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  1. #21
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    Citazione Originariamente Scritto da Mullah Visualizza Messaggio
    Forse perchè gli ebrei sono stati spesso perseguitati per essere i primi usurai?
    Forse che le banche sono un sistema usuraio da loro capeggiato?
    Senza darti del "filoterrorista" come il burino di sopra, che evidentemente conosce solo questi strumenti comunicativi:
    1 - La fama di usurai è merito dell'intolleranza medievale cattolica, per cui tale occupazione era praticabile solo dagli infedeli a cui venivano precluse altre.
    2 - Le banche sono amministrate da ebrei come da cristiani, musulmani, indù, atei, jedi e adoratori del dio denaro, e chiunque sia abbastanza furbo da riconoscere la redditività di tale settore.

  2. #22
    Forumista junior
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    Citazione Originariamente Scritto da Ashkan Visualizza Messaggio
    Senza darti del "filoterrorista" come il burino di sopra, che evidentemente conosce solo questi strumenti comunicativi:
    1 - La fama di usurai è merito dell'intolleranza medievale cattolica, per cui tale occupazione era praticabile solo dagli infedeli a cui venivano precluse altre.
    2 - Le banche sono amministrate da ebrei come da cristiani, musulmani, indù, atei, jedi e adoratori del dio denaro, e chiunque sia abbastanza furbo da riconoscere la redditività di tale settore.

    Bravissimo, uno che ragiona non a cazzo di cane anche qui meno male

  3. #23
    any man
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    Decima Regio te ne ha dati alcuni esempi.Leggere e informarsi e non credere a Riotta e co.
    Non ha detto un cazzo decima regio, oltre al fatto di rimpiangere il medioevo-




    Non hai sentito il comandante delle truppe in afghanistan dire che "se c'è crisi economica nella società da noi si sta meglio, aumentano i contingenti"

    Chissà perchè vero?

    Forse perchè qualcuno spinge gli Usa in questi conflitti?

    Forse l'Iran è un buon motivo per sfruttare la crisi economica a proprio tornaconto?

    A chi interessa l'attacco all'Iran?

    Logica.....
    Che centra l'afganistan con l'iran? Booohhhh

  4. #24
    any man
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    Citazione Originariamente Scritto da Ashkan Visualizza Messaggio
    Senza darti del "filoterrorista" come il burino di sopra, che evidentemente conosce solo questi strumenti comunicativi:
    1 - La fama di usurai è merito dell'intolleranza medievale cattolica, per cui tale occupazione era praticabile solo dagli infedeli a cui venivano precluse altre.
    2 - Le banche sono amministrate da ebrei come da cristiani, musulmani, indù, atei, jedi e adoratori del dio denaro, e chiunque sia abbastanza furbo da riconoscere la redditività di tale settore.
    Precisazione, c'erano banchieri cristiani anche nel medioevo, senza scomodare gli ebrei.

  5. #25
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    Citazione Originariamente Scritto da epiros Visualizza Messaggio
    Per farti un favore dovrei cancellarti il messaggio, ma siccome non voglio farti un favore, lo lascio cosicchè tutti possano rendersi conto di quali boiate riesci a partorire.
    Ma veramente hai raggiunto livelli irraggiungibili, con queste semplici righe...

    ????????

  6. #26
    .... .....
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    Citazione Originariamente Scritto da Average Joe Visualizza Messaggio


    Le banche sono così infallibili che sono fallite una dopo l'altra.
    Allora devo aver capito male io..mi sembrava che nessuno volesse far fallire le banche..ma che anzi..volessero renderle infallibili per ridare fiducia ai clienti..
    Complotto o non complotto..rendere le banche private ma con fondi statali ..alla bisogna..mi sembra una manovra per rafforzare le banche e non per ridimensionarle...
    Bisogna dare all'uomo non ciò che desidera..ma ciò di cui ha bisogno...
    (la via diretta non è la più breve)

