http://euro-holocaust.splinder.com/p...uto+sul+QuirinQuel fulmine caduto sul Quirinale
Quando sabato 4 ottobre, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il Pontefice Benedetto XVI discettavano in Quirinale di vari argomenti, tra cui l'allarme per i bau-bau razzisti che starebbero mettendo in pericolo la loro meravigliosa Europa criminale e auto-genocida, il sole splendeva in cielo. Ma subito dopo l'uscita del Pontefice, sul torrino, che aveva un'attimo prima ospitato la bandiera vaticana, si è abbattuto un fulmine.
Se siete scettici come indole, la cosa vi lascerà indifferenti. Ma se non lo siete e date peso ai segni, allora forse qualche domanda ve la starete facendo.
- Papa al Quirinale. Fulmini dal cielo e sorrisi nel Palazzo, Elisa Pinna, ANSA, 04/10/2008:
Sole, pioggia, sole, pioggia. E alla fine un fulmine che si è abbattuto con violenza sul Torrino del Quirinale, pochi minuti dopo che papa Ratzinger aveva abbandonato il palazzo presidenziale: un tempo imprevedibile e dispettoso ha fatto da sfondo alla visita ufficiale di Benedetto XVI al capo dello Stato Giorgio Napolitano.
Ma si è trattato dell'unico neo di un protocollo che ha funzionato alla perfezione, e di una mattinata all'insegna dei sorrisi, dell'amicizia, e persino, in alcuni momenti, di un'atmosfera familiare. La visita è cominciata alle 11 in punto, quando la Lancia Thema decappottabile del Papa, dopo un saluto veloce al sindaco Gianni Alemanno in piazza Venezia, ha fatto il suo ingresso nel Cortile del Quirinale, seguita da due drappelli di corazzieri a cavallo. Da poco aveva smesso di piovigginare e Giorgio Napolitano aspettava il pontefice sulla soglia della Vetrata. Insieme, dopo una stretta di mano, hanno ascoltato gli inni, pontificio e italiano, ridotti ad una sola strofa ed eseguiti dalla banda dell'esercito che era affiancata dai picchetti d'onore della Marina e dell'Aeronautica.
A differenza che nel passato, stavolta si è optato per un cerimoniale più sobrio ed essenziale, cha lasciasse più tempo ai colloqui privati. E così è stato. Mentre la bandiera vaticana veniva ancora issata sul pennone del Torrino, il Papa e il Presidente erano già entrati nel Palazzo e salutavano le delegazioni ufficiali. Per parte italiana, erano schierati tutte le più alte cariche istituzionali: dagli ex capi di Stato Scalfaro e Ciampi (mancava invece Cossiga), al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che ha accennato ad un baciamano. Nel seguito pontificio figuravano, tra gli altri, il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, e il presidente della Conferenza episcopale italiana, card. Angelo Bagnasco. Dopo i convenevoli, subito i colloqui: nello studio alla Vetrata, dove di solito avvengono le consultazioni di governo, si sono accomodati su due poltrone dorate Napolitano e Benedetto XVI, per una conversazione a quattr'occhi durata più di mezz'ora, a cui si è aggiunta, solo alla fine, la signora Clio, moglie del presidente.
Nella Sala Napoleonica, invece, è avvenuto l'incontro collettivo tra il seguito papale e quello italiano. Come nella visita precedente, svoltasi nel 2005 quando al Quirinale risiedeva Ciampi, Ratzinger ha voluto dedicare qualche minuto anche alla preghiera, nella Cappella dell'Annunziata. Poco dopo le 12:00, nel Salone delle Feste - già Sala del Concistoro quando il Quirinale era ancora un palazzo abitato dai Papi - Napolitano e Benedetto XVI hanno tenuto i loro discorsi ufficiali, davanti ad un pubblico bipartisan, e si sono scambiati i doni: una mappa incisa e stampata della Civitas Vaticana, da parte del Papa, e una scatola in argento raffigurante il portale del Quirinale, da parte del Capo dello Stato. Qui, a testimonianza del clima di familiarità, Benedetto XVI ha preso per un momento il braccio della signora Clio per illustrarle il regalo portato. Poi, ancora saluti e, di nuovo, nel cortile, gli "onori" dei picchetti militari a "Sua Santità".
Il sole brillava, ma la macchina di Ratzinger ha fatto appena in tempo a lasciare il Quirinale, poco dopo le 12:45, che si è scatenato un nubifragio, tra lampi e tuoni assordanti. E mentre un fulmine si abbatteva sul pennone da cui poco prima aveva sventolato anche la bandiera vaticana, Benedetto XVI rientrava in Vaticano sulla sua macchina scoperta, protetto dall'ombrello del segretario.