fa, lanciando la sua campagna moralizzatrice. «Io voglio considerare la pubblica amministrazione come le società quotate, in cui gli azionisti sono i cittadini, quei sessanta e oltre milioni di italiani chiamati a fare i cani da guardia».
E via con le restrizioni: chi ha un impiego pubblico non può averne un altro, altrimenti truffa lo Stato.
Adesso il doppio incarico di Brunetta è nero su bianco su Internet.
Lo stipendio da ministro sarà una miseria, d'accordo, ma quello da “ministro più parlamentare” fa di Brunetta uno che predica bene.
Berlusconi, prima delle elezioni, aveva promesso che nessuno dei suoi ministri avrebbe tenuto due poltrone. E ora, come la mettiamo?
Albina Perri blog di www.libero.it del 31 07 08
saluti