  7. #27
    Cancellato
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    Citazione Originariamente Scritto da testadiprazzo Visualizza Messaggio
    Allora devo aver capito male io..mi sembrava che nessuno volesse far fallire le banche..ma che anzi..volessero renderle infallibili per ridare fiducia ai clienti..
    Complotto o non complotto..rendere le banche private ma con fondi statali ..alla bisogna..mi sembra una manovra per rafforzare le banche e non per ridimensionarle...
    e si vede che hai capito male

  8. #28
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    Il collasso in corso delle borse e la perdita di centinaia di miliardi di dollari gestiti dalle banche d’investimento di Wall Street illustrano le trappole e il pericolo del capitalismo liberista ai quali deve far fronte la popolazione lavoratrice degli Stati Uniti.

    --------------------------------------------------------------------------------

    4 Ottobre 2008

    Il collasso in corso delle borse e la perdita di centinaia di miliardi di dollari gestiti dalle banche d’investimento di Wall Street illustrano le trappole e il pericolo del capitalismo liberista ai quali deve far fronte la popolazione lavoratrice degli Stati Uniti.

    1. La vicina bancarotta della Sicurezza Sociale: il tentativo della Casa Bianca e dei principali congressisti repubblicani e democratici sia di recente che 3 anni fa di privatizzare la Sicurezza Sociale – essenzialmente di dirottare verso Wall Street la gestione e l’investimento dei miliardi di dollari del fondo della Sicurezza Sociale – con l’argomento che la gestione privatistica degli investimenti sarebbe stata più redditizia, avrebbe portato alla bancarotta dell’intero fondo della Sicurezza Sociale. La privatizzazione avrebbe permesso alle maggiori banche d’investimento private di speculare e di far leva anche su rischiosi strumenti finanziari, con i disastrosi risultati di cui siamo oggi testimoni. Mentre i fondi pensione privati vanno al tappeto, la Sicurezza Sociale continua. Sono le pensioni private ad aver fatto bancarotta, non i fondi della Sicurezza Sociale a gestione pubblica, contrariamente a quanto dicevano gli esperti ed i critici di Sicurezza sociale. Chiaramente, l’attuale debacle del privato è un argomento a favore del controllo e della gestione pubblici dei programmi di pensione.

    2. Tutti i principali fondi pensione privati per dipendenti pubblici e privati, compresi TIAA CREF, CALPERS e labor union pensions hanno perso ovunque tra il 23% e il 30% da gennaio e hanno mostrato un andamento negativo nel corso degli ultimi 5 anni. È chiaro che legare i fondi pensione al mercato azionario ha severamente ridotto gli standard del livello di vita dei pensionati, costringendo molte persone a restare nella forza lavoro a settanta e più anni oppure a cadere in povertà. Le pensioni collegate all’attività produttiva finanziata dal pubblico dovrebbe evitare le perdite ed I rischi connessi all’investimento nel mercato azionario.

    3. Le decisioni strategiche bipartisan per convertire gli USA in un’economia di ‘servizi’ in opposizione ad un’economia di manifattura avanzata e diversificata è la causa profonda del collasso del sistema finanziario USA e dell’emergente recessione di lungo termine. Dagli anni 1960 in poi, l’elite politica ha adottato delle politiche che hanno promosso il finanziario, l’immobiliare e l’assicurativo, i cosiddetti settori FIRE che hanno fatto salire gli affitti, hanno reindirizzato i sussidi, offerto esenzioni da tasse e sussidi e distrutto e dislocato l’industria. La riconversione dell’economia FIRE tornando ad un’equilibrata economia di manifattura e ad uno stato sociale essenziale per invertire il collasso dell’economia USA, richiederà un grande sconvolgimento politico.

