....velina

Antonio Ricci ha passato una vita a farsi una pessima reputazione, sicchè disfargliela, oggi, sarebbe ineducato.
Però fa notizia e un po' stranizza che, appena appena Silvio Berlusconi -come l'altra sera alla presentazione del libro di Lilli Gruber- accenna alla parola Veline («Il termine è razzista, denigratorio, poco femminista. Un termine secondo il quale una bella ragazza dovrebbe essere necessariamente sciocca e incolta; un atteggiamento offensivo non solo per le ragazze ma anche per milioni di telespettatori»), Antonio Ricci spinga il canuto pizzo al cielo, e s'incazzi.
Insomma, è quantomeno inusuale che, appena il premier esprime un'opinione -anche un po' ruffiana, se vogliamo - su cosce e tette circondate da due conduttori e uno studio televisivo, il padre patròn di Striscia si senta in dovere di notificare alle redazioni d'Italia che “Velina” non è un'offesa ma un'astrazione patafisica (intesa nel senso dello scrittore Alfred Jarry ad indicare “quanto di grottesco v'è nell'universo”).
Aggiungendo che “le Veline sono parodie delle vallette”, “sono più Veline i politici che si truccano davanti alle telecamere” (dichiarazioni da Panorama confermate dall'ufficio stampa).
È insolito, infine, che, per enfatizzare il proprio disappunto, Ricci alleghi “in seguito al virgolettato riportato dall'Ansa del presidente Berlusconi” il testo della sigla di Veline anno 2002: “Specchietti/ Signorine e begli ometti sculettano qua e là/ Tronchetti della felicità/ giudici/monaci/ socioeconomisti/ e giornalisti dal sorriso fru-fru...”.

Insolito, no? È come se, ogni volta che l'editore ex padrone commenta su Striscia, Ricci si sentisse freudianamente in obbligo d'uccidere il padre.

Da notare che, in tema Veline, Ricci non s'inalbera mai. Ma mai mai.
Se ne stette marmoreo sul trono quando alcuni -come chi scrive- tentarono di spiegare che il concorso nelle piazze è sì una genialata (farsi pagare dai Comuni e dare ai cronisti l'onore del passaggio tv), ma pure una sòla televisiva (sceglie sempre Ricci).
Non mosse muscolo quando la collega Candida Morvillo scrisse un libro al vetriolo “La Repubblica delle Veline”.
Non fece un plissè neanche quando si sparse la voce, giorni fa, che le due novelle Federica Nargi e Costanza Caracciolo, per problemi di spogliatoio, a Striscia potrebbero non mangiare il panettone.

Ecco, sulle Veline Ricci non s'incazza mai. Tranne quando ne parla Berlusconi. E, in fondo in fondo noi siamo dell’opinione che Ricci, per capacità di sintonizzarsi sulla gente e voglia nell’imporsi agli altri, sia molto più berlusconiano dei berlusconiani…

blog di F.Specchia www.libero.it 10 10 08

saluti