    4. La massiccia fuga di capitali dai settori produttivi verso la FIRE è stata accompagnata dall’enorme ondata di capitali esteri, rendendo l’economia interna altamente dipendente dai ‘servizi’, in particolare dai volatili e rischiosi ‘servizi finanziari’ e ha indebitato grandemente i consumatori. La conversione degli USA da un’economia diversificata alla monoculture ‘FIRE’ ha aumentato la probabilità di un collasso generale se e quando il mercato finanziario/immobiliare fosse andato sotto. Il recupero ed il sostegno della crescita può avvenire solo con il ritorno ad un’economia diversificata, evitando che i capitali fuggano all’estero e su larga scala, con l’investimento pubblico a lungo termine e con incentivi ai settori produttivi e dei servizi sociali.

    5. Il proseguire della costruzione dell’impero a guida militare a spese di società in compartecipazione e di accordi commerciali reciproci con paesi dai mercati in espansione, con fonti strategiche di energia e con popolazioni numerose e vasti mercati ha creato enormi deficit di bilancio e commerciali ed alienato potenziali fonti di mercati e di beni strategici. Miliardi di dollari di spese militari per continuare prolungate e costose guerre coloniali (senza fine), hanno stornato fondi dall’applicazione di tecnologie avanzate e di manifattura di alta precisione che avrebbero diminuito i costi ed incrementato la competizione di mercato. Ugualmente importante è il fatto che, uscendo dall’espansione del mercato interno verso la conquista oltremare a guida militare, l’intero asse del potere economico è passato dal capitale industriale a quello finanziario. Il capitale finanziario, essenziale per finanziare i deficit di bilancio in cui è incorso il governo attraverso le spese militari è cresciuto d’influenza – Wall Street ha sostituito la “cintura d’acciaio” come asse del potere a Washington.

    6. L’ascesa del militarismo e del capitale finanziario ha facilitato la crescita d’influenza di una virulenta configurazione di potere che ha promosso gli interessi egemonici regionali di uno stato colonial-militarista, specialmente di una lobby politica in precedenza marginale – la configurazione di potere filo-Israele sionista (ZPC). I costruttori dell’impero militarmente diretto vedono nella ZPC un alleato strategico nella continuazione delle loro conquiste globali; la ZPC vede una porta aperta verso alte posizioni e molteplici opportunità per promuovere l’agenda espansionista di Israele attraverso la loro influenza nelle commissioni del Congresso, attraverso le campagne elettorali e per dirigere le nomine della Casa Bianca. L’ondata della ZPC al vertice del potere è stata aiutata ed incoraggiata dall’aumento del sostegno finanziario che ha ricevuto da membri in posti strategici delle più redditizie istituzioni finanziarie.

    La ZPC è stata un beneficiario economico della bolla speculativa: è stata la massiccia infusione di contributi finanziari a permettere alla ZPC di espandere ampiamente il numero di funzionari a tempo pieno, spacciatori d’influenza e contribuenti elettorali che hanno esaltato il suo potere – specialmente nella promozione di guerre USA in Medio Oriente, di accordi non equilibrati di libero commercio (in favore di Israele) e di un indiscusso ritorno di aggressione israeliana contro il Libano, la Siria e la Palestina. La ripresa economica dipende dalla fine del finanziamento che sostiene l’imperialismo militare. Ciò non accadrà senza una totale sostituzione dell’elite politica nutrita con la metafisica del potere globale fondato sui militari.

    Nessuna ripresa economica è possibile ora o in un prevedibile futuro finché il Congresso USA e gli esecutivi forniscono cauzioni di trilioni di dollari agli speculatori insolventi di Wall Street, stanziamenti da 700 miliardi di dollari di ulteriori spese militari e mentre gli agenti del potere sionista dettano la politica USA del Medio Oriente.

    Le lezioni del passato ci dicono molto su quali percorsi dovremmo o non dovremmo prendere.

    La Sicurezza Sociale esiste ancora precisamente perché il pubblico USA si è ribellato e ha sconfitto il suo proposto trasferimento verso Wall Street ed essa è rimasta un programma a gestione pubblica. Il sistema finanziario è collassato perché l’economia USA è ‘specializzata’ in un singolo settore – la finanza – a spese dell’economia produttiva diversificata. Il sistema politico è totalmente screditato perché è guidato da un’elite politica fallita che, in modo flagrante, rappresenta ed agisce a beneficio di poche migliaia di oligarchi finanziari, di circa duecento oligarchi militaristi e di poche dozzine di zelanti organizzazioni sioniste.

    L’ ‘elite di potere’ è potente solo in quanto abile a manipolare, ad intimidire e ad ingannare più di trecento milioni di cittadini USA facendo loro pensare di essere indispensabile alle loro vite. Lo schiacciante rifiuto popolare della privatizzazione della sicurezza sociale e il crollo di Wall Street suggeriscono che l’oligarchia dominante non è invincibile.


    * James Petras è un chiarissimo professore di sociologia alla Binghamton university of New York. È autore di molti lavori ed è membro della conferenza anti-imperialista Axis for Peace, organizzata da Voltaire Network. Ultimo libro pubblicato : Rulers and Ruled in the US Empire: Bankers, Zionists, Militants.



    Fonte: Voltaire, international edition

    Traduzione dall’inglese a cura di Belgicus


    http://www.ariannaeditrice.it/artico...articolo=21562

    immagino direte è un complottista nazista fascista comunista e blablabla.

  9. #29
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    I sinarchisti e Israele
    31 luglio 2006 – Il fondatore dell'EIR Lyndon LaRouche ha nuovamente affrontato il tema della guerra in Libano in una intervista radiofonica del 27 luglio, al “Jack Stockwell Show”. Israele, ha spiegato lo statista americano, “si è impegnato in questa guerra così stupidamente come gli Stati Uniti in Iraq, ed ha tutto da perdere. Si tratta di una missione potenzialmente suicida, decisa da alcuni pazzi in Israele sotto pressioni esterne. Non mi riferisco soltanto al nostro Vicepresidente Dick Cheney, che è stato un elemento importante in questo gioco, ma anche a forze internazionali più in alto, ambienti bancari a cui fa riferimento Felix Rohatyn qui negli USA. Si tratta dunque di un raggruppamento bancario internazionale, impegnato nel gioco della globalizzazione, ad orchestrare davvero tutto … Non è più un problema mediorientale: è un problema globale”.
    I veri architetti della guerra in Medio Oriente sono ambienti finanziari della sinarchia internazionale rappresentati da George P. Shultz e Felix Rohatyn. In Israele fanno affidamento soprattutto sull'ex primo ministro e ora leader del partito Likud Benjamin Netanyahu, ma anche sugli ex premier laburisti Ehud Barak e Shimon Peres, che, come Netanyahu, hanno sottoposto il loro paese a politiche radicalmente liberiste. Non sorprende dunque di scoprire come essi abbiano collegamenti economici e politici diretti con questi ambienti finanziari internazionali.
    Come documentato dall'EIR, Netanyahu è da tempo uno strumento di George Shultz, ma gode anche dei sostegni di Rohatyn, con il quale s'incontrò dopo aver vinto le elezioni del maggio 1996 in Israele. L'11 luglio 1996 Netanyahu rivolse un discorso a 200 finanzieri di Wall Street convenuti ad una colazione di lavoro alla borsa di New York. Netanyahu disse di essere determinato a privatizzare “quasi tutte” le imprese ed i servizi del settore pubblico, e promise ai presenti: “Voi farete soldi in Israele”. Rohatyn gli donò il suo pieno appoggio quando disse alla stampa che Natanyahu “ha persuaso un sacco di gente … Mi pare che faccia proprio colpo”.
    Nell'ottobre 2000, nel periodo successivo alla famosa passeggiatina sul Monte del Tempio/Al Haram Al Sharif con cui Sharon innescò l'Intifada, Barak ebbe dei colloqui segreti a Parigi con il presidente dell'OLP Yasser Arafat e l'allora segretario di Stato Madeleine Albright Quegli incontri, che si tennero nella residenza dell'allora ambasciatore USA in Francia Felix Rohatyn, fallirono e Barak si ritrovò ben presto estromesso dal potere alle successive elezioni del 2001. Uscito dal Knesset, Barak si diede agli affari, diventando consulente di hedge funds ed equity funds israeliani, europei ed americani. Tra questi spicca l'Hudson Investment Group (HIG), in cui Barak è in società con un tale Walter Kuna, che vanta nel suo curriculum 15 anni di servizio alla Lazard Frères parigina ed è stato al vertice della Lazard tedesca negli anni Novanta, un posto attualmente ricoperto da John Kornblum.
    Barak è anche un consigliere di Capital Management Advisors, hedge fund lussemburghese di proprietà degli eredi della dinastia greca Angelis Metaxa, famosa per i liquori. Barak coopera con “Natan”, ente caritativo costituito da un gruppo di manager di hedge funds tra cui David Steinhardt, figlio del finanziere di Wall Street Michael Steinhardt, esponente del gruppo “Mega”. (Un gruppo di mega miliardari, nato nel 1991 attorno ai Bronfman, e che solitamente si incontra due volte l'anno, con tanta discrezione, per decidere la linea politica della lobby israeliana negli USA. Il Mega Group finanzia inoltre varie "attività caritative".)
    Agente esclusivo per Israele della Lazard Fréres è Cukierman & Co., banca presieduta da Edouard Cukierman. Suo padre Roger fu per molti anni l'amministratore delegato del Gruppo Edmond de Rothschild. La Cukierman & Co. ha sponsorizzato la conferenza “GO4EUROPE 2006” che riunì esponenti del mondo degli affari di Francia e Israele. Il discorso di apertura fu pronunciato dal premier in carica Ehud Olmert. Dopo di lui parlò Nicolas Sarkozy, ministro degli Interni francese e probabile candidato presidenziale. All'incontro parlarono anche Netanyahu e Barak.
    Sul conto di Shimon Peres c'è da notare che il suo “Peres Center for Peace” annovera tra i consiglieri 1) Lester Pollak, per venti anni alla Lazard di New York, di cui era anche “senior partner”, 2) Jacob Frenkel, ex governatore della Banca d'Israele ed attualmente presidente della Merrill Lynch International; 3) Charles Bronfman, finanziere del gruppo “Mega”, 4) Jacques Attali, economista francese legato alla Lazard, al quale si deve il fatto che la Lazard fu l'unica banca non nazionalizzata dal presidente Mitterrand nel 1983. Nel consiglio della fondazione di Attali, “PlaNet Finance”, ritroviamo Shimon Peres, Felix Rohatyn e Michel David Weill della Lazard parigina.

    Errori di calcolo e follia
    Il 12 luglio i vertici militari israeliani, compreso il capo di stato maggiore gen. Dan Halutz, hanno assicurato ai leader politici israeliani che Hezbollah sarebbe “crollato” in quattro o cinque giorni sotto i bombardamenti dell'aviazione israeliana.
    La stessa fonte dell'intelligence israeliano che ha riferito questo all'EIR ha aggiunto: “Se il premier Ehud Olmert e il ministro della Difesa Peretz avessero saputo che a due settimane di distanza Hezbollah poteva ancora lanciare missili su Israele, essi non avrebbero mai approvato quel piano. L'esercito è già in difficoltà, non è in grado di vincere la guerra e tutti i piani si sono arenati”.
    In effetti, dopo due settimane, i militari israeliani non sono riusciti ad ottenere nessuno degli obiettivi pubblicamente dichiarati. I missili lanciati su Israele non sono soltanto aumentati di numero, ma anche di raggio. I sistemi antimissile israeliani sono stati collocati ora al centro del paese perché si comincia a temere che anche Tel Aviv possa essere raggiunta dai missili di Hezbollah, che hanno un raggio di 90 chilometri. Sebbene questi missili provochino danni molto inferiori rispetto ai bombardamenti dell'aviazione israeliana in Libano, essi riescono a paralizzare gran parte della zona settentrionale di Israele.
    Di fronte all'insuccesso dell'aviazione nel neutralizzare i lanciamissili di Hezbollah, Israele è stato costretto a ricorrere alle truppe di terra, spingendosi per una decina di chilometri nel territorio libanese. Nel tentativo di prendere il controllo della cittadina di Bint Jbail, sono morti 9 soldati israeliani. Salgono così a 32 le perdite degli israeliani, che sostengono di aver ucciso 200 combattenti di Hezbollah. Secondo il governo libanese sono 680 le vittime di questa guerra, per la maggior parte civili e soprattutto bambini. Ma il numero delle vittime è destinato a moltiplicarsi se le operazioni di terra proseguiranno, come fa temere la decisione israeliana di richiamare tre divisioni di riservisti.
    Nella seduta del 27 luglio i generali israeliani hanno presentato al loro governo cinque opzioni, da una fine immediata delle ostilità ad un'occupazione fino al fiume Awali, che scorre circa 30 chilometri a sud di Beirut. La nostra fonte disponeva di informazioni riservate sufficienti per affermare che “i generali che hanno incontrato il governo erano contenti ed hanno dato assicurazioni sulla vittoria. Sembra una follia ma è così”.
    Nella guerra in Libano del 1982 la nostra fonte ricoprì incarichi di responsabilità nelle forze di invasione ed oggi può affermare senza esitare: “Se si procede davvero ad un'invasione del Libano si provocherà un unico guaio, sarebbe una catastrofe”. A proposito del richiamo delle tre divisioni ha aggiunto: “Se si prevede un'invasione in grande stile per occupare una zona di sicurezza fino al fiume Litani o ancora più a nord, fino al fiume Awali, tre o quattro divisioni sono troppe”. Pertanto queste divisioni dovrebbero servire piuttosto a tenere sotto scacco la Siria, ha concluso l'esperto. “Temo però che questo avrebbe esattamente l'effetto opposto, in quanto sarebbe considerato una provocazione”. Sebbene le forze siriane non possano rivaleggiare con quelle israeliane, esse possono però impiegare la stessa tattica degli Hezbollah, sostituendo ai Katiuscia i missili Scud B/C capaci di raggiungere Israele e di cui la Siria dispone in abbondanza. “Il pericolo è che tutta la mobilitazione potrebbe trasformarsi in una guerra con la Siria”.
    Dopo aver ascoltato l'analisi di LaRouche secondo cui ad istigare la guerra sono i controllori finanziari dell'amministrazione Bush, l'esperto israeliano ha replicato che Israele sta cadendo in una “trappola al miele” e cioè crede che il consenso proveniente dall'amministrazione Bush a continuare a combattere contro Hezbollah sia un favore, ed ha aggiunto: “Non saprei se siano Rumsfeld, Cheney o Bush in persona, o se siano le forze di cui lei sta parlando, ma è evidente l'intenzione da parte loro di fare in modo che Israele ingaggi una guerra contro la Siria”.
    http://www.movisol.org/znews136.htm

    anche questo è nazismo complottismo fanatismo.....blablabla


    vi inonderei di documenti e libri che vi farebbero cambiare idea e venire qualche dubbio, documentarsi al riguardo se si ha voglia non è difficile,

    Semmai è difficile trovare che gli ebrei siano un popolo pacifico, multietnico e aperto al dialogo, rispettoso degli estranei e non.

  10. #30
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    Citazione Originariamente Scritto da Mullah Visualizza Messaggio
    Semmai è difficile trovare che gli ebrei siano un popolo pacifico, multietnico e aperto al dialogo, rispettoso degli estranei e non.
    Questo purtroppo vale per molti popoli. L'importante è non prendere l'esempio.

 

 